Costa di una battuta in tempo binario per sua vera natura, ma volendosi fare anche in tempo trinario, si puol benissimo; ed in questo tempo, ch’è fuor della natura del passo, dipende per farsi dall’abilità del Ballante. […] [2] Per farsi “sotto al corpo” si comincia, per esempio, dalla quarta positura col destro avanti, si piegano appena i ginocchi e nel distendersi si leva il piede dritto alla quarta in aria, da dove circolando giunge alla seconda similmente in aria, e quivi arrivato, si piegano ad un tempo tutti due i ginocchi, quanto il dritto piede mandisi indietro alla quinta in aria, da dove, tornandosi a distendere, si cava l’istesso alla seconda in aria. […] In questo caso occuparebbe allora due battute di musica sì nell’uno, come nell’altro tempo per lo più si usa o in principio di una parte, oppure per fine di cadenza, che facendosi solo è qualora vogliasi legare ad altro passo.
Il suo valore si è d’un tempo, la cui battuta si trova sul movimento piegato del piè che cade giù. E quantunque a prima vista sembri che, compiendosi il tempo di questo passo sul movimento piegato, e che dovendosi al Mezzo gittato attribuire un tempo, l’intero passo Cadente debba adoperarsi nello spazio di due tempi; pur nondimeno, se si considera che il movimento piegato è comune alla cascata di questo passo, ed al Mezzo gittato, a cui, perché già si trova consumato il primo movimento, altro non rimane che il rialzato; si comprenderà molto bene che questo passo debba contenere un solo tempo, la cui battuta, come è detto, si trova sul piegato movimento, e che il secondo movimento, cioè il rialzato del Mezzo gittato, deve servire di riempimento della detta misura, e di legamento o passaggio, che dir vogliamo, a’ passi che sieguono appresso.
Il movimento delle braccia ritonde ha il valore d’un tempo, la cui battuta si trova nella fine d’ogni primo movimento, cioè appunto nell’arrivare delle mani sul mezzo delle tasche: ed il secondo movimento serve di riempimento della detta misura, e di passaggio, o legamento a’ movimenti delle braccia che sieguono appresso. […] Si trovino primieramente le braccia nel primo sito già mostrato nell’esempio delle ritonde, ed appresso alzandosi un braccio, si porti innanzi nel medesimo tempo, che l’altro abbassandosi si dee aprire sul lato. […] E nel medesimo tempo che il braccio sinistro comincerà il suo movimento, il destro, il quale, come è detto, dee anche trovarsi sul primo sito delle braccia ritonde, s’allontani lateralmente dal suo fianco colla palma della mano un poco addietro riguardante, ed appresso si faccia soavemente un giro di polso per innanzi nel medesimo tempo che la man sinistra lo fa, come è detto, di giù in su. […] Il movimento delle braccia d’opposizione vale eziandio un tempo, la cui battuta si ritrova sulla fine del primo movimento, ed il secondo serve di riempimento dell’intera sua misura, e di legamento ai movimenti di braccia, che sieguono appresso. [5] Ed ultimamente si vuole avvertire che la medesima misura di tempo la qual regola i movimenti de’ piedi, regolar dee quelli delle braccia.
Ed in qualunque modo che far si voglia, cioè di mezzo quarto, d’un quarto o di mezzo giro, vale un sol tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè sul rialzato. Onde un modo dall’altro nella maggiore o minore velocità differisce, sì che la Pirola di mezzo giro dee farsi due volte più veloce di quella d’un quarto; e quella d’un quarto doppiamente veloce della Pirola di mezzo quarto, accioché ella comunque fatta abbia d’un solo tempo il valore. […] Ed in qualunque modo che far si voglia, non val più che un tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè sul rialzato. […] Avvertasi dunque bene in tutte le maniere di far le Pirole, che altra cosa è la velocità con cui girar si deono i mezzi quarti, i quarti, i mezzi giri ed i tre quarti di giro; ed altra cosa è la misura, o tempo dell’armonia. E nel vero la misura è sempre la medesima: ma la velocità delle Pirole or dee essere maggiore, or minore, secondo quelle parti di giro che s’hanno a fare per andar bene a tempo.
