Il tempo trinario, ch’è più largo, serve per le Danze che posatamente si fanno, come la Ciaccona, la Follia, l’Amabile e compagne. […] L’“otto tre”, ch’è pur tempo ternario, vuole tre crome per far la sua battuta, e la croma ha il valore dell’ottava parte della semibreve, sicché tra questi due tempi trinari vi sono otto gradi di velocità, che uno ha più dell’altro. […] Noi facciam correre più battute in un passo e mettiamo più passi in una battuta. […] La Semiminima ha il valore della quarta parte della Semibreve e la metà della Minima, talmentecché ha quattro gradi più di velocità della Tripola maggiore, e due più della tripola minore; e questo per i tempi trinari. […] Il tempo otto duodeci vuole duodeci Crome in ogni sua battuta, ed è al doppio più largo dell’otto tre; e sebbene sia tempo binario pure è una terza parte men veloce della Tripola maggiore.
[8] Le intrecciate di tali Capriole van fatte granite, al contrario di quelle alla Francese e all’Italiana, che quando le intrecciate sono più grandi, tanto sembrano più brillanti, ed in queste il troppo allargare e distaccare scema di preggio. […] [11] Senza verun dubbio la più difficile di queste tre diversità d’intrecciare le Capriole è all’Italiana. […] In un salto di questa specie non si può raddoppiare più di un Tordichamb; ma si possono replicare più gorguglié, o tutte con il medesimo piede o cambiandolo. […] Io solo ho divisato di quelle che sono più comuni e più pratticate. […] Cesarini, cui stava più degli altri sospeso in aria.
I semplici sono quelli che s’adoperano tutti soli e che non vanno uniti a più spezie di movimenti. I composti, per contrario, sono quelli che vanno congiunti a più movimenti di spezie diversa. […] I composti, i quali costano di due, o al più di tre semplici movimenti congiunti in uno, ed i quali sono assai frequenti nel ballo, sono per esempio: il piegar camminando un passo, il qual movimento è composto di due semplici, cioè del piegato e dell’andante; il piegar girando sul medesimo luogo a man destra o sinistra, il quale è parimente composto di due semplici, cioè del piegato e del circolare; il camminare un passo girando, il quale anche costa di due semplici, cioè dell’andante e del circolare; il piegar camminando e girando, che è prodotto da tre semplici, cioè dal piegato, dall’andante e dal circolare. Egli è inutile di recare in mezzo altri esempi de’ movimenti composti; ed all’incontro non è da tacere che, qualora si adoperano dal corpo più movimenti congiunti in uno, non s’hanno da contare per più movimenti, ma per un solo. […] Tanto maggiormente, che dal passo saltante in fuori, il quale, come per innanzi nel suo particolare capitolo avvertiremo, non ha quasi uso alcuno nel ballo nobile, tutti gli altri salti si vogliono sì leggermente fare, acciocché il sostenuto e grave portamento della persona non si scomponga; che si dee più tosto far sembianti di saltare, che veramente levarsi in aria.
Grande uso ne fanno i Ballerini, e molto più le Ballanti, le quali, dovendo fare una Capriola avanti ed in seguito un’altra in giro, ne tralasciano una e fanno in sua vece un’Assemblé. [2] Presso i Francesi è più in costumanza che presso di noi Italiani, perchè quelli non si curano del troppo uso delle Capriole, servendosi più tosto del ballar terreno. Alcune delle nostre Donne vogliono essere più tosto Francesi che Italiane: esse per risparmiar fatiga fan più volentieri una Assemblé invece di una Capriola, e da questa loro melanzagine ebbe veramente origine quest’ Assemblé. […] Facciam l’esempio sulla quarta col destro avanti: si equilibra il corpo sopra il manco, e piegando le ginocchia, alzasi il destro in quarta in aria, distendendosi esso solo, ed il manco resta tuttavolta piegato, sostenendo l’equilibrio del corpo, e nel rialzare e distender di questo, si dona moto alla elasticità del ginocchio, ma più a quella del collo del piede, in maniera che possasi fare un salticello sollevato appena da terra ed avanzando piccolissimo terreno avanti, e nel cadersi giù, si cadi nel punto istesso con entrambi i piedi, portando il destro in una delle posizioni avanti, fuorché nella seconda e nella prima; sebbene parlando di semplice Assemblé cadesi in quinta; nell’altre due maniere quando vi si dovrà legare un passo che in una di esse principia.
