(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXI. Del Movimento delle Braccia »
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(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXI. Del Movimento delle Braccia »

Capitolo XXXI. Del Movimento delle Braccia

[1] Dettosi distesamente, e con quella chiarezza che m’è stata possibile, di tutti i passi del ballo nobile, l’ordine che infin dal principio di questo trattato prendemmo, del movimento delle braccia nel presente luogo mi strigne a dire. Il quale, secondoché io estimo, non è già parte del ballo men necessaria dell’altre. E perciò convenevole cosa è che, adoperatosi sopra di quella ogni studio, se ne dia una compiuta dimostrazione.

[2] In due modi adunque molto tra loro diversi muovonsi le braccia nel ballo nobile, le quali però vengono in due differenti maniere dinominate, perocché o braccia ritonde si dicono, ovvero braccia di opposizione.

[3] Per muoverle in quel modo donde vengono dette braccia ritonde è di bisogno prima d’ogn’altra cosa aprirle e distenderle sopra i lati loro, tra’ gomiti ed i fianchi un palmo di distanza serbando, ed un poco più d’un palmo tra i fianchi e le mani. Le quali si deono tenere colle palme rivolte al mezzo di ciascun lato non del tutto serrando le dita, né del tutto aprendole, che invero cosa non molto leggiadra sarebbe: ma sì nel mezzo di questi due modi. Quindi si vogliono piegare i gomiti portando ciascheduna mano davanti alla presenza del corpo in modo che il concavo d’esse si trovi dirimpetto al mezzo d’ognuna delle tasche della giubba in distanza di cinque o sei dita: e che le braccia per lo piegamento de’ lor gomiti facciano un poco di circolo, ed appariscono ritonde dalle giunture delle spalle fino all’estremità delle mani. Ed appresso si deono soavemente far ritornare nel primiero lor sito, serbando nel muoverle le suddette determinate distanze, e terminando il loro movimento con un leggerissimo giro d’amenduni i polsi. Per bene imparare il movimento delle braccia ritonde è di bisogno esercitarsi del continuo a muoverle nella divisata maniera, e secondo le mostrate distanze, sopra i passi Tronchi finiti collo sdrucciolamento del piede, o col mezzo cerchio, od a due tempi per innanzi, ovvero sopra i Contrattempi fatto dallato, o in giro, e sopra altri passi. Le braccia ritonde contengono due movimenti, de’ quali il primo s’adopera dalle braccia, qualora ritrovandosi nel primo lor sito, cioè sopra i lati loro, piegati i gomiti si conducono fino al mezzo delle tasche, ove termina questo primo movimento; ed il secondo quando, ritrovandosi le braccia, come è detto, sul mezzo delle tasche, ritornano nel loro primiero sito sui lati. Il movimento delle braccia ritonde ha il valore d’un tempo, la cui battuta si trova nella fine d’ogni primo movimento, cioè appunto nell’arrivare delle mani sul mezzo delle tasche: ed il secondo movimento serve di riempimento della detta misura, e di passaggio, o legamento a’ movimenti delle braccia che sieguono appresso.

[4] Il movimento delle braccia d’opposizione s’adoperi in quest’altro modo. Si trovino primieramente le braccia nel primo sito già mostrato nell’esempio delle ritonde, ed appresso alzandosi un braccio, si porti innanzi nel medesimo tempo, che l’altro abbassandosi si dee aprire sul lato. Se si vuol dunque mandare innanzi il sinistro ed aprire il destro dallato, conviene, piegando bene di dentro il gomito del primo, portare il braccio innanzi, facendo un poco di giro, ed avvicinare la mano verso al mezzo del ventre in distanza di quattro o di cinque dita, in modo che tutto il suo concavo sia rivolto verso la terra, e succedevolmente si faccia di giù in su un soave giro di polso. E nel medesimo tempo che il braccio sinistro comincerà il suo movimento, il destro, il quale, come è detto, dee anche trovarsi sul primo sito delle braccia ritonde, s’allontani lateralmente dal suo fianco colla palma della mano un poco addietro riguardante, ed appresso si faccia soavemente un giro di polso per innanzi nel medesimo tempo che la man sinistra lo fa, come è detto, di giù in su. E quivi termina il movimento delle braccia d’opposizione. Or che si trovano le braccia in un altro sito dal primo diverso, se si volessero muovere col medesimo movimento, converrebbe col braccio destro far tutto quello che finora col sinistro s’è adoperato, e col sinistro si vorrebbe fare il contrario, ritornando di su in giù colla mano in dentro sopra il suo lato, e terminando col giro di polso per innanzi. Ed in questa divisata maniera si possono far tanti di questi movimenti, quanti mai se ne vogliono. Adoperasi cotal movimento sul passo Grave, sul Fioretto, sul passo Mezzo tronco, e sopra altri passi, dove si conviene, per impararlo, esercitare. Ed i quali, se si cominciano partendo col piè dritto, il sinistro braccio deve andare innanzi in su, ed il dritto dallato in giù: ed all’incontro, se si cominciano partendo col piè sinistro, è di bisogno che vada innanzi in sul braccio dritto, e che per lo sinistro si faccia il contrario. E perciò questo movimento è detto d’opposizione. Le braccia d’opposizione contengono parimente due movimenti: il primo de’ quali viene adoperato nel tempo che un braccio, dal suo primo sito, giugne verso al mezzo del ventre e che l’altro s’allontana dal suo lato; ed il secondo movimento consiste ne’ giri di polso fatti da amendune le mani nel modo di sopra descritto. Il movimento delle braccia d’opposizione vale eziandio un tempo, la cui battuta si ritrova sulla fine del primo movimento, ed il secondo serve di riempimento dell’intera sua misura, e di legamento ai movimenti di braccia, che sieguono appresso.

[5] Ed ultimamente si vuole avvertire che la medesima misura di tempo la qual regola i movimenti de’ piedi, regolar dee quelli delle braccia. Per la qual cosa la battuta è loro comune, e tutto l’avvedimento consiste nel saper congiugnere i movimenti di quelli e di queste in un medesimo istante.