(1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XII. Del Passo Marciato, Pas Marché »
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(1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XII. Del Passo Marciato, Pas Marché »

Capitolo XII. Del Passo Marciato, Pas Marché

[1] Giacché abbiam cominciato dalle cose più semplici, seguiamo il nostro metodo; affinché, questo seguendo, ci sembreran più facili le cose di maggior rimarco. Il passo “marciato”, detto pas marché, somiglia al passo naturale; ed in effetto è tale. La sola differenza si è che nel passo naturale non si ha da fare altro modo, se non quello che naturalmente esige il passo cennato, come divisammo (cap. IX). Il passo però marciato si fa come qui si trascrive. Fingasi di essere il destro avanti in qualunque positura, si rilevi questo piede, ed inarcando bene il suo collo portisi in quarta sforzata avanti, dove piano si poserà a terra; si rilevi il sinistro e si porti avanti o addietro al dritto in quarta o in seconda, come vorrà la necessità dell’azione che vuolsi esprimere: ma questo piè deve soltanto con la punta toccare il terreno, tenendosi alto il calcagno, con dare un’aria grande a tutta la vita.

[2] Serve egli per il Teatro: o per passeggiarlo con maestà, o per atti sorprendenti e ammirativi, o per imporre qualche ordine; ed in tal caso va accompagnato dal gesto del braccio e della testa, per indicare la cosa comandata. Serve pure per prendere in atto genuflesso una mano e baciarla ad uno che rappresenta la parte di Monarca; ed in altri atteggi simili.