[9] “In giro” niente più vi si aggiungerà, che un solo quarto di giro. [10] Quelle “sforzate” avranno un atteggio più grande dell’ordinario, come l’istesso termine dona a dinotare. […] Si aggiungon talvolta alle furie le fiaccole accese in mano, e nel giocar dette facelle, nel far de’ tableaux, de’ groppi in più furie intrecciate, fa di mestiere essere molto agile e nell’arte esperto. […] Perché più delle fiate prendono un serio ballerino alle sue dolci e molti Attitudini costumato, versato nel patetico del suo languido appassionato gestire, e gl’incaricano il violento carattere della furia. […] Ne’ Teatri Francesi, ove i balli gareggiano con i quadri di prospettiva de’ più rinomati autori, i Ballerini esercitano soltanto quel carattere di cui la propria abilità si conosce capace.
Non sono altro che il portare il corpo nostro da un luogo all’altro, o girarlo sull’istesso terreno ove si trova; e non v’ha passo, cui non sia da uno o da più movimenti composto. […] I semplici sono quelli che fansi soli, senza esser ligati ad altra specie di movimenti: al contrario i movimenti composti sono aggregati da più sorti di movimenti semplici. […] I composti, che, come si disse, costano da più movimenti semplici, sono per esempio: il piegar caminando un passo, è un solo movimento composto dal piegato e dal caminato, e non devesi considerar per due; il piegar girando, il caminar girando, e simili, sono tutti composti da due semplici; il piegar caminando col giro è composto di tre semplici, del piegato, del caminato e del circolare, e così ogni movimento che si adopra congiunto a più d’uno si chiama un movimento composto.
Il più antico di essi fu dato alle stampe a Milano l’anno 1468, e che ha questo titolo: Il Ballarino perfetto di Messer Rinaldo Rigoni, Dedicato al Serenissimo Signore Galeazzo Sforza Duca di Milano; ed il più novello è stampato in Venezia l’anno 1581, il cui titolo è quest’altro: Il Ballarino di Messer Fabrizio Caroso da Sermoneta, diviso in due Trattati, Dedicato alla Serenissima Signora, la Signora Bianca Cappello de’ Medici Gran Duchessa di Toscana. […] Hanno essi saputo alla danza da Teatro adattare tutto ciò che si può immaginare di spiritoso e sorprendevole, ed a quella da Sala di più nobile e maestoso. […] Insomma questi due chiarissimi Professori hanno sì fattamente perfezionata la Danza, e levatala a così alto segno, che non solamente hanno in piccolo spazio di tempo fatto mandare in disuso tutte le altre Danze, ma hanno obbligato moltissime Nazioni, e forse le più colte del Mondo tutto, a non preggiarsi in altra maniera che nella francesca, ballare. […] [8] Questo si è il più nobile e leggiadro divertimento, così delle Corti sovrane che dell’altre Città cospicue. Ed in vero non v’è in esse cosa più magnifica, e che dia maggior diletto, quanto le feste di Ballo, nelle quali si fanno ammirare e contradistinguere, tra gli altri, coloro che sanno perfettamente la Danza.
[3] Secondariamente, tenendosi le braccia alquanto più basse, si faceva questo movimento in tre tempi: nel primo de’ quali si bassavano in modo che le mani giugnessero fino alla parte delle tasche della giubba a’ lati più vicina; nel secondo tempo, piegando i gomiti, si rialzavano le braccia; e finalmente nel terzo tempo ritornavano nel loro primiero sito, ove rivoltesi alquanto le palme delle mani alla banda dinanzi, a questo movimento si dava fine. [4] La terza maniera di muover le braccia si è quella che oggidì s’usa, la quale è parimente a tre tempi, e che invero è di gran lunga più nobile e graziosa delle altre due di sopra descritte, e si adopera nel modo che siegue: si distendano in prima liberamente e senza fare alcuna forza, le braccia allato agli angoli delle tasche, più vicini alle pieghe della giubba, tenendosi le mani colle palme non del tutto serrate né aperte, ma sì nel mezzo di questi modi, rivolte verso la giubba.
