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1 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXIV. Avvertimenti generali a coloro che vogliono perfettamente imprendere il ballo nobile »
Capitolo XXXIV. Avvertimenti generali a coloro che vogliono perfettamente imprendere il ballo nobile
nobile [1] Tutte le scienze e le arti, e generalmente le cose tutte che si possono dall’umana mente sapere, imparar si po
e quali agevolmente s’intendono e si adoperano tutte le particolarità che sotto le dette regole son contenute. Ed in second
mancante. Quindi accade ch’essendo le regole di novero pochissime, ma che nello stesso tempo istruiscono e rendono chiara l
tto tutte le cose infinite sotto di esse raccolte ed inchiuse, coloro che sanno per la loro via si possono dire che sappian
accolte ed inchiuse, coloro che sanno per la loro via si possono dire che sappiano compiutamente e da maestri, e che in un
a loro via si possono dire che sappiano compiutamente e da maestri, e che in un tratto possono tutti gl’innumerabili esempi
sempi in esse compresi conoscere ed operare. Ove per contrario coloro che sanno le cose per via d’esempi, si può dir che no
e per contrario coloro che sanno le cose per via d’esempi, si può dir che non sanno nulla, perciocché essendo gli esempi di
rension della mente dell’Uomo capire e contenersi. Ed avvegnaché paia che il saper per via d’esempi sia molto più agevole d
veramente è assai più difficile d’imprendere le regole della musica, che il mandarsi in memoria, udendola più volte, un’ar
volte, un’aria nel Teatro (il qual esempio serva per tutti gli altri, che di ogni scienza e di ogni arte si possono in mezz
ro degli esempi, il quale essendo infinito, non si può dire veramente che s’imprendan tosto, ma deesi affermare che non si
, non si può dire veramente che s’imprendan tosto, ma deesi affermare che non si potrà mai finir d’apparargli, perché inver
r d’apparargli, perché invero, contuttoché alcun vivesse più secoli e che di giorno in giorno si mandasse in memoria nuove
infinite altre da imparare, per le quali sapere vi vorrebbe una vita che mai non finisse, ed in secondo luogo, se si pone
ui esempi si mandano in memoria, del continuo corrono in fallo, senza che nemmeno se ne possano accorgere ed avvertire; si
emmeno se ne possano accorgere ed avvertire; si dovrà fermamente dire che non v’ha, né vi può avere, più sicura e più corta
, né vi può avere, più sicura e più corta via da poter le cose sapere che , lasciati da banda gli esempi, i quali sono propr
uali in un tratto s’intendono e si pongono in opera tutti gli esempli che sotto di lor vengono contenuti. E nel vero è molt
sapere le regole della Musica, senza tenere a mente una sola Cantata, che saper mille Cantate, senza aver le regole della M
a cantarne, non mille o dumilia, ma sì bene infinite, e tutte quelle che gli si presenteranno davanti a cantare. [2] Or qu
apitolo si può di leggieri applicare e rivolgere al Ballo ed a coloro che sono vaghi di perfettamente impararlo. I quali de
ratto abili a sapere molto in pochissimo tempo. E da ciò poi ne nasce che vi saranno di quelli i quali si crederanno saper
abili a poter ballare assai più danze, e più regolata-mente di quelle che non sanno; ma eziandio non avrebbono male speso i
amente rimasi fuor d’ogni loro credenza ingannati. [3] Coloro adunque che vogliono far tutto il profitto nel ballo nobile,
di passi difficili, e credendo di fargli ottimamente, non fanno altro che strapazzarsi inutilmente le gambe e tutto il corp
enti e valore. E poiché sapranno far bene i detti passi, è di bisogno che imparino a legargli ed incatenargli assieme in va
misura, potranno liberamente inoltrarsi ad imprendere qualunque danza che si è trovata finora, e che si troverà ed inventer
e inoltrarsi ad imprendere qualunque danza che si è trovata finora, e che si troverà ed inventerà in appresso. [4] Questa s
verà ed inventerà in appresso. [4] Questa si è adunque l’unica regola che si vuole seguire, e questa veggiamo che sieguono
a si è adunque l’unica regola che si vuole seguire, e questa veggiamo che sieguono i valenti Maestri di ballo, i quali non
uella danza, ma sì bene le regole da farle tutte, e le già trovate, e che mai si possano dall’umano ingegno inventare. E ve
no dall’umano ingegno inventare. E veggiamo tutto giorno intervenire, che venute di fuori delle danze novellamente composte
che venute di fuori delle danze novellamente composte, per difficili che si vogliano immaginare, non avendo esse altra cos
icili che si vogliano immaginare, non avendo esse altra cosa di nuovo che le figure, le quali per se stesse son facilissime
uovo che le figure, le quali per se stesse son facilissime; da coloro che hanno le dette regole per le mani, in brieve ora
n brieve ora esattamente si ballano, perciocché non hanno a far altro che porre in opera sopra le dette danze ristesse cose
nno a far altro che porre in opera sopra le dette danze ristesse cose che sanno.
2 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo V. Della Cadenza. »
rui talento, ma sì bene dall’armonia regolati, però, secondo l’ordine che nel principio prendemmo, seguita nel presente luo
nel presente luogo a dire della cadenza. [2] Manifesta cosa è adunque che , essendo la danza figliuola dell’armonia, alcuno
vimenti del corpo la cadenza di quella non siegue. E ciò è tanto vero che , quantunque alcuno abbia tutta l’agilità, spedite
ue alcuno abbia tutta l’agilità, speditezza e grazia della persona, e che sappia formare tutti i passi; se peravventura non
è a trattare del ballo nobile, perciò parleremo di quelle sole misure che cotal arte riguardano. [4] In tutta la danza adun
. [4] In tutta la danza adunque altre misure di tempi non hanno luogo che la misura di due tempi, detta binaria, e quella d
urre. E, se con tutto il rigore parlar volessimo, ci converrebbe dire che non v’ha, né vi può avere, alcuna misura la qual
o ternaria non sia, perciocché, esser non potendo altrimenti i numeri che pari o impari, tutte le misure dell’armonia deono
ero triple. [5] Il tempo binario s’adopera per lo più in quelle danze che speditamente e con prestezza deono esser ballate:
i. E comeché v’abbia delle danze, l’arie delle quali sono così posate che sembrano più tarde di quelle che sono sul tempo t
l’arie delle quali sono così posate che sembrano più tarde di quelle che sono sul tempo ternario composte, e le quali sono
tempo ternario composte, e le quali sono notate sopra quattro tempi, che i Musici dicono otto dodici, come per esempio l’E
Musici dicono otto dodici, come per esempio l’Entrata grave, e l’arie che i Francesi chiamano di Lure ; tuttavia però ques
riducono al tempo binario, sopra cui vengono ad esser ballate, senza che in niuna cosa si muti la posatezza o gravità loro
o gravità loro. [6] Abbiasi dunque per fermo e per regola indubitata che nel ballo altre misure di tempi non hanno luogo c
regola indubitata che nel ballo altre misure di tempi non hanno luogo che la binaria e la ternaria, le quali, come è detto,
ria e la ternaria, le quali, come è detto, a due e tre si riducono; e che si deono, o presto o tardi, secondo il buon genio
o crescerne un sol momento, sonare. [7] Ed ultimamente è da avvertire che color che vogliono in breve spazio imparare il ba
e un sol momento, sonare. [7] Ed ultimamente è da avvertire che color che vogliono in breve spazio imparare il ballo, è di
he color che vogliono in breve spazio imparare il ballo, è di bisogno che ottimamente sappiano la natura de’ detti due temp
sappiano la natura de’ detti due tempi. Da questo però non ne siegue che quei che non ne hanno perfetta notizia non possan
la natura de’ detti due tempi. Da questo però non ne siegue che quei che non ne hanno perfetta notizia non possano, come q
quei che non ne hanno perfetta notizia non possano, come quegli altri che gli hanno per le mani, ballare in cadenza: veggen
i non sanno; perciocché facendosi loro per li buoni Maestri intendere che ogni passo del ballo deesi fare nello spazio d’un
potranno con ogni esattezza a ballare: ma sì ne viene in conseguenza che in così brieve tempo, come coloro che avranno di
: ma sì ne viene in conseguenza che in così brieve tempo, come coloro che avranno di quelli una perfetta conoscenza e che s
ve tempo, come coloro che avranno di quelli una perfetta conoscenza e che sapranno la musica, non impareranno a ballare. Ed
on potranno giammai far acquistare per via di pratica a’ loro scolari che non sanno di musica quegli abiti che si richieggo
r via di pratica a’ loro scolari che non sanno di musica quegli abiti che si richieggono per ballare in cadenza.
3 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Della Contradanza »
uetto, e delle maniere colle quali si può nobilmente ballare; convien che di passaggio si faccia anche parola della Contrad
rte. Vuol essere solamente ballata da quelle Dame e da que’ Cavalieri che sanno le regole del ballo nobile, o almeno quei s
ure, e di passi non regolati. Vuol essere parimente ballata da coloro che sanno la danza nobile, o almeno quei soli passi c
ballata da coloro che sanno la danza nobile, o almeno quei soli passi che vi bisognano, cioè il Fioretto, il Mezzo tronco,
nnoverare un antichissimo passo detto Zoppetto, il quale altro non è, che un passo Tronco dopo il cui movimento rialzato si
un passo Tronco dopo il cui movimento rialzato si leva in aria il piè che lo termina, ed appresso, appoggiandolo a terra, b
sti passi si può ballare la Contradanza assai regolarmente per quello che s’attiene alle figure ed alla cadenza, non già a’
menti de’ passi. E contuttoché sia cosa impossibile, il potersi color che ballano incontrare facendo gli stessi passi, quan
ino perfettamente riempiranno, con diversi movimenti, così la cadenza che la regolata figura. [5] Tra tutte le Contradanze
Tra tutte le Contradanze di numero indeterminato, le più regolate, e che piacciono più dell’altre, sono quelle ove entra i
il solo passo di Minuetto, le quali vogliono esser ballate da coloro che sanno ballare il Minuetto in cadenza. La loro reg
e sanno ballare il Minuetto in cadenza. La loro regola, ed il diletto che danno altrui, procedono dall’esser quelle danzate
inuetto in ciascheduna figura si possono contenere. [6] Or, da quello che finora è detto, apertamente si scorge che coloro
ontenere. [6] Or, da quello che finora è detto, apertamente si scorge che coloro i quali non sanno la danza nobile, o almen
he coloro i quali non sanno la danza nobile, o almeno que’ soli passi che nelle Contradanze abbisognano, non le potranno in
abbisognano, non le potranno in alcun modo ballare. Né varrà il dire che que’ tali che non hanno della danza, o de’ richie
non le potranno in alcun modo ballare. Né varrà il dire che que’ tali che non hanno della danza, o de’ richiesti passi, not
che non hanno della danza, o de’ richiesti passi, notizia, basta solo che siano sulle dette linee tra quelli fraposti che s
, notizia, basta solo che siano sulle dette linee tra quelli fraposti che sanno ottimamente ballare; perciocché, non sapend
tinuo sconcerto ed una vergognosissima confusione. [7] La poca fatica che si dura nel comporre le figure della Contradanza
oca fatica che si dura nel comporre le figure della Contradanza fa sì che ognuno, o bene, o male, e secondo la propria suff
no a suo modo inventando delle nuove: donde procede l’infinito numero che se ne trova; in guisa che alle volte interviene c
elle nuove: donde procede l’infinito numero che se ne trova; in guisa che alle volte interviene che vi saranno delle Contra
l’infinito numero che se ne trova; in guisa che alle volte interviene che vi saranno delle Contradanze ignote a tutti, fuor
vi saranno delle Contradanze ignote a tutti, fuor solamente a coloro che le introducono. Sopra di che è da dare questo avv
ignote a tutti, fuor solamente a coloro che le introducono. Sopra di che è da dare questo avviso, che non è cosa ben fatta
te a coloro che le introducono. Sopra di che è da dare questo avviso, che non è cosa ben fatta il voler nelle conversazioni
nviene innanzi tratto appararle almeno a due Dame ed a due Cavalieri, che a cominciarle dovranno essere i primi, acciocché
4 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo — Avvertimento »
[1] Appena mi venne in pensiero di pubblicare il presente trattato, che formai subito grave sospetto di dover soggiacere
moli per discreditarmi. Infatti non erasi ancora terminata la stampa, che si fece da loro comparir in iscena il meschino ed
mo famoso libelloh. In legger io quelle insipide riflessioni, conobbi che vigor non aveano di recare almen piccolo discredi
er avergl’io dati l’aggiunti di Teorico-pratico, volendo far supporne che mal gli si convenga quel di teorico, a motivo che
olendo far supporne che mal gli si convenga quel di teorico, a motivo che non sia della mia levatura trattar l’arte per teo
a della mia levatura trattar l’arte per teorie. È questa una temerità che non può nascere se non dal fondo dell’ignoranza.
uò essere taluno buon teorico, ma cattivo pratico: è impossibile però che sia buon pratico, quando non lo è perfetto teoric
ando non lo è perfetto teorico. Della mia espertezza nel ballo, senza che si attenda la maligna voce del riflessionista, n’
cui ben volentieri mi sottometto. Non potrà per tanto far meraviglia, che io mi sia accinto ad esporre quelle idee che mi s
er tanto far meraviglia, che io mi sia accinto ad esporre quelle idee che mi somministrò l’esperienza e la lettura delle mi
presuntuosa arrogazione delle cariche altrui. Io venero i professori che attualmente le disimpegnano. Sono nelle loro pers
a non provarono svantaggio quando furono disimpegnate da me. In tempo che si stampò il mio trattato io era nell’esercizio d
o di quelle cariche, e con giustizia me ne ho attribuiti i titoli: di che potea il riflessionista averne buon argomento dal
Passa indi a censurare la mia prefazione, e si impegna a far supporre che altri l’abbia scritta in mio nome. Non reca però
] Si mette in aria d’antiquario e addita le primi origini della danza che da me furono con giudizio lasciate alle ricerche
ia saputo trarne da quei tempi caliginosi la verità; ma dico soltanto che tali squittinii dimostrano l’ozio torpido del rif
miglior maniera illustrata la loro pratica. M’arreca però meraviglia che il presuntuoso riflessionista, assumendo l’impegn
, abbia poi terminate le inettissime sue ricerche col confessare quel che avea io già confessato, che del ballo è onninamen
ttissime sue ricerche col confessare quel che avea io già confessato, che del ballo è onninamente ignota l’origine. [6] In
ta le ignorò bruttamente: imperciocché invece di scrivere una critica che dovea per sua natura esser dolce, benigna e urban
voci toscane. [7] In qualunque maniera mi sia spiegato, è sufficiente che mi sia fatto intendere, nulla importando che per
spiegato, è sufficiente che mi sia fatto intendere, nulla importando che per «vengasi» si trovi scritto «venghisi», e per
egga «atteggio». Del resto il Critico non dee difettare sulla materia che critica. Io son sicuro che niuno volgerà gli occh
il Critico non dee difettare sulla materia che critica. Io son sicuro che niuno volgerà gli occhi a quelle irragionatissime
omacato dai tanti barbarismi, solecismi, idiotismi ed abusi di parole che a prima mano si veggono sparsi dal supposto Fiore
lle poche carte con cui deturpò l’onor delle stampe. Avrei desiderato che si fossero da lui emendate, corrette, o in miglio
i emendate, corrette, o in miglior forma spiegate le regole dell’arte che io esposi. Ma non entrò in questa briga, forse, e
l’aiutò l’espertezza. Va notando alcune picciole cose, le quali giova che io qui chiami a revista per far vedere quanto sci
troppo caricata situazion del principiante, e vuol dare ad intendere che in questa parte non debba farsi violenza alla nat
ricerca nel ballerino una decenza non affettata, ch’è quella appunto che io ricercai. Lasciate il corpo nelle sue difettos
movimenti, e si muoverà lo stomaco agli spettatori. [9] Gli dispiace che io voglia il musicale strumento servo del princip
che io voglia il musicale strumento servo del principiante, oppinando che in tal maniera mai non si avvezzerà di ballare co
di ballare col tempo. Ma questo è un argomento della poca cognizione che il riflessionista ha dell’uomo. Chi principia l’a
rosa e non interrotta sonata renderà ineseguibile la danza, piuttosto che faciliterà la misura de’ passi al principiante, i
si ricava molta confusione e poco profitto. [10] Dileggia i requisiti che io descrivo come necessari al ballerino. Gli fann
vo come necessari al ballerino. Gli fanno orrore le arti e le scienze che io richieggo, e mostra nausea delle doti del corp
i. Qualora questi s’ignorano, non si diverrà professore giammai. Quei che furono da me additati, tanto son necessari al bal
mai. Quei che furono da me additati, tanto son necessari al ballerino che , non avendoli, non potrà dirsi tale. Siccome la p
ra parlante, così la danza è una poesia moventesi. Sarà buon poeta un che sa fare solamente de’ versi? mai no; dunque non s
ca, storia, filosofia, geografia e mitologia; e son queste le facoltà che richiesi. [11] Esaminando il resto de’ miei princ
e le facoltà che richiesi. [11] Esaminando il resto de’ miei principi che riguardano l’indole de’ passi e movimenti, altro
i che riguardano l’indole de’ passi e movimenti, altro non seppe dire che la formazione d’alcuni di questi è arbitraria, se
ola moderna. L’arbitrio non ha scuola, e chi ammette la scuola uopo è che sottometta l’arbitrio alle leggi della scuola med
l’arte a proprio arbitrio? Dovea dunque il riflessionista dimostrare che risulti indecenza dalla regolata maniera de’ movi
cato. E Plauto, e Terenzio, e Fedro, e Cicerone, e Marziale han tanto che far col ballo quanto i granchi colla luna; e poi
rezioni s’imprendano, il mio cortese leggitore farà nella prevenzione che l’idee del ballo siccome son rinserrate nell’uman
poli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 2001. Magri afferma che si tratta di un gruppo di oppositori e non di una
sua Naturalis Historia (dove si legge «profeceris» e non «didiceris» che invece è di Magri).