Per esempio, se far si volesse per innanzi dalla terza alla quarta positura, partendosi col piè dritto, converrebbe, equilibrato primieramente il corpo sul piè sinistro, col destro addietro sulla punta, piegare i ginocchi, facendo nel medesimo tempo passare innanzi il piè destro alla quarta positura; quindi sarebbe da rialzarsi e da equilibrarsi sopra lo stesso piè dritto, ed alzatosi di terra il sinistro, far si vorrebbe un passo Naturale alla quarta positura in una delle tre dette maniere. […] Ha egli il valore d’un tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento. [2] Havvi eziandio un altro modo di far questo passo, che volgarmente passo Tronco a due tempi vien detto. […] Se gli attribuisce anche un tempo, la cui battuta si trova parimente sul movimento rialzato del passo Mezzo tronco; e si descrive nelle seguenti maniere.
Del Développé [1] Questo Passo vien chiamato da’ Francesi Développé per esser egli un viluppo, o dir vogliamo un groppo di tempi di coscia. […] Si suol ballare ne’ tempi binari e ne’ tempi ternari; ballandosi in tripla si fa fino al segno*, in tempo dupla si aggiungono l’altri due movimenti.
La quale, comeché un tempo stata fosse questa Sa, di presente ha preso la forma d’un Z, la quale senza alcun dubbio è più laudevole della prima, perciocché coloro che ballano sopra a questa seconda vengono del continuo a trovarsi l’un dirimpetto all’altro, ed in conseguenza possono assai meglio “figurare”: nel che consiste una delle maggiori e più visibili perfezioni della danza. [2] Per descrivere adunque, ballando, la Figura del Minuetto, prima d’ogn’altra cosa convien che la Dama ed il Cavaliere, poiché avranno compiute le loro riverenze, delle quali sufficientemente dicemmo di sopra, si diano la mano e facciano assieme per innanzi un passo di Minuetto: e quindi, fatti che avrà la Dama intorno al Cavaliere due passi di Minuetto, e che questi ne avrà nell’istesso tempo fatti in giro altri due, camminando addietro e formando un mezzo cerchio per la destra, lascino la mano e si mettano sul principio della linea diametrale del Z, cioè la Dama verso quel luogo dove cominciaronsi le riverenze, ed il Cavaliere sull’opposita diametrale. […] [4] S’avverta però bene, che quantunque dipenda dall’arbitrio della Dama e del Cavaliere il ballare poco o assai tempo sulla Figura del Minuetto, pur nondimeno bisogna rimanersi d’offendere nell’uno o nell’altro di queste due estremità, le quali sono egualmente da biasimare. Ed acciocché non s’incorra in alcuno di questi difetti, la migliore e più sicura regola che convien seguire si è che, dopo aversi la Dama ed il Cavaliere lasciata la mano, facciano su per la mostrata Figura tre interi passaggi: i quali compiuti, ritrovandosi amenduni sull’estremità dell’obliqua, facciano sopra di essa per innanzi un passo di Minuetto; e nel medesimo tempo che lo cominceranno convien che si alzino dalla banda dinanzi, quasi all’altezza della spalla, il braccio destro, e piegatolo soavemente per lo gomito al di dentro, tra il petto e la mano un palmo di distanza serbando (il qual atto si fa in segno di baciamano) e distese poi per essi leggermente le braccia nel tempo istesso che sarà terminato il detto passo, si diano lateralmente la mano, e facciano assieme due Passi di Minuetto in un giro intero, cioè descrivendo mezzo cerchio per ciascheduno. […] Facciano appresso sull’obliqua contraria a quella della Figura del Z un passo dalla banda dinanzi, e nel medesimo tempo che si richiede per adoperarlo, facciano col braccio e colla mano sinistra tutto ciò che fecero per addietro col braccio e colla man destra; e datisi nuovamente la mano, facciano nel modo detto di sopra due altri passi di Minuetto in un altro giro.