[5] Andati i descritti due passi in disuso, venne nel terzo ed ultimo luogo il passo di Minuetto che oggidì s’usa, il quale senz’alcuna contraddizione è assai più bello e gentile degli altri due; e sono per affermare che difficilmente i posteri ne saran per trovare un altro più nobile e ben fatto di esso. […] Ove fattosi, col tenersi bassa la punta del piede, e quasi toccante la terra, un istantaneo fermamento, ripiegato alquanto il ginocchio destro, passi nel medesimo tempo il piè sinistro innanzi, facendo un leggerissimo passo Sdrucciolo ad un poco più della quarta positura; quindi si faccia col piè dritto un passo Naturale a poco men della quarta positura; ed ultimamente un Mezzo gittato col piè sinistro anche a poco meno della quarta positura, il quale si dee sì leggermente fare, che quasi divenga impercettibile, perciocché quanto più sarà adoperato soavemente, tanto più sarà per riuscire gradevole alla vista de’ riguardanti. […] [8] Il passo di Minuetto con cui si ritorna sul lato sinistro, si pone in opera in quest’altra maniera: facciasi in prima un Mezzo tronco col piè destro per innanzi al sinistro dalla terza alla quinta positura, ovvero col piè destro dietro al sinistro dalla terza alla terza positura, o finalmente nel luogo del Mezzo tronco si sostituisca un passo Piegato e Rialzato sulla terza positura: in secondo luogo si faccia, col piè sinistro avente la gamba distesa e la punta bassa, e piegando insensibilmente il dritto ginocchio, un passo ad un poco più della seconda positura; succeda poi a questo un passo Semplice del piè destro dietro al manco alla terza positura, e nel quarto luogo s’adoperi col piè sinistro un leggerissimo Mezzo gittato alla seconda positura. […] [10] La più bella e leggiadra maniera da far questo passo è di rialzare il secondo movimento del Mezzo tronco sulla punta del piè dritto, alzando alquanto il tallone di terra, e nel ripiegare del dritto ginocchio, appoggiare leggermente il tallone sulla terra: camminare appresso il secondo ed il terzo passo sopra la punta del piede; ed il quarto passo, il quale come è detto è un Mezzo gittato, è da farsi leggermente cader sulla punta; e ripiegando incontanente, dopo l’ultimo de’ quattro passi che formano quello del Minuetto, il ginocchio dritto, convien leggermente appoggiare a terra il tallone del piè sinistro, ed appresso adoperare gli altri passi di Minuetto che far si convengono.
Da poi tornandosi altra volta alla seconda in aria, restando il ginocchio nella stessa positura della seconda, porrassi la punta del destro avanti la punta del manco, con inarcare sempre il collo del piede, si sarà fatto un secondo Battimento; e così via via, replicandone quanto più potransi e con la maggior prestezza che sarà possibile, si diverrà sollecito e franco nell’uso del ballo. […] [4] Anticamente il replicavano due sole volte per fine di passo o riempimento di una battuta; noi il raddoppiamo quanto più si puole, e così si rende più brillante. […] Se ne replicano per quanto più se ne possano, si fanno con l’uno e con l’altro piede; e procurisi soprattutto di farli con l’ultima celerità per acquistar di preggio e di facilità la capriola, che ne ha bisogno. […] Sul collo del piede [7] Il “Battimento sul collo del piede” si comincia anche dalla quinta, nel quale piegasi il ginocchio del piede che batterà, con la punta ben bassa, e passandolo per la seconda in aria, si porta alla quinta addietro in aria, e da questa anderà altra volta a battere innanzi il collo del piede che sta a terra: così si replicherà per quante volte si potrà, con la maggior prestezza che sia possibile, che quanto è più sollecito, tanto è più bello. […] Questi pur si fanno al più presto che puossi, per ottenersi il bramato profitto ed acquistarsi un bel distacco di coscia.