5 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXIII. Della Figura »
to, seguita ora a dire dell’ultima parte principale del ballo nobile, che è la Figura, della quale convien che si dica dist
rte principale del ballo nobile, che è la Figura, della quale convien che si dica distintamente, e con quella chiarezza che
della quale convien che si dica distintamente, e con quella chiarezza che sia possibile. La Figura adunque nella danza altr
zza che sia possibile. La Figura adunque nella danza altra cosa non è che il cammino che descrive colui che balla, sul qual
sibile. La Figura adunque nella danza altra cosa non è che il cammino che descrive colui che balla, sul qual convien che co
dunque nella danza altra cosa non è che il cammino che descrive colui che balla, sul qual convien che con arte descriva que
a non è che il cammino che descrive colui che balla, sul qual convien che con arte descriva quei passi che si convengono. O
ve colui che balla, sul qual convien che con arte descriva quei passi che si convengono. Or questa Figura, ovvero questo ca
diametrale, l’obliqua e la circolare. [2] La linea retta si è quella che , cominciando dal principio d’una sala, va diretta
piegare dall’uno o dall’altro lato, a terminare al suo fondo, in modo che sia parallela al muro destro e sinistro di quella
minare andando innanzi, ma anche addietro. [3] La diametrale è quella che trasversalmente da un lato della sala va verso l’
so l’altro, e la quale alle due altre mura è parallela, cioè a quello che ci sta dinanzi alla presenza del corpo ed a quell
a quello che ci sta dinanzi alla presenza del corpo ed a quell’altro che si ritrova dietro le spalle. [4] La linea obliqua
tro che si ritrova dietro le spalle. [4] La linea obliqua si è quella che , cominciando da un angolo della sala, va a termin
minare all’angolo opposto della medesima. [5] E la circolare è quella che si figura in una stanza o sala, così ritonda, che
circolare è quella che si figura in una stanza o sala, così ritonda, che da un punto che si trova nel suo mezzo sino a qua
lla che si figura in una stanza o sala, così ritonda, che da un punto che si trova nel suo mezzo sino a qualunque parte di
nfinite: e nel vero secondoché il corpo muta il suo sito ballando (il che tratto tratto nel ballo interviene) le predette l
iano parimente il lor sito. [7] Or dagli andamenti o cammini di color che ballano sopra le dette linee semplici o composte
n sapere unire ed accordare bene le Regolari colle Irregolari in modo che diano meraviglia insieme e diletto alla vista deg
6 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo VII. Dichiarazione de’ segni che si trovano nelle Figure de’ Passi. »
Capitolo VII. Dichiarazione de’ segni che si trovano nelle Figure de’ Passi. [1] Tutte le
he si trovano nelle Figure de’ Passi. [1] Tutte le figure de’ Passi che seguiranno, essendo di tanti e sì diversi segni c
e’ Passi che seguiranno, essendo di tanti e sì diversi segni composte che mal si potrebbono, secondoché io estimo comprende
prima la significazione di quelli non si sapesse; convenevole cosa è che , innanzi d’entrare a dire de’ passi, i quali fann
one de’ detti segni si dea premettere. Ed avvegnaché, oltre di quelli che noi qui recheremo, abbiavi alcuni altri pochi seg
noi qui recheremo, abbiavi alcuni altri pochi segni i quali, a coloro che vogliono saper porre in iscritto le danze, sono n
’arte del Ballo; ho dovuto in questo luogo rapportare quei soli segni che sono opportuni ad intendere le figure de’ passi c
e quei soli segni che sono opportuni ad intendere le figure de’ passi che seguiranno. [2] La figura ABC rappresenta il p
o rialzato notasi parimente così sul passo, come dinota la lettera E, che sul piede, come Q, con una piccola linea all’uno
iede del passo K dinota il dovere appoggiare il piè sulla punta senza che il corpo vi sia su portato. Ed il medesimo dimost
o, quando si voglia mostrare un mezzo quarto di giro, in quella guisa che s’osserva nel piede T; con un quarto di circolo,
V; con un mezzo circolo, volendosi dimostrar mezzo giro, in quel modo che mostra X; e finalmente con tre quarti di circolo,
sieme con una linea all’uno ed all’altro attaccata, in quella maniera che mostra N, la quale alli passi L ed M serve di leg
ed M serve di legamento. [12] Ed ultimamente, quando si vuol dinotare che un passo deve andare due volte più veloce d’un al
ù veloce d’un altro, si vogliono adoperare due linee, in quella guisa che dinota la lettera O, per cui si dà ad intendere c
, in quella guisa che dinota la lettera O, per cui si dà ad intendere che il passo congiunto, cioè L, debba andar due volte
asso congiunto, cioè L, debba andar due volte più veloce del passo M, che lo congiugne. [13] Per la compiuta intelligenza d
de’ suddetti segni due cose mi rimangono ad avvertire. La prima si è che , quando essi si trovano notati sopra i passi, din
prima si è che, quando essi si trovano notati sopra i passi, dinotano che si debbano i movimenti per loro dimostrati adoper
e doversi i detti movimenti fare sopra le positure. E la seconda si è che , ritrovandosi due o più de’ detti segni così sopr
a si è che, ritrovandosi due o più de’ detti segni così sopra i passi che sopra i piedi notati, i primi movimenti, salti, s
a i piedi notati, i primi movimenti, salti, sdrucciolamenti e cascate che s’hanno a fare sono quelli che stanno più prossim
enti, salti, sdrucciolamenti e cascate che s’hanno a fare sono quelli che stanno più prossimi al capo nero de’ passi, ovver
otati; serbando spezialmente una regola intorno alli segni de’ passi: che dove essi si troveranno notati, cioè nel principi
7 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLV. Della Pirola, de Pirouettes »
Capitolo XLV. Della Pirola, de Pirouettes [1] La Pirola è un passo che si fa sempre girando sull’istesso terreno. Si puo
ndosi fare “a dritta” con un “quarto di giro”, si porta il piè destro che sta avanti, in quarta addietro, distese le ginocc
asse, vi si gira il corpo, con far la vita linea parallela alla linea che stava orizontale al fianco destro. [3] Se vuol fa
eneva il fianco sinistro. [5] Per farla “intiera” si piglia col piede che devesi portare indietro una posizione fuor di mis
i. [6] Per girarsi alla sinistra, si comincia col piede manco avanti, che poi portasi addietro, e si gira alla sinistra, in
ttro quantità. [7] Per esser “disfatta” vale dalla portata del piede, che , invece di portarlo addietro dal suo lato, si por
e, invece di portarlo addietro dal suo lato, si porta avanti al piede che sta in terra, e si gira determinatamente alla qua
esempio avanti, da ivi stesso alzasi sulle punte e girasi a sinistra, che voltata per un quarto la vita si poserà e resterà
e voltata per un quarto la vita si poserà e resterà addietro il piede che stava avanti. Questa Pirouette non può far più di
stava avanti. Questa Pirouette non può far più di un quarto di giro, che per farne mezzo, al sommo, fa di mestiere piantar
gesi per quanti più giri si potran fare; e perciò chiamasi “incerta”, che non dipende dalla volontà del ballante far più o
imenti fatti e disfatti, o alcuni molleggi di ginocchi con quel piede che deve stare in aria, quando si girerà sulla punta
esso al serio in tal caso di farla sostenuta. [11] La pirola “bassa”, che pure è incerta e forzata, puol farla il solo Ball
a “pirouette ritirata” è solamente propria pur del Grottesco, e fassi che nel mentre si gira sulla punta di un piede, l’alt
un piede, l’altro si tiene appoggiato al ginocchio dello stesso piede che gira, o dietro la piegatura del medesimo ginocchi
[13] Quella “ponta e tacco” è propria ancor del solo Grottesco, ed è che la punta del piede che sta in aria si appoggia al
acco” è propria ancor del solo Grottesco, ed è che la punta del piede che sta in aria si appoggia al tacco del piè su cui s
4] Al contrario, quella “tacco e ponta”, nella quale il tacco del piè che sta in aria si mette sulla punta del piè che gira
a quale il tacco del piè che sta in aria si mette sulla punta del piè che gira. Appartiene ella pure al Grottesco, ed è inc
irola “incrocciata”, ch’ella è ancora incerta, e fassi così: il piede che non tocca terra si mette sul collo del piede sopr
vuol far gran pompa di queste Pirole si guardi di non farle in parte che non sia bene appianato, ove facilmente si perde l
tual servizio del Re di Francia, è tanto franco con queste Pirouettes che con una sola di esse puol sorprendere un Teatro i
interrompere il giro, cosa veramente di eterna ammirazione: ma quello che reca più stupore si è, mentre serve nel giro con
a improvisamente e resta in aplomb con una franchezza sì particolare, che immobile resta in quello equilibrio. [20] Rispett
ariate maniere: ma non questo solo è degno di meraviglia; il più si è che lui non istà in equilibrio come gli altri su mezz
dito del piede, e distende così perfettamente tutte le articolazioni che tutta la coscia, gamba, e piede istesso cadono in
guenza a prendere un esatto equilibrio, si pianta in aplomb più fermo che un Uomo aggiato e fresco non sta sui propri piedi
più fermo che un Uomo aggiato e fresco non sta sui propri piedi. Cose che paiono sopranaturali, eppure n’è testimonio di vi
8 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LIX. Del Gioco delle Braccia »
osizione [2] Cominciamo dalle basse. Già altre volte abbiamo detto che le braccia di opposizione si giocano con portarsi
osizione si giocano con portarsi avanti quel braccio opposto al piede che pur sta avanti, cioè se il piede destro sta avant
rte, ma moderate: il pollice e l’indice curvati l’un verso l’altro, e che serbino tra le punte un dito di distanza, tra l’i
evono star né troppo aperti, né troppo distesi, né troppo piegati, ma che cadono naturalmente ne’ propri fianchi. Devesi po
al suo fianco ed il destro principierà con posatezza a cavarsi fuori, che resti alla distanza di un palmo discosto dal corp
lgendo altra volta i polsi si fermano, quanto la palma di quella mano che sta avanti, come abbiam detto la destra, resti ri
biam detto la destra, resti riguardante il tallone del piede opposto, che sarà il sinistro, e quando comincerà a portarsi f
de dritto, principierà il braccio manco ad uscire con l’istesso garbo che abbiam detto dell’altro, e questo ritornerà al su
cominciano a curvarsi nelli gomiti ed alzarsi tutti e due egualmente, che giunti ad una mezza strada né alta né bassa comin
ortano del pari delle spalle, da dove cominciasi il gioco. Avverrassi che se portar si vogliono in alto, da dove tenevansi
ui fianchi, si cominciano a piegar pian piano li gomiti, indi, alzati che saranno, tenendo sempre le palme delle mani rivol
ti in prospetto e le braccia restino distese a linea retta col petto, che se da una mano all’altra si tenesse un filo quest
e di sopra abbiamo spiegato, e gli occhi stiano riguardanti alla mano che sta avanti. [5] Les grands bras, braccia forzate
vanti. [5] Les grands bras, braccia forzate da noi dette, sono quelle che adopransi ne’ tableaux, nell’Attitudini, nelle Fu
sizione come senza, e ciò dipende dal buon gusto del Ballerino, senza che possa attribuirsi a difetto. [7] Ne’ giri poi que
e, ma va spesso il giuoco del braccio da quell’istesso lato del piede che primo si porta, ed in vero a ciò non v’è un’esatt
piede che primo si porta, ed in vero a ciò non v’è un’esatta regola, che spesse volte si comincia col braccio e piede corr
uniti si conducono pure addietro. [11] Le “basse rotonde” sono quelle che scostansi da’ loro fianchi appena un palmo, e com
queste di sopra si è detto. [13] L’“Alte rotonde” sono delle braccia che stanno del tutto aperte, a poco a poco si portano
aperte, a poco a poco si portano avanti, quasi vorrebbero unirsi, ma che non passin più oltre che a mira delle spalle, e g
portano avanti, quasi vorrebbero unirsi, ma che non passin più oltre che a mira delle spalle, e giunte alla vista degli oc
volte tutto il preggio di un Ballerino, e specialmente di uno Serio, che con questa qualità sola potrà passare per bravo;
ità sola potrà passare per bravo; ed in vero si vede, con esperienza, che chi possiede un bel portamento di bracci, un dolc
languido; e dal tanto accostumarsi a quella specie di dolcezza fa sì che resti sempre la macchina, come dicono i Francesi,
ia, in un Carattere di Maschera, di Truffaldino. Caratteri son questi che si ballano nell’istesso tempo di Ciaccona; e bene
Comici, devono avere egualmente il possesso generale di tutto quello che si appartiene al ballo; né distinzione veruna puo
ballo; né distinzione veruna puol correre da un Carattere all’altro, che se difficile è il ballar serio, non è più facile
ficile è il ballar serio, non è più facile il vero comico grazioso. E che forse l’arte di esprimere per mezzo de’ gesti la
o l’Azione deve essere viva, loquace, espressiva e naturale. Un Serio che rappresenta la parte d’Ercole appassionato per Jo
ttesco, e perché non puol’esserlo per l’avvenire? Male intendono quei che , prevenuti e pieni di pregiudizio, fan distinzion
l dir male del Serio: con l’esperienza mostro il fanatismo di certuni che declamano contro il Grottesco e si dichiarano par
ser del di lui partito già vorrebbero vedere un allegro, un ridicolo, che quel pianger per gusto è un poco strano. L’Uomo p
esentava i caratteri Eroi, perché vestiva l’ammanto reale, dall’altro che imitava il buffonesco, ch’eseguiva il carattere c
ll’altro che imitava il buffonesco, ch’eseguiva il carattere critico, che vestiva lane paesane e rustiche: ma conobbe che,
il carattere critico, che vestiva lane paesane e rustiche: ma conobbe che , nel loro genere rispettivo, egreggiamente entram
mmise alla sua amistà. Questo è il giudicar da giudizioso, non quello che dal fanatismo si lascia allucinare.
9 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo VII. Delle Positure de’ Piedi »
unti, formando angolo ottuso. [4] Facciamo una spiegazione geometrica che sarà necessaria per tutto il corso di questo Trat
corso di questo Trattato. Si forma l’angolo “retto” da due rettilinee che , stando una piana, l’altra le cade perpendicolare
; ogni angolo maggiore del retto dicesi “ottuso”, e questo è l’angolo che formasi nella prima positura, il minore del retto
re del retto dicesi “acuto”: la “perpendicolare” è quella linea retta che , cadendo sopra altra retta, forma due angoli rett
e al di fuori, ed i talloni guardanti l’un l’altro, e con tal ordine, che se dalla punta dell’intercostale si tira una perp
dalla punta dell’intercostale si tira una perpendicolare sulla linea, che si frappone a piedi, debbano i due talloni serbar
piede; non laterale come la seconda, ma d’innanzi, o addietro. Vale, che il tallone del piede che sta avanti, sarà sulla l
la seconda, ma d’innanzi, o addietro. Vale, che il tallone del piede che sta avanti, sarà sulla linea retta della noce di
del piede che sta avanti, sarà sulla linea retta della noce di quello che trovasi addietro. [7] La “quinta” si forma con me
mettere il tallone di un piede toccante la punta dell’altro, talmente che si facci angolo retto tra la punta di uno, ed il
a opposta alla vera. Saranno le punte de’ piedi rivolte al di dentro, che toccansi nell’estremità. [10] La “seconda” pur si
esto nostro Trattato ne parleremo sovvente. In moltissimi passi veggo che un piede o deve passare, o far pausa, o finire in
e perché dunque non parlar di loro, se vengono adoprate? Non mi pare che bastar dovrebbe il dir che un piede resta in aria
di loro, se vengono adoprate? Non mi pare che bastar dovrebbe il dir che un piede resta in aria, senza dirsi in qual situa
parte delle principali. Il dir dunque positura in aria, intendo dire che un piede stia in aria ed uno fermo a terra. Son c
 1), sta in aria invece di stare a terra. [17] La “terza” si è quella che , dove un piede nella vera col tallone deve toccar
ta da essa sollevato. [18] La “quarta” non altro muta da quella vera, che tenere in aria il piè, che deve tenere il tallone
La “quarta” non altro muta da quella vera, che tenere in aria il piè, che deve tenere il tallone sulla linea della noce del
l tallone sulla linea della noce dell altro. [19] La “quinta”, il piè che sta in aria avrà il suo tacco corrispondente alla
che sta in aria avrà il suo tacco corrispondente alla punta di quello che sta a terra, giusta la distanza detta nella vera.
icché queste posizioni in aria non altra differenza hanno delle vere, che tener sollevato da terra il piede cui regna la po
de cui regna la positura. § 4. Delle forzate [20] La necessità che abbiamo di saper queste posizioni in aria, stimo
orzate”, numerandone tre di queste, escludendone la prima e la terza, che non ammettono sforzatura veruna, e parlaremo: [21
, e parlaremo: [21] Della “seconda”, di cui altro non mi resta a dire che , ove nella vera la distanza da tenersi tra tallon
uno tocca la punta dell’altro piede, qui il tallone starà in distanza che bisognerà, ma sulla linea stessa laterale della p
a punta dell’altro. Non han dunque queste altra diversità dalle vere, che una distanza maggiore. § 5. Di quelle alla Spa
[24] La “Prima Spagnuola” si forma con unire i piedi pari accoppiati, che i lati interni di entrambi siano tangenti in tutt
ede destro si porterà dietro al sinistro alla distanza di un piede, e che la punta sia in linea retta al tallone dell’altro
altro. [26] La “terza” si farà portando il piede destro in situazione che il suo collo stia appoggiato alla parte laterale
10 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XIV. Del Battimento del piede, de Battement »
[1] Il “Battimento del piede” è passo quasi fondamentale del ballo, che sarei per dire che uno possa essere perfettamente
o del piede” è passo quasi fondamentale del ballo, che sarei per dire che uno possa essere perfettamente Ballerino con l’us
con l’uso solo di questo passo. Egli addestra così bene un Danzatore che lo rende franco e snello nella nostra bell’Arte.
empimento o ligazione di passo; e vi s’introduce come cosa brillante, che appaga l’occhio de’ spettatori. Chi non ha l’uso
erfetto del battimento non può essere Ballerino, perché egli è quello che , oltre di produrre la leggierezza della gamba, sc
dona un gran molleggio e facilità a qualunque distaccamento di gamba che in aria o in accorcio vuol farsi; rende i tendini
fortifica; aggevola insomma a tutto. Sperimento in me stesso provato, che quando ballar doveva, se mi esercitava prima con
[2] Varie sono le sorti de’ Battimenti. Primo il “Basso piegato”, che giova molto per il molleggio del ginocchio, ed il
utile troppo a fortificare la materia musculosa della coscia. Quelli che sono usati a fare un moto irruente e sforzato, se
prattica, ne produce sensazione. Per farlo, un principiante fa d’uopo che si appoggi a qualche sedia con la vita ben compos
un triangolo ottusangolo, con esser la gamba e la coscia le due linee che formano l’ottuso nel punto interno del ginocchio,
via via, replicandone quanto più potransi e con la maggior prestezza che sarà possibile, si diverrà sollecito e franco nel
l’ultima celerità per acquistar di preggio e di facilità la capriola, che ne ha bisogno. Nel farli, resti così bassa la pun
la, che ne ha bisogno. Nel farli, resti così bassa la punta del piede che batte, quanto strisci appena la terra. [6] Movime
comincia anche dalla quinta, nel quale piegasi il ginocchio del piede che batterà, con la punta ben bassa, e passandolo per
, e da questa anderà altra volta a battere innanzi il collo del piede che sta a terra: così si replicherà per quante volte
osì si replicherà per quante volte si potrà, con la maggior prestezza che sia possibile, che quanto è più sollecito, tanto
er quante volte si potrà, con la maggior prestezza che sia possibile, che quanto è più sollecito, tanto è più bello. Questo
n piccolo salticello, accompagnato con due battimenti; ma con regola, che il primo si facci col salticello ed il secondo qu
rino. § 4. Alto staccato [8] Altra specie abbiamo di Battement, che dicesi “alto staccato”. Composto al solito in qui
di si cala dietro al sinistro, e badasi a non fargli passare il piede che sta a terra, altrimente facendosi si vedrà storci
nella possibile quantità. [9] Parrà difficile il non passare il piede che sta a terra, per l’empito che porta nel cader giù
Parrà difficile il non passare il piede che sta a terra, per l’empito che porta nel cader giù: ma questo è quello che deves
sta a terra, per l’empito che porta nel cader giù: ma questo è quello che devesi fare con l’avvertenza, reprimersi l’impeto
mo, ed abbassando il piede l’altro. Questi pur si fanno al più presto che puossi, per ottenersi il bramato profitto ed acqu
dall’estro, mi lasciai trasportare dal piede con cui battevo l’altro che stava a terra, che caduto a terra boccone mi rupp
ciai trasportare dal piede con cui battevo l’altro che stava a terra, che caduto a terra boccone mi ruppi il naso; e Cesari
ia di spezzarsi un braccio. 1. Il “Triangolo ottusangolo” è quello che ha un angolo ottuso; l’“Ipotenusa” è la linea che
tusangolo” è quello che ha un angolo ottuso; l’“Ipotenusa” è la linea che si oppone all’angolo maggiore e per conseguenza d
11 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XVIII. Del Passo Gettato, Pas Jeté »
quarta in aria; e farassi con tanta destrezza questa levata del piede che sta indietro, quando posa in quarta quel che sta
questa levata del piede che sta indietro, quando posa in quarta quel che sta in aria, quantocché sembra un salticello, avv
e e spiega il Dufort cui vuole assolutamente il salticello, molto più che il suo Trattato è solo del Ballo da Sala, ove in
delle volte è necessario, ingrandir le posizioni stesse e farsi passi che per sala sarebbero obbrobriosi; e ciò o per avanz
obbrobriosi; e ciò o per avanzar figura, o per guadagnar quel terreno che ricerca l’azione del Ballante. [3] Per farsi “ind
rca l’azione del Ballante. [3] Per farsi “indietro” non altro si muta che nel piegare, si solleva alla quarta in aria addie
uta che nel piegare, si solleva alla quarta in aria addietro il piede che sta dietro come sollevossi quello in avanti, e l’
osto in detta posizione, piegato e levato in aria, nell’istesso tempo che si manda giù il piede già sollevato, si fa con tu
[6] Per esser “disfatto in giro” si volge dalla parte opposta del piè che primo si stacca. Si avrà piegato e levato in aria
levato in aria; si getti questo piè staccato in aria dietro al piede che sta a terra, con far fare alla vita un quarto di
tro piede in aria. [7] Ogni sorte di questi Jeté puol “raddoppiarsi”, che diconsi doublé, il detto “doublé” s’intende qualo
detto “doublé” s’intende qualora se ne fanno due con l’istesso piede che facendosi semplici, puole andar sopra quel piè ch
on l’istesso piede che facendosi semplici, puole andar sopra quel piè che nel cominciarlo fu sotto, e sotto quel di sopra.
tto e l’altro disfatto. § 2. Battuto [8] L’altra sorte di Jeté, che dicesi “battuto”, costa di un battement e di uno
o equilibrio, dopo di aver piegato ambo le ginocchia si stacca il piè che sta innanzi, per esempio il dritto, in seconda in
lla polpa del piede sinistro, e portasi di nuovo alla seconda in aria che , senza ivi fermarsi, si getta subito in quarta av
in quarta avanti, con alzare l’altro alla seconda in aria. Si avverte che quando si avrà battuto sulla polpa dell’altro, e
ntirà in appresso. [10] Quel “battuto indietro” ha la sola differenza che , come nel di sopra spiegato si batte avanti, in q
in aria. [11] Il battuto “in fianco” ssolamente differisce da questi, che il gettato si fa in seconda, come spiegato abbiam
sopra o tutti sotto: ma però uno con un piede, e l’altro con l’altro; che se verrebbero a farsi con l’istesso piede sarebbe
nque maniera farassi, deve sempre cambiar piede, a riserba del mezzo, che puol farsi con l’istesso piede. Egli è vero però
serba del mezzo, che puol farsi con l’istesso piede. Egli è vero però che talvolta si possono fare con l’istesso piede, ma
sono fare con l’istesso piede, ma bisogna allora ricorrere al Dégagé, che sarà mettendo a terra il piede che finisce in ari
isogna allora ricorrere al Dégagé, che sarà mettendo a terra il piede che finisce in aria. [14] I movimenti del semplice so
o, ed il secondo il rialzato andante. Il battuto cresce del movimento che si fa in battere.
