Capitolo LX. Delle Capriole
[1] Le Capriole sono di varie maniere, e prima che cominciamo a parlar della loro diversità, mostriamo come si devono contare i tagli. Per contare que’ di una Capriola alla Francese si mette in quinta posizione, dopo si stacca il destro alla seconda in aria, che sarà il primo taglio, indi si porterà alla quinta sotto all’altro piede e si conterà per secondo taglio, da dove ritornando alla seconda in aria si avrà fatto il taglio terzo, si farà il quarto portandosi altra volta alla quinta avanti; e così si avrà intrecciato una Capriola quarta alla Francese, e di queste seguiremo a parlare.
§ 1. Alla Francese
[2] Le Capriole alla “Francese” sono prese in terza, oppure in quinta e finiscono in una delle stesse posizioni. I suoi tagli sono sempre di numero pari, come sull’esempio addotto della “Quarta” di sopra dimostrata, che se aggiungendosi altro taglio, con staccare alla seconda in aria che avrà il tempo di una “Quinta”, non sarebbe più tutta alla Francese, perché finisce aperta: ma cominciata alla Francese e terminata all’Italiana. Una “Sesta” sarebbe alla Francese, che farebbesi con aggiungervi altro taglio, portando in quinta addietro. In una “Settima” se ne aggiunge un altro con distaccare alla seconda in aria, che pur saria principiata alla Francese e finita all’Italiana. In un’“Ottava” l’istesso piede porterassi in quinta avanti, che verrebbe tutta alla Francese. Nella “Nona” in seconda, nella “Decima” in quinta addietro, che questa sarebbe tutta alla Francese, e quella così cominciata e all’Italiana finita. All’“Undecima” non vi si puole arrivare che con un intreccio difettoso, e per quanta elasticità si potrà avere, e velocità ne’ piedi, se a questa si giunge, oltre di scomponer tutta la vita, la Capriola sempre sarà sforzata e male riuscirà all’occhio delli Spettatori. Le Capriole devono esser naturali e si devono fare fino che giugner vi si possa senza scomponersi o sforzarsi.
§ 2. All’Italiana
[3] Quelle “all’Italiana” si prendono dalla sola seconda ed in essa si finiscono, escludendosi tutte le altre, e siano tanto distese quanto ritirate. Sono i tagli di esse l’istessi che delle Francesi, la sola differenza consiste nel prenderle e nel finirle. Vi sono stati de’ Ballerini che in detta posizione hanno avuta molta forza, e nell’altra no.
[4] Per cominciare a contare i tagli all’uso Italiano si principierà il primo dalla seconda alla quinta e così di mano in mano si seguirà. Se si resta chiuso, la Capriola sarà presa all’Italiana e terminata alla Francese; all’opposto di quella presa alla Francese e finita all’Italiana.
§ 3. Alla Spagnuola
[5] I tagli delle Capriole “alla Spagnola” van pure marcati in due Tempi. Principiano esse a piedi pari, cioè in posizione Spagnuola. Si ponghi per esempio il destro piede dietro al sinistro alla seconda Spagnuola, e si conta il primo taglio portando il destro alla prima Spagnuola, il secondo sarà il portare del destro in seconda Spagnuola avanti, il terzo con tornarlo altra volta in prima, il quarto alla seconda indietro pur Spagnuola, e seguirassi con tal ordine a contare tutti i tagli.
[6] Il signor Viganò introdusse altro uso, con prendere le Capriole alla Francese e terminarle alla Spagnuola. Ei ne ha fatto grand’uso e ne ha scosso il comune gradimento: sì per esser cosa nuova, sì per esser cosa difficile. Non come tanti, che volendolo imitare facevano una quarta alla Francesa e poi una sesta alla Spagnuola; ed ei il Viganò faceva una sesta presa per esempio col sinistro avanti, e dopo di averla intrecciata, che finir dovea col destro avanti, giravasi in aria alla dritta, tagliando la sesta alla Spagnuola col sinistro avanti in seconda posizione Spagnuola. Chi non distingue ove consiste il diffìcile di questi due tagli trasmutati, non puol giudicarne il merito. Non solo sta la difficoltà nel tagliare, in fine, dalla francese alla spagnuola: ma il più sta nel tempo di girarsi la vita.