Si potrebbe anche suddividere in vie più piccole particelle: ma peroché ciò facendo, le parti del giro si renderebbero impercettibili; però nel ballo altre divisioni che le qui indicate non hanno luogo. […] Onde un modo dall’altro nella maggiore o minore velocità differisce, sì che la Pirola di mezzo giro dee farsi due volte più veloce di quella d’un quarto; e quella d’un quarto doppiamente veloce della Pirola di mezzo quarto, accioché ella comunque fatta abbia d’un solo tempo il valore. […] Ed in qualunque modo che far si voglia, non val più che un tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè sul rialzato. Per la qual cosa in altro la Pirola di tre quarti da quella di mezzo giro non differisce, fuor solamente in ciò che la prima si fa una volta e mezza più veloce della seconda; e quella di mezzo giro dee farsi due volte più veloce della Pirola d’un quarto; e quella d’un quarto doppiamente veloce della Pirola di mezzo quarto; accioch’elleno comunque adoperate siano in un sol tempo comprese.
Dell’Utilità della Danza [1] Non il solo dilettevole, come altri credono, è l’oggetto di questa piacevole Facultà; ma l’utile che si ricava da essa è più del dolce; a segno che, oso dire, rendesi in un Cavaliere necessaria ed importante. […] Non pretendo dire che questa disposizione, qual dalla Danza vien data al corpo nostro, sia il dotarlo di una nuova simmetria: ma solo rende più disposta e ben messa quell’istessa che dalla natura ebbe il corpo umano. […] Anzi più delle volte una buona artifiziosa disposizione cela alcuni difettuzzi che in certi corpi sono apposti, o per loro natura o per vizi contratti da una mala abituazione, come meglio faremo osservare.
Questa Pirouette non può far più di un quarto di giro, che per farne mezzo, al sommo, fa di mestiere piantarsi in quinta sforzata. […] [10] Vi sono le Pirole “forzate incerte”, le quali si fanno sulla punta di un solo piede, sopra il quale velocemente volgesi per quanti più giri si potran fare; e perciò chiamasi “incerta”, che non dipende dalla volontà del ballante far più o meno giri, ma quanto la sua abilità ed agilità farà capace. […] Egli nel tempo dell’istesso giro cambia due e tre volte piede, senza fermarsi ed interrompere il giro, cosa veramente di eterna ammirazione: ma quello che reca più stupore si è, mentre serve nel giro con tutta la possibile celerità, si ferma improvisamente e resta in aplomb con una franchezza sì particolare, che immobile resta in quello equilibrio. […] Egli è arrivato a stare per due minuti in aplomb, e nell’atto istesso ha fatto tutti i Battement possibili, fatti, disfatti, alti, bassi, distesi, sul collo del piede, e quanto l’arte di un’esperto Ballerino eseguir possa, vi ha fatto pure de’ Tordichamb in variate maniere: ma non questo solo è degno di meraviglia; il più si è che lui non istà in equilibrio come gli altri su mezza pianta di un piede, ma inalbera la vita tutta sulla punta del maggior dito del piede, e distende così perfettamente tutte le articolazioni che tutta la coscia, gamba, e piede istesso cadono in linea perpendicolare. Nella fine delle sue parti “a solo”, quando sta tutto anelante e difficilmente per conseguenza a prendere un esatto equilibrio, si pianta in aplomb più fermo che un Uomo aggiato e fresco non sta sui propri piedi.