12 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo IV. De’ Movimenti del Corpo »
ti del Corpo [1] Il movimento del corpo si è quel portarsi di colui che balla, o in giro sopra il suo proprio luogo, o da
I movimenti o sono semplici, ovvero composti. I semplici sono quelli che s’adoperano tutti soli e che non vanno uniti a pi
ovvero composti. I semplici sono quelli che s’adoperano tutti soli e che non vanno uniti a più spezie di movimenti. I comp
iti a più spezie di movimenti. I composti, per contrario, sono quelli che vanno congiunti a più movimenti di spezie diversa
i, cioè dell’andante e del circolare; il piegar camminando e girando, che è prodotto da tre semplici, cioè dal piegato, dal
altri esempi de’ movimenti composti; ed all’incontro non è da tacere che , qualora si adoperano dal corpo più movimenti con
da contare per più movimenti, ma per un solo. [3] S’avverta oltracciò che a’ salti, i quali si fanno nei passi del ballo no
l è il salto, deesi veracemente rialzato chiamare. Ed avvegnaché paia che , se non l’alzata che fa in aria il salto, almeno
eracemente rialzato chiamare. Ed avvegnaché paia che, se non l’alzata che fa in aria il salto, almeno la cascata di quello
non si possa col rialzato movimento confondere, o in un congiugnere, che dir vogliamo: essendo il levarsi in aria ed il ca
il levarsi in aria ed il cader giù due movimenti tra loro contrari e che non possono insieme stare. Tuttavia, se si consid
o contrari e che non possono insieme stare. Tuttavia, se si considera che il primo di essi fa del salto la principal parte,
si considera che il primo di essi fa del salto la principal parte, e che il secondo è un suo necessario finimento, cagiona
a del ballatore, ma sì dalla natura, si potrà chiaramente comprendere che la cascata del salto non si dee nel ballo avere p
l ballo avere per movimento diverso del rialzato. Tanto maggiormente, che dal passo saltante in fuori, il quale, come per i
ocché il sostenuto e grave portamento della persona non si scomponga; che si dee più tosto far sembianti di saltare, che ve
sona non si scomponga; che si dee più tosto far sembianti di saltare, che veramente levarsi in aria. E questo ammonimento,
monimento, il quale è assai utile a’ Cavalieri, massimamente a coloro che sono troppo grandi della persona, è necessarissim
o è lecito saltare nel Ballo nobile. [4] Da’ movimenti, così semplici che composti, traggono tutti i passi del ballo, come
i movimenti si trovi la cadenza, o battuta dell’armonia di quell’aria che si vuole ballare.
13 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo II. Per apprendere perfettamente la Danza »
Capitolo II. Per apprendere perfettamente la Danza [1] Le cose che nel mondo per sola prasse e sforniti di teoria si
l’unico metodo con cui un uomo possa arrivare alla perfezione di ciò che apprender voglia. Pare a taluni che la Prattica s
a arrivare alla perfezione di ciò che apprender voglia. Pare a taluni che la Prattica sia la maestra del tutto. Io dico che
glia. Pare a taluni che la Prattica sia la maestra del tutto. Io dico che la Prattica è un edifizio cui per sostenersi ha b
dimostra ma non conchiude; è un’arte, e non ragione. Mostrerà taluno che l’aria sia gravej con appendere in una statera un
o più facile al capimento, e più adattato al nostro proposito. Ognuno che abbia un buon orecchio, una voce sonora e di faci
di facile apprendimento, è capace di poter cantare qualunque arietta che per due o per tre volte sia giunta alla sua fanta
zo dell’organo dell’udito. Ma costui nulla saprà della Musica, e quel che cantucchia appreso ad aria, non sarà mai a perfez
e usata e l’abilità naturale sortita. E poi non altro sa egli cantare che quelle cose sole a forza di pura prattica mandate
ma chi l’ascolta e sa dell’arte, distingue le dissonanze. Que’ però, che avranno insegnato i principi della Musica, e per
quante crear se ne possano. [2] Or così parleremo della Danza. Quelli che hanno volontà d’impararla perfettamente, se non s
ballo, ma sol mediante questi potran danzare tutti i balli possibili che nel mondo vi sono, ed esser vi possono. Ma quelli
balli possibili che nel mondo vi sono, ed esser vi possono. Ma quelli che , senza saperne i principi, voglion subito insegna
subito insegnarsi con la prattica questa e quella Danza per mostrare che in poco tratto di tempo, mercé la loro abilità, h
questi non avranno imparato nulla, e mai sapran formare un passo, non che un ballo a dovere; ed eccosi miseramente ingannat
a dovere; ed eccosi miseramente ingannati, e perduto tutto quel tempo che loro credevano doppiamente guadagnato. Non altro
iamente guadagnato. Non altro mezzo dunque v’è per riuscire nel ballo che una lunga sofferenza d’imparare i primi rudimenti
oni, questa succede a quella, avendo una piccola tintura di una cosa, che subito si voglion dare al principio di un’altra.
ro pretendo ch’esporre la veritade e manifestare non solamente quello che penso in me stesso, perché mio intendimento; ma p
plinare i dilettanti, mi sono occorsi simili talenti. j. [NdE] Cioè che ha un peso. Grave è usato qui come sinonimo di pe
14 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo II. Delle Positure de’ piedi »
o numero di dieci. Delle quali cinque hanno uso così nel ballo nobile che in quello da teatro, e s’appellano positure vere
e i piedi sulla terra secondo una certa e determinata misura, in modo che quelli tengano egualmente le lor punte rivolte in
edi sulla terra anche secondo una certa e determinata misura, in modo che amendue, o almeno una delle lor punte, siano rivo
erché meglio si comprendano, l’esporremo sotto gli occhi nelle figure che seguiranno: per la intelligenza delle quali si de
delle quali si deono prima d’ogn’altra cosa diciferare i pochi segni che le compongono. [5] La figura ACBD rappresenta
ere un piede dall’altro, non si dee già regolare da’ loro talloni, sì che giacendo questi a lato destro s’abbia da estimare
oro talloni, sì che giacendo questi a lato destro s’abbia da estimare che rappresentino il piè destro, ovvero giacendo a la
ino il piè destro, ovvero giacendo a lato sinistro s’abbia da credere che dinotino il piè sinistro: ma si è da prender rego
e lineette a’ talloni appiccate, le quali, dall’uno o dall’altro lato che guardino, mostrano costantissimamente l’uno o l’a
itura consiste nel tenere in tal modo i piedi appoggiati sulla terra, che i lor talloni si trovino egualmente l’uno all’alt
ura consiste nel tenere sì fattamente i piedi appoggiati sulla terra, che la parte deretana del tallone del piè che si trov
edi appoggiati sulla terra, che la parte deretana del tallone del piè che si trova innanzi vada direttamente a formare quas
vada direttamente a formare quasi un angolo retto sulla punta del piè che rimane addietro. [14] Or qui è da avvertire che l
o sulla punta del piè che rimane addietro. [14] Or qui è da avvertire che le addotte regole delle positure de’ piedi allora
ati sulla terra. Perciocché quando un sol piede vi si trova fermo, il che tratto tratto nel ballo accade, non v’ha altro ob
n v’ha altro obbligo a rispetto dell’altro il quale si trova in aria, che , volendolo appoggiare, si mandi giù sopra una del
enere i piedi nel ballo nobile. Ed avvegnaché alcuna volta, ne’ passi che si fanno col movimento circolare, i piedi si trov
ionsi solamente adoperare nella danza da teatro: tuttavia però, oltre che ciò nasce da pura necessità e dalla naturalezza d
ettibile. [15] Si vogliono oltre a ciò due altre cose avvertire prima che si conduca al termine il presente capitolo. La pr
e prima che si conduca al termine il presente capitolo. La prima si è che bisogna bene addestrarsi a porre in opera le rife
; ovvero come le fondamenta abbisognano all’edifizio. La seconda si è che si dee ognuno guardare d’esser troppo scrupoloso
edi appoggiare), non si commetterebbe alcun fallo: tanto maggiormente che chi balla non ha né piedi, né chi guarda nel visi
il compasso, per non incorrere o per osservare gl’insensibili difetti che mai possono intervenire. Perché, se nel situare i
erienza, delle cose maestra e regolatrice, ci fa alle volte conoscere che la disposizione o natural costituzione dello scol
15 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — [Dedica] »
[Dedica] [1] Eccellenze, [2] Le signorili e generose maniere che l’Eccellenze Vostre, infin da quel tempo ch’ebbi
re inverso di me, mi hanno di sì fatto peso d’obbligazioni aggravato, che l’aver io abbandonata la Francia, ove nacqui, par
nata la Francia, ove nacqui, parte non meno considerabile dell’Europa che di tutto il Mondo; l’essermi poco curato di parec
embrate cose le quali anzi mi potrebbono in picciola parte alleggiare che del tutto sottrarre da quella importabilissima gr
lcun altro mezzo da soddisfare al giusto insieme ed ardente disiderio che tengo d’andarmene tuttavia il meglio che posso al
insieme ed ardente disiderio che tengo d’andarmene tuttavia il meglio che posso alleviando; ed oltracciò per non offendere
ito alla luce del Mondo: la quale, perciocché soventi volte addiviene che , per diverse cagioni, in densissima tenebra si tr
, se per avventura gli manca il proprio lume, abbia modo, nella copia che ne gli bisogna, da provvedersene. Quindi messomi
ne gli bisogna, da provvedersene. Quindi messomi a nuovamente pensare che altro scemamento d’obbligazioni si fosse per me f
eso della vostra grandezza e la leggerezza della mia insufficienza; e che io posso dall’Eccellenze vostre esser colmato di
; e che io posso dall’Eccellenze vostre esser colmato di benefizi, ma che non posso né anche in picciola parte soddisfargli
nerosità dell’animo vostro. E prendiate con gradimento non già quello che vi si dovrebbe, ma ciò ch’io sono in istato di po
presentare. E dando da tempo in tempo qualche occhiata a questo libro che io vi óffero, piacciavi ch’io ne ritragga il frut
agga il frutto non già d’ammaestramento, ma di ricordazion delle cose che voi perfettamente sapete. Ed ultimamente, pregand
le cose che voi perfettamente sapete. Ed ultimamente, pregando il più che so e posso l’Eccellenze Vostre a tenermi sotto qu
o l’Eccellenze Vostre a tenermi sotto quella valevolissima protezione che finora ho goduta, finisco facendovi profondissimo
16 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LX. Delle Capriole » p. 31
o LX. Delle Capriole [1] Le Capriole sono di varie maniere, e prima che cominciamo a parlar della loro diversità, mostria
e in quinta posizione, dopo si stacca il destro alla seconda in aria, che sarà il primo taglio, indi si porterà alla quinta
o pari, come sull’esempio addotto della “Quarta” di sopra dimostrata, che se aggiungendosi altro taglio, con staccare alla
che se aggiungendosi altro taglio, con staccare alla seconda in aria che avrà il tempo di una “Quinta”, non sarebbe più tu
Francese e terminata all’Italiana. Una “Sesta” sarebbe alla Francese, che farebbesi con aggiungervi altro taglio, portando
Settima” se ne aggiunge un altro con distaccare alla seconda in aria, che pur saria principiata alla Francese e finita all’
Italiana. In un’“Ottava” l’istesso piede porterassi in quinta avanti, che verrebbe tutta alla Francese. Nella “Nona” in sec
Francese. Nella “Nona” in seconda, nella “Decima” in quinta addietro, che questa sarebbe tutta alla Francese, e quella così
nciata e all’Italiana finita. All’“Undecima” non vi si puole arrivare che con un intreccio difettoso, e per quanta elastici
i Spettatori. Le Capriole devono esser naturali e si devono fare fino che giugner vi si possa senza scomponersi o sforzarsi
e siano tanto distese quanto ritirate. Sono i tagli di esse l’istessi che delle Francesi, la sola differenza consiste nel p
nza consiste nel prenderle e nel finirle. Vi sono stati de’ Ballerini che in detta posizione hanno avuta molta forza, e nel
sì per esser cosa nuova, sì per esser cosa difficile. Non come tanti, che volendolo imitare facevano una quarta alla France
presa per esempio col sinistro avanti, e dopo di averla intrecciata, che finir dovea col destro avanti, giravasi in aria a
l sinistro andando a raggiunger l’altro intreccia la sesta Spagnuola, che finisce cadendo col piede sinistro avanti. Se vuo
ata allora fa bisogno prenderla con un Contratempo, e saltisi sul piè che sta addietro, cacciandolo avanti e seguendo poi l
ha tempo di un’Ottava, perché, secondo il mio sentimento, quel piede che da dietro si porta avanti conta due tagli, e non
n fatte granite, al contrario di quelle alla Francese e all’Italiana, che quando le intrecciate sono più grandi, tanto semb
possono fare “addietro”, nelle quali si butta alto indietro il piede che sta avanti e l’altro, andandolo a raggiungere, in
intrecciando i tagli per quanto sarà capace l’abilità del Ballerino, che io vi sono arrivato fino alla decimasesta. Queste
cominciarsi e finirsi con tutti due a terra, o con l’istesso in aria, che vi stava nel principiarla, o cambiare a terra que
slargare i piedi mentre intrecciano sopra e sotto, il moto contrario che si fa per cadere in seconda fa riuscir così diffi
cadere in seconda fa riuscir così difficile la Capriola all’Italiana, che si fa con più faciltà l’Undecima presa all’Italia
con più faciltà l’Undecima presa all’Italiana e finita alla Francese che la Decima terminata all’Italiana. E queste sono l
ndo a contare i tagli, per quanti essi saranno avrà nome la Capriola, che sarà sempre di numero dispari, cadendo sopra un p
alla Spagnuola, intrecciate o battute; ed altra differenza non hanno che raccor le gambe e falle rancignate. § 6. Tordi
ancignate. § 6. Tordichamb saltati [15] Dissimo nel capitolo XV che il Tordichamb “in aria saltato” va tra il numero
to è il luogo da parlarne. Egli non altro di quello accresce e varia, che spiccato un salto, nel tempo che si sta in aria,
on altro di quello accresce e varia, che spiccato un salto, nel tempo che si sta in aria, si fa uno o più Tordichamb, come
due Tordichamb con entrambe le gambe nel tempo istesso; con quel piè che stava avanti facevo il Tordichamb per fuori, per
quel piè che stava avanti facevo il Tordichamb per fuori, per quello che stava addietro il facevo per dentro, e nella casc
etro il facevo per dentro, e nella cascata mi trovavo col piè avanti, che nel saltare stava indietro. A questa Capriola io
an Gorguglié. Dar quel giro opposto alle gambe era così ben difficile che quanti alla prova vi si metteranno conosceranno i
icarsi con la gamba medesima si previene con altro Sissonne col piede che stava disteso, su cui si cade; volendosi cambiar
che stava disteso, su cui si cade; volendosi cambiar gamba, col piede che ha fatto il primo Tordichamb si fa il Sissonne e
no. [18] Io in simile Capriola ho fatto la cascata sull’istesso piede che ha fatto il Tordichamp, aggiungendovi il giro, ed
ed anche far due Tordichamb col giro e cader sulla medesima gamba; lo che viene ad essere un Tordichamb ribaltato. La diffi
rma e l’altra farà il Tordichamb: nel cadere, si cade su quella gamba che stava distesa, e l’altra con qual si fece il Tord
iero. Il Salto, per avere maggiore elasticità, si prende con il piede che si distacca, cui darà maggiore impeto al Salto. I
iva di questa Capriola ne’ caratteri grotteschi o negli Oltramontani, che con abito caricato e goffo faceva un bel vedere.
era divisata; ma pure ho fatto la cascata di detta Capriola sul piede che ha fatto il Tordichamb, ch’egli è quasi un Tordic
a’ tempi nostri di propria invenzione. Io solo ho divisato di quelle che sono più comuni e più pratticate. § 8. Salto d
to è il vero salto del fiocco avanti; e non già come il fanno alcuni, che poco o niente soprapassano il destro col manco. [
ione: saltandosi sul manco, s’alza prima il destro e poi il sinistro, che deve pur di molto avanzar quello, e si cade sul s
ginocchio, e distendendolo, si salta passandolo per sopra all’altro, che si tiene sempre disteso, cadendosi sul medesimo p
si puol prendere a piè fermo, ma bisogna prevenirlo con altro tempo, che suol essere un Dégagé e un Jeté girando: non già
ltato fu da Monsieur Michel inventato, il miglior Ballerino grottesco che abbia dato la Francia. [30] Quelli a fior di terr
la Francia. [30] Quelli a fior di terra posson farsi pure battuti, lo che riesce troppo difficile. Nel spiccar del Salto, i
attuti, lo che riesce troppo difficile. Nel spiccar del Salto, il piè che sta disteso tra due battement sul collo dell’altr
poteva dare alla vita. Faceva un’alzata così grande in questo salto, che passava la testa degli uomini più alti per sotto
più alti per sotto la piegatura del ginocchio: anzi la seconda volta che ballai a Torino S.A.R. il Duca di Savoia, al pres
ce Regnante, faceva uscire sul Teatro il Granatiere più alto tra quei che facevano le Comparse, in abito di Teatro com’era,
piegatura del ginocchio. [32] Si possono far pure rancignati, e sono che il piede cui si passa sopra sopra si porta ritira
é nel cader giù si trovino altra volta in quinta, ma sopra quel piede che nel principiarla era sotto. [34] Per prendersi qu
er ordinario le quinte con quali si prende e si termina sono forzate, che dove va di mestiere di maggior impeto per una lev
to per una levata non si ha da cercare un’esatta posizione, ma quella che darà più forza al salto. [35] Quelle “fiancheggia
enendo distesa tutta la vita ed i ginocchi, basse le punte de’ piedi, che poi si riuniscono in prima e tornano altra volta
si nel cader giù altra volta alla quinta di prima, o sotto quel piede che nel principio era sopra. [38] Si possono far batt
iene perfettamente equilibrato nel primo modo, le braccia a mezz’aria che danno l’equal pondo al corpo, si piegano le ginoc
d’arte e non già per difficoltà del salto. Si deve aver l’accortezza che nel fine del salto la macchina si renda abbandona
zza che nel fine del salto la macchina si renda abbandonata di forze, che così starà a piombo dove cade, che se le membra s
ina si renda abbandonata di forze, che così starà a piombo dove cade, che se le membra si tengono piene di vigore ed irrigi
o piene di vigore ed irrigidite nel cadere risalteranno da se stesse, che faran perdere l’equilibrio al corpo per tenersi i
ciata in aria, sbucata in aria stessa, quando perda l’aria racchiusa, che la teneva in elasticità, nel cadere resta su il m
] Le “Capriole tonde intrecciate” si sono prese da tanti salti tondi, che invece di stare i piedi distesi alla distanza del
a a battere dietro la coscia del manco; nel cadere, si cade sul piede che stava disteso, e l’altro immediatamente si posa a
con i piedi uniti e la vita dritta: quando si avrà fatto mezzo giro, che i piedi sono verso i Spettatori, si scostano alla
ro special veduta; e da questo punto non ben preso, spesso ne avviene che alcuni salti riescono senza applauso. Sperienza f
cuni salti riescono senza applauso. Sperienza fatta tra due Ballerini che han spiccato una Capriola di egual valore: uno sc
o saputo cogliere tutti due il punto stesso. [49] Tutti i salti tondi che abbiamo spiegato potersi fare distesi possono far
iana, parallelo alla terra, cadendo poi obbliquo; questa non fa altro che mezzo giro, e si termina l’intiero sul piede che
questa non fa altro che mezzo giro, e si termina l’intiero sul piede che sta a terra, nel tempo che si raddrizza il corpo;
zzo giro, e si termina l’intiero sul piede che sta a terra, nel tempo che si raddrizza il corpo; e così va fatta volendosi
dosi fare di sbalzo. Se a fior di terra, si prende con un Contratempo che non sia volato, o con un Dégagé, ed allora si att
to [52] Il “Sissone battuto” è tra il numero delle Capriole. Preso che si sara il Sissonne (cap. XXX), dopo la piegata s
uole far tanto avanti quanto addietro, come da fianco: ma si avverte, che raddoppiandosi questi Sissoni, se saranno avanti
uesti Sissoni, siccome li abbiamo spiegati distesi similmente diciamo che posson farsi ritirati. § 15. Pistolette in ari
in aria [55] Nel parlar delle Pistolette a terra (cap. XX) dissimo che , oltre di quelle, vi erano l’altre “in aria”, le
come di sopra abbiamo spiegato, la sola differenza si è nel battere, che in quelle sono le battute intrecciate, in queste
attuto in aria” va pur tra il numero delle Capriole. Non è egli altro che quello spiegato (cap. XVIII); la sola differenza
egli altro che quello spiegato (cap. XVIII); la sola differenza si è che quello fassi in terra ed in questo, essendosi spi
van prese a piedi pari, cioè dalla prima spagnuola, dopo la piegata, che sarà con le ginocchia accoppiate, nel saltare si
, restando uniti. [64] Si fanno pure diversamente ed è più difficile, che dopo la prima ritirata si distendono i piedi, con
tende nel suo naturale. [65] Si possono fare di altra maniera, e sono che nel saltare le gambe pure accoppiate senza ritira
anti con l’abbassarvi sul corpo, e nella cascata si osserva l’istesso che abbiam di sopra esposto. [66] Tutte queste Caprio
iglianza a’ salti del Gallo, quando questo salta per volare osservasi che si rancigna le gambe, come nel principio, se in q
iede. [68] La difficoltà di questo salto consiste in una gran levata, che ha di bisogno per far bene osservare quella figur
è l’istesso di questo con la solita fermata in aria, e si differisce che l’alzata si fa da lato, e da lato si distendono l
o le gambe. [71] Il trattenersi fermato in aria è cosa ben difficile, che per poterla fare ha bisogno di grand’arte; sospen
leggerezza in aria, distendansi le ginocchia, si distacchi ben bene, che così potrà trattenersi alquanto. [72] Questo era
non vuole troppa alzata. [74] V’è un’altra sorte di queste Capriole, che vogliono una levata maggiore, e si fa tutta apert
, che vogliono una levata maggiore, e si fa tutta aperta, vale a dire che li ginocchi non stanno uniti, ma distesi con le g
el mentre principiava la cascata ho dato un moto circolare alla vita, che le faceva fare mezzo giro. [76] Queste Capriole t
specie di Capriola puol farsi pure col tempo alla Reale, vale a dire, che nel salto unite le ginocchia si slargano alla qua
ndo poi in prima, nel carattere di Pulcinella Francese con due gobbe, che tal da quella Nazione si costuma, ho fatto la cas
ta con i piedi alla quarta Spagnuola ed i ginocchi serrati e piegati, che stavano un mezzo palmo alti da terra, e di simil
scia andare quanto più si puote in aria, la forza di questo alto si è che quanto più si faccia sul fianco, più riesce bello
ar si possono da’ Ballanti virtuosi e di abilità, nelle diverse fogge che il valor proprio potrà suggerire.
