[Conclusioni]
[1] Generalmente parlando, tutti questi sono i passi ch’essendo Teatrali poi si eseguiscono in Teatro con delle differenze, non come abbiamo minutamente dimostrato, perché differiscono tra loro e cambiano moderazione per le variazioni de’ tempi; nonostantecché siano l’istessi i passi divisati, ma si possono fare in tempi larghi, presti, andanti, fugati: cosicché il passo medesimo si fa in variata maniera e si adatta alla qualità del tempo, che se ad ogni tempo si dovrebbe ligare passo differente, si vorrebbe una infinità di passi.
[2] Tutte queste Capriole espressate e salti sono i più rimarchevoli, e pochi di essi possonsi ligare insieme tra loro o con dell’altri, la ragione si è che i salti in grande han bisogno di prevenirsi, e specialmente volendosi fare fuor di misura. Oltre di che, unendoli, la lena non reggerebbe alla veemenza di sì detti salti e Capriole, che per ben farle la gamba deve stare riposata e non snervata, altrimenti la macchina aggitarebbesi in guisa tale che invece di appagare, stuccarebbe lo Spettatore. Un Ballerino affannato e del tutto lasso non può mai cader leggermente e levarsi con lindura: ma bisogna della forza per aver impeto all’alzata o sostenersi, nel piombare dall’alto a basso sulla punta di quel piede sopra di cui cade. Inoltre il ballerino che voglia saltare non deve travagliar di gamba, non bisogna ballar terreno, altrimenti fatigarebbesi troppo le articolazioni, e stanchi poi non avran vigore all’elevarsi; onde fa di mestieri che il carattere deve essere o del tutto saltato, ovvero del tutto a mezz’aria, o intieramente a terra; perciò v’è la divisione de’ tre caratteri, e perciò in ogni fornito Teatro non deve mancarvi né il Ballante serio, né di quel di mezzo Carattere, né il Grottesco, per l’Eroico, il Comico ed il Bernesco carattere, che per ordinario entrano ne’ balli.
[3] Non solo il gusto delle Nazioni è l’un dall’altro diverso; ma quel delle Città stesse è discordante. I Teatri vengono popolati di vari ranghi e di diversi geni, ed ognuno brama d’esser soddisfatto. L’amante delle sorprese si appaga de’ salti strepitosi, il bizzarro vuol veder lepidezze, il sensibile s’interessa nel maneggio delle passioni. Ma serbomi di parlar di ciò in altro mio Trattato, continente unicamente l’esecuzione del Ballo Teatrale ed obbligo del Compositore, annessavi una scelta di Programmi sì miei come di vari Autori.
[4] Io ho veduto gire a terra in molte Parti que’ stessi balli che con la stessa Musica ed il Vestiario medesimo, hanno fatto la sorpresa in un Teatro di un’altra Città. La cagione delle diverse Città si è la differenza de’ gusti, e quella de’ Teatri si attribuisce alla struttura ed alla grandezza de’ medemi, ove un’eco differente non dà all’armonia l’istessa corrispondenza: se la Musica sarà stridente, in un piccolo Teatro farà forse un mal sentire, ed in un grande non avrà più quell’aspro. Quell’aria di ballo che avrà piacciuta in un Teatro grande, andando in un piccolo offenderà l’orecchio; la stessa forza de’ stromenti toglie il gusto della Musica: sembrerà fracassosa, una stonazione di organi. Perciò pur giova il saper della Musica al Ballerino, come avvisai nel Capitolo Terzo, qual conoscendo il vaso del Teatro metterà fuori quelle adattate Musiche, o se deve di nuovo farli componere, ne dia al Compositore il tornio per lavorarvi a gusto e non restarvi deluso. A quanti Maestri di Musica han caduto le Opere loro per non avere a ciò riguardo e per non esser forniti di questi principi: lo stesso accade a’ Cantanti, che in un Teatro un’aria ha scosso l’Applauso universale, in un altro si sbuffava di tedio. Spero far conoscere questa verità con ragioni fisiche e prattiche nell’altro citato mio Trattato, e quanto vaglia la forza del Teatro, e le qualità devon tenere i Danzatori per potere giugnere al fine de’ loro desideri ed ottener premio de’ lor sudori.
[5] Chi de’ principianti per trar profitto si valerà di questo mio Trattato, mi lusingo di ricavarne dell’utile. Chi, secondo lo stile de’ Giovinetti, farà il critico alla frase, alla maniera di porgerlo, resterà senza il vantaggio che potrà da lui conseguirne. Oh! volesse il Cielo, che Io tornar potessi negli anni freschi, ma con lo stesso discernimento che per la Dio grazia tengo al presente, vorrei divenire il primo Sapiente del Mondo, e nella nostra bell’Arte esser vorrei un singolar portento. Ma così va: manca a’ Giovanetti il senso, e quando questo si acquista è vano ogni ripiego di rinfrancarsi tutto il tempo negletto.