[Dedica] [1] Eccellenze, [2] Le signorili e generose maniere che l’Eccellenze Vostre, infin da quel tempo ch’ebbi l’onor di essere annoverato tra’ vostri servidori, compiaciute sempremai si sono benignamente usare inverso di me, mi hanno di sì fatto peso d’obbligazioni aggravato, che l’aver io abbandonata la Francia, ove nacqui, parte non meno considerabile dell’Europa che di tutto il Mondo; l’essermi poco curato di parecchie altre Città cospicue d’Italia; ed ultimamente l’aver diliberato impiegare nel vostro servizio il restante tempo della mia vita, mi sono tutte sembrate cose le quali anzi mi potrebbono in picciola parte alleggiare che del tutto sottrarre da quella importabilissima gravezza. […] E dando da tempo in tempo qualche occhiata a questo libro che io vi óffero, piacciavi ch’io ne ritragga il frutto non già d’ammaestramento, ma di ricordazion delle cose che voi perfettamente sapete.
[Conclusioni] [1] Generalmente parlando, tutti questi sono i passi ch’essendo Teatrali poi si eseguiscono in Teatro con delle differenze, non come abbiamo minutamente dimostrato, perché differiscono tra loro e cambiano moderazione per le variazioni de’ tempi; nonostantecché siano l’istessi i passi divisati, ma si possono fare in tempi larghi, presti, andanti, fugati: cosicché il passo medesimo si fa in variata maniera e si adatta alla qualità del tempo, che se ad ogni tempo si dovrebbe ligare passo differente, si vorrebbe una infinità di passi. […] Ma così va: manca a’ Giovanetti il senso, e quando questo si acquista è vano ogni ripiego di rinfrancarsi tutto il tempo negletto.
È composta di due passi Tronchi fatti dallato, i quali riempier dovendo un solo tempo, ne viene in conseguenza che ciascun di essi si debba fare due volte più velocemente d’un passo Tronco, il quale, come dicemmo al suo luogo, serba il valore d’una misura. […] La battuta del suo tempo si trova sul movimento rialzato del primo Tronco, ed il rimanente del passo serve di riempimento di tempo per finattantoché arrivi la battuta del passo che siegue appresso.
Quindi accade ch’essendo le regole di novero pochissime, ma che nello stesso tempo istruiscono e rendono chiara la mente, ed aperta a comprendere e porre in atto tutte le cose infinite sotto di esse raccolte ed inchiuse, coloro che sanno per la loro via si possono dire che sappiano compiutamente e da maestri, e che in un tratto possono tutti gl’innumerabili esempi in esse compresi conoscere ed operare. […] I quali deono pone tutto il loro studio alle regole ed a’ precetti generali di cotal arte, per li quali si può ballare ogni presente e futura danza; e per contrario deono schifare e fuggire il saper per la sola via degli esempi, cioè il voler imparare il ballo, non già cominciando dalle sue regole, ma volendo questa o quell’altra danza adoperare e porre in atto, per far sembianti d’essere stati in un tratto abili a sapere molto in pochissimo tempo. E da ciò poi ne nasce che vi saranno di quelli i quali si crederanno saper ballare molte danze ed in verità non sapranno fare un sol passo; laddove se il tempo speso ad imprendere quelle danze imperfettamente l’avesser voluto impiegare alle regole di sopra dimostre, non solamente sarebbono stati abili a poter ballare assai più danze, e più regolata-mente di quelle che non sanno; ma eziandio non avrebbono male speso il loro tempo e non sarebbono certamente rimasi fuor d’ogni loro credenza ingannati. […] Ma lasciato da banda il capriccio di costoro, seguano la seguente regola: pongano ogni studio ed ogni sollicitudine ad imprendere i passi di sopra spiegati e soprattutto badino a’ lor movimenti e misura di tempo: perciocché, quantunque i passi si possano fare sopra diverse positure di piedi e sopra diverse figure; tuttavia però conservano constantemente i medesimi movimenti e valore. E poiché sapranno far bene i detti passi, è di bisogno che imparino a legargli ed incatenargli assieme in varie guise e maniere, or unendone due, or tre, or quattro ed or cinque, e da mano in mano via più crescendo nel numero, ballandogli poco a poco sopra diverse figure e sopra arie loro convenienti del tempo binario e ternario.