17 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Minuetto — Capitolo VI. D’alcuni altri passi ed ornamenti, co’ quali si può rendere più leggiadro il Minuetto »
orecchio ben dilicato a seguitar la cadenza; si dovrà fermamente dire che il Minuetto non sia tanto agevole, com’altri cred
d esser bene ed ottimamente ballato. Ed io porto fermissima opinione, che anche concesso che il Minuetto sia facile ad esse
imamente ballato. Ed io porto fermissima opinione, che anche concesso che il Minuetto sia facile ad esser ballato, è nondim
Minuetto sia facile ad esser ballato, è nondimeno difficilissimo, più che ogn’altra danza, a piacere agli spettatori; perci
nuove, e perciò difficilmente vi si possono annoiare. E da ciò nasce che il Minuetto, come dissi, quantunque più facile de
danze a ballare, si rende più malagevole a piacere agli spettatori: e che per conseguire il fine di rendersi a quelli grade
: e che per conseguire il fine di rendersi a quelli gradevole, uopo è che sia accompagnato dalle perfezioni di sopra recate
ornato da alcuni altri passi conformi alla sua misura e figura, cioè che non oltrepassano il suo valore di tempo, e che no
misura e figura, cioè che non oltrepassano il suo valore di tempo, e che non guastano né contraffanno la figura del Z. [3]
da riporre il capo nel suo naturale equilibrio. Avvertasi nondimeno, che se colui che fare intende questo piegamento di te
l capo nel suo naturale equilibrio. Avvertasi nondimeno, che se colui che fare intende questo piegamento di testa, non si c
ito, camminando e dando la mano, seguire il passo di Minuetto: e dopo che si sarà quella lasciata, nel mentre si faranno a
e chinare il capo nella divisata maniera. [6] Qui si vuole avvertire, che il passo Grave ed il Mezzo gittato far non si pos
Cavaliere si trova, non è adatta a potergli fare: tanto maggiormente che la Dama, non seguendo forse questa regola o quant
e, od altro passo, fuor quello del Minuetto. E però la via più sicura che bisogna tenere si è che, qualora è da porgere la
quello del Minuetto. E però la via più sicura che bisogna tenere si è che , qualora è da porgere la man destra, si faccia il
ero sono i passi Saltanti semplici o capriolati, i passi raddoppiati, che si fanno velocemente, ed i passi che girano più d
capriolati, i passi raddoppiati, che si fanno velocemente, ed i passi che girano più d’un quarto di giro, i quali generalme
’un quarto di giro, i quali generalmente son da schifare, come quelli che scompongono la persona e contraffanno la figura d
ontraffanno la figura del Minuetto. [9] Ed ultimamente è da avvertire che i passi o piegamenti di testa, co’ quali si può r
azia e leggiadria: dove il trapassare questo numero sarebbe lo stesso che voler incorrere nel grave difetto di coloro che s
ero sarebbe lo stesso che voler incorrere nel grave difetto di coloro che sono più vaghi degli ornamenti che della sustanza
orrere nel grave difetto di coloro che sono più vaghi degli ornamenti che della sustanza delle cose.
18 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLVI. Del Contratempo, Contretemps »
aremo in questo Capitolo del Contratempo, uno de’ principali passi, e che si esercita da ogni sorte di Carattere di Balleri
fatto avanti dal destro, finiente nella quarta posizione. Si avverte che nella caduta del salticello che si spicca su di u
te nella quarta posizione. Si avverte che nella caduta del salticello che si spicca su di un piede si prende un poco di ter
ta addietro nella cascata del salticello, ma i due movimenti semplici che finiscono in quarta si fanno pure addietro, e fuo
enza non ha. [4] In “fianco” si distingue da’ due suddetti movimenti, che si fanno fiancheggiati, ed il terreno che deve pr
da’ due suddetti movimenti, che si fanno fiancheggiati, ed il terreno che deve prendersi nella cascata si prende da lato. [
Nel “fatto in giro” si piega al solito e si rileva saltanto sul piede che trovasi innanzi, che sarà il destro se si gira a
i piega al solito e si rileva saltanto sul piede che trovasi innanzi, che sarà il destro se si gira a dritta, se a sinistra
nistra il manco; nella caduta sull’istesso piede vi si gira, e quello che sta che stava addietro farà un passo a cerchio, e
l manco; nella caduta sull’istesso piede vi si gira, e quello che sta che stava addietro farà un passo a cerchio, e con l’a
6] Quel “Disfatto” va tutto all’opposto; si rileva saltando sul piede che sta innanzi, e sia verbigrazia il sinistro per gi
l destro a manca, e circolando, nella caduta del salticello, il piede che che era addietro, restando in quarta in aria, che
stro a manca, e circolando, nella caduta del salticello, il piede che che era addietro, restando in quarta in aria, che poi
alticello, il piede che che era addietro, restando in quarta in aria, che poi si porta in quarta vera, con l’altro si finir
erché termina in posizione seconda, e serve per legarvisi altro passo che da essa positura va cominciato. § 3. Di sbalzo
mpo puol farsi di “sbalzo volato”, e vale una forza, un impeto di più che si dona al corpo, e serve o per prendere qualche
a Capriola fa di mestiere sforzarlo per far maggiore alzata al salto, che se prenderassi con lentezza non si potran ben rac
cità quando sta più raccolto: non essendo altro questa forza elastica che una continua violenza di distendersi: Vis elastic
di. Per avanzar qualche figura convien pure dargli un maggior sbalzo, che passar non potrassi se lentamente si fa il Contra
allerini Grotteschi, come pure da que’ di mezzo carattere. Oggi però, che il buon gusto si è andato raffinando, questo pass
’ Paragrafi 1, 2 e 3 posson farsi pure battuti, a’ quali niente altro che un battement vi si aggiunge. Si suol di frequente
agé, trovandosi in altra posizione fuor della seconda e della quarta, che stando in una di queste due lo staccamento si tra
, secondo la qualità del Contratempo. Sicché altra differenza non v’è che quella battuta, e per conseguenza cresce di un al
19 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Delle Riverenze fuor della Danza »
allo Nobile) anzi d’espormi alla lor giusta, ovvero ingiusta censura, che tralasciar cosa da cui possono spezialmente le Da
gusto” di chi le fa, dal conversare, e dall’aver imparato a ballare, che da particolari precetti; tuttavia vi sono anche a
stra, chini il corpo, o poco o assai, secondo il merito della persona che riverisce, la quale riguardi egli un pochetto, e
anzi, torni, nel divisato modo, a fare la Riverenza. [3] Le Riverenze che sono da fare camminando addietro servono ordinari
sono da fare camminando addietro servono ordinariamente nel prendere, che alcun fa, congedo da un altro da cui si vuol dipa
da un altro da cui si vuol dipartire. Si fanno queste in quel numero che si conviene, chinando il corpo, e portando, o leg
tando, o leggermente sdrucciolando, un piè dopo l’altro, per fintanto che sia lecito di sottrarre lo sguardo della persona
ro, per fintanto che sia lecito di sottrarre lo sguardo della persona che egli saluta. [4] Le Riverenze che si vogliono far
sottrarre lo sguardo della persona che egli saluta. [4] Le Riverenze che si vogliono fare dall’uno e dall’altro lato sono
one, e ne’ quali v’è obbligo di salutar camminando o solamente quelle che stanno a lato diritto, ovvero quelle che dimorano
amminando o solamente quelle che stanno a lato diritto, ovvero quelle che dimorano a man sinistra, o finalmente così l’une
o, ovvero quelle che dimorano a man sinistra, o finalmente così l’une che l’altre. Dovendo adunque il Cavaliere entrare in
a e sinistra, e nel fondo di quella, assai Dame e Cavalieri seduti, o che stanno in piedi, convien che, entrato che sarà in
quella, assai Dame e Cavalieri seduti, o che stanno in piedi, convien che , entrato che sarà in essa, faccia a tutta la brig
Dame e Cavalieri seduti, o che stanno in piedi, convien che, entrato che sarà in essa, faccia a tutta la brigata la sua pr
ammini, se bisogna, uno, due, o più passi, e portato, o sdrucciolato, che avrà col piè manco verso l’obliqua sinistra, gli
l’altra obliqua contraria, acciocché non volti le spalle alle persone che stanno da un de’ lati. [5] Ed ultimamente, le Riv
manersi di sdrucciolare: e quando vorrà salutare alcuno, basterà solo che si fermi tenendo i piedi sulla prima o sulla terz
20 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Avviso a chi legge »
[1] Quantunque l’invenzion della Danza sia antichissima, per quello che ne scrivono molti Autori che trattano degl’Invent
della Danza sia antichissima, per quello che ne scrivono molti Autori che trattano degl’Inventori di essa e delle Nazioni p
o le quali fu in grandissimo uso; tuttavia non si può fermamente dire che gli Antichi, i quali invero ballavano o saltavano
ri. Il più antico di essi fu dato alle stampe a Milano l’anno 1468, e che ha questo titolo: Il Ballarino perfetto di Messer
e’ Medici Gran Duchessa di Toscana. [3] I Spagnoli poi furono i primi che impararono la Danza Italiana, a cui aggiunsero al
iole ed il suono delle castagnette; per la qual cagione questa Danza, che prima si diceva Italiana, appresso ricevè due nom
ma sì faticosi e forzati. I piedi si teneano paralleli, donde nasceva che i passi riuscivano duri ed inflessibili. Le bracc
figure eran poco considerabili e del tutto spogliate del buon “gusto” che regna oggidì. ‌Insomma questa Danza Italiana o Sp
oggidì. ‌Insomma questa Danza Italiana o Spagnola, la quale immagino che a quel tempo riuscita fosse gradevole, di present
opra i più cospicui teatri d’Italia ha ballato. [4] Egli non ha guari che in alcuni Collegi d’Italia v’erano de’ Maestri di
zza di quella, si cominciò a disusare; ed in pochissimo tempo accadde che la danza Francese s’imparava per necessità, dove
furono i primi Inventori della Danza regolata, bisogna pur confessare che i Francesi stati son quelli che l’hanno ridotta a
anza regolata, bisogna pur confessare che i Francesi stati son quelli che l’hanno ridotta a miglior perfezione. Hanno essi
perfezione. Hanno essi saputo alla danza da Teatro adattare tutto ciò che si può immaginare di spiritoso e sorprendevole, e
cui ebbe egli l’onore di dar lezione di ballo, questa non men penosa che leggiadra fatica. Alla quale poi Monsieur Pecour,
no sì fattamente perfezionata la Danza, e levatala a così alto segno, che non solamente hanno in piccolo spazio di tempo fa
forse le più colte del Mondo tutto, a non preggiarsi in altra maniera che nella francesca, ballare. [6] Di queste due speci
farsi molto preggiare. E per contrario la Danza da Sala, o da Festino che vogliam dire, della quale io tratto nel presente
nome di Ballo Nobile. [7] Questa Danza è uno de’ tre nobili esercizi che s’insegnano in tutte l’Accademie e Collegi dell’E
si è il più nobile e leggiadro divertimento, così delle Corti sovrane che dell’altre Città cospicue. Ed in vero non v’è in
ltre Città cospicue. Ed in vero non v’è in esse cosa più magnifica, e che dia maggior diletto, quanto le feste di Ballo, ne
le quali si fanno ammirare e contradistinguere, tra gli altri, coloro che sanno perfettamente la Danza. [9] Questo nobile e
o e necessario nelle persone di distinzione, serve parimente a coloro che hanno bisogno, per conservarsi nella salute, di t
ale de’ detti movimenti si trovi la cadenza, o battuta, di quell’aria che si vuole ballare, senza la qual notizia è impossi
21 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Minuetto — Capitolo I. Del Minuetto, e delle parti che lo compongono »
Capitolo I. Del Minuetto, e delle parti che lo compongono [1] Quantunque potrei qui francam
che lo compongono [1] Quantunque potrei qui francamente affermare, che avendo io sposte le sette parti principali del ba
era promisi di render chiare, mi sia dalla presa fatica diliberato, e che oramai sia tempo di dare alla penna ed alla mano
fare un altro Trattato a parte sul Minuetto mi sembra, per le ragioni che seguiranno, sì necessario, che se il primo Tratta
sul Minuetto mi sembra, per le ragioni che seguiranno, sì necessario, che se il primo Trattato di cui mi sono espedito, da
oso e mancante potrebbesi riputare. [2] Io mi sono del tutto persuaso che chiunque saprà le positure de’ piedi, gl’equilibr
assieme i passi di sopra dimostri, e muovere le braccia così ritonde che d’opposizione, ed ultimamente chi avrà l’intellig
i trattare delle danze in particolare. Ma d’altra parte, considerando che il Minuetto, sorto tra bassi natali, cioè tra’ Co
ghezza sotto Luigi il Grande, abbia incontrato una tale felice sorte, che da vile, umile e basso ch’egli era, per tratto di
ile e basso ch’egli era, per tratto di tempo è divenuto così pomposo, che fattosi del tutto dimentico della sua infima cond
nobile. Senzaché ha sortito un altro maggior privilegio, il qual si è che non si comincia ad imparare la danza nobile se no
col far sopra di esso uno spezial Trattato, affine di renderlo il più che sia possibile chiaro ed aperto, e per mostrare al
ossibile chiaro ed aperto, e per mostrare altrui il modo e la maniera che si convien tenere per saperlo nobilmente e leggia
odo presente di porlo in opera, così sulla linea obliqua e circolare, che a man destra e sinistra. Secondariamente diremo d
sì perciocché la Cadenza del Minuetto si batte per comodità di coloro che lo ballano, in un altro modo ben differente dall’
ultimo luogo diremo d’alcuni altri passi, ornamenti, o abbellimenti, che dir vogliamo, i quali posson rendere più vago e l
22 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo — Prefazione »
anza nasconde il suo natale nelle tenebre di una sì remota antichità, che determinatamente non si ha potuto concludere dell
o ricavar mai, e decidere con affirmazione sì fatta epoca. Quel solo, che possa asserirsi, si è che la sua invenzione è tro
con affirmazione sì fatta epoca. Quel solo, che possa asserirsi, si è che la sua invenzione è troppo lontana. [2] Presso de
i Sacrifici alle loro Deità e precisamente nelle feste de’ Baccanali, che dopo di aver tranguggiato de’ generosi liquori, p
china rallegrata da dolci nappelli: onde naturalmente si fa argomento che abbia avuto l’origine sua rozza e semplice. [3] I
lo, cui allegramente solazzavasi. In effetto osservasi, al dì d’oggi, che la Danza ha bisogno della spinta, ed esser ravviv
d è questa per ordinario la Musica, la quale così sveglia l’estetico, che dalla mestizia chiama sovvente all’allegrezza, e
la sua battuta. [4] Si vede, oltre le varie sperienze, il signoreggio che tiene la Musica sull’animo umano nella guarigione
he tiene la Musica sull’animo umano nella guarigione de’ Tarantolati, che ad una sonata dal nome stesso detta la Tarantell
tato della loro ambascia, opran da sé gli effetti puramente meccanici che , scossi da quel letargo mortale, si danno a salte
el letargo mortale, si danno a saltellare con moto straordinario, dal che si aprono i pori cutali, tramandando disciolto tu
mo Sig. Ludovico Antonio Muratori nell’Antichità d’Italia b riferisce che l’Anonimo Autore di una Cronica Manoscritta di Mi
i molta Antichità, descrivendo l’antico Teatro de’ Milanesi, [scrive] che terminato il canto si dava principio alla Danza.
