(1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XIII. Del Passo di Marseglia, Pas de Marcel »
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(1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XIII. Del Passo di Marseglia, Pas de Marcel »

Capitolo XIII. Del Passo di Marseglia, Pas de Marcel

[1] Il passo di “Marseglia” è di facile imprendimento e di sublime veduta. Questo passo prese il nome dall’istesso Ballerino cui l’introdusse nel ballo, chiamato “Monsieur de Marcel”. Avea questo celebre danzatore un gran molleggio nel collo de’ piedi, con cui formava ed abbelliva questo passo. Non egli costa di altro, che di tre movimenti molleggiati sul collo de’ piedi. Esempigrazia, volendolo fare in una delle posizioni a terra, potendosi fare non solo da tutte queste cinque, ma ben’anco da quelle in aria, si equilibra il corpo nella prima maniera, se da posizione a terra, nel terzo se da posizione in aria (cap. VII, § 1 e 3); pongasi in quinta a terra, e si rileva in sulle punte de’ piedi, e si ritorni ad appoggiar le piante sul pian terreno, e rilevando altra volta di nuovo si posa come prima, e ciò facendo per tre volte sarà fatto il passo di Marseglia.

[2] Nel posar la prima volta le piante a terra si posson pure piegar le ginocchia, ed allora accresce di preggio: l’altre due volte non già, altrimenti sarebbe piegare e rialzare.