Del Minuetto, e delle parti che lo compongono [1] Quantunque potrei qui francamente affermare, che avendo io sposte le sette parti principali del ballo nobile, le quali infin dal cominciamento di quest’opera promisi di render chiare, mi sia dalla presa fatica diliberato, e che oramai sia tempo di dare alla penna ed alla mano riposo; pur nondimeno, il prender nuova lena ed il fare un altro Trattato a parte sul Minuetto mi sembra, per le ragioni che seguiranno, sì necessario, che se il primo Trattato di cui mi sono espedito, da questo secondo seguitato non fusse, convenevolmente assai difettoso e mancante potrebbesi riputare. [2] Io mi sono del tutto persuaso che chiunque saprà le positure de’ piedi, gl’equilibri ed i movimenti del corpo, e chi nel misurato tempo dell’armonia saprà formare ed incatenare assieme i passi di sopra dimostri, e muovere le braccia così ritonde che d’opposizione, ed ultimamente chi avrà l’intelligenza delle figure regolari ed irregolari prodotte dalle quattro linee, cioè dalla retta, dalla diametrale, dall’obliqua e dalla circolare, sarà non solamente abile a ballare ogni danza, ma eziandio ad inventarne e comporne da sé medesimo delle altre: per la qual cagione io non sono in obbligo di trattare delle danze in particolare. Ma d’altra parte, considerando che il Minuetto, sorto tra bassi natali, cioè tra’ Contadini d’Angiò, Provincia della Francia, i quali senz’alcun artifizio e quasi naturalmente lo ballano, e ridotto poi in miglior ordine e vaghezza sotto Luigi il Grande, abbia incontrato una tale felice sorte, che da vile, umile e basso ch’egli era, per tratto di tempo è divenuto così pomposo, che fattosi del tutto dimentico della sua infima condizione, oggidì ritiene ed occupa il principal luogo tra la danza nobile. […] Nel terzo luogo della Cadenza del Minuetto: non già ch’ella sia diversa da uno de’ tempi descritti di sopra nel capitolo della Cadenza, ma sì perciocché la Cadenza del Minuetto si batte per comodità di coloro che lo ballano, in un altro modo ben differente dall’altre danze.
Per esempio: volendolo fare innanzi e cominciarlo e finirlo col piè diritto, equilibrato in prima il corpo sul piè sinistro col destro addietro sulla punta, si pieghino alquanto i ginocchi e rialzandogli, si faccia un leggerissimo salto col medesimo piè sinistro, mandando il piè destro innanzi e facendogli fare dallato nel medesimo tempo del salto un mezzo cerchio in aria, acciocché ambedue i piedi cadano nello stesso punto sulla quinta positura. […] [2] Vale questo passo un tempo, la cui battuta, senz’altro esempio, si trova per la somma agilità e speditezza dei due primi, sul terzo movimento, cioè sul secondo piegato, dove fa mestieri fermarsi tanto quanto bisogni di tempo da poter compiere col distendimento de’ ginocchi e col secondo salto e cascata, la misura di questo passo.
De Soubresaut [1] Il termine detto da’ Francesi Soubresaut significa un salto fatto a Contratempo dal Cavallo per fuggire e per gettare a basso quello che porta, da questa azione hanno dato nome a questo passo, il quale si adopra ne’ tempi andanti, nelle furie ed in tutti i tempi Quattrodue. […] Non è come gli altri passi ligati, che costano de’ movimenti de’ passi che lo compongono, perché il salto del mezzo Contratempo ed il principio del Bourrée van fatti ad un tempo istesso.