da’ Romani Ludi scenici v’era pure la Danza, e specialmente in que’ che chiamavansi Mimi. Veniva questa sorte di spettaco
e per far ridere gli spettatori: come ancora ne mantiene il suo nome, che l’azione e l’argomento ballante dicesi Pantomimo
pomposamente addobbata, intrecciandovi intorno vari ed allegri balli, che furono poi annullati da Pirro Re di Epiro per agg
litare, quando presa avea la loro difesa contro la potenza de’ Romani che volevano soggiogarli. [8] Tutti questi, benché ba
cevan però balli con passi regolati: onde si vuole senza verun dubbio che alla nostra Italia debbasi l’onore e la gloria de
anza, avendone formati i precetti e datine i documenti. [9] Per quel, che si avvisa fu il primo a scrivere intorno a’ balli
allavano in cadenza di Musica, erano i passi così sforzati e caricati che , se si mettesse il loro carattere in Iscena sareb
anno nobilitato le Sale con questo maestoso e brillante divertimento, che ha luogo non solo nelle nobili e civili adunanze,
nza sì Teatrale, come da Sala, sul gusto moderno, abbracciando quello che si usa a’ tempi nostri e ributtando tutto ciò che
abbracciando quello che si usa a’ tempi nostri e ributtando tutto ciò che dagli antichi veniva adoprato; e mi sono studiato
tterò di ballo da Sala. [13] Non pretendo altro da queste mie fatighe che l’altrui vantaggio e piacere, sgombro affatto di
Dufort : «Insomma questa Danza Italiana o Spagnola, la quale immagino che a quel tempo riuscita fosse gradevole, di present
23 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXIX. Pas de Bourrée »
in questo Capitolo del Bourrée, nel quale si trovano tante diversità, che in nessuno altro di tutti i passi. Costa di tre p
piegando le ginocchia con la nostra solita regola, portasi il destro, che sarà stato posto addietro, alla quarta avanti, e
assi naturali avanti, finienti in quarta. [3] Quell’“addietro”, posto che si farà similmente in quarta, e sull’istesso equi
ibrio: dopo aver piegato, invece di portare in quarta avanti il piede che sta addietro, si porta in quarta addietro il piè
avanti il piede che sta addietro, si porta in quarta addietro il piè che sta avanti, ed indietro pur faransi i due passi n
a seconda ove terminossi il primo, si piega altra volta, e quel piede che non fu l’ultimo a muoversi portasi in quarta, e l
pra e sotto fiancheggiato”, dal nome istesso dimostra essere un passo che comincia sopra e finisce sotto. Alla spiega per m
cia sopra e finisce sotto. Alla spiega per meglio intendimento. Posto che si farà in quarta, a cagion di esempio, col destr
he si farà in quarta, a cagion di esempio, col destro innanzi, e dopo che si avrà piegato, il manco facendo un mezzo cerchi
’equilibrio medesimo, e nel piegarsi si fa il mezzo cerchio col piede che sta innanzi e portasi in quarta addietro, e condu
trisciando, passare per la prima, e se gli darà fine col primo piede, che si porta in quarta avanti. Avvertasi che in quest
i darà fine col primo piede, che si porta in quarta avanti. Avvertasi che in questo passo, come in quello di sopra, il mezz
ello di sopra, il mezzo cerchio deve farsi stretto circolato al piede che sta fermo. [7] In quel “tutto sopra” non facciamo
ermo. [7] In quel “tutto sopra” non facciamo altre spieghe, ma diremo che comincia sopra e finisce sopra. [8] Così pure in
al giro, e quindi il primo piede si porrà in quarta sotto all’altro, che sarà detto giro un quarto, o al sommo mezzo e non
ere; mettesi il manco in seconda, e vi si darà fine col piede dritto, che portasi in quarta sopra al sinistro, senza far pi
pra. [11] In quel “sopra e sotto” si gira dalla parte opposta del piè che a muoversi sarà il primo, e l’altro, dall’istesso
che a muoversi sarà il primo, e l’altro, dall’istesso lato del piede che fa il primo moto. [12] Quel “tutto sopra girando”
sotto. [14] Quel “disfatto girando” si fa con portarsi sotto il piede che sta avanti, dopo già di aversi piegato e disteso,
men qui far più di mezzo giro, e girerassi dal lato opposto del piede che primo si muove. § 2. Aperto [15] V’è pure i
la terza, e dopo di aversi piegato si porta in quarta avanti il piede che sta innanzi, strisciando la terra, e dopo di aver
fine. [16] L’“aperto indietro” principiasi pur dalla terza, ed il piè che sta addietro, fingiamo il dritto, si porta in qua
re principiato dalla terza posizione, e nel piegare si esce col piede che sta avanti quasi alla seconda, indi distendendo s
al manco, con far fronte alla parte ove tenevansi le spalle rivolte, che , per far questo, sia di bisogno portare il dritto
olte, che, per far questo, sia di bisogno portare il dritto per aria, che farà quasi tre quarti di circolo, e deve girarsi
indi condurrassi il destro in seconda, e finisce il primo col manco, che metterassi in quarta sotto. Ciò fatto, per fare i
e metterassi in quarta sotto. Ciò fatto, per fare il secondo il piede che resta sopra, dopo novella piegata, si potrà in qu
che resta sopra, dopo novella piegata, si potrà in quarta, e rialzato che si sarà, portasi il sinistro in seconda, ed il de
n questo passo facilitò ed abbellì il tempo di prendere una capriola, che prima si costumava prenderla con un mezzo Coupé,
con un mezzo Sissone, oppure con un Brisé. Il mio parere però sarebbe che l’uso di questo passo appartiene a’ Ballerini ser
legarvi altro passo, e specialmente quando vuol farsi un Pas Troussé, che dopo il discacciamento del piede, questo descritt
nto appena si conosce il cambiamento del piede. Si comincia col piede che sta addietro, e sia per esempio il dritto, il qua
librio, si pieghino le ginocchia e portasi alla quarta in aria il piè che sta innanzi, esempigrazia il destro, da dove si g
terza sotto; sebben error non sarebbe portarlo alla quinta indietro, che questi passi Teatrali si possono abbellire con ar
esti passi Teatrali si possono abbellire con arbitrari garbi e grazie che vuol dargli il ballante, cui se vuole avanzar ter
terza. [26] In quello “aperto addietro in Jeté” non altro si cambierà che il gettato in seconda, ed il portato nell’istessa
e semplice indietro. Così pur si eseguisce in tutte l’altre divisioni che vorrà farsi, unendosi il mezzo Tombé della richie
ompagnando l’espressione con le braccia. Serve pure per uno furibondo che voglia un altro ferire, e vietato da rimorsi inte
turbar l’ordine delle cose, giacché parliamo di Bourrée, ho detto di che va composta questa sua specie, che basta per ades
é parliamo di Bourrée, ho detto di che va composta questa sua specie, che basta per adesso di averne una notizia, e quando
gato” cambia il mezzo contratempo in un passo di Bourrée aperto: ed è che dopo di aver fatto le due Assemblé, una col piede
si [32] L’ultima sorte di questo Bourrée è “a quattro passi”: ed è che ogni sorta di Bourrée di sopra spiegato puol fars
di Bourrée di sopra spiegato puol farsi a quattro passi: questo passo che vi si aggiunge non egli è altro che quasi un Déga
rsi a quattro passi: questo passo che vi si aggiunge non egli è altro che quasi un Dégagé aggiuntovi, il quale si fa di seg
Musica, o per comodo di ligarvi altro passo. [33] Non altro ci resta che parlare de’ loro movimenti. Tutti que’ dal § 1 fi
24 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo IV. Dell’Equilibrio del Corpo »
il corpo ben dritto e fermo in piedi. Non importa altro l’equilibrio, che quella linea che dall’alto al basso divide ogni c
to e fermo in piedi. Non importa altro l’equilibrio, che quella linea che dall’alto al basso divide ogni corpo in due parti
li, cada nel centro della base. Egli ha tanta forza questo equilibrio che potrebbe sostenersi sopra la punta di ago da cuci
stentano quelle alte macchine, vaste in cima e tenuissime nella base, che s’inalzano con meraviglia de’ spettatori; e se la
a ruina. Ma lasciamo da parte queste digressioni e torniamo a quello che a noi si appartiene intorno all’equilibrio del no
uilibrio del nostro corpo, base fondamentale dell’arte nostra. Diremo che l’equilibrio del corpo tiene nel ballo la vita dr
librio del corpo tiene nel ballo la vita dritta e ben disposta, senza che penda dall’uno o dall’altro lato: e prendendo un
o sopra tutte e due le piante de’ piedi e la vita ben dritta; in modo che se dal “Sternone”, o sia dall’osso intercostale d
piombo, dovrebbe detto piombo cadere giusto nel centro di quel spazio che sta tra piede e piede. II. Si equilibra il corpo
altro; ed allora bisogna inchinare appena il corpo sul lato del piede che sta tutto appoggiato in terra, perché non potrebb
er aria. VI. Sostenendosi il corpo sopra tutti e due i calcagni senza che il restante del piede tocchi affatto la terra, e
nel primo equilibrio. [3] Io non ammetto altra specie di equilibrio, che di altri si ammette, e che il Sign. Dufort pone n
Io non ammetto altra specie di equilibrio, che di altri si ammette, e che il Sign. Dufort pone nel quarto luogo, ed è: equi
punta, come si prattica da veri e virtuosi ballerini, e non da quelli che non vanno in questa ringa. [4] Produce la mancanz
mancanza dell’equilibrio de’ cattivi effetti. Nel Ballerino serio fa che le aplomb non riescano, le Attitudini cadono smor
25 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Minuetto — Capitolo V. Della Figura del Minuetto »
ale senza alcun dubbio è più laudevole della prima, perciocché coloro che ballano sopra a questa seconda vengono del contin
tto all’altro, ed in conseguenza possono assai meglio “figurare”: nel che consiste una delle maggiori e più visibili perfez
que, ballando, la Figura del Minuetto, prima d’ogn’altra cosa convien che la Dama ed il Cavaliere, poiché avranno compiute
e facciano assieme per innanzi un passo di Minuetto: e quindi, fatti che avrà la Dama intorno al Cavaliere due passi di Mi
fatti che avrà la Dama intorno al Cavaliere due passi di Minuetto, e che questi ne avrà nell’istesso tempo fatti in giro a
opra ciascheduna linea della descritta Figura seguitino, per fintanto che piacerà a loro, a far due de’ nomati passi, non g
serbare questo prefisso numero, ma sì bene per meglio “figurare”: nel che , come di sopra è detto, consiste una delle maggio
giori e più visibili perfezioni della danza. [4] S’avverta però bene, che quantunque dipenda dall’arbitrio della Dama e del
’incorra in alcuno di questi difetti, la migliore e più sicura regola che convien seguire si è che, dopo aversi la Dama ed
sti difetti, la migliore e più sicura regola che convien seguire si è che , dopo aversi la Dama ed il Cavaliere lasciata la
sopra di essa per innanzi un passo di Minuetto; e nel medesimo tempo che lo cominceranno convien che si alzino dalla banda
n passo di Minuetto; e nel medesimo tempo che lo cominceranno convien che si alzino dalla banda dinanzi, quasi all’altezza
mano) e distese poi per essi leggermente le braccia nel tempo istesso che sarà terminato il detto passo, si diano lateralme
ro, cioè descrivendo mezzo cerchio per ciascheduno. Quindi, terminati che avranno i detti due passi, lascino la mano e facc
della Figura del Z un passo dalla banda dinanzi, e nel medesimo tempo che si richiede per adoperarlo, facciano col braccio
per adoperarlo, facciano col braccio e colla mano sinistra tutto ciò che fecero per addietro col braccio e colla man destr
iamento del quale alzino non già uno, ma amendune le braccia, e fatti che avranno nel modo divisato di sopra, i medesimi mo
e essere il conduttor della Dama, si troverà sull’obliqua dalla banda che s’incominciò il Minuetto, dovrà con esso lei desc
ove, se si troverà sulla parte contraria dell’obliqua, non dovrà fare che un mezzo giro, e condottala sul medesimo luogo do
26 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXII. Della Riverenza »
u riflettere e considerare, le ho trovate egualmente laudevoli, posto che colui che fa la Riverenza si sappia sopra di quel
re e considerare, le ho trovate egualmente laudevoli, posto che colui che fa la Riverenza si sappia sopra di quelle positur
dall’una o dall’altra di queste due positure, poiché egli avrà scorto che la Dama si trova in istato di far la sua, stacchi
a la noce del sinistro ed il tallone del destro piede; e l’altra si è che nel tempo dell’alzata del tallone del piè sinistr
endendolo dal suo lato all’altezza della spalla, e nello stesso punto che egli comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, p
piè sinistro, porti, piegando il gomito, la mano al cappello in modo che tutto il braccio venga a formare un mezzo cerchio
del cappello rivolto innanzi. Si vuole oltre a questo, ben avvertire che nel medesimo istante ch’e’ comincerà a sdrucciola
simo istante ch’e’ comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, convien che a poco a poco cominci leggiadramente a piegare il
te a piegare il corpo sulla cintura dalla parte dinanzi a proporzione che il piè sinistro anderà sdrucciolando, acciocché,
oporzione che il piè sinistro anderà sdrucciolando, acciocché, finito che avrà di sdrucciolare, e nel tempo che tutto il pi
drucciolando, acciocché, finito che avrà di sdrucciolare, e nel tempo che tutto il piede si troverà appoggiato sulla terza
occhio destro ben disteso ed il sinistro alquanto piegato, in maniera che questi si trovin congiunti e la fronte dell’uno n
fronte dell’uno non isporga più in fuori della fronte dell’altro. Il che adempiuto, raddrizzi egli il suo corpo, e lo ripo
un quarto di giro al di dentro per la man manca: e nel medesimo modo che sdrucciolò col piè sinistro, sdruccioli ora col d
hé venga a porsi dinanzi al Cavaliere col quale balla; e sdrucciolato che avrà col piè sinistro dietro al destro alla terza
od alquanto meno, come è detto, gli faccia quella medesima Riverenza che si è sopra descritta. E qui termina la Riverenza
27 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo VI. Della Cadenza »
usica, qual la deve chi ad essa sola sta applicato; ma fa di mestiere che discerna perfettamente i due tempi, i “binari” ed
ere che discerna perfettamente i due tempi, i “binari” ed i “ternari” che tutte le altre misure diverse della Musica si pos
pi ridurre. Anzi, rigorosamente parlando, nella Musica non v’è misura che ternaria o binaria non sia; e siccome tutti i num
osson fare ch’ella non sia dupla ovvero tripla. [2] Il tempo binario, che è un tempo più allegro dell’altro, si adopera in
io, che è un tempo più allegro dell’altro, si adopera in quelle Danze che con speditezza si fanno, come sia per esempio la
manda e simili. Il tempo trinario, ch’è più largo, serve per le Danze che posatamente si fanno, come la Ciaccona, la Follia
ssimo, e vi ballano le furie ed altri. Ancorché vi siano altri tempi, che paiono più larghi e posati de’ ternari, detti “ot
nari, detti “otto duodoci”, con cui si balla l’Entrata grave e l’arie che i Francesi chiamano di Lure, i Passagagli, tuttav
, sicché tra questi due tempi trinari vi sono otto gradi di velocità, che uno ha più dell’altro. Non giova il solo saper ba
n varie sorti di passi e capriole, le suddette battute. Non v’è passo che non comincia dalla cascata della battuta, non v’è
v’è passo che non comincia dalla cascata della battuta, non v’è salto che non cade sopra la battuta di qualsivoglia tempo:
[4] Noi moderni non misuriamo la cadenza co’ passi, come gli antichi, che ogni passo occupava una battuta. Noi facciam corr
assi si raddoppiano, si legano di svariate fogge. [5] Male fanno que’ che sopra un tempo “fugato” vi ballano e vi saltano “
siccome vien detto da’ ballerini grotteschi sbalzanti; come pur que’ che sull’aria “tamburino”, quattro due andante, o su
i, acciò sia uniforme il ballare, il saltare all’andamento de’ tempi, che sebben sian due, binario e ternario, come s’è det
dattato il tempo della musica al suo ballo. In un tempo di “Ciaccona” che ha moltissimi cambiamenti, il Ballerino non perch
use”, ove si adoprano dell’“attitudini”, de’ Tableaux. Fingiamo Borea che invaghito di Flora, la quale lo sdegna per amor d
una variata moltitudine di passi ed azioni esprimenti il carattere, e che abbiano perfetta armonia con la qualità della Mus
n attitudine, qui la musica deve esser “sincupata”, o “pausata”, ecco che la moltitudine de’ passi non ha luogo, ma riempir
’ passi non ha luogo, ma riempir si deve la cadenza più dagli atteggi che da passi. Si ripiglia la fuga, va replicato il fu
n ottenere l’applauso de’ spettatori. [7] Ma torniamo alla differenza che passa tra tempi. Il tempo “tripola minore”, o sia
“Medio”, cioè “quattro due”, vuole due Semiminime a fare una battuta, che vale un sospiro. Il tempo “otto sei” vuole sei cr
ei crome a fare una battuta, e la Croma vale mezzo sospiro, l’istesso che la metà della Semiminima, sicché viene ad essere
28 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXX. Del passo di Sissone, Pas de Sissonne »
e Sissonne [1] Il “Sissone” è un passo ben differente dagli altri, che quasi tutti principiano dal piegare, egli sebbene
e due in quinta a terra, ed il destro sopra, in quel spazio di terra che stava tra piede e piede, nel mentre il dritto sta
e così sarà terminato. [3] Fassi in oltre “indietro”, con differenza che staccasi alla seconda in aria il piè che trovasi
e “indietro”, con differenza che staccasi alla seconda in aria il piè che trovasi addietro, e nel mandar giù questi in quin
o, ma nell’ultima posizione, seconda in aria, si leva l’istesso piede che primo staccossi. Se comincia col destro, col dest
l sinistro, con l’istesso. [5] Il “fatto in giro” non accresce altro, che la sola quantità del giro, la quale si fa quando
si manda giù il piede alla quinta, e si gira dal lato stesso del piè che primo si stacca. [6] Per dirsi poi “disfatto”, la
rimo si stacca. [6] Per dirsi poi “disfatto”, la sola differenza si è che si gira dalla parte opposta del piede che staccas
o”, la sola differenza si è che si gira dalla parte opposta del piede che staccasi prima in aria. [7] Que’ raddoppiati dett
i “Doublé” sono l’istessi, fattine più di uno; con questa differenza, che essendo raddoppiati, avanti o addietro, si cambia
i o addietro, si cambia piede, perché si principia il secondo dal piè che nel primo ha finito in aria: se sono da fianco, s
si prendono tutti con l’istesso piè, poiché il primo termina con quel che comincia. Tante fiate in questo da lato se ne rad
rilevato”, con le stesse diversità, non altro vi si aggiunge al primo che un movimento nel principio piegato, ed è che comi
vi si aggiunge al primo che un movimento nel principio piegato, ed è che cominciasi con piegar le ginocchia, e nel distend
di sopra si è spiegato. [10] Cresce del primo movimento piegato, così che ne contiene quattro.
29 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXV. Del Passo Scacciato, Pas Chassé »
[1] Il passo “Scacciato”, ovvero “Chassé” prende il nome dall’azione che fassi adoprandolo; imperciocché un de’ piedi, per
brio, quindi si piegano le ginocchia, e nel distendendersi, col piede che trovasi addietro si percuote il piè che sta avant
nel distendendersi, col piede che trovasi addietro si percuote il piè che sta avanti e lo caccia alla quarta posizione inna
facendo poi un altro passo naturale alla quarta avanti con quel piede che l’altro percosse, sarà fatto. [3] In quell’“addie
e che l’altro percosse, sarà fatto. [3] In quell’“addietro”, il piede che sta in quarta posizione avanti, dopo la piegata e
percuoterà l’altro cacciandolo alla quarta addietro, e con quel piede che discaccia si fa altro passo indietro finiente in
co il destro piede, cacciandolo in seconda, e si termina col sinistro che portasi in quarta sopra. [5] Per farlo “girando”
scacciato va in seconda ed il corpo gira subito, e si finisce col piè che scacciò, portandosi sopra l’altro. La quantità de
l “disfatto in giro” va fatto al contrario di quel spiegato di sopra, che siccome il girando alla destra si fa discacciando
[10] Nell’“aperto indietro”, dopo di aversi piegato e disteso, il piè che trovasi avanti percuote quello che sta addietro,
i aversi piegato e disteso, il piè che trovasi avanti percuote quello che sta addietro, cacciandolo in quarta sotto, indi q
e quello che sta addietro, cacciandolo in quarta sotto, indi quel piè che scaccia va in seconda, lo scacciato in quarta ava
uto [12] In questo terzo Paragrafo parleremo del “Chassé battuto”, che fassi “fiancheggiato” e fassi “battuto sul collo
va sotto in quinta, il sinistro in seconda, e si termina col dritto, che va in quarta avanti. [14] Quel “battuto sul collo
batterà la polpa del dritto e tornerà di nuovo in quarta. Nel battere che farà il sinistro al destro, non lo scaccerà, né g
detto, in quarta. [15] Il “battuto disfatto” altra differenza non ha, che il piede di dietro batte quel d’innanzi, cui riba
e girando, il quale si accresce del moto circolare dal lato del piede che batte, cui dopo la battuta torna all’istessa posi
ene l’altri del Semplice. § 4. A quattro passi [18] Ogni Chassé che di sopra abbiamo spiegato si puol fare pure a qua
30 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LVIII. Dell’Attitudine »
o essere un accompagnamento di braccia, di piedi, di testa, di occhi; che deve esprimere in qual stato di passione si trova
va la persona. [2] Vuole Monsieur de Noverre nella sua lettera quinta che se il ballerino non saprà di disegno, non saprà m
privo sarà di unitezza e di armonia. [3] Siccome li Maestri di ballo che non sanno la Musica sapranno mal disporre e compa
mincia a piegar le ginocchia, e distendendo si rileva solo quel piede che resta in terra, sul quale si sosterrà tutto il co
a mezzo cerchio con la palma della mano riguardante al petto, la vita che sia voltata per linea obbliqua dalla parte oppost
a che sia voltata per linea obbliqua dalla parte opposta a quel piede che sta in aria, con la testa rivolta alla parte corr
a, con la testa rivolta alla parte corrispondente, ove pur gli occhi, che saranno parlanti ed esprimenti lo stato del Balla
l’anzidetto. [7] Quella “indietro” non è di altro differente, se non che , invece di sollevarsi il piede in aria avanti, si
co: cosicché l’Attitudini, o siano innanzi, o addietro, differiscono, che il piede si porterà sollevato innanzi, essendo av
contrario farà l’atteggio; quell’addietro si distingue dal solo piede che si alza addietro, ed il braccio del suo stesso la
secondo chiamerà l’azione. [9] “In giro” niente più vi si aggiungerà, che un solo quarto di giro. [10] Quelle “sforzate” av
na furia l’Attitudine avanti avrà alzato il braccio istesso del piede che sta in aria, ed alto fuor di misura con le dita i
oprio recare una rigidezza alle membra tutte del corpo, con gli occhi che scintillano, i denti che digrignano come cani Mas
a alle membra tutte del corpo, con gli occhi che scintillano, i denti che digrignano come cani Mastini, e tutto ciò che puo
he scintillano, i denti che digrignano come cani Mastini, e tutto ciò che puol caratterizzare la loro essenza avvelenata, l
a soltanto una veloce destrezza nel gesteggiare. [11] Avvertasi bene, che la loro scompostezza e disordinazione non fa che
[11] Avvertasi bene, che la loro scompostezza e disordinazione non fa che non meriti tutta l’attenzione: anzi vi bisogna pi
poiché ne’ loro balli l’arie sono marcate e furiose: e di qua avviene che rari e rare sono que’ Ballanti che riescon in tal
arcate e furiose: e di qua avviene che rari e rare sono que’ Ballanti che riescon in tal carattere. [12] Ballansi questi in
ontrastare dal suo carattere, torlo dal suo sistema e metterlo in uno che vi sta, per così dire, a piggione. [14] Ecco il v
atta alle furie, sempre quello eseguisce, oppure un simbolo di vento, che va similmente ballato. Quelli di questo carattere
31 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXI. Del Movimento delle Braccia »
ento delle Braccia [1] Dettosi distesamente, e con quella chiarezza che m’è stata possibile, di tutti i passi del ballo n
che m’è stata possibile, di tutti i passi del ballo nobile, l’ordine che infin dal principio di questo trattato prendemmo,
arte del ballo men necessaria dell’altre. E perciò convenevole cosa è che , adoperatosi sopra di quella ogni studio, se ne d
ciascun lato non del tutto serrando le dita, né del tutto aprendole, che invero cosa non molto leggiadra sarebbe: ma sì ne