La quale, comeché un tempo stata fosse questa Sa, di presente ha preso la forma d’un Z, la quale senza alcun dubbio è più laudevole della prima, perciocché coloro che ballano sopra a questa seconda vengono del continuo a trovarsi l’un dirimpetto all’altro, ed in conseguenza possono assai meglio “figurare”: nel che consiste una delle maggiori e più visibili perfezioni della danza. […] [3] Or sopra ciascheduna linea della descritta Figura seguitino, per fintanto che piacerà a loro, a far due de’ nomati passi, non già perché vi sia alcun obbligo di serbare questo prefisso numero, ma sì bene per meglio “figurare”: nel che, come di sopra è detto, consiste una delle maggiori e più visibili perfezioni della danza. […] Ed acciocché non s’incorra in alcuno di questi difetti, la migliore e più sicura regola che convien seguire si è che, dopo aversi la Dama ed il Cavaliere lasciata la mano, facciano su per la mostrata Figura tre interi passaggi: i quali compiuti, ritrovandosi amenduni sull’estremità dell’obliqua, facciano sopra di essa per innanzi un passo di Minuetto; e nel medesimo tempo che lo cominceranno convien che si alzino dalla banda dinanzi, quasi all’altezza della spalla, il braccio destro, e piegatolo soavemente per lo gomito al di dentro, tra il petto e la mano un palmo di distanza serbando (il qual atto si fa in segno di baciamano) e distese poi per essi leggermente le braccia nel tempo istesso che sarà terminato il detto passo, si diano lateralmente la mano, e facciano assieme due Passi di Minuetto in un giro intero, cioè descrivendo mezzo cerchio per ciascheduno. […] Si ripongano appresso sopra la linea diametrale, e facciano un passaggio e mezzo, o al più due, sopra la stessa Figura del Z, e nel ritrovarsi sull’estremità dell’obliqua, facciano per innanzi un altro passo di Minuetto, nell’incominciamento del quale alzino non già uno, ma amendune le braccia, e fatti che avranno nel modo divisato di sopra, i medesimi movimenti anche in segno di baciamano, si porgano vicendevolmente l’una e l’altra mano; e se il Cavaliere, il quale dee essere il conduttor della Dama, si troverà sull’obliqua dalla banda che s’incominciò il Minuetto, dovrà con esso lei descrivere un giro intero; dove, se si troverà sulla parte contraria dell’obliqua, non dovrà fare che un mezzo giro, e condottala sul medesimo luogo dond’ella si partì nel principio del Minuetto, si lascino le mani, e ripostosi anche il Cavaliere nel suo primiero luogo, facciano parimente la solita riverenza.
[4] Le Riverenze che si vogliono fare dall’uno e dall’altro lato sono invero le più difficili. […] Ed appresso, volendo egli salutare alcuno a man sinistra, cammini, se bisogna, uno, due, o più passi, e portato, o sdrucciolato, che avrà col piè manco verso l’obliqua sinistra, gli faccia, nel modo detto di sopra, la Riverenza. […] [6] Quanto finora è detto serva anche di regola alla Dama nel far le sue Riverenze, la quale può solamente rimanersi di sdrucciolare: e quando vorrà salutare alcuno, basterà solo che si fermi tenendo i piedi sulla prima o sulla terza positura, o alquanto più lontani, quando le fosse più comodo: ed appresso pieghi amenduni i ginocchi nel modo di sopra mostrato nel capitolo della riverenza.
Del Brisé [1] Il Brisé fatto in sua vera natura non ha niente della Capriola; anzi più ad essa si accosta un Assemblé in fianco, che un Brisé. Questo passo presso i Francesi è in grande uso; e benché sia poca cosa in se stesso, nulla di meno all’apparenza dimostra più del suo valore, per essere un passo brillante; come in effetto fa gran mostra in que’ ballanti che hanno una somma vivacità nel piede, più che non fa una Capriola in un altro.
IV n. 3), e questa seconda non sia della solita distanza, ma più accosta alla prima, vale mezza tra l’una e l’altra: così va in se stesso formato; ma tante delle volte il piede resta in aria, o addietro, o in fianco, o avanti, e purché non sia posato avanti a terra è sempre “mezzo Coupé”, che posato avanti val tutto, come in appresso diremo. […] Io a ciò non mi oppongo: ma per la lunga esperienza più aggevole riesce finirlo in seconda; del resto lascio la libertà di terminarlo ove sarà più facile, e massimamente se vi si deve legare altro passo, che in tal caso si finisce in quella posizione che possa servire di cominciamento all’altro passo da legarvisi. […] Facciam la spiega del passo per averne più compiuta l’idea.