Sono non pertanto tra di loro in ogn’altra cosa differenti, fuor ne’ movimenti e nel tempo, come ad uno ad uno in questo luogo di lor trattando farem vedere. [3] Il Fioretto Semplice, il quale è più degli altri due usato e necessario nel ballo nobile, si può fare sopra tutte le positure de’ piedi in diversi modi e sopra differenti figure: ma sempre co’ medesimi movimenti e misure di tempo. […] Si pieghino appresso i ginocchi, mandandosi nel medesimo tempo il piè destro innanzi alla quarta positura; quindi si rialzino e si facciano due passi Semplici, il primo de’ quali col piè sinistro ed il secondo col destro, amenduni alla quarta positura. […] Per esempio, se si vuol fare dal lato dritto: messi i piedi, come è detto, sulla seconda positura, ed equilibrato il corpo sopra amenduni i piedi, si vogliono piegare i ginocchi più soavemente che negli altri Fioretti, e nel tempo che si rialzano, è di bisogno far passare il piè manco per dietro al dritto nella terza positura; e nel momento che il piè manco tocca la terra, senza alcuno indugio far si convengono due passi Semplici dal lato dritto, il primo de’ quali si faccia col piè destro alla seconda positura, ed il secondo col piè sinistro per innanzi al dritto alla terza positura. […] Ed in questo caso il Fioretto sarebbe di quattro passi composto e di cinque movimenti, i quali velocemente esser dovrebbono adoperati, affine di chiudergli in una sola misura di tempo.
[2] Il passo del Minuetto è stato sempre, ne’ tempi andati ed anche di presente, composto di quattro passi: ed avvegnaché da tempo in tempo avute abbia intorno a’ suoi movimenti diverse mutazioni; tuttavia io non intendo ridirle qui tutte; ma ne recherò tre sole, le quali, secondoché estimo, sono le principali. […] Durò per lungo spazio di tempo: ed era composto d’un passo Mezzo tronco fatto col piè destro, d’un passo Sdrucciolo adoperato col piè sinistro, d’un altro passo Naturale del piè destro ed ultimamente d’un altro passo Gittato del piè sinistro, ove terminava l’intero passo di Minuetto detto à la Bohémienne. [4] Succede poi in secondo luogo il Passo di Minuetto a Fioretto, il quale, perocché era men bello del precedente, durò per assai poco tempo. […] Ove fattosi, col tenersi bassa la punta del piede, e quasi toccante la terra, un istantaneo fermamento, ripiegato alquanto il ginocchio destro, passi nel medesimo tempo il piè sinistro innanzi, facendo un leggerissimo passo Sdrucciolo ad un poco più della quarta positura; quindi si faccia col piè dritto un passo Naturale a poco men della quarta positura; ed ultimamente un Mezzo gittato col piè sinistro anche a poco meno della quarta positura, il quale si dee sì leggermente fare, che quasi divenga impercettibile, perciocché quanto più sarà adoperato soavemente, tanto più sarà per riuscire gradevole alla vista de’ riguardanti.
Non solo sta la difficoltà nel tagliare, in fine, dalla francese alla spagnuola: ma il più sta nel tempo di girarsi la vita. […] Egli non altro di quello accresce e varia, che spiccato un salto, nel tempo che si sta in aria, si fa uno o più Tordichamb, come qui sotto meglio divisaremo. […] Facendosi con il Dégagé prende una battuta di Musica, col Contratempo ne prende due in tempo di Giga. […] XX) dissimo che, oltre di quelle, vi erano l’altre “in aria”, le quali vanno annoverate tra il numero delle Capriole e adesso siamo nel tempo di divisarne. [56] Le “Pistolette in aria” hanno il tempo di una quarta intrecciata, tra il numero delle quali va questa Capriola.
De’ Tempi di Coscia, de Temps de Cuisse [1] Non altro importa questo “Tempo di coscia”, o, come in Francese sentesi, Temps de cuisse, se non se un battimento di coscia, di gamba accompagnato al battimento del piede. […] Si giuoca in tutto il tempo del passo, la coscia che accompagna il movimento della gamba: la battuta istessa che darassi darà risalto alla gamba, che la rimanda in seconda altra volta, ma un poco più accosta, da dove senza la menoma pausa si porta alla seconda in aria, e ciò col piede destro; col sinistro, appena battuto, si fa un lieve salticello, che prende terreno avanti. […] [5] Quelli “girando”, o sian fatti alla dritta o alla sinistra, hanno sempre gli medemi movimenti che abbiamo fino adesso spiegato, si aggiunge il solo giro, che si fa nel salto e non puol essere più di un quarto per ogni tempo di coscia, si suole girare alla dritta se si fa col destro, e facendosi col sinistro, girasi per la manca.