iti portando ciascheduna mano davanti alla presenza del corpo in modo che il concavo d’esse si trovi dirimpetto al mezzo d’
’ognuna delle tasche della giubba in distanza di cinque o sei dita: e che le braccia per lo piegamento de’ lor gomiti facci
detta misura, e di passaggio, o legamento a’ movimenti delle braccia che sieguono appresso. [4] Il movimento delle braccia
d appresso alzandosi un braccio, si porti innanzi nel medesimo tempo, che l’altro abbassandosi si dee aprire sul lato. Se s
al mezzo del ventre in distanza di quattro o di cinque dita, in modo che tutto il suo concavo sia rivolto verso la terra,
e si faccia di giù in su un soave giro di polso. E nel medesimo tempo che il braccio sinistro comincerà il suo movimento, i
si faccia soavemente un giro di polso per innanzi nel medesimo tempo che la man sinistra lo fa, come è detto, di giù in su
ù in su. E quivi termina il movimento delle braccia d’opposizione. Or che si trovano le braccia in un altro sito dal primo
l medesimo movimento, converrebbe col braccio destro far tutto quello che finora col sinistro s’è adoperato, e col sinistro
ll’incontro, se si cominciano partendo col piè sinistro, è di bisogno che vada innanzi in sul braccio dritto, e che per lo
piè sinistro, è di bisogno che vada innanzi in sul braccio dritto, e che per lo sinistro si faccia il contrario. E perciò
parimente due movimenti: il primo de’ quali viene adoperato nel tempo che un braccio, dal suo primo sito, giugne verso al m
he un braccio, dal suo primo sito, giugne verso al mezzo del ventre e che l’altro s’allontana dal suo lato; ed il secondo m
mento dell’intera sua misura, e di legamento ai movimenti di braccia, che sieguono appresso. [5] Ed ultimamente si vuole av
braccia, che sieguono appresso. [5] Ed ultimamente si vuole avvertire che la medesima misura di tempo la qual regola i movi
32 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo I. Dell’Utilità della Danza »
me altri credono, è l’oggetto di questa piacevole Facultà; ma l’utile che si ricava da essa è più del dolce; a segno che, o
le Facultà; ma l’utile che si ricava da essa è più del dolce; a segno che , oso dire, rendesi in un Cavaliere necessaria ed
istinguer con il saluto e con le riverenze le persone, son cose tutte che si apprendono dalla Danza. Né questo solo, ella d
nza. Né questo solo, ella dà pure alle membra una bella disposizione, che accresce aria ed un bel portamento al nostro corp
accresce aria ed un bel portamento al nostro corpo. Non pretendo dire che questa disposizione, qual dalla Danza vien data a
nuova simmetria: ma solo rende più disposta e ben messa quell’istessa che dalla natura ebbe il corpo umano. Vediamo noi per
tessa che dalla natura ebbe il corpo umano. Vediamo noi per ordinario che gli uomini tengono le loro membra in una positura
che gli uomini tengono le loro membra in una positura così negletta, che in essi non giungonsi ad osservare e distinguere
i ad osservare e distinguere tutte quelle belle disposizioni e misure che sono dalla natura distribuite al nostro meccanism
delle volte una buona artifiziosa disposizione cela alcuni difettuzzi che in certi corpi sono apposti, o per loro natura o
33 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo III. Dell’Equilibrio del Corpo »
come è detto, appartengono al ballo nobile, l’ordine impreso richiede che dell’equilibrio del corpo si faccia nel presente
e luogo parola; per quindi procedere innanzi a’ movimenti ed a’ passi che dee fare. [2] L’equilibrio rispetto al ballo cons
ioso, ben disposto e niente forzato oltra la sua naturalezza, in modo che tutto il suo peso s’appoggi sopra le piante, ovve
le piante, ovvero sopra le punte de’ piedi, in quelle diverse maniere che or ora farem vedere. [3] Si può il corpo equilibr
o si può equilibrare tutto il corpo sopra la pianta d’un piede, senza che l’altro tocchi affatto la terra. E nel sesto ed u
corpo si vada trovando, or su questo or su quell’altro equilibrio: il che sarebbe un voler andare all’infinito, ed un voler
arebbe un voler andare all’infinito, ed un voler più tosto filosofare che ballare. Anzi io porto fermissima opinione che, s
r più tosto filosofare che ballare. Anzi io porto fermissima opinione che , se colui che balla volesse andare disaminando gl
losofare che ballare. Anzi io porto fermissima opinione che, se colui che balla volesse andare disaminando gli equilibri di
nando gli equilibri di ciascun passo, ponendo mente al peso del corpo che or si trova sulle piante, ed or sulle punte de’ p
rmare un solo passo. Ma sì solamente bisogna, per sapere, equilibrato che sarà il corpo in uno de’ detti modi, da qual pied
iano finire, per trovarsi il corpo in istato da poter formare i passi che sieguono appresso. Sopra di che dar si possono du
po in istato da poter formare i passi che sieguono appresso. Sopra di che dar si possono due regole generali. [5] La prima
o. Sopra di che dar si possono due regole generali. [5] La prima si è che , equilibrato il corpo ne i due primi modi, cioè s
ferentemente i passi coll’uno o coll’altro piè cominciare. La seconda che , equilibrato il corpo negli altri quattro modi, c
34 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XL. Del Passo Unito, o sia de Assemblé »
no in sua vece un’Assemblé. [2] Presso i Francesi è più in costumanza che presso di noi Italiani, perchè quelli non si cura
terreno. Alcune delle nostre Donne vogliono essere più tosto Francesi che Italiane: esse per risparmiar fatiga fan più vole
lle Donne a’ quali troppo cale l’altrui non men della propria gloria, che queste impegnano dal principio fino al fine tutto
iam da parte queste invettive e torniamo alla composizione del passo, che puol farsi avanti, indietro, da lato, girando fat
ticità del ginocchio, ma più a quella del collo del piede, in maniera che possasi fare un salticello sollevato appena da te
in quinta; nell’altre due maniere quando vi si dovrà legare un passo che in una di esse principia. [6] In quella “indietro
dosi come sopra si è detto, nel cader poi giù, v’è la sola differenza che si acquista terreno indietro, e che il destro cad
r poi giù, v’è la sola differenza che si acquista terreno indietro, e che il destro cade indietro in una delle tre suddette
una delle tre suddette posizioni, come chiamerà il susseguente passo che legarvisi dovrà. [7] La “fiancheggiata” comincia
ade prendendo terreno da lato, ed in una delle tre divisate positure, che neppure in questa di fianco si cade in seconda. [
si cade in seconda. [8] “Girando” è l’istessa, aggiungendosi il giro che si fa nel cadere in quella quantità che richiedes
stessa, aggiungendosi il giro che si fa nel cadere in quella quantità che richiedesi, e per esser “fatta” si gira dalla par
à che richiedesi, e per esser “fatta” si gira dalla parte di quel piè che si solleva in quarta in aria; per esser “disfatta
ia; per esser “disfatta”, al contrario, si gira dalla parte del piede che sta a terra. [9] Quella “sotto al corpo” fa pure
sto passo, il primo è il piegato, il secondo è il rialzato col salto, che la cascata non si giudica per movimento different
35 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XI. Del Passo Staccato, detto Dégagé »
, benché non abbia figurazione alcuna, per esser un semplice staccare che fassi un piede dall’altro nella legazione de’ pas
dalla situazione retta, ove ritrovasi con l’antecedente contratempo; che se si volesse prendere dalla stessa situazione no
é si otterrà tutto. Serve anche per prevenzione a qualche “capriola”, che in tal caso si fa con impeto e forza. [2] Oltre d
ario, la di lui battuta piglia sopra, ed il passo, o salto o capriola che fosse, si prende nella caduta della battuta: come
osse, si prende nella caduta della battuta: come riempirsi il sospiro che va preso in aria? Se non si adopera il Dégagé, do
ù difficile assai riesce questo star fermo per entrar poi in battuta, che usandosi il Dégagé per riempimento. Un cieco che
trar poi in battuta, che usandosi il Dégagé per riempimento. Un cieco che camina con la scorta non è così soggetto ad incia
ma per una o poche volte, e questo è riserbato a que’ tali Ballerini che sanno il mestiere: né solo si ponno usare quest’e
il ballar di contratempo. [4] L’“intercadenza” sono quelle tali mosse che fansi con finire un passo fuor di battuta, ed il
attuta susseguente, e non perché l’entrata sia fuor di tempo, per ciò che non balla in cadenza. Ecco come si suole adoprare
intercadenza, si lega un passo sull’entrata dell’altra battuta, basta che niente abbia di dilezione, e che vadi uno ligato
ll’entrata dell’altra battuta, basta che niente abbia di dilezione, e che vadi uno ligato all’altro; questo avviene spesso,
ll’altro; questo avviene spesso, e per lo più accade a quei Ballerini che sono dell’arte periti: perché componere apposta i
vimento si considera in questo passo, ed è l’andante. Da queste cose, che sembrano di lieve momento, si conosce chi sa l’ar
36 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLVIII. De’ Tempi di Coscia, de Temps de Cuisse »
oscia, di gamba accompagnato al battimento del piede. Alcuni vogliono che dopo la prima piegata si deve battere col piè e g
ta si deve battere col piè e ginocchio disteso, assignando di ragione che in questa guisa riesce più brillante. Altri prete
a guisa riesce più brillante. Altri pretendono, e con più di ragione, che facendosi col ginocchio piegato abbia altro merit
utti due i ginocchi. Si giuoca in tutto il tempo del passo, la coscia che accompagna il movimento della gamba: la battuta i
la coscia che accompagna il movimento della gamba: la battuta istessa che darassi darà risalto alla gamba, che la rimanda i
della gamba: la battuta istessa che darassi darà risalto alla gamba, che la rimanda in seconda altra volta, ma un poco più
iede destro; col sinistro, appena battuto, si fa un lieve salticello, che prende terreno avanti. [3] “Addietro” non altra d
che prende terreno avanti. [3] “Addietro” non altra differenza v’ha, che la battuta si fa addietro, cioè con la fronte di
, il di cui piede col salticello prende terreno indietro, ed il piede che ha battuto va pure alla seconda in aria. [4] “In
fatti alla dritta o alla sinistra, hanno sempre gli medemi movimenti che abbiamo fino adesso spiegato, si aggiunge il solo
movimenti che abbiamo fino adesso spiegato, si aggiunge il solo giro, che si fa nel salto e non puol essere più di un quart
, si fanno tutti con l’istesso piede, ed invece di finirsi, col piede che batte, in seconda in aria, si porta glissando all
37 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Minuetto — Capitolo III. Del Movimento delle braccia del Minuetto »
Del Movimento delle braccia del Minuetto [1] In quella stessa guisa che da tempo in tempo s’andaron mutando i movimenti d
esto movimento in tre tempi: nel primo de’ quali si bassavano in modo che le mani giugnessero fino alla parte delle tasche
o si dava fine. [4] La terza maniera di muover le braccia si è quella che oggidì s’usa, la quale è parimente a tre tempi, e
cia si è quella che oggidì s’usa, la quale è parimente a tre tempi, e che invero è di gran lunga più nobile e graziosa dell
e graziosa delle altre due di sopra descritte, e si adopera nel modo che siegue: si distendano in prima liberamente e senz
mezzo di questi modi, rivolte verso la giubba. Nello stesso tempo poi che si piegano i ginocchi per incominciare il passo d
ue tasche: e questo si faccia nel primo tempo. Nel medesimo tempo poi che il piè diritto rialza il Mezzo tronco, si voglion
vogliono, piegando insensibilmente i gomiti, alzar le braccia in modo che ciascuna mano si venga due sole dita ad allontana
anare dalla giubba: e ciò si faccia nel secondo tempo. E nello spazio che si fanno i tre altri passi, i quali compiono il p
i trova a punto sul principio del secondo tempo. Avvertasi finalmente che questi tre movimenti in tre tempi fatti, si deono
ro: e la lor bellezza consiste nel sapergli legare assieme in maniera che facendogli l’uno all’altro succedere, riempiano u
38 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXVII. Del Passo Cadente [Tombé] »
iè sinistro vada cadendo giù colla gamba distesa, e finalmente caduto che sarà dietro al piè dritto sulla quinta positura,
i è d’un tempo, la cui battuta si trova sul movimento piegato del piè che cade giù. E quantunque a prima vista sembri che,
mento piegato del piè che cade giù. E quantunque a prima vista sembri che , compiendosi il tempo di questo passo sul movimen
ri che, compiendosi il tempo di questo passo sul movimento piegato, e che dovendosi al Mezzo gittato attribuire un tempo, l
adoperarsi nello spazio di due tempi; pur nondimeno, se si considera che il movimento piegato è comune alla cascata di que
i, perché già si trova consumato il primo movimento, altro non rimane che il rialzato; si comprenderà molto bene che questo
ovimento, altro non rimane che il rialzato; si comprenderà molto bene che questo passo debba contenere un solo tempo, la cu
empo, la cui battuta, come è detto, si trova sul piegato movimento, e che il secondo movimento, cioè il rialzato del Mezzo
ervire di riempimento della detta misura, e di legamento o passaggio, che dir vogliamo, a’ passi che sieguono appresso.
detta misura, e di legamento o passaggio, che dir vogliamo, a’ passi che sieguono appresso.
39 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXVII. Del Ballonné »
é. Di esso si servono per ordinario i ballanti seri ne’ maggior gravi che potran mai danzare; perche, fatto con dolcezza e
ran mai danzare; perche, fatto con dolcezza e dandogli quel molleggio che si ricerca, accresce di maestà e di gravità la da
facendolo però con destrezza ed aggiungendovi il giuoco del braccio, che dalla posizione contraria dona un bel vedere. Il
l farsi avanti, indietro, da lato e girando sono le sue diversità, ma che poco differiscon tra loro. Questo passo ha molto
a egualmente, e nel rialzare si fa un salticello sul collo del piede, che importa levare il solo calcagno da terra, sebbene
e levandosi affatto tutto non sarebbe errore, indi si distacca il piè che stava avanti alla quarta in aria avanti, e così s
ro piede, si piega con un dolce molleggio il solo ginocchio del piede che sta in aria, e tornandolo a portare alla quarta i
è addietro torna a portarsi indietro. [3] “In giro” non altro diremo che nel saltare si gira la vita nella quantità che si
giro” non altro diremo che nel saltare si gira la vita nella quantità che si esigge, e nel resto poi è simile a quello avan
pure ne’ tempi di Ciaccona. [4] Questo passo non puole occupare altro che il tempo di una battuta. [5] I suoi movimenti son
40 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo VIII. De’ Passi »
Tutto il fino adesso spiegato serve per la ben formazione de’ passi, che sono l’anima di questa bell’arte; e come scopo pr
ogna dell’attenzione. Io procurerò spiegarmi con la maggior chiarezza che mi sia possibile, ancorché l’impresa sia un poco
assosa, ove nessuno ha posto prima piede, eccettone il signor Dufort, che ha parlato solamente de’ “passi nobili”: ma tropp
aroso da Sermoneta; egli è così ben lontano dal nostro recente stile, che di altro par che sappia fuorché di ballo: sebben
a; egli è così ben lontano dal nostro recente stile, che di altro par che sappia fuorché di ballo: sebben crediamo avere av
i principiare un passo se non da una delle posizioni esposte, e senza che il corpo non fosse posto in uno de’ divisati equi
orografia; farò larga la spiega, senza metter agli occhi tante cifre, che recheran confusione anzi che no: né que’ segni so
ga, senza metter agli occhi tante cifre, che recheran confusione anzi che no: né que’ segni sono bastanti ad indicare tutti
nzi che no: né que’ segni sono bastanti ad indicare tutti i movimenti che fansi in un passo: ma solo vagliano da qual posit
41 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XX. Della Pistoletta a terra »
Pistoletta a terra [1] La “Pistoletta” è un passo assai brillante, che si adopra da ogni sorte di Ballerino ed in tutti
olpa l’altro piede, avanzando terreno avanti con un lieve salticello, che appena si alzerà da terra, fatto dal sinistro, e
o si porta avanti in quinta. [2] Per essere “addietro” si cava il piè che sta avanti, con cui si batte l’altro avanti, che
etro” si cava il piè che sta avanti, con cui si batte l’altro avanti, che piglierà terreno addietro, ed il piede che nel co
i si batte l’altro avanti, che piglierà terreno addietro, ed il piede che nel cominciarla stava avanti si porta alla quinta
e uno addietro, così cambiando piede come tutti con un piede; quello che resta ad avvertire si è che il terreno si piglia
ndo piede come tutti con un piede; quello che resta ad avvertire si è che il terreno si piglia da quel lato del piede che è
sta ad avvertire si è che il terreno si piglia da quel lato del piede che è battuto. [4] In “giro” si aggiunge il moto circ
“giro” si aggiunge il moto circolare, e si gira da quel lato del piè che batte, e queste sono le pistolette a terra; vi so
42 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo III. Delle qualità del Ballerino »
eatro, sia bastante l’apprender la sola Danza. Molti sono i requisiti che in esso si ricercano. Non dico prima di saper ben
olo per mio costante sentimento e del celebre Monsieur de Noverre, ma che abbia pure la cognizione di varie scienzek. Il Ca
li, valente Critico dell’ Opera in Musica , di ciò dà bastante saggio che , sebbene non sia egli un Danzatore, ma su di ciò
che, sebbene non sia egli un Danzatore, ma su di ciò pensa così bene che piacemi, e sia lecito il rapportarlo. «Il Balleri
re iniziato in più discipline». Luciano nel Dialogo sulla Danza vuole che un Ballerino abbia l’intelligenza della Poesia, d
dell’ “azione”, del “carattere” e del “tempo”: niente meno di quelle che osservano i veri ed illustri poeti di Tragedie, D
lle figure. Di Musica per adattar bene il tempo e le battute a passi, che sia esprimente la rappresentanza, alternare il pa
tue, de’ Quadri così parlanti, ch’esprimono al vivo la loro passione, che mostrano negli occhi, nella positura da quale aff
porli in esecuzione quando esprimer deve quella tal quale passione, e che abbia in secreto di appagare i nostri sensi e di
n pretender troppo. Sembra a me troppo la presunzione di un Ballerino che niente sappia di queste necessarie cognizioni per
i menzionare ricerca il rapportato Noverre, nella sua Lettera Quinta, che abbia il Ballerino lo studio dell’Anatomia, per d
lmente di que’ Africani, Asiatici ed Americani a noi non cogniti, con che si possa ben porre in scena ed esprimere il carat
puol riuscire un ottimo ballerino. [4] E pur questo è poco. Son cose che un uomo di buona mente, e che abbia la possibilit
rino. [4] E pur questo è poco. Son cose che un uomo di buona mente, e che abbia la possibilità di poter coltivarsi in quest
lità di poter coltivarsi in questi studi, potrà acquistarne. Bisogna, che la Natura l’abbia ben formato di membri, e second
, né magra; ma di una giustata proporzione, avvenente, e ben formata, che sia forte e snello ciascun de’ suoi membri. k.
43 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo X. Della Pirola [Pirouette] »
X. Della Pirola [Pirouette] [1] Dicemmo nel capitolo de’ movimenti, che il movimento circolare far si possa in due differ
ltri passi. [2] Il movimento circolare, nell’una e nell’altra maniera che far si voglia, si partisce in due mezzi giri: in
l giro si renderebbero impercettibili; però nel ballo altre divisioni che le qui indicate non hanno luogo. [3] Or ciò posto
che le qui indicate non hanno luogo. [3] Or ciò posto, convien sapere che si può la Pirola in due modi, cioè girando per la
gato girando ed il rialzato dopo l’aver piegato. Ed in qualunque modo che far si voglia, cioè di mezzo quarto, d’un quarto
de un modo dall’altro nella maggiore o minore velocità differisce, sì che la Pirola di mezzo giro dee farsi due volte più v
n questo modo: si pieghino i ginocchi e si porti il piede dalla banda che si dee girare, ed appoggiatolo a terra si rialzin
ra si rialzino i ginocchi, e si termini sulle punte de’ piedi il giro che si ha a fare. Contiene anche due movimenti, il pr
ali si è il piegato, con cui unitamente si porta il piede dalla banda che si dee girare, ed il secondo si è il rialzato, co
la gravità o serietà del corpo nel ballo nobile. Ed in qualunque modo che far si voglia, non val più che un tempo, la cui b
nel ballo nobile. Ed in qualunque modo che far si voglia, non val più che un tempo, la cui battuta si trova sul secondo mov
quarti da quella di mezzo giro non differisce, fuor solamente in ciò che la prima si fa una volta e mezza più veloce della
comprese. Avvertasi dunque bene in tutte le maniere di far le Pirole, che altra cosa è la velocità con cui girar si deono i
irole or dee essere maggiore, or minore, secondo quelle parti di giro che s’hanno a fare per andar bene a tempo.
44 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — [Conclusioni] »
medesimo si fa in variata maniera e si adatta alla qualità del tempo, che se ad ogni tempo si dovrebbe ligare passo differe
si possonsi ligare insieme tra loro o con dell’altri, la ragione si è che i salti in grande han bisogno di prevenirsi, e sp
di prevenirsi, e specialmente volendosi fare fuor di misura. Oltre di che , unendoli, la lena non reggerebbe alla veemenza d
i, la lena non reggerebbe alla veemenza di sì detti salti e Capriole, che per ben farle la gamba deve stare riposata e non
ta e non snervata, altrimenti la macchina aggitarebbesi in guisa tale che invece di appagare, stuccarebbe lo Spettatore. Un
sso sulla punta di quel piede sopra di cui cade. Inoltre il ballerino che voglia saltare non deve travagliar di gamba, non
oni, e stanchi poi non avran vigore all’elevarsi; onde fa di mestieri che il carattere deve essere o del tutto saltato, ovv
e, né il Grottesco, per l’Eroico, il Comico ed il Bernesco carattere, che per ordinario entrano ne’ balli. [3] Non solo il
utori. [4] Io ho veduto gire a terra in molte Parti que’ stessi balli che con la stessa Musica ed il Vestiario medesimo, ha
entire, ed in un grande non avrà più quell’aspro. Quell’aria di ballo che avrà piacciuta in un Teatro grande, andando in un
r non esser forniti di questi principi: lo stesso accade a’ Cantanti, che in un Teatro un’aria ha scosso l’Applauso univers
tico alla frase, alla maniera di porgerlo, resterà senza il vantaggio che potrà da lui conseguirne. Oh! volesse il Cielo, c
enza il vantaggio che potrà da lui conseguirne. Oh! volesse il Cielo, che Io tornar potessi negli anni freschi, ma con lo s
Io tornar potessi negli anni freschi, ma con lo stesso discernimento che per la Dio grazia tengo al presente, vorrei diven
45 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo I. Del Ballo, e delle parti che lo compongono »
Capitolo I. Del Ballo, e delle parti che lo compongono [1] Il Ballo è un’arte di muovere
, ed ultimamente saper tutte queste cose adoperare, sulle figure: nel che consiste il compimento dell’opera. [3] E per ordi
ssono nella danza aver luogo. Secondariamente diremo dell’equilibrio, che dee tenere il corpo nel ballo: e faremo conoscere
o, dimosterremo come bisogni muoverlo: e additeremo tutti i movimenti che mai si possono ballando fare ed il sommo utile ch
tutti i movimenti che mai si possono ballando fare ed il sommo utile che dalla lor notizia si può trarre. Innanzi poi di p
edranno in iscritto, ma eziandio nelle figure, dalle quali i capitoli che di tutto ciò trattano vanno accompagnati ed adorn
cessaria. E nel settimo luogo diremo della figura, ovvero del cammino che far dee colui che balla, su del quale voglionsi p
ttimo luogo diremo della figura, ovvero del cammino che far dee colui che balla, su del quale voglionsi porre in atto tutte
lui che balla, su del quale voglionsi porre in atto tutte quelle cose che si saranno, ne’ capitoli precedenti a quello dell
to ordine alla particolare dimostrazione delle qui sopra recate parti che la compongono.