[7] Per fare una “Sesta alla Spagnuola spezzata”, si piglia dalla seconda Spagnuola col piè dritto esempigrazia avanti in aria, e sollevandosi il sinistro andando a raggiunger l’altro intreccia la sesta Spagnuola, che finisce cadendo col piede sinistro avanti. Se vuol farsi con maggior alzata allora fa bisogno prenderla con un Contratempo, e saltisi sul piè che sta addietro, cacciandolo avanti e seguendo poi l’intrecciata come sopra, ed allora questa ha tempo di un’Ottava, perché, secondo il mio sentimento, quel piede che da dietro si porta avanti conta due tagli, e non deve contar l’istesso, qual si conta quando si piglia, essendo questi avanti.
[8] Le intrecciate di tali Capriole van fatte granite, al contrario di quelle alla Francese e all’Italiana, che quando le intrecciate sono più grandi, tanto sembrano più brillanti, ed in queste il troppo allargare e distaccare scema di preggio.
[9] Le stesse si possono fare “addietro”, nelle quali si butta alto indietro il piede che sta avanti e l’altro, andandolo a raggiungere, intreccia le sue passate.
[10] Quelle “sotto al corpo” si prendono dalla seconda posizione, si piega e si salta a piombo intrecciando i tagli per quanto sarà capace l’abilità del Ballerino, che io vi sono arrivato fino alla decimasesta. Queste si possono prendere con tutti due i piedi a terra e finirsi similmente o con un piede in aria, o così cominciarsi e finirsi con tutti due a terra, o con l’istesso in aria, che vi stava nel principiarla, o cambiare a terra quello in aria e questo▶ in terra.
[11] Senza verun dubbio la più difficile di queste tre diversità d’intrecciare le Capriole è all’Italiana. La sua gran difficoltà si trova nel slargare i piedi mentre intrecciano sopra e sotto, il moto contrario che si fa per cadere in seconda fa riuscir così difficile la Capriola all’Italiana, che si fa con più faciltà l’Undecima presa all’Italiana e finita alla Francese che la Decima terminata all’Italiana. E queste sono le capriole intrecciate.
§ 4. Battute
[12] Le capriole “battute” sono quelle le quali, senza intrecciare i piedi, battono sempre all’istessa parte. Si vorrà fare esempigrazia una Capriola battuta avanti e contare i suoi tagli, si metterà in quinta col destro per esempio avanti, indi si stacca in seconda in aria, ed è il taglio primo, portasi altra volta in quinta avanti, e sarà una seconda, di nuovo si stacca alla seconda in aria, e si avrà fatto una terza, si porta poi alla quinta avanti, e sarà una quarta battuta; e così seguendo a contare i tagli, per quanti essi saranno avrà nome la Capriola, che sarà sempre di numero dispari, cadendo sopra un piede; cadendo sopra tutti due chiusi sarà di numero pari.
[13] Quella battuta “indietro” si conta similmente, battendo il piede sempre addietro.
§ 5. Ritirate
[14] Tutte queste sorti di Capriole distese nella simil maniera si posson fare “ritirate”, siano alla Francese, all’Italiana o alla Spagnuola, intrecciate o battute; ed altra differenza non hanno che raccor le gambe e falle rancignate.
§ 6. Tordichamb saltati
[15] Dissimo nel capitolo XV che il Tordichamb “in aria saltato” va tra il numero delle Capriole; e ◀questo▶ è il luogo da parlarne. Egli non altro di quello accresce e varia, che spiccato un salto, nel tempo che si sta in aria, si fa uno o più Tordichamb, come qui sotto meglio divisaremo.
[16] Io fui inventore di una sorte di Tordichamb sotto al corpo, saltavo ritirato in aria, e distaccando i piedi tutti due in seconda in aria sforzata, in fine dell’alzata facevo due Tordichamb con entrambe le gambe nel tempo istesso; con quel piè che stava avanti facevo il Tordichamb per fuori, per quello che stava addietro il facevo per dentro, e nella cascata mi trovavo col piè avanti, che nel saltare stava indietro. A questa Capriola io diedi nome di Gran Gorguglié. Dar quel giro opposto alle gambe era così ben difficile che quanti alla prova vi si metteranno conosceranno il valore di tal sorte di Tordichamb, ma il stile si era di farli tutti due o per dentro o per fuori.
[17] Queste sorti di Salti non sono da potersi prendere a piedi fermi; ma si devono prevenire con un Sissonne, il quale darà l’impeto elastico al salto. Similmente si possono fare con una gamba rancignata, tenendosi l’altra distesa, li quali pur si prendono con un Sissonne, questi con una gamba si possono fare egualmente per fuori e per dentro; nell’istesso salto possonsi farne due, ma i giri della gamba si fanno più stretti. Facendone uno, si fa un gran cerchio con un gran distacco di gamba. Se voglion replicarsi con la gamba medesima si previene con altro Sissonne col piede che stava disteso, su cui si cade; volendosi cambiar gamba, col piede che ha fatto il primo Tordichamb si fa il Sissonne e con l’altra gamba rancignata si farà l’altro Tordichamp, e così vicendevolmente cambiando se ne replicano per quanto sarà capace l’abilità del Ballerino.