Questo si fa per ordinario ne’ tempi di Ciaccona e tempi gravi trinari.
Pas Coursé [1] Il passo Coursé somiglia molto alle Quarte Capriole Italiane scorse in fianco, che volendo segnare una d’esse senza intrecciare vien fatto questo passo, il quale ha l’istessa proprietà ed il tempo istesso. [2] Se si trova in altre posizioni, fuorché nella seconda, si usa il Dégagé per venire a questa positura, e trovandosi in essa, si piegano ambo li ginocchi, nel distendersi poi, si spicca un piccolo salticello con tutti due i piedi, il manco si accosta alla prima posizione e batte leggermente il tallone del destro, che manda in seconda, ed esso cade dove percosse e nel tempo istesso il dritto cade nella seconda posizione, dove fu cacciato.
E comeche il suo valore sia veramente d’un tempo, la cui battuta si trova sulla cascata del salto; nullaperòdimeno è solito farsi due di questi passi, massimamente quando alcun se ne serva nella misura a due tempi, nel qual caso la battuta anche si trova sulla cascata del primo Gittato, ed il secondo serve di legamento al passo che deve appresso succedere.
Si fa questo passo tanto in tempo “Trinario” quanto in “Binario”; su quai tempi si fa o più largo o più stretto: tutto dipende dalla prattica e dall’orecchio del ballante; e far uso di questo passo si puote in ogni carattere.
Chiamasi così perché prende il nome del Tempo nel qual si balla, che consiste in una tripola: sonata spiritosa e di molte mutazioni di tempi che vi stanno per dentro; facendo passaggio dall’allegro all’armonioso, al dolce, al fugato; ed in tutte queste sue mutazioni mantiene sempre l’istesso tempo.
Quindi per far l’Assemblé, si pieghino le ginocchia, e rialzandole, sollevasi appena in aria col tempo istesso e si faccia un Assemblé sotto al corpo, con la quale si darà fine al Rigodone. […] Presso i Francesi è molto in costume, e specialmente nelle loro Contraddanze dette anche Rigaudon , e sono queste in tempo binario: Contraddanze a Quadriglie, che non solo vengono riempiute da questo, ma pure di altri passi Teatrali, come sia Chassé, Fleuret, Ballonné, de’ Contratempi, e simili passetti.
In tempo che si stampò il mio trattato io era nell’esercizio di quelle cariche, e con giustizia me ne ho attribuiti i titoli: di che potea il riflessionista averne buon argomento dalla dedicatoria da me diretta a’ Signori Cavalieri Accademici, scrivendo a’ quali sarebbe stato pericoloso assumere il carattere di Direttore de’ loro balli se non lo fossi stato, potendomene essi far rimanere vergognosamente smentito. […] Io non entro ad esaminare se abbia saputo trarne da quei tempi caliginosi la verità; ma dico soltanto che tali squittinii dimostrano l’ozio torpido del riflessionista, niun utile recano a’ coltivatori del ballo e sono del tutto impropri in un libricciuolo di mala intesa censura. […] Sopra di questi dovea egli far risplendere la sua perizia e l’ingegno, e non perdere carta e tempo in andar notomizzando le frasi e voci toscane. […] [9] Gli dispiace che io voglia il musicale strumento servo del principiante, oppinando che in tal maniera mai non si avvezzerà di ballare col tempo. […] La rigorosa e non interrotta sonata renderà ineseguibile la danza, piuttosto che faciliterà la misura de’ passi al principiante, il quale, dovendo imparar prima i passi, non potrà esser costretto ad imparar nel tempo stesso la regola delle cadenze e del tempo.
E quindi, equilibrato il corpo sopra questo medesimo piede, faccia nell’istesso tempo due cose. L’una si è, ch’egli dee alzar di terra il tallone del piè sinistro, colla cui punta, piegando a poco a poco il ginocchio, sdruccioli soavemente per terra dietro al piè dritto alla terza positura, serbando quattro o cinque dita di distanza tra la noce del sinistro ed il tallone del destro piede; e l’altra si è che nel tempo dell’alzata del tallone del piè sinistro, egli deve alzare il sinistro braccio, distendendolo dal suo lato all’altezza della spalla, e nello stesso punto che egli comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, porti, piegando il gomito, la mano al cappello in modo che tutto il braccio venga a formare un mezzo cerchio, ed appresso, senza punto chinar la testa, se ’l tolga via; ed aprendo poi, o distendendo il braccio, lo lasci cader giù dalla banda del suo lato, tenendo il di sopra del cappello rivolto innanzi. Si vuole oltre a questo, ben avvertire che nel medesimo istante ch’e’ comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, convien che a poco a poco cominci leggiadramente a piegare il corpo sulla cintura dalla parte dinanzi a proporzione che il piè sinistro anderà sdrucciolando, acciocché, finito che avrà di sdrucciolare, e nel tempo che tutto il piede si troverà appoggiato sulla terza positura, si stia da lui facendo la parte più bassa del suo piegamento: sul quale deesi alquanto fermare, tenendo il ginocchio destro ben disteso ed il sinistro alquanto piegato, in maniera che questi si trovin congiunti e la fronte dell’uno non isporga più in fuori della fronte dell’altro.
Insomma questa Danza Italiana o Spagnola, la quale immagino che a quel tempo riuscita fosse gradevole, di presente sarebbe in vero molto ridicolosa a vedere; in guisaché Monsieur Filibois, Maestro di Ballo nella Corte Imperiale, ne ha composto un carattere buffonesco, il quale, vestito egli all’antica maniera Italiana, con somma ammirazione di tutti sopra i più cospicui teatri d’Italia ha ballato. […] Ma appresso, essendo arrivata ne’ detti Collegi la Danza Francese, incontinente l’Italiana, oscurata ed avvilita dalla vaghezza di quella, si cominciò a disusare; ed in pochissimo tempo accadde che la danza Francese s’imparava per necessità, dove la Spagnola (contuttoché i Maestri, seguendo l’uso francese, lasciate avessero le lor parallele positure de’ piedi e la durezza ed inflessibilità delle loro braccia) s’imparava solamente per rarità. […] Insomma questi due chiarissimi Professori hanno sì fattamente perfezionata la Danza, e levatala a così alto segno, che non solamente hanno in piccolo spazio di tempo fatto mandare in disuso tutte le altre Danze, ma hanno obbligato moltissime Nazioni, e forse le più colte del Mondo tutto, a non preggiarsi in altra maniera che nella francesca, ballare. […] [10] Or sopra esercizio ed arte così nobile, essendomi io per lungo spazio di tempo messo a considerare se trovar si potessero le regole generali per mezzo delle quali si potesse con ogni agevolezza e perfettamente ballare ogni Danza, alla perfine m’è venuto fatto di ritrovarle, e con ogni possibile distinzione le ho messe in chiaro nel presente Trattato; nel quale spezialmente ho renduti aperti i movimenti del corpo, donde procedono tutti i passi del ballo nobile.
Nell’Amabile, ballo dolce, usato assaissimo non molto tempo fa, v’entrava in gran parte. […] Si usava ne’ suoi tempi nel ballo detto “Courante” come pure dicevasi questo passo, adesso “Grave”. […] A due piegate, o sia a quattro movimenti [10] V’è inoltre il passo grave “a quattro movimenti”, o sia “a due Piegate”: egli principia come il solito con la piegata, e portandosi in seconda il piede che sta addietro, rilevando nel tempo stesso, si ritornino a piegare altra volta tutti due i ginocchi egualmente, con far cader la vita perpendicolarmente, ed è questa la seconda piegata ed il movimento che di più si accresce, e quindi, tornandosi a rilevare, si porta in quarta sdrucciolando, in una delle diverse maniere, riferendosi a’ modi di sopra espressati.