46 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Minuetto — Capitolo IV. Della Cadenza del Minuetto »
ella Cadenza del Minuetto”, ch’io, resomi dimentico affatto di quello che si è detto di sopra nel capitolo della Cadenza, s
ntemente confermo, e sono sempre per confermare: ma sì solamente dico che l’aria del Minuetto, la qual è di tempo ternario,
del Minuetto, la qual è di tempo ternario, dee essere, per le ragioni che seguiranno, diversamente dall’altre arie, battuta
composti, per esser bene e con tutta l’esattezza ballato è di bisogno che ambedue le misure che esso contiene non siano bat
ne e con tutta l’esattezza ballato è di bisogno che ambedue le misure che esso contiene non siano battute, perciocché agevo
attute, perciocché agevolmente confonder potrebbono la mente di colui che balla: ma sì conviene che se ne batta una sola e
ente confonder potrebbono la mente di colui che balla: ma sì conviene che se ne batta una sola e che l’altra rimanga in ari
a mente di colui che balla: ma sì conviene che se ne batta una sola e che l’altra rimanga in aria. Per la qual cagione avve
in aria. Per la qual cagione avvegnaché il tempo ternario, o tripola che dir vogliamo, del Minuetto, batter si potesse in
so, e la seconda sul quarto; pur nondimeno, per non confondere coloro che ballano, o fargli torre in iscambio una per un’al
47 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo IX. Passo naturale o Semplice, Simple ou naturel »
ma schietto e semplice quanto la natura insegna ad ognuno. Quei passi che si fanno nel caminare, questi sono i passi “natur
principio a questo passo, ed ognuna puol servir di fine. Il movimento che lo compone è l’andante caminato. Non mi distendo
a, ed in sue diversità di dietro, di fianco, di giro, perché son cose che la natura stessa insegna a tutti, ed ognuno credo
perché son cose che la natura stessa insegna a tutti, ed ognuno credo che sappia caminare. La distanza che si prenderà da p
ssa insegna a tutti, ed ognuno credo che sappia caminare. La distanza che si prenderà da piede a piede non è determinata, l
attato; né troppo in accorcio il grande, né troppo grande il piccolo, che l’uno e l’altro sarebbe difettoso. § 2. Per be
sarebbe difettoso. § 2. Per ben caminare [2] Vi sono moltissimi che caminano in una maniera biasimevole, e siccome la
ssono voltare al fuori, ma non troppo caricati; e per torsi i difetti che hanno, o per essersi viziati da fanciulli o per a
48 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XVIII. Del Fioretto [Fleuret] »
euret] [1] Il passo detto Fioretto è sì necessario nel ballo nobile che non si può comporre alcuna danza senza di esso, o
verrebbe incominciare col piè sinistro. Ed ultimamente è da avvertire che , se nel luogo del secondo passo Naturale sostitui
per vaghezza. [4] Il Fioretto in Iscacciato si fa in assai meno modi che il precedente, e se gli può veramente dar questo
quando si va solamente innanzi o addietro; perciocché, così nell’uno che nell’altro modo adoperato, un piede va a percuote
vero volendolo fare innanzi: poiché si sarà rialzato il primo passo, che s’era camminando piegato, il piede che adopera il
sarà rialzato il primo passo, che s’era camminando piegato, il piede che adopera il secondo passo va ad urtare colla noce
camminato addietro il primo passo, e dopoché si sarà rialzato, il piè che si trova innanzi faccia il suo passo Naturale e v
suo passo Naturale e vada a percuotere col tallone nella noce del piè che si trova addietro, e gli faccia fare il terzo pas
noce del piè che si trova addietro, e gli faccia fare il terzo passo, che viene ad essere il secondo Naturale. Ed il Fioret
sopra amenduni i piedi, si vogliono piegare i ginocchi più soavemente che negli altri Fioretti, e nel tempo che si rialzano
egare i ginocchi più soavemente che negli altri Fioretti, e nel tempo che si rialzano, è di bisogno far passare il piè manc
il piè manco per dietro al dritto nella terza positura; e nel momento che il piè manco tocca la terra, senza alcuno indugio
alla seconda positura, ed appresso fare il Fioretto in quella maniera che si vorrebbe. Ed in questo caso il Fioretto sarebb
5] Il Fioretto in Gittato è assai più laudevole, grazioso e ben fatto che non è il precedente. È composto d’un Mezzo gittat
49 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLII. Dell’Emboité »
Capitolo XLII. Dell’Emboité [1] L’Emboité è un passo che puol cominciarsi da tutte le posizioni, ma come a
dietro al sinistro e si piegano tutti e due li ginocchi, indi il piè che sta indietro segnerà un mezzo cerchio e si gitter
ssa di questo piede deve essere così immediata alla posata di quello, che si spicca un salticello, e da questo il dritto pa
egnando il mezzo cerchio, in quarta addietro gittandolo, ed il manco, che resta avanti, subito va indietro in quarta ancora
[4] Quell’“in fianco” si fa similmente; soltanto differisce nel fine, che termina in seconda col piede con cui principiollo
reno nel cader del salticello. [5] “In giro” non altro vi si aggiunge che la quantità del giro, il quale non dovrebbe esser
e in seconda. Per esser “fatto” si gira dalla parte istessa del piede che a muoversi sarà il primo; e per esser “disfatto”
rsi sarà il primo; e per esser “disfatto” si gira all’opposto del piè che primo si muove. [6] Il “raddoppiato” non è altro,
opposto del piè che primo si muove. [6] Il “raddoppiato” non è altro, che di ogni Emboité di sopra riferito se ne possono f
bravo Monsieur Carlo Lepicq. Egli il fa con tanta maestria e vivacità che sembra uno intreccio in aria, una capriola brilla
50 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXV. Del Passo Grave, ou Courante »
ia dalla stessa quarta positura, e nel piegare e distendere, il piede che sta con la punta a terra si porta addietro, e l’a
stro in quarta sotto o sopra, secondo chiamerà la necessità del passo che vi si deve legare, come per esempio dovendone acc
grave da lato. [5] Nel passo grave “in giro” non altro vi si aggiunge che il solo giro del corpo, e questo non deve essere
Abbiamo il passo Grave “a piè fermo”, il quale in verità non è altro che un piegare e rilevare. Posto che si sarà in quart
rmo”, il quale in verità non è altro che un piegare e rilevare. Posto che si sarà in quarta o in seconda, piegate le ginocc
nda, piegate le ginocchia con tutta la posatezza, nel rilevare il piè che sta innanzi si solleva da terra appoggiando la so
de’ quali dicesi “sotto al corpo”. Questo passo ha pur la differenza, che finisce con l’istesso piede con cui comincia. Si
istro. Si pieghi poi, e si rialzi, e glissando la punta dell’istesso, che appena tocchi la terra, si porti in seconda posiz
portato in aria si va distendendo a poco a poco il ginocchio fintanto che arriva alla seconda in aria, da dove si va portan
disteso com’è, alla quarta stessamente in aria. Questo è un movimento che si fa tutto dall’articolazione dell’Anca, e da’ F
cipia come il solito con la piegata, e portandosi in seconda il piede che sta addietro, rilevando nel tempo stesso, si rito
ta perpendicolarmente, ed è questa la seconda piegata ed il movimento che di più si accresce, e quindi, tornandosi a rileva
51 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXIX. Della Glissata, de Glissade »
ta, de Glissade [1] Parleremo in questo Capitolo della “Glissata”, che puol farsi avanti, indietro, fiancheggiata, in gi
nsi i ginocchi, e distendendo il destro si porta alla quarta in aria, che posatolo appena in terra, col piè sinistro si gli
quel di sotto. [3] Quell’“addietro” vale l’istesso, a sola differenza che si stacca in quarta in aria addietro quel piè di
uarta in aria addietro quel piè di sotto, e quel di sopra glissa fino che arriva alla quinta sopra. [4] La “fiancheggiata”
d il manco, dopo di essersi quello abbassato, glissando va in quinta, che egualmente lo puote o sotto o sopra. [5] Per esse
esser “fatta in giro” fa bisogno girarsi su quel lato istesso del piè che prima si muove, il quale dalla posizione in aria,
rta, con dare altro moto di giro alla vita, e tutto il moto circolare che si fa nella glissata rigorosamente non puole esse
rare a sinistra si muove prima il destro e si porta sopra nella scesa che fa dalla posizione in aria, e siegue il resto di
52 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLIX. Del Fioretto, Fleuret »
questo Capitolo del “fioretto”, il quale è tanto necessario nel ballo che non v’ha quasi una Danza in cui egli non entra. S
iede destro addietro, e senza piegare si stacca alla seconda in aria, che senza ivi fermarsi, strisciando appena appena la
terra, si porta piegando in quarta un poco sforzata, ed il sinistro, che resta addietro, portisi alla terza dietro al dest
quarta avanti sarà finito. [3] Quell’“addietro” si comincia col piede che sta avanti, facendolo passare dalla seconda per p
vanti, si porta in terza sopra, e si rileva come prima, ed il destro, che si trova sotto, si porta alla quarta addietro con
econda posizione. [5] “In giro” poi se gli aggiunga il moto del giro, che fa il primo piede segnando un quarto di circolo,
sto in posizione, fattosi il primo passo innanzi, l’istessa piegatura che si fa nella fine del portamento del primo passo,
atura che si fa nella fine del portamento del primo passo, e il piede che trovasi indietro va ad urtare con la noce il tall
vanti, e così avrà termine. [8] Quell’“addietro” va cacciato, col piè che resta avanti, alla quarta addietro, dopo il primo
, col piè che resta avanti, alla quarta addietro, dopo il primo passo che negli altri si è adoprato. [9] Quello “in fianco”
qualche riguardo, si potrà confondere con mezzo Chassé fiancheggiato, che molto a quello si riferisce, ma però vi ha la sua
retto “saltato” si fa con un salticello a guisa di mezzo Contratempo, che si adopera prima di dare il cominciamento al fior
53 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Presentazione — Nota al testo »
Nota al testo Nell’avvertimento che apre il suo Trattato, Magri menziona le critiche
agri menziona le critiche acerbe del “riflessionista” Francesco Sgai, che aveva attaccato in particolare la lingua del dett
era giustificato senza difficoltà mettendo in chiara luce l’interesse che lo aveva animato: “non le parole”, ma “le cose”:
ta le ignorò bruttamente: imperciocché invece di scrivere una critica che dovea per sua natura esser dolce, benigna e urban
re, la trascrizione del testo di Magri è stata fatta seguendo criteri che permettono una nuova fruizione del testo con rice
o il lettore volesse ritornare al testo originale non dovrà far altro che consultare la pagina digitalizzata corrispondente
le modifiche. La maggior parte delle correzioni non hanno fatto altro che generalizzare l’uso moderno che spesso era già pr
elle correzioni non hanno fatto altro che generalizzare l’uso moderno che spesso era già presente altrove nel testo. Second
→ tuttavolta. Infine, sono stati rettificati piccoli errori di stampa che potevano rendere difficile la comprensione del te
→ risplendere. Per quanto riguarda la nomenclatura dei passi di danza che danno ai capitoli i titoli, Magri offre una doppi
bbia (come per esempio il pas de “Marcel”, maître de ballet francese, che Magri trascrive “Marseilles”, o l’emboité, che Ma
re de ballet francese, che Magri trascrive “Marseilles”, o l’emboité, che Magri trascrive come “Ambuetté”). Un certo numero
passi in francese sono trascritti con delle oscillazioni ortografiche che mostrano una certa negligenza dell’autore o dell’
me “Flinc flanc”, scritto ugualemente “Flinch flanc”; o “Tordichamb”, che si ritrova sotto la forma di “Tordichamp” ou “Tor
particolare è stata rettificata e modernizza l’ortografia dei termini che tentano chiaramente di rendere la pronuncia di un
ore potrà ritrovare l’ortografia originale dei capitoli nella tabella che segue. Passi descritti da Magri (in ordine
54 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXIII. Del Passo Cadente, Pas Tombé »
fine condurrassi l’altro piede in seconda vera, o in quella posizione che chiamerà il principio dell’altro passo che vi si
era, o in quella posizione che chiamerà il principio dell’altro passo che vi si deve legare, potendosi con questo ripigliar
ti. [3] Volendosi fare “addietro” non altra differenza vi si aggiunge che , ove in quello avanti, glissando il piede, si por
ddietro pur grande, con piegar stessamente; e nel rialzarsi, il piede che stava fisso a terra si porta in posizione come so
nde dall’istessa seconda, e perso l’equilibrio preso, cadesi, col piè che va strisciando, alla quinta forzata, passandolo p
ssandolo per la prima, con dare il pendìo della vita dal lato del piè che sta fisso in terra, e nel rilevarsi, dopo la soli
principio è l’istesso degli altri, la caduta differisce ed è questa, che fassi cadere il piede che sdrucciola alla quinta
li altri, la caduta differisce ed è questa, che fassi cadere il piede che sdrucciola alla quinta posizione forzata addietro
55 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo — [Dedica] »
e le belle arti della Danza e della Musica, egli è così commendabile, che vi rende l’applauso universale; nel mostrar che i
è così commendabile, che vi rende l’applauso universale; nel mostrar che impiegar volete l’ore, quali vi avanzano dalle se
Or io vedendo in voi questi lodevoli principi di nobile diversivo, e che Me scelto avete per Maestro di Ballo di una così
suna altra cosa si rende pubblica la confessione di una tenutezza più che in una Dedicatoria. Questa ho scelto io per pubbl
parte, di cose portate alla luce, e create dal nulla. Tutti i segni, che si scorgono, sono da me ideati; e posso aspirare,
avvenito a me in questo nuovo ritrovato; onde non sono fuor di dubbio che gl’insolenti Satiri, pieni di reo talento per ins
i fatighe, troveran materia di lacerare il nome mio, con tutto quello che il livore, e l’invidia potrà loro senza esatta ra
56 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XVI. Del Passo Mezzo Tronco, o sia Mezzo Coupé »
vanti, e purché non sia posato avanti a terra è sempre “mezzo Coupé”, che posato avanti val tutto, come in appresso diremo.
ncia dalla quarta, e dopo piegato portisi in quarta addietro il piede che sta avanti, e l’altro piede vada in seconda, come
piede vada in seconda, come quella di sopra spiegata. Vogliono alcuni che , sì in questo come in quello, l’ultimo movimento
ove sarà più facile, e massimamente se vi si deve legare altro passo, che in tal caso si finisce in quella posizione che po
ve legare altro passo, che in tal caso si finisce in quella posizione che possa servire di cominciamento all’altro passo da
tar con avvertenza e prender mira a caminar girando sulla linea retta che si trova da lato, che se non si va con questa acc
render mira a caminar girando sulla linea retta che si trova da lato, che se non si va con questa accortezza e prevenzione
to. Facciam la spiega del passo per averne più compiuta l’idea. Messo che si farà in prima, e piegate le ginocchia, si port
osto di quel spiegato di sopra, ove si gira da quella parte del piede che a moversi sarà il primo, e qui nel disfatto al co
gira dal lato opposto al piede cui fa il primo movimento: vale a dire che se si gira dal lato destro, il manco comincerà il
57 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXII. Del Passo Bilanciato, Pas Balancé »
, cresce di un movimento di vita pendente, tutto da quel lato del piè che sta a terra. Quando si raddoppia più d’uno di que
nti pendenti si fanno opposti, prima uno tutto da un lato su quel piè che sta a terra, poi l’altro dall’altro sul piè corri
rispondente. Da questo moto alterno prende il suo nome di bilanciato, che dona le oscillazioni come una bilancia. In tutte
, che dona le oscillazioni come una bilancia. In tutte quelle maniere che puol farsi il mezzo Coupé, al qual si abbia piena
ngendovi il pendìo della vita, come si è detto. E male intendono que’ che credono potersi fare solo fiancheggiato, come pur
uso simili specie di Danze; e non altro si vedono ne’ festini di Sala che Contraddanze, Minuetti, di rade volte un Taice ,
egnare l’uso de’ Balli composti, regolari, perché troppo vi vorrebbe, che un dilettante si esimesse da tai difetti. Ma perc
58 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXVII. Del Passo Sfuggito, Pas Echappé »
cadere nella stessa positura in qual principiossi: ma sotto quel piè che nel cominciar fu sopra. Più delle volte si è cost
iù delle volte si è costretto di terminarlo sopra con l’istesso piede che fu sopra nel cominciamento, e sotto con quel che
con l’istesso piede che fu sopra nel cominciamento, e sotto con quel che fu sotto, e talvolta dovendovisi legare altro pas
alvolta dovendovisi legare altro passo, si finisce in quella positura che servirà di principio al passo da ligarvi. [3] Per
: nel secondo salticello poi, con riunire i piedi, l’istessa quantità che fecesi nel primo. Di modo che se nel primo fu un
con riunire i piedi, l’istessa quantità che fecesi nel primo. Di modo che se nel primo fu un quarto, nel secondo pure un qu
. La seconda positura sforzata sempre avrà riguardo alla corporatura, che secondo la sua articolazione e muscolatura prende
59 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Minuetto — Capitolo II. Del Passo del Minuetto »
nte fu in uso il passo di Minuetto in francese detto à la Bohémienne, che in toscano sarebbe lo stesso che dire alla Zingar
o in francese detto à la Bohémienne, che in toscano sarebbe lo stesso che dire alla Zingaresca, perciocché questa parola fr
passi in disuso, venne nel terzo ed ultimo luogo il passo di Minuetto che oggidì s’usa, il quale senz’alcuna contraddizione
one è assai più bello e gentile degli altri due; e sono per affermare che difficilmente i posteri ne saran per trovare un a
itta, e nel terzo luogo ritornando sulla sinistra, convenevole cosa è che partitamente, di lor trattando, si faccia parola.
poco meno della quarta positura, il quale si dee sì leggermente fare, che quasi divenga impercettibile, perciocché quanto p
o ed il salto impercettibile, non gli rimane altro movimento visibile che l’andante, e per la medesima ragione non gli si d
ento visibile che l’andante, e per la medesima ragione non gli si dee che un solo movimento attribuire. [10] La più bella e
lla punta; e ripiegando incontanente, dopo l’ultimo de’ quattro passi che formano quello del Minuetto, il ginocchio dritto,
e del piè sinistro, ed appresso adoperare gli altri passi di Minuetto che far si convengono. Ma perciocché vi sono alcuni i
ciò son da avvertire i primi a rialzare leggerissimamente, ed in modo che i talloni non facciano alcun romore, ed i secondi
o, il quale ha obbligo spezialissimo di ammendare e coprire il meglio che si possa le mancanze della natura coll’arte, adat
tando agli Scolari que’ passi e quelle distanze di positure de’ piedi che le loro disposizioni o naturali costituzioni pati
60 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLVII. Del mezzo Contratempo, Demi-Contretemps »
iero, ho già favellato di tutto il “Mezzo”, poiché altro non è questi che il principio di quegli, terminando dopo la cascat
n levarsi in aria alla seconda, il piede sul quale non si ha saltato, che se vorrassene pigliare un altro si fa un Dégagé c
he se vorrassene pigliare un altro si fa un Dégagé col piede medesimo che va in aria. [2] Il battuto puol’esser pur mezzo,
to però non puol’ essere dimezzato, per essere una legazione di passi che per intiero esigge tutti que’ descritti. [4] I su
iero esigge tutti que’ descritti. [4] I suoi movimenti non sono altro che due: il piegato e il rialzato col salto.
