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2. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LIX. Del Gioco delle Braccia »

[6] Si può con tali bracci aggire così con opposizione come senza, e ciò dipende dal buon gusto del Ballerino, senza che possa attribuirsi a difetto. […] [12] “A mezz’aria rotonde” vanno all’altezza di quelle a mezz’aria di opposizione, e giocansi egualmente, come in queste di sopra si è detto. […] Questa mossa di braccia alla pari non ha bisogno di guardatura di occhio del Ballerino, perché essi, come pur la testa, devono stare indifferenti, non già come nelle braccia di opposizione. […] Non son soggetti gli Eroi agli affanni amorosi con le stesse angustie come lo sono i Pastorelli? Il ballar Pastorale, come quello dell’Artiggiano, è stato sempre specifico del Grottesco, e perché non puol’esserlo per l’avvenire?

3. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XI. Del Passo Staccato, detto Dégagé »

Per esempio, fatta una “Glissata avanti”, la quale finisce in quinta, vi si vorrà attaccare un “Contratempo”: come farlo se questo principia dalla quarta? Bisogna dunque distaccare il piede dalla quinta alla quarta vera o forzata, secondo il bisogno e come si deve adoprare il contratempo per prendere questo. Vorrasene fare un altro “girando” per ritornare allo stesso luogo, è necessario il distaccamento del piede, sì per prepararsi al giro, come per levarsi dalla situazione retta, ove ritrovasi con l’antecedente contratempo; che se si volesse prendere dalla stessa situazione non potrebbe far camino veruno: ma usando il Dégagé si otterrà tutto. […] Per esempio, se sia un tempo binario, la di lui battuta piglia sopra, ed il passo, o salto o capriola che fosse, si prende nella caduta della battuta: come riempirsi il sospiro che va preso in aria? […] Un cieco che camina con la scorta non è così soggetto ad inciampare, come lo sarebbe un altro senza guida.

4. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo II. Delle Positure de’ piedi »

E nel vero se nella quinta positura, come innanzi ravviseremo, si volesse alcun regolare dalla giacitura de’ talloni, e non già dalla guardatura delle suddette piccole linee, leggermente potrebbe pigliare un per un altro piede. […] [9] La prima positura consiste nel tenere in tal modo i piedi appoggiati sulla terra, che i lor talloni si trovino egualmente l’uno all’altro congiunti, tenendosi, come è detto, i piedi rivolti al di fuori. […] La prima si è che bisogna bene addestrarsi a porre in opera le riferite positure de’ piedi, le quali sì sono necessarie a chi è vago d’imprendere il ballo nobile come le lettere dell’alfabeto a chi è disideroso di saper leggere; ovvero come le fondamenta abbisognano all’edifizio. […] Perché, se nel situare i piedi sulla seconda o quarta positura un pocolin si sbagliasse della diterminata distanza d’un piede intero, il quale, come di sopra è detto, dee trovarsi fraposto tra l’uno e l’altro tallone, non sarebbe al certo cosa da imputare ad errore. […] E però il giudicioso e prudente Maestro dee badar bene sopra i naturali difetti, per potergli, se non già come si dovrebbe, almeno come potrà il meglio, correggere ed ammendare.

5. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XVIII. Del Passo Gettato, Pas Jeté »

Del Passo Gettato, Pas Jeté [1] Puol cominciarsi da tutte le posizioni a terra il passo “Gittato, Jeté”, ma sempre è meglio principiarlo dalla quarta, come la più comoda, e puol cominciarsi sì con l’uno come con l’altro piede. […] [3] Per farsi “indietro” non altro si muta che nel piegare, si solleva alla quarta in aria addietro il piede che sta dietro come sollevossi quello in avanti, e l’istesso tornasi ad abbassare, qual subito posto in terra si leva l’altro alla quarta in aria avanti con l’istessa prestezza spiegata di sopra. […] [10] Quel “battuto indietro” ha la sola differenza che, come nel di sopra spiegato si batte avanti, in questo si percuote addietro; come, per esempio, messo col destro in quarta avanti, e dopo piegato si stacca l’istesso in seconda in aria, e senza ivi fermarsi, battesi la polpa del sinistro addietro e si leva immediatamente alla seconda in aria, da dove subito si getta in quinta sotto, e cavasi il sinistro in aria. [11] Il battuto “in fianco” ssolamente differisce da questi, che il gettato si fa in seconda, come spiegato abbiamo nel § 1. […] Uno battuto sopra ed uno sotto; come anche o tutti sopra o tutti sotto: ma però uno con un piede, e l’altro con l’altro; che se verrebbero a farsi con l’istesso piede sarebbero “tempi di coscia” e non Jeté, il quale, in qualunque maniera farassi, deve sempre cambiar piede, a riserba del mezzo, che puol farsi con l’istesso piede.

6. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo V. Della Cadenza. »

[1] Da’ movimenti, come è detto, vengono prodotti tutti i passi del ballo nobile. […] [5] Il tempo binario s’adopera per lo più in quelle danze che speditamente e con prestezza deono esser ballate: come per esempio la Giga, la Gavotta, la Bourrée, il Rigodone, l’Allemande, ed altre simili. Il tempo ternario serve a quell’altre danze, le quali si vogliono posatamente e con maggior gravità delle prime ballare: come per esempio la Sarabanda, la Ciaccona, la Follia, l’Amabile, ed altre simili. […] [6] Abbiasi dunque per fermo e per regola indubitata che nel ballo altre misure di tempi non hanno luogo che la binaria e la ternaria, le quali, come è detto, a due e tre si riducono; e che si deono, o presto o tardi, secondo il buon genio de’ ballatori, esattissimamente e senza scemarne o crescerne un sol momento, sonare. […] Da questo però non ne siegue che quei che non ne hanno perfetta notizia non possano, come quegli altri che gli hanno per le mani, ballare in cadenza: veggendosi tutto giorno esattissimamente ballare alcune persone, le quali la musica, o le proprietà e naturalezza de’ detti due tempi non sanno; perciocché facendosi loro per li buoni Maestri intendere che ogni passo del ballo deesi fare nello spazio d’un tempo, o misura d’armonia, e dinotandosi loro sopra qual movimento de’ passi si trovi la cadenza, o battuta della detta misura; coll’esercizio continuo e col tenersi a mente le sole due spiegate misure del tempo binario e ternario, imprender potranno con ogni esattezza a ballare: ma sì ne viene in conseguenza che in così brieve tempo, come coloro che avranno di quelli una perfetta conoscenza e che sapranno la musica, non impareranno a ballare.

7. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXII. Del Passo Bilanciato, Pas Balancé »

Da questo moto alterno prende il suo nome di bilanciato, che dona le oscillazioni come una bilancia. […] XVI), si puol fare il Balancé, aggiungendovi il pendìo della vita, come si è detto. E male intendono que’ che credono potersi fare solo fiancheggiato, come pur vaneggia il Dufort. Si puole anche fare il trabboccamento avanti come indietro, stantecché dal movimento della persona si distingue.

8. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Presentazione — Nota al testo »

L’ortografia dei nomi propri non è stata modificata eccezion fatta per Fabbrizio → (già menzionato come Fabrizio) e Marcel (menzionato come Mareseilles). […] Sono state conservate le maiuscole come appaiono nel testo originale. […] À parte gli accenti, molti nomi sono scritti correttamente (Assemblé, Balancé, Chassé, Coupé, Courante, Fleuret, talvolta scritto Fleuré, Rigaudon, Sissonne, Tombé), mentre gli altri cercano di restituire la pronuncia francese con un ortografia dubbia (come per esempio il pas de “Marcel”, maître de ballet francese, che Magri trascrive “Marseilles”, o l’emboité, che Magri trascrive come “Ambuetté”). […] In maniera da rendere agevole la ricerca automatica nell’edizione digitale, si è scelto di armonizzare l’ortografia dei nomi dei passi, trascritti appunto come si sentivano pronunciati. […] Un certo numero di passi in francese non sembrano avere un corrispondente chiaro in francese, sono stati normalizzati come segue: Flinc flanc/Flinch flanc → Flinc flanc; Tordichamp, Tordichamp, Tordicamp → Tordichamb; Corsè → Coursé; Gorgugliè → Gorguglié; Trusè → Troussé.

9. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LX. Delle Capriole » p. 31

Egli non altro di quello accresce e varia, che spiccato un salto, nel tempo che si sta in aria, si fa uno o più Tordichamb, come qui sotto meglio divisaremo. […] Questo è il vero salto del fiocco avanti; e non già come il fanno alcuni, che poco o niente soprapassano il destro col manco. […] [59] Queste Capriole si posson raddoppiare per quanto si vogliono, sì con un piede come cambiando piè. […] Si dicono “Galletti” perché hanno la simiglianza a’ salti del Gallo, quando questo salta per volare osservasi che si rancigna le gambe, come nel principio, se in qualche rissa salta per andare addosso a qualche animale, salta con distendere le gambe avanti, come nell’ultime due maniere abbiamo dimostrato. […] Il color sì dell’uno come dell’altro è bianco, cappello pur bianco, e tutto asperso di polvere.

10. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XII. Del Passo Marciato, Pas Marché »

La sola differenza si è che nel passo naturale non si ha da fare altro modo, se non quello che naturalmente esige il passo cennato, come divisammo (cap.  […] Il passo però marciato si fa come qui si trascrive. Fingasi di essere il destro avanti in qualunque positura, si rilevi questo piede, ed inarcando bene il suo collo portisi in quarta sforzata avanti, dove piano si poserà a terra; si rilevi il sinistro e si porti avanti o addietro al dritto in quarta o in seconda, come vorrà la necessità dell’azione che vuolsi esprimere: ma questo piè deve soltanto con la punta toccare il terreno, tenendosi alto il calcagno, con dare un’aria grande a tutta la vita.

11. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LVIII. Dell’Attitudine »

Dell’Attitudine [1] L’attitudine è un movimento di qualunque parte del nostro Corpo; e non è solamente ristretta al solo moto delle braccia, come altri credono, ma si puole atteggiare con la testa, con gli occhi, con li piedi e con tutto ciò ch’è capace di gestire. […] [6] Dopo di essersi posto in posizione per farla “avanti”, e volendola cominciare col destro, si mette con esso piede in quarta avanti, indi rilevando e piegando appena naturalmente si alza alla quarta in aria avanti, con tenere la vita tutta in prospetto, con alzare il braccio sinistro a mezzo cerchio, come sopra, e della vita, della testa e degli occhi si osserverà l’anzidetto. […] [10] Quelle “sforzate” avranno un atteggio più grande dell’ordinario, come l’istesso termine dona a dinotare. […] Servono pure ne’ Balli Caratterizzati Oltremontani, come ancora nel Coviello, o sia Scaramuccia, ballo tutto ripieno di varie sorti di Attitudini sforzate. […] Se usitato a molleggi, come adattarsi alli violenti atteggi?

12. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLIX. Del Fioretto, Fleuret »

Si puol ballare in ogni tempo di Musica, si “binario” come “ternario”, ma il suo vero sarebbe il “Quattrotre”. Si fa semplice, in Chassé, in Jeté e saltato, e principiaremo col “Semplice” come il più percettibile. […] [3] Quell’“addietro” si comincia col piede che sta avanti, facendolo passare dalla seconda per portarlo con piegar, glissando, alla quarta addietro: se questo si è fatto col destro piede, il sinistro, ch’è restato avanti, si porta in terza sopra, e si rileva come prima, ed il destro, che si trova sotto, si porta alla quarta addietro con un passo semplice. […] Questo, come si è detto di quello in fianco semplice (§ 1), comincia dalla quarta, e dopo di aversi portato in seconda si scaccia alla seconda in aria, da dove subito passa alla seconda in terra. […] Saltato, Sauté [18] Il fioretto “saltato” si fa con un salticello a guisa di mezzo Contratempo, che si adopera prima di dare il cominciamento al fioretto semplice, poiché la cascata del salto va unita col principio del fleuret, avendo l’istesso tempo, come se fosse portato, e siegue poi il fioretto, qual esser deve in una di quelle diversità nel semplice divisate.

13. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXIX. Pas de Bourrée »

Volendone accompagnare un altro, dalla seconda ove terminossi il primo, si piega altra volta, e quel piede che non fu l’ultimo a muoversi portasi in quarta, e l’altro in seconda dopo di aversi disteso, e con un passo naturale fatto dal primo piede si termina in quarta, come fu cominciato il primo. […] Avvertasi che in questo passo, come in quello di sopra, il mezzo cerchio deve farsi stretto circolato al piede che sta fermo. […] [16] L’“aperto indietro” principiasi pur dalla terza, ed il piè che sta addietro, fingiamo il dritto, si porta in quarta, e dopo di aver disteso, passando il manco per la prima, come sopra, si mette in seconda, e con condurre il destro in avanti si avrà finito questo passo. […] Questo passo puol farsi gravemente, come pure secco. […] Ecco come si lega.

14. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo — Prefazione »

[2] Presso de’ Greci è stata in grande usanza, celebrando i Sacrifici alle loro Deità e precisamente nelle feste de’ Baccanali, che dopo di aver tranguggiato de’ generosi liquori, ponendosi in allegrezza, mettevasi tutto il meccanismo del corpo in moto ed agitazione, né potendo in quell’orgasmo le membra aver riposo, ciascuno di essi sentivasi un segreto impulso di lanciarsi, di tendersi, di muoversi, e così impazientemente dandosi di lancio, formavano danze irregolari senza artificio veruno, ma come la natura spingeva la loro brillante macchina rallegrata da dolci nappelli: onde naturalmente si fa argomento che abbia avuto l’origine sua rozza e semplice. […] Veniva questa sorte di spettacolo da un solo attore, detto Pantomimus, rappresentato, cui cantando e ballando buffonescamente contraffaceva le azioni di tutti gli Uomini, imitandoli in mille guise e ponendosi in mille ridicole positure per far ridere gli spettatori: come ancora ne mantiene il suo nome, che l’azione e l’argomento ballante dicesi Pantomimo ballato. […] Essi hanno nobilitato le Sale con questo maestoso e brillante divertimento, che ha luogo non solo nelle nobili e civili adunanze, ma fa pure la maggiore e principal gala nelle Corti Sovrane: onde io vedendo la preminenza a questo diversivo mi vi sono applicato per dare le vere strette regole della Danza sì Teatrale, come da Sala, sul gusto moderno, abbracciando quello che si usa a’ tempi nostri e ributtando tutto ciò che dagli antichi veniva adoprato; e mi sono studiato di spiegarmi con la maggior chiarezza ho potuto per maggiore intelligenza de’ principianti, descrivendo minutamente tutti i passi, le diversità ed i movimenti. […] [NdE] Con gli aggettivi «sorprendente», «dilettevole», Magri sottolinea la funzione di divertimento della danza intesa come «brillante divertimento» e «diversivo». […] [NdE] Si noti come qui e altrove Magri distingue i passi dalle capriole.

15. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo VI. Della Cadenza »

[2] Il tempo binario, che è un tempo più allegro dell’altro, si adopera in quelle Danze che con speditezza si fanno, come sia per esempio la Giga, la Gavotta, l’Alemanda e simili. Il tempo trinario, ch’è più largo, serve per le Danze che posatamente si fanno, come la Ciaccona, la Follia, l’Amabile e compagne. […] [4] Noi moderni non misuriamo la cadenza co’ passi, come gli antichi, che ogni passo occupava una battuta. […] [5] Male fanno que’ che sopra un tempo “fugato” vi ballano e vi saltano “staccato”, ove si ricerca un tempo “quattro due larghetto”, siccome vien detto da’ ballerini grotteschi sbalzanti; come pur que’ che sull’aria “tamburino”, quattro due andante, o su d’un tempo “otto tre”, nomato tempo di “ taice ”, ballarvi de’ salti “staccati”, come sia un “contratempo”; una “capriola battuta” o “volata”, un “brisé”, un “salto sotto al corpo”, cose tutte improprie e sconvenevoli. Per questo vi sono tante variazioni di tempi, acciò sia uniforme il ballare, il saltare all’andamento de’ tempi, che sebben sian due, binario e ternario, come s’è detto, abbraccian però varie mutazioni; e così ogni carattere puol trovare adattato il tempo della musica al suo ballo.

16. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo II. Per apprendere perfettamente la Danza »

Mostrerà egli per ciò la ragion della gravità come opera, come con la macchina di Pneuma viene estratta l’aria, ed altre intrinseche ragioni, senza spiegare il sistema tutto? […] Sarà dell’istessa maniera inscio, come lo era prima di mirar l’esperienza. […] Grave è usato qui come sinonimo di pesante.

17. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo L. Del Brisé »

Questo passo presso i Francesi è in grande uso; e benché sia poca cosa in se stesso, nulla di meno all’apparenza dimostra più del suo valore, per essere un passo brillante; come in effetto fa gran mostra in que’ ballanti che hanno una somma vivacità nel piede, più che non fa una Capriola in un altro. In verità poi, tornando al proposito di Capriola, viene eseguito come se fosse una quarta in fianco capriolata, ma comecché si fa terreno, viene ad essere un passo e non capriola: onde il professore dell’arte commette errore chiamandolo Capriola, mostrando non distinguer questa dal passo. […] [4] “In fianco” va come quello avanti cominciato, ed il piè battuto prende terreno in fianco, e finisce in quarta forzata.

18. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXIII. Del Passo Cadente, Pas Tombé »

Si puol fare avanti, indietro, fiancheggiato, girando, non solamente da lato come crede il signor Dufort, e principiar da posizione a terra come da quella in aria. […] [3] Volendosi fare “addietro” non altra differenza vi si aggiunge che, ove in quello avanti, glissando il piede, si portava fino alla quarta forzata avanti, qui si porta alla quarta addietro pur grande, con piegar stessamente; e nel rialzarsi, il piede che stava fisso a terra si porta in posizione come sopra.

19. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XVI. Del Passo Mezzo Tronco, o sia Mezzo Coupé »

IV n. 3), e questa seconda non sia della solita distanza, ma più accosta alla prima, vale mezza tra l’una e l’altra: così va in se stesso formato; ma tante delle volte il piede resta in aria, o addietro, o in fianco, o avanti, e purché non sia posato avanti a terra è sempre “mezzo Coupé”, che posato avanti val tutto, come in appresso diremo. […] Si comincia dalla quarta, e dopo piegato portisi in quarta addietro il piede che sta avanti, e l’altro piede vada in seconda, come quella di sopra spiegata. Vogliono alcuni che, sì in questo come in quello, l’ultimo movimento si porti in prima. […] Prima bisogna star con avvertenza e prender mira a caminar girando sulla linea retta che si trova da lato, che se non si va con questa accortezza e prevenzione si camina transversalmente, come, se farassi la prova, accaderà: sicché convien badarvi bene ed esercitarsi, per non incorrere in questo difetto.

20. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXV. Del Passo Grave, ou Courante »

Si usava ne’ suoi tempi nel ballo detto “Courante” come pure dicevasi questo passo, adesso “Grave”. […] [4] Quello “in fianco” preso dalla quarta, e volendolo fare verbigrazia alla dritta, si mette il destro piede avanti in quarta, come si è detto, e dopo la piegata e rialzata si porta in seconda, ed il sinistro in quarta sotto o sopra, secondo chiamerà la necessità del passo che vi si deve legare, come per esempio dovendone accompagnare un altro dall’altro lato non puolsi finir sotto, perché da questa posizione non puol cominciare l’altro passo grave da lato. […] A due piegate, o sia a quattro movimenti [10] V’è inoltre il passo grave “a quattro movimenti”, o sia “a due Piegate”: egli principia come il solito con la piegata, e portandosi in seconda il piede che sta addietro, rilevando nel tempo stesso, si ritornino a piegare altra volta tutti due i ginocchi egualmente, con far cader la vita perpendicolarmente, ed è questa la seconda piegata ed il movimento che di più si accresce, e quindi, tornandosi a rilevare, si porta in quarta sdrucciolando, in una delle diverse maniere, riferendosi a’ modi di sopra espressati.

21. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo IV. Dell’Equilibrio del Corpo »

Sopra la pianta di un piede, toccando leggermente la terra con la sola punta dell’altro; ed allora bisogna inchinare appena il corpo sul lato del piede che sta tutto appoggiato in terra, perché non potrebbe darsi diversamente giusto equilibrio, per non esser come prima base egualmente i piedi tutti due. […] Sostenendosi il corpo sopra tutti e due i calcagni senza che il restante del piede tocchi affatto la terra, e qui il corpo anderà perpendicolare come nel primo equilibrio. […] Il mio sentimento si è di tenersi affatto alzato da terra il piede, quando l’altro sostiene tutto il corpo sulla punta, come si prattica da veri e virtuosi ballerini, e non da quelli che non vanno in questa ringa.

22. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Minuetto — Capitolo VI. D’alcuni altri passi ed ornamenti, co’ quali si può rendere più leggiadro il Minuetto »

D’alcuni altri passi ed ornamenti, co’ quali si può rendere più leggiadro il Minuetto [1] Quantunque paia a prima vista, ch’essendo il Minuetto, come di sopra dicemmo, composto d’un solo passo rinnovato sopra la stessa figura, si possa agevolmente e con assai meno difficoltà dell’altre danze, imparare: pur nondimeno, se si considera ch’egli per piacere agli spettatori dee esser accompagnato dal grazioso e niente affettato portamento del corpo, da un passo facile e soave il quale non abbia alcuna affettazione o durezza, da una giusta positura di piedi, secondo le misure di sopra dimostre, dal bello e leggiadro movimento delle braccia, da una speziale attenzione a ben “figurare”, ed ultimamente da un orecchio ben dilicato a seguitar la cadenza; si dovrà fermamente dire che il Minuetto non sia tanto agevole, com’altri crede, ad esser bene ed ottimamente ballato. Ed io porto fermissima opinione, che anche concesso che il Minuetto sia facile ad esser ballato, è nondimeno difficilissimo, più che ogn’altra danza, a piacere agli spettatori; perciocché essendo egli composto, come è detto, d’un solo passo rinnovato sopra la stessa agevolissima figura, vengono i Circonstanti a vedere la medesima cosa e perciò in breve spazio di tempo, riguardando essi il Minuetto, possono esser dal rincrescimento assaliti, ed in piccola ora si possono tediare: a differenza dell’altre danze nelle quali, essendovi copia di passi e figure, veggono del continuo cose nuove, e perciò difficilmente vi si possono annoiare. E da ciò nasce che il Minuetto, come dissi, quantunque più facile dell’altre danze a ballare, si rende più malagevole a piacere agli spettatori: e che per conseguire il fine di rendersi a quelli gradevole, uopo è che sia accompagnato dalle perfezioni di sopra recate. […] Ed all’incontro ve ne ha degli altri assai, del qual numero sono i passi Saltanti semplici o capriolati, i passi raddoppiati, che si fanno velocemente, ed i passi che girano più d’un quarto di giro, i quali generalmente son da schifare, come quelli che scompongono la persona e contraffanno la figura del Minuetto.

23. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXX. Del passo di Sissone, Pas de Sissonne »

Del passo di Sissone, Pas de Sissonne [1] Il “Sissone” è un passo ben differente dagli altri, che quasi tutti principiano dal piegare, egli sebbene vuole la sua piegata, ma non nel cominciamento, come divisaremo. Puol’esser principiato da tutte le positure a terra come da quelle in aria, fuorché dalla prima. […] [3] Fassi in oltre “indietro”, con differenza che staccasi alla seconda in aria il piè che trovasi addietro, e nel mandar giù questi in quinta unitamente con l’altro prendesi terreno indietro come in quello si prende avanti, e con l’istessa piegata, e col medemo salto, rilevando, si stacca di nuovo in seconda posizione in aria l’altro.

24. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo I. Dell’Utilità della Danza »

Dell’Utilità della Danza [1] Non il solo dilettevole, come altri credono, è l’oggetto di questa piacevole Facultà; ma l’utile che si ricava da essa è più del dolce; a segno che, oso dire, rendesi in un Cavaliere necessaria ed importante. […] Anzi più delle volte una buona artifiziosa disposizione cela alcuni difettuzzi che in certi corpi sono apposti, o per loro natura o per vizi contratti da una mala abituazione, come meglio faremo osservare.

25. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XX. Della Pistoletta a terra »

[3] Da “lato” si possono battere avanti come pure indietro, e raddoppiandosi egualmente tutti li battimenti si posson fare tutti avanti e tutti addietro, o uno avanti e uno addietro, così cambiando piede come tutti con un piede; quello che resta ad avvertire si è che il terreno si piglia da quel lato del piede che è battuto.

26. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LIV. Del Flinc Flanc »

È composto di tre passi, e tutto il passo composto prende due battute di musica: va col tempo di “Giga”, come pure col “Quattrodue sbalzante”. […] [3] Quel “girando” si principia come fino adesso abbiamo divisato, fatti però i passi in giro, ed invece poi del Chassé se ne farà “mezzo” con quarto di giro sulla stessa sinistra, e con l’Assemblé fatta col piede destro si termina il giro, dandosi così compimento.

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