[18] Io in simile Capriola ho fatto la cascata sull’istesso piede che ha fatto il Tordichamp, aggiungendovi il giro, ed anche far due Tordichamb col giro e cader sulla medesima gamba; lo che viene ad essere un Tordichamb ribaltato. La difficoltà di questa Capriola non è facile a capirsi da chi non sa la vera forza dell’arte de’ salti.
[19] Egualmente si fanno di sbalzo, in giro o in fianco, e questi si sogliono prendere con un Contratempo di sbalzo o con un Dégagé.
§ 7. Gorguglié
[20] La Gorguglié è una Capriola antica, la quale si prende con Dégagé girando, e poi nel salto la vita si tiene dritta perpendicolare, le gambe, le cosce in linea piana parallele alla terra, una starà distesa ferma e l’altra farà il Tordichamb: nel cadere, si cade su quella gamba che stava distesa, e l’altra con qual si fece il Tordichamb resta in aria; e tra il Dégagé e il Salto si farà un giro intiero. Il Salto, per avere maggiore elasticità, si prende con il piede che si distacca, cui darà maggiore impeto al Salto. In un salto di questa specie non si può raddoppiare più di un Tordichamb; ma si possono replicare più gorguglié, o tutte con il medesimo piede o cambiandolo.
[21] Io introdussi pure un Gorguglié di sbalzo. Ero solito di pigliarla con un flinc flanc, e puolsi pure prendere con un Contratempo girando, e quando stavo con le spalle alla platea spiccavo il salto con tener ferma ed alta la gamba sinistra, non del tutto distesa, ma un poco curva, e con l’altra facevo il Tordichamb, nel di cui tempo voltava la vita alli Spettatori, e cadendo sul piede manco, l’altro restava in aria. Mi serviva di questa Capriola ne’ caratteri grotteschi o negli Oltramontani, che con abito caricato e goffo faceva un bel vedere. Non solamente l’ho fatto nella maniera divisata; ma pure ho fatto la cascata di detta Capriola sul piede che ha fatto il Tordichamb, ch’egli è quasi un Tordichamb ribaltato, come in sul principio dissi.
[22] V’è un’altra sorte di Gorguglié, nella quale si fanno nel salto medesimo due Tordichamb, il primo verbigrazia col dritto piè di fuori, e l’altro col sinistro per dentro, e son fatti quasi a fior di terra. Si servono di sì fatte Capriole i Francesi ne’ balli seri. Si puol fare in altre variate maniere sì a terra, sì basse, sì in aria, e per quante tanti segnalati Ballerini le hanno fatte, e per quante ne vorran fare i bravi a’ tempi nostri di propria invenzione. Io solo ho divisato di quelle che sono più comuni e più pratticate.
§ 8. Salto del fiocco
[23] Il “salto del fiocco” ha il tempo di una terza intrecciata alla Spagnuola; si fa avanti e si fa in fianco. Quell’“avanti” va preso co’ piedi dritti alla spagnuola, si previene con un Dégagé o con un Contratempo, si salta sul piede manco alzandosi dritto il destro ad una tal quale altezza, e poscia il manco deve sovravanzar di molto il destro, e sull’istesso tornasi a cadere. Questo è il vero salto del fiocco avanti; e non già come il fanno alcuni, che poco o niente soprapassano il destro col manco.
[24] Quell’“in fianco” si fa co’ piedi voltati in vera posizione: saltandosi sul manco, s’alza prima il destro e poi il sinistro, che deve pur di molto avanzar quello, e si cade sul sinistro medesimo: ma ◀questo▶ non può neppure a metà fare l’alzata di quello avanti, col quale si è giunto a levare il cappello di mano a un Uomo ben alto con la mano distesa in alto, e salito su di una sedia.
[25] Si puol fare altra sorte di ◀questo▶ salto preso dalla prima spagnuola, piegandosi, e nel saltare si mandi in alto uno de’ piedi, o il dritto o il manco, tornandosi a cadere sull’istesso, e l’altro piede terrassi sempre disteso: ma con ◀questo▶ non si puol fare neppur l’istessa levata di quello spiegato di prima.
§ 9. Salto ribaltato
[26] Questo “salto ribaltato” far si suole a fior di terra ed alto: quest’ultimo ha bisogno di maggior distacco di coscia.
[27] Per farlo a fior di terