(1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo IV. Dell’Equilibrio del Corpo »
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(1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo IV. Dell’Equilibrio del Corpo »

Capitolo IV. Dell’Equilibrio del Corpo

[1] Fondiamo tutte le basi pria di entrare nella prattica de’ passi. L’Equilibrio è uno de’ fondamenti principali della Danza. Egli mantiene il corpo ben dritto e fermo in piedi. Non importa altro l’equilibrio, che quella linea che dall’alto al basso divide ogni corpo in due parti eguali, cada nel centro della base. Egli ha tanta forza questo equilibrio che potrebbe sostenersi sopra la punta di ago da cucire, se fosse intraprendibile, tutto il Globo Terrestre, per non usare una iperbole di dire tutto il Mondo. Per forza di equilibrio si sostentano quelle alte macchine, vaste in cima e tenuissime nella base, che s’inalzano con meraviglia de’ spettatori; e se la bell’arte dell’Architettura giungesse al perfettissimo equilibrio, e la terra fosse stabile, mai sì fatte macchine, e gli edifìci tutti, sarian soggetti a ruina. Ma lasciamo da parte queste digressioni e torniamo a quello che a noi si appartiene intorno all’equilibrio del nostro corpo, base fondamentale dell’arte nostra. Diremo che l’equilibrio del corpo tiene nel ballo la vita dritta e ben disposta, senza che penda dall’uno o dall’altro lato: e prendendo un Ballerino in una positura il giusto equilibrio vi si potrebbe trattenere a giorni, se la stracchezza non lassasse gli spiriti, e con l’aggitarsi non vi si torrebbe.

[2] In sei differenti maniere il corpo si puole equilibrare nel ballo. I. Naturalmente tenendosi appoggiato il corpo sopra tutte e due le piante de’ piedi e la vita ben dritta; in modo che se dal “Sternone”, o sia dall’osso intercostale detto “Pugio” dagli Anatomici, cioè quell’osso del torace a cui stanno attaccate le costate, si facesse pendere giù un filo con un piombo, dovrebbe detto piombo cadere giusto nel centro di quel spazio che sta tra piede e piede. II. Si equilibra il corpo sopra tutte due le punte de’ piedi con l’istessa simmetria. III. Sopra la pianta di un piede, toccando leggermente la terra con la sola punta dell’altro; ed allora bisogna inchinare appena il corpo sul lato del piede che sta tutto appoggiato in terra, perché non potrebbe darsi diversamente giusto equilibrio, per non esser come prima base egualmente i piedi tutti due. IV. Con un piede in aria, e tutto il corpo appoggiato sulla pianta dell’altro. V. Sulla punta di un piede, tenendosi l’altro per aria. VI. Sostenendosi il corpo sopra tutti e due i calcagni senza che il restante del piede tocchi affatto la terra, e qui il corpo anderà perpendicolare come nel primo equilibrio.

[3] Io non ammetto altra specie di equilibrio, che di altri si ammette, e che il Sign. Dufort pone nel quarto luogo, ed è: equilibrato il corpo sopra una punta di piede, e la punta dell’altro tocchi appena la terran. Il mio sentimento si è di tenersi affatto alzato da terra il piede, quando l’altro sostiene tutto il corpo sulla punta, come si prattica da veri e virtuosi ballerini, e non da quelli che non vanno in questa ringa.

[4] Produce la mancanza dell’equilibrio de’ cattivi effetti. Nel Ballerino serio fa che le aplomb non riescano, le Attitudini cadono smorte e snervate; nel Grottesco nel cader delle capriole traballa, ed alcune volte cade; in quel di mezzo carattere non fa far le dovute legazioni de’ passi. Difetti tutti provenienti di non trovarsi in equilibrio perfetto con la vita.