61 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXX. Del Giro della gamba, del Battimento del piede, e de’ Movimenti del ginocchio da’ Francesi detti Ballonné [Tour de jambe, Battement, Ballonné] »
, Ballonné] [1] Il Giro della gamba, il quale in altro non consiste che in un mezzo cerchio che essa, da qualunque positu
o della gamba, il quale in altro non consiste che in un mezzo cerchio che essa, da qualunque positura partendo, descrive in
’empia e la corra tutta. [2] Il Battimento del piede è quel movimento che si fa in aria da un piede avente la sua gamba dis
ene ad incrocicchiarsi dietro al tallone, e sopra il collo dell’altro che si trova a terra appoggiato; ed appresso dopo ave
r addietro un passo Tronco terminato co’ battimenti del piede; il piè che terminar deve il detto passo, lasciata la quarta
ia, i quali i Francesi appellano Ballonné, in quella medesima maniera che il passo Staccato serve solo di passaggio d’una p
o passo: e perciò non s’attribuisce loro alcuna misura, od altra cosa che spetti a’ passi. Per esempio: volendo passare del
62 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXIX. Del Passo Staccato [Dégagé] »
Capitolo XXIX. Del Passo Staccato [Dégagé] [1] Tutte le volte che i piedi si trovano sopra alcuna positura da cui n
i trovano sopra alcuna positura da cui non si può cominciare il passo che siegue appresso, è da ricorrere all’aiuto del Pas
i a terra, coll’altro si va a trovare la positura di quel cotal passo che si ha a fare. Per esempio, ritrovandosi i piedi s
mpo dall’un de’ lati, il quale, come è detto, non si può incominciare che dalla seconda posizione; in tal caso dovrà ricorr
a questo passo, a cui non si attribuisce alcuna misura, od altra cosa che a’ passi competa, serve solo di passaggio d’una p
63 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LIII. Del Passo di Ciaccona »
sti. Chiamasi così perché prende il nome del Tempo nel qual si balla, che consiste in una tripola: sonata spiritosa e di mo
nsiste in una tripola: sonata spiritosa e di molte mutazioni di tempi che vi stanno per dentro; facendo passaggio dall’alle
de’ passi or sciolti, or ligati, or pausati, or seriosi, or languidi, che per mezzo vi vanno. [5] L’arie di queste si parag
si paragonano alle furie, ad una parte di Borea, alla Grande Vitesse, che or furiosa, or tramezzata con tante e tante moder
olo”, o con un “Duetto”, e si ballano altre tante battute, al più 32, che più di tanto non può ballare un Ballerino, una Ba
erino, una Ballerina, e se sen trovano chi ne balla di più, sono que’ che , non essendo sua spezione simil sorte di Danza, v
ne simil sorte di Danza, van facendo le aplomb, le “attitudini”, cose che occupano molta musica, e niente ballo: in tal gui
lomb fossero adattate alla quantità della Musica, certa cosa sarebbe, che riuscir non potrebbe ballar più delle già dette b
64 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo X. Del piegare e rilevare »
egare e rilevare [1] Io non darei veramente nome di passo a questo che il chiamano “piegato” e “rialzato”; perciocché di
ntende di avanzare almeno un piede da quel posto in cui sia fisso, lo che non fassi in questo piegato e rialzato, ma si sta
rpa all’essenza della cosa. Questo “piegare” e “rilevare” non è altro che , posto in qualunque posizione e sopra qualunque e
la generale del piegare [2] Fermiamo per regola stabile e generale che nel piegare, le punte de’ piedi devono star sempr
punte de’ piedi devono star sempre rivolte al di fuori, ed i ginocchi che escano pur fuori, e non avanti.
65 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo V. De’ Movimenti del Corpo »
nti del corpo sono pur dell’essenziali cose del Ballo. Non sono altro che il portare il corpo nostro da un luogo all’altro,
ovimenti possono essere o semplici o composti. I semplici sono quelli che fansi soli, senza esser ligati ad altra specie di
muovere il corpo in giro senza uscir dall’istesso luogo. I composti, che , come si disse, costano da più movimenti semplici
ici, del piegato, del caminato e del circolare, e così ogni movimento che si adopra congiunto a più d’uno si chiama un movi
ondo il distendimento de’ ginocchi, il quale spinge il corpo in aria, che pur puol dirsi movimento rialzato, senza cui né d
per pigliare il salto. La caduta non si conta per movimento diverso, che è un moto necessario dalla natura istessa prodott
66 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXIV. Del Mezzo Cadente, Demi-Tombé »
, sebbene da nissuno vien considerato, e senza fare altra spiega dirò che finisce nel secondo movimento, che è il rialzato
to, e senza fare altra spiega dirò che finisce nel secondo movimento, che è il rialzato del Tombé, senza portare, ma disten
orcio. La prattica poi, e specialmente il Teatro imparerà alcune cose che io non posso qui spiegare e dimostrare: né preten
io non posso qui spiegare e dimostrare: né pretendo altro per adesso, che dare i primi rudimenti, per poterne ragionar con
67 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XIX. Del Contrattempo [Contretemps] »
tempo dall’uno o dall’altro piede sopra ogni altra positura di piedi, che sulla prima. In qualunque modo e sopra qualunque
di piedi, che sulla prima. In qualunque modo e sopra qualunque figura che s’adoperi questo passo, contiene quattro moviment
stro alla seconda positura. Il Contrattempo ed il Mezzo contrattempo, che qui appresso dichiareremo, sono que’ passi ne’ qu
ocché il grave e sostenuto portamento della persona non si scomponga, che deesi più tosto far sembianti di saltare che vera
ersona non si scomponga, che deesi più tosto far sembianti di saltare che veramente levarsi in aria.
68 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LV. De Soubresaut »
to a Contratempo dal Cavallo per fuggire e per gettare a basso quello che porta, da questa azione hanno dato nome a questo
stro ambo in quarta, girando, faranno i due soliti movimenti semplici che formeranno altro quarto di giro, e così sarà mezz
fare i giri più grandi, siccome chiamerà la necessità di altro passo che vi si deve legare, e così termina il passo suddet
do, il terzo ed il quarto andanti. Non è come gli altri passi ligati, che costano de’ movimenti de’ passi che lo compongono
on è come gli altri passi ligati, che costano de’ movimenti de’ passi che lo compongono, perché il salto del mezzo Contrate
69 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo VI. De’ Passi del ballo nobile. »
ballo nobile. [1] Si è dato finora sufficientemente ad intendere in che modo si deano i piedi tenere appoggiati sulla ter
oggiati sulla terra, come sia da tenersi il corpo in equilibrio ed in che maniera bisogni muoverlo a tempo. Or non potendos
ssi in questo luogo far parola. E ciò farò io colla maggior chiarezza che sia possibile, quantunque questa materia sia molt
n iscritto una chiara e distinta idea. [2] I movimenti, così semplici che composti, adoperati sopra le positure de’ piedi,
mi qui riferire. I quali, per secondar la presente usanza, o costume, che dir vogliamo (giacché ad alcuni amadori di cotal
70 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo IX. Del Passo Piegato e Rialzato [Plié et relevé] »
la terra, ovvero si levi in aria. I due movimenti, piegato e rialzato che si trovano in questo passo, hanno il valore d’un
piedi non cammini nel far questo passo: tuttavia, a’ detti movimenti che lo compongono, s’è messo nome di passo Piegato e
e Rialzato, il quale, perciocché si adopera sul propio luogo, e senza che i piedi camminino, si descrive co’ segni a’ piedi
’ segni a’ piedi congiunti, secondo le regole date di sopra, nel modo che siegue.
71 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XII. Del Passo Gittato [Jeté] »
iè destro dietro al sinistro, è di bisogno ch’e’ pieghi i ginocchi, e che rialzandogli salti innanzi e cada sopra il piè de
cascata del primo Gittato, ed il secondo serve di legamento al passo che deve appresso succedere. Quando però si voglia im
i e servirsi di qualche bello e grazioso atteggiamento per finattanto che giunga il punto dell’altra misura, per procedere
attanto che giunga il punto dell’altra misura, per procedere a’ passi che sieguono appresso.
72 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XV. Del Passo Tronco [Coupé] »
ondo movimento. [2] Havvi eziandio un altro modo di far questo passo, che volgarmente passo Tronco a due tempi vien detto.
ittato. E senza distesamente recarne altro esempio, basterà di sapere che quando colui che balla si sarà alzato ed inalbera
istesamente recarne altro esempio, basterà di sapere che quando colui che balla si sarà alzato ed inalberato sul piè destro
o colui che balla si sarà alzato ed inalberato sul piè destro, uopo è che senza indugio ei levi in aria il sinistro allato
o e, ripiegati alquanto i ginocchi, col medesimo piè sinistro convien che faccia un Mezzo gittato dalla banda dinanzi alla
73 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXVI. Del Passo Bilanciato [Balancé] »
l fine abbia d’avere un nome da quello diverso. Immagino non pertanto che verisimilmente abbia il nome di Bilanciato, sì pe
i tronchi, si viene un poco ad inclinare sul fianco di quel ginocchio che si distende, spezialmente quando si fanno dallato
to, comeché un tempo fosse stato fosse in uso; nulla però di meno, da che la danza nobile s’è ridotta a miglior perfezione,
ò di meno, da che la danza nobile s’è ridotta a miglior perfezione, e che il “buon gusto” è arrivato al sommo, è divenuto u
che il “buon gusto” è arrivato al sommo, è divenuto un di que’ passi che sono andati per la sconcia lor veduta in disuso.
74 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo VIII. Del Passo Semplice, o Naturale. »
rmato per semplicità di natura, la quale insegna a tutti a camminare, che per sottigliezza d’umano pensamento o per arte. S
re naturalmente l’uno o l’altro piede. Secondariamente levando il piè che cammina in aria, col quale si descrive dallato un
dovesse nel secondo o nel terzo modo: ma radissime volte interviene, che se gli dia questo valore; per la qual cosa serve
meglio dire, di riempimento di misura. E si descrive nelle tre guise che sieguono.
75 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XVII. Del Coupé, o sia Passo Tronco »
Coupé, e quasi tutta, onde, senza far replica di spiega, diremo quel che vi accresce. In tutte le diverse maniere che fass
a di spiega, diremo quel che vi accresce. In tutte le diverse maniere che fassi il mezzo, fassi l’intiero, sol che questo p
In tutte le diverse maniere che fassi il mezzo, fassi l’intiero, sol che questo puol farsi a due e a tre movimenti. § 1.
menti” tutto simile al mezzo Coupé, e poi, invece di restare il piede che fa il secondo movimento accosto alla prima positu
76 (1820) Traité élémentaire, théorique et pratique de l’art de la danse « Chapitre cinquième. Positions principales et leurs dérivés ; » pp. 64-70
ino in su o in giù, o dritto, perchè gli è necessario fare i lor moti che mostrino vivacità desta e non addormentata. » [tr
onderazione dell’uomo sopra i suoi piedi. « Sempre il peso dell’ uomo che posa sopra una sola gamba, sarà diviso con egual
a, sarà diviso con egual parte opposita sopra il centro della gravità che sostiene. » [traduction] [NdE Léonard de Vinci,
jambe qui est à terre. (Voyez la fìg. i, planc. VIII, etc.) « L’uomo che si muove avrà il centro della sua gravità sopra i
si muove avrà il centro della sua gravità sopra il centro della gamba che posa in terra. » [NdE ibid.] Della equiponder
[NdE ibid.] Della equiponderanza (contrepoids). « Sempre la figura che sostiene il peso fuor di se e della linea central
, debbe gettar tanto peso naturale o accidentale dall’opposita parte, che faccia equiponderanza de’ pesi intorno alla linea
parte, che faccia equiponderanza de’ pesi intorno alla linea centrale che si parte dal centro della parte del piè che si po
torno alla linea centrale che si parte dal centro della parte del piè che si posa, e passa per tutta la soma del peso sopra
remarque la fig. i, planc. IX ; fig. i, planc. X, etc.) Della figura che va contro ’l vento. « Sempre la figura che si muo
nc. X, etc.) Della figura che va contro ’l vento. « Sempre la figura che si muove contra ’l vento per qualunque linea, non
77 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LI. Del Passo di Rigodone, de Rigaudon »
Rigodone, de Rigaudon [1] Non consiste in altro questo “Rigodone”, che in una composizione di Contratempo e di una Assem
onda posizione in aria, rimettendolo poscia nell’istessa quarta: ciò, che vale il Contratempo. Quindi per far l’Assemblé, s
l corpo, con la quale si darà fine al Rigodone. [2] Questo è un passo che si fa sempre sotto al corpo. Presso i Francesi è
Rigaudon , e sono queste in tempo binario: Contraddanze a Quadriglie, che non solo vengono riempiute da questo, ma pure di
78 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XII. Del Passo Marciato, Pas Marché »
glia al passo naturale; ed in effetto è tale. La sola differenza si è che nel passo naturale non si ha da fare altro modo,
è che nel passo naturale non si ha da fare altro modo, se non quello che naturalmente esige il passo cennato, come divisam
al dritto in quarta o in seconda, come vorrà la necessità dell’azione che vuolsi esprimere: ma questo piè deve soltanto con
Serve pure per prendere in atto genuflesso una mano e baciarla ad uno che rappresenta la parte di Monarca; ed in altri atte
79 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXVI. De’ Mezzi Passi Gravi »
olo XXVI. De’ Mezzi Passi Gravi [1] Vi sono li “mezzi Passi Gravi”, che si posson fare con l’istessa diversità degli altr
sson fare con l’istessa diversità degli altri; han la sola differenza che questi finiscono nel secondo movimento, vale a di
condo movimento, vale a dire dopo di aversi piegato e rilevato, senza che vi si aggiungesse l’ultimo movimento andante.
80 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXI. Del Tortillé »
gli dalla terza positura vera ed in questa finisce; ma sotto quel piè che in principiarlo fu sopra. Si fa avanti, fianchegg
, non si va sull’istesso lato, ma dall’altro, e si comincia col manco che sta sopra, cui farà tutto ciò che ha fatto il des
dall’altro, e si comincia col manco che sta sopra, cui farà tutto ciò che ha fatto il destro, e questo, quello che ha fatto
ta sopra, cui farà tutto ciò che ha fatto il destro, e questo, quello che ha fatto l’altro. [4] Similmente fassi “in giro”.
che ha fatto l’altro. [4] Similmente fassi “in giro”. Non altro si fa che , volgendosi punta e calcagno, si dà il moto in gi
81 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XIX. Del Mezzo Gettato, Demi-Jeté »
ivisioni, o sian maniere da farsi, comincia come l’altri e differisce che , gittato il piede che si avrà staccato in aria, i
re da farsi, comincia come l’altri e differisce che, gittato il piede che si avrà staccato in aria, invece di alzar l’altro
leva la punta di tutti e due li piedi. [2] Ha l’istessi due movimenti che si contengono nel Jeté semplice.
82 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LII. De Pas Troussé »
i quattro tempi, consistenti in tre passi ed un salto. Il primo passo che si adopera nella Composizione del Troussé è un “m
ro”, ed il salto sarà un’Assemblé “sotto al corpo”. Questo è un passo che si fa sempre in giro. [2] Per annoverare i suoi m
verare i suoi movimenti si uniscono tutti quelli ch’entrano ne’ passi che lo compongono.
83 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXVIII. Del Mezzo Sfuggito, Demi-Echappé »
non perciò egli non vi sia. Per non replicare altra spiegazione, dico che ha le stesse differenze dell’intiero, principia e
va mai solo eseguito, ma serve per pigliarvi qualunque sorte di passo che va piegando principiato. Fatto questo, vi si può
ncipiato. Fatto questo, vi si può spiccare una capriola all’Italiana, che senza bisogno di altra piegatura puol servire l’i
84 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XV. Del Tordichamb »
steso, e portisi altra volta alla posizione prima in aria. Si avverte che quando si distende il ginocchio del piede che for
ima in aria. Si avverte che quando si distende il ginocchio del piede che forma il cerchio, l’altro su cui resta il corpo a
Si adopera da tutte le tre specie de’ Ballerini, con tal differenza, che per ordinario nel ballo grave si fa con ogni posa
volte nel salto istesso, ed in tal caso si fa tutto in fianco, senza che dalla prima si portasse alla quinta. La Musica è
85 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLIII. Del Fouetté »
tolo XLIII. Del Fouetté [1] Il Fouetté è un passo assai brillante, che suol servire per fine di cadenza, come il Ballott
guito poi in Teatro vi si aggiungono per fine due Assemblé: la prima, che si prende dall’istesso piede che sta in aria, por
ono per fine due Assemblé: la prima, che si prende dall’istesso piede che sta in aria, portandolo alla quinta avanti, e l’a
o più si usa o in principio di una parte, oppure per fine di cadenza, che facendosi solo è qualora vogliasi legare ad altro
86 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LVII. Del Rondeau »
dò” non è formazione di nuovo passo, ma qualunque legazione de’ passi che si fa in giro e tornando a raddoppiare l’istessi
e con gli altri passi accennati; questa unione e replica de’ passi fa che chiamasi Rondò, e questo per ordinario si forma d
ma di Bourrée, di Chassé, di Glissate, di Jeté e simili passetti, pur che siano replicati, sono a Rondò.
87 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXI. Del Passo di Rigodone [Rigaudon] »
ove termina il Passo di Rigodone. [2] E finalmente si vuole avvertire che al fine del detto passo è di bisogno che vada con
inalmente si vuole avvertire che al fine del detto passo è di bisogno che vada congiunto a un Passo Staccato, il quale, com
ccato, il quale, come a suo luogo farem vedere, non consiste in altro che in islontanare e staccare un piede dall’altro per
per mandarlo giù a quella positura donde il susseguente passo convien che parta: purché però partir non debba dalla prima p
88 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo L. Del Brisé »
te della Capriola; anzi più ad essa si accosta un Assemblé in fianco, che un Brisé. Questo passo presso i Francesi è in gra
e un passo brillante; come in effetto fa gran mostra in que’ ballanti che hanno una somma vivacità nel piede, più che non f
n mostra in que’ ballanti che hanno una somma vivacità nel piede, più che non fa una Capriola in un altro. In verità poi, t
si vuol prendere col piede destro, posto in qualunque posizione fuor che nella prima e nella seconda, ma la migliore è sem
89 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXIV. Pas Coursé »
Coursé somiglia molto alle Quarte Capriole Italiane scorse in fianco, che volendo segnare una d’esse senza intrecciare vien
costa alla prima posizione e batte leggermente il tallone del destro, che manda in seconda, ed esso cade dove percosse e ne
. [3] Si possono pur fare in giro, ne’ quali niente altro si aggiunge che il moto circolare, e nel resto è tutto simile a q
90 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XVI. Del passo Sfuggito [Echappé] »
Del passo Sfuggito [Echappé] [1] Il Passo Sfuggito, non altrimente che il Saltante sposto di sopra, comeché sia annovera
e danze composte, ove si dee ognun guardare di far entrare que’ passi che di leggieri possono il grave e sostenuto portamen
ndo scappare e scorrere alla seconda positura. E nello stesso momento che sopra d’essa si giugne bisogna levarsi nuovamente
91 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLI. Del Ballotté »
Ballotté [1] Nella voce questo Ballotté si confonde col Ballonné, che la sola differenza non è altra, che la mutazione
allotté si confonde col Ballonné, che la sola differenza non è altra, che la mutazione di una sola lettera: ma questa mutaz
iò non ne divisaremo con distinzione. [3] I movimenti sono tutti que’ che in tre Jeté ed in una Assemblé entrano.
92 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXVIII. Della Sdrucciolata [Glissade] »
lato, i quali riempier dovendo un solo tempo, ne viene in conseguenza che ciascun di essi si debba fare due volte più veloc
un passo col piè sinistro alla seconda positura, e nel medesimo punto che si rialzano, si dee subitamente sdrucciolare col
di riempimento di tempo per finattantoché arrivi la battuta del passo che siegue appresso.
93 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXII. Del Passo di Gagliarda, Pas de Gaillarde »
arde [1] Il passo di “Gagliarda” era molto in uso tra gli antichi, che il costumavano ne’ balletti a due chiamati balli
pramo anche fatto a Carré, come diremo a suo luogo. Questo è un passo che solamente si fa da lato. [2] Per farlo, si metter
scia alla quinta avanti. Questo passo, se si fa in grande, quel salto che si è detto di farsi sul collo del piede, ciocché
94 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LIV. Del Flinc Flanc »
o in aria con fare un mezzo cerchio e lasciasi cadere sopra il manco, che è movimento di un Jeté; invece di questo Jeté vi
in questo girando non si fa lo Chassé intiero ma se ne fa mezzo si è che facendolo intiero e legandosi poi l’Assemblé o un
si è che facendolo intiero e legandosi poi l’Assemblé o una Capriola che vi si potrà benissimo attaccare invece di questa,
95 (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XX. Del Mezzo contrattempo [Demi-contretemps] »
sopra un sol piede, ed ultimamente facendo un passo Semplice col piè che rimane in aria; ed avrà tre movimenti, cioè il pi
o a tre movimenti col tenersi i piedi sulla medesima positura, e modo che s’è detto del precedente, sia quest’altro: s’equi
e si trova in aria, si faccia un passo Semplice sopra quella positura che la composizione della danza richiede.
96 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLIV. Del Mezzo Fouetté »
ezzo Fouetté [1] Per farsi mezzo, si finisce al secondo movimento, che importa la piegata portando in quinta in aria il
in aria il piede destro, da qual piegata si puol prendere altro passo che comincia piegando, siccome sarà un Brisé o passo
97 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXVIII. Del Développé »
sti v’è il “Saltato”, Sauté detto in Francese, nel quale con quel piè che sta a terra si fanno tanti salticelli, a guisa di
hio per portare il piede avanti o addietro si faranno de’ Battimenti, che cadono sempre alla prima in aria. [6] I movimenti
ivisato passo sono quattro sino al segno * apposto. Il primo è quello che si fa quando il piede si cava alla seconda in ari
98 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXI. Del Mezzo Sissone »
a avrà luogo, quando vi si dovrà attaccare un altro passo differente, che va piegato cominciando, o un salto o una capriola
perché così piglia maggiore elasticità. [2] Gl’Italiani, come quelli che sono portati per le capriole, se ne servono di fr
99 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXIII. Passo di Sarabonda »
Capitolo XXXIII. Passo di Sarabonda [1] Credono quasi tutti che il passo di “Sarabonda” e di “Gagliarda” sian l’i
ro a guisa di salticello, ma veramente non si leva la punta da terra, che è un moto del collo del piede, sebbene saltandosi
100 (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXVI. Del Mezzo Scacciato. Demi-Chassé »
e, del qual questo mezzo manca; cosicché costa di due soli movimenti, che sono il piegato ed il disteso scacciando. [2] Que
i come girando. Non piglia altro il solo mezzo Chassé battuto girando che un quarto, o mezzo giro al più; e con l’altra leg
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