Nel Minuetto fa la sua sublime veduta, essendo questo una sorte di ballo de’ più nobili e seriosi. […] [5] Nel passo grave “in giro” non altro vi si aggiunge che il solo giro del corpo, e questo non deve essere più di un quarto, ch’essendo grave, perderia la sua maestà col girar più, e correrebbe pericolo di scomporsi visibilmente la persona. […] A due piegate, o sia a quattro movimenti [10] V’è inoltre il passo grave “a quattro movimenti”, o sia “a due Piegate”: egli principia come il solito con la piegata, e portandosi in seconda il piede che sta addietro, rilevando nel tempo stesso, si ritornino a piegare altra volta tutti due i ginocchi egualmente, con far cader la vita perpendicolarmente, ed è questa la seconda piegata ed il movimento che di più si accresce, e quindi, tornandosi a rilevare, si porta in quarta sdrucciolando, in una delle diverse maniere, riferendosi a’ modi di sopra espressati.
Dell’Emboité [1] L’Emboité è un passo che puol cominciarsi da tutte le posizioni, ma come abbiam detto sempre si preferisce la quarta all’altre, per esser la più comoda; e si fa o con l’uno o con l’altro piede. […] [5] “In giro” non altro vi si aggiunge che la quantità del giro, il quale non dovrebbe esser più di un quarto o al sommo mezzo, sebbene alcune delle volte si fa di più, ma ciò per mera necessità, e finisce in seconda.
[12] Ed ultimamente, quando si vuol dinotare che un passo deve andare due volte più veloce d’un altro, si vogliono adoperare due linee, in quella guisa che dinota la lettera O, per cui si dà ad intendere che il passo congiunto, cioè L, debba andar due volte più veloce del passo M, che lo congiugne. […] E la seconda si è che, ritrovandosi due o più de’ detti segni così sopra i passi che sopra i piedi notati, i primi movimenti, salti, sdrucciolamenti e cascate che s’hanno a fare sono quelli che stanno più prossimi al capo nero de’ passi, ovvero al tallone de’ piedi; e poi da mano in mano succedono i secondi, e quanti mai ve ne fussero dinotati; serbando spezialmente una regola intorno alli segni de’ passi: che dove essi si troveranno notati, cioè nel principio, nel mezzo o nella fine de’ detti passi, in quel medesimo luogo, cioè nel principio, nel mezzo o nella fine del cammino, deonsi i detti movimenti, salti, sdrucciolamenti e cascate adoperare.
Questi non ponno avere una determinata misura, una distanza esatta, ma possono alzarsi quanto più si vuole dal sito delle altre: siccome il carattere, l’espressione, lo spirito, l’abilità dell’esecutore esigger possa. […] [13] L’“Alte rotonde” sono delle braccia che stanno del tutto aperte, a poco a poco si portano avanti, quasi vorrebbero unirsi, ma che non passin più oltre che a mira delle spalle, e giunte alla vista degli occhi quasi un mezzo cerchio, si riportino al suo luogo. […] Per lo più ne fanno uso i Ballerini Seri in un fine, in uno “a solo”, in una ritirata, e simili; e se ne servono pure in pigliare un salto: vogliono per esempio fare una Capriola sotto al corpo, la pigliano con un Brisé avanti e le braccia alte rotonde. […] [14] Il giuoco delle braccia fa più delle volte tutto il preggio di un Ballerino, e specialmente di uno Serio, che con questa qualità sola potrà passare per bravo; ed in vero si vede, con esperienza, che chi possiede un bel portamento di bracci, un dolce molleggio di ginocchi, ripara ed occupa alcune altre mancanze, poiché questi hanno per lo più poca gamba e quasi niente lena; perché il rendersi amabile nel genere serio ha di bisogno di un ballar languido; e dal tanto accostumarsi a quella specie di dolcezza fa sì che resti sempre la macchina, come dicono i Francesi, languissant: per cui motivo, chi balla il Serio non riesce facile nel ballar degli altri Caratteri; ma ballan con grazia i “Gravi”, le “Lurie”, le “Passacaglie” ed alcuni le “Ciaccone”: sebbene, come dicessimo a suo Capitolo, il ballar di queste non è da tutti i Ballerini seri. […] [16] I veri Ballerini, o sian Seri o Comici, devono avere egualmente il possesso generale di tutto quello che si appartiene al ballo; né distinzione veruna puol correre da un Carattere all’altro, che se difficile è il ballar serio, non è più facile il vero comico grazioso.
