(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XVI. Del passo Sfuggito [Echappé] »
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(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XVI. Del passo Sfuggito [Echappé] »

Capitolo XVI. Del passo Sfuggito [Echappé]

[1] Il Passo Sfuggito, non altrimente che il Saltante sposto di sopra, comeché sia annoverato tra’ passi del ballo nobile, pur tuttavia non è da farsene conto, ma sì è da schifarsi, spezialmente nelle danze composte, ove si dee ognun guardare di far entrare que’ passi che di leggieri possono il grave e sostenuto portamento della Dama scomporre. In alcuna cosa dal Saltante, fuorché ne’ movimenti, non differisce. E nel vero, ove i movimenti di quello sono il piegato ed il rialzato col salto, i movimenti di questo sono il rialzato sulle punte e l’andante. Per fare adunque il passo Sfuggito dalla prima alla seconda, e dalla seconda alla terza positura, si vuole equilibrare il corpo sopra amenduni i piedi e succedevolmente, senza piegare i ginocchi, vuolsi levare sopra le punte loro ed incontanente deono i piedi sdrucciolando scappare e scorrere alla seconda positura. E nello stesso momento che sopra d’essa si giugne bisogna levarsi nuovamente sulle punte e ritornar nel medesimo modo sulla terza positura.