Del Passo Grave [Grave ou Courante] [1] Questo passo, il quale un tempo di Courante era appellato, perciocché serviva di principal passo ad una danza assai raguardevole così detta, la quale alle magnifiche feste di ballo delle Corti sovrane dava cominciamento; il suo primiero nome perdette, e Passo Grave cominciossi a chiamare; dapoiché il Minuetto, nato da bassi natali, cioè tra’ contadini d’Angiò, Provincia della Francia, sotto Luigi il Grande levossi in tanta superbia che, fatto dare il bando alla detta danza, occupò il luogo di quella e mandolla del tutto in disuso. […] Per esempio, dovendosi col piè destro fare il Passo Grave innanzi dalla quarta alla medesima positura; equilibrato primieramente il corpo sul piè sinistro, tenendo addietro il piè destro sulla punta, si pieghino i ginocchi e nello stesso tempo si levi alquanto di terra il piè dritto, il qual venga colla noce a toccare il tallone del piè sinistro alla terza positura: ed appresso rialzandogli, si vuol portare il medesimo piè dritto per aria facendo un poco di giro alla seconda positura; ed ultimamente si mandi innanzi sdrucciolando colla punta del piede alla quarta positura.
Questi va fatto pure ne’ tempi di Ciaccona. [4] Questo passo non puole occupare altro che il tempo di una battuta.
[2] Per acquistare una tal’arte fa di mestieri saper secondo la regola appoggiare i piedi sulla terra, equilibrare il corpo, muoverlo a tempo con alcuni artifiziosi e leggiadri passi, accompagnarlo eziandio col regolato movimento delle braccia, ed ultimamente saper tutte queste cose adoperare, sulle figure: nel che consiste il compimento dell’opera. […] Innanzi poi di procedere a’ passi, i quali da’ movimenti vengon composti, diremo nel quarto luogo della cadenza e de’ tempi suoi, senza la cui intelligenza non si può nel ballo alcuno passo formare.
Essendo esso composto de’ due detti passi, viene a contenere sei movimenti, cioè quattro del Contrattempo e due del passo Saltante, siccome ne’ lor capitoli fu dimostro; e per la stessa ragione racchiude due tempi, la battuta del primo de’ quali si trova sulla cascata del Contrattempo, e la battuta del secondo sulla cascata del salto a due piedi. Adoperasi d’ordinario nel tempo binario: e chi vuol sapere la maniera, colla quale si pone in uso, ponga mente a questo esempio.
Ed ecco compiuti i due passi Mezzo tronchi, l’un dal piè destro e l’altro dal sinistro, de’ quali ognuno vale un tempo, come nel capitolo del passo Mezzo Tronco dicemmo. […] [3] Il passo Bilanciato, non già come altri il prende, cioè fatto per ogni banda, ma rigorosamente preso, cioè fatto dallato, donde ha ricevuto un tal nome, ed in quella guisa ch’è stato qui sopra descritto, comeché un tempo fosse stato fosse in uso; nulla però di meno, da che la danza nobile s’è ridotta a miglior perfezione, e che il “buon gusto” è arrivato al sommo, è divenuto un di que’ passi che sono andati per la sconcia lor veduta in disuso.
[2] Dieci lustri indietro fu questo passo in grande uso, perché v’era in quel tempo più diversivo di Balli da Sala. […] [3] Al dì d’oggi l’intolleranza de’ Discepoli non vuole ammetter tempo: non si assodano, né si esercitano almeno negli equilibri, base principale della Danza.
Demetrio diceva di un Danzatore ne’ tempi di Nerone) egli ha mestieri di essere iniziato in più discipline». […] Di Poesia per l’invenzione e tessitura de’ balli, componerli di verisimili caratteri, con ornamenti episodici, naturali nell’azione, osservar rigorosamente le quattro “Unità della Scena”, o sia del “luogo”, dell’ “azione”, del “carattere” e del “tempo”: niente meno di quelle che osservano i veri ed illustri poeti di Tragedie, Drammi Musicali e Commedie, e come il Sig. […] Di Musica per adattar bene il tempo e le battute a passi, che sia esprimente la rappresentanza, alternare il patetico con l’allegro, secondo le passioni dell’azione.