Per lo più si lega a questi un battimento di piedi ed un’Assemblé, così avanti come girando. Non piglia altro il solo mezzo Chassé battuto girando che un quarto, o mezzo giro al più; e con l’altra legazione si puol terminare il giro intiero.
Si fa questo passo tanto in tempo “Trinario” quanto in “Binario”; su quai tempi si fa o più largo o più stretto: tutto dipende dalla prattica e dall’orecchio del ballante; e far uso di questo passo si puote in ogni carattere.
[3] Il Fioretto Semplice, il quale è più degli altri due usato e necessario nel ballo nobile, si può fare sopra tutte le positure de’ piedi in diversi modi e sopra differenti figure: ma sempre co’ medesimi movimenti e misure di tempo. […] Ed ultimamente è da avvertire che, se nel luogo del secondo passo Naturale sostituir si volesse un leggerissimo Mezzo gittato, sarebbe invero per riuscire assai più dilettevole per vaghezza. […] Per esempio, se si vuol fare dal lato dritto: messi i piedi, come è detto, sulla seconda positura, ed equilibrato il corpo sopra amenduni i piedi, si vogliono piegare i ginocchi più soavemente che negli altri Fioretti, e nel tempo che si rialzano, è di bisogno far passare il piè manco per dietro al dritto nella terza positura; e nel momento che il piè manco tocca la terra, senza alcuno indugio far si convengono due passi Semplici dal lato dritto, il primo de’ quali si faccia col piè destro alla seconda positura, ed il secondo col piè sinistro per innanzi al dritto alla terza positura. […] [5] Il Fioretto in Gittato è assai più laudevole, grazioso e ben fatto che non è il precedente.
Si ponno prender da tutte le positure, fuorché dalla prima e dalla seconda; ma la più aggevole per farsi avanti è la quarta, per la ragione tante fiate addotta. […] Di sbalzo volato [8] Ogni spiegato passo di Contratempo puol farsi di “sbalzo volato”, e vale una forza, un impeto di più che si dona al corpo, e serve o per prendere qualche Capriola o per passare qualche figura un po’ discosta. Se sarà di prevenzione alla Capriola fa di mestiere sforzarlo per far maggiore alzata al salto, che se prenderassi con lentezza non si potran ben raccogliere le articolazioni, le quali non ben raccolte non potran dare al corpo quell’elaterio necessario al risaltare, perché un corpo, si parla de’ corpi in generale, non solo del vivente, avrà più veemenza nell’elasticità quando sta più raccolto: non essendo altro questa forza elastica che una continua violenza di distendersi: Vis elastica est continua vis se dilatandi.
Del Passo Staccato, detto Dégagé [1] Il Dégagé, benché non abbia figurazione alcuna, per esser un semplice staccare che fassi un piede dall’altro nella legazione de’ passi, pure è più necessario degli altri. […] Se non si adopera il Dégagé, dovrebbesi star fermo ed aspettare, per rientrare in cadenza; ma più difficile assai riesce questo star fermo per entrar poi in battuta, che usandosi il Dégagé per riempimento. […] Ecco come si suole adoprare: una capriola casca in intercadenza, si lega un passo sull’entrata dell’altra battuta, basta che niente abbia di dilezione, e che vadi uno ligato all’altro; questo avviene spesso, e per lo più accade a quei Ballerini che sono dell’arte periti: perché componere apposta in questo genere, fa di bisogno essere un Ballerino di fondo a cui solamente riesce vago il componere in questo stile.
Della Sdrucciolata [Glissade] [1] La Sdrucciolata, la quale può cominciarsi sulla terza o sulla quinta positura, s’usa per lo più qualora camminar si voglia a man dritta o sinistra, e si può anche adoperare con uno, o due quarti di giro. È composta di due passi Tronchi fatti dallato, i quali riempier dovendo un solo tempo, ne viene in conseguenza che ciascun di essi si debba fare due volte più velocemente d’un passo Tronco, il quale, come dicemmo al suo luogo, serba il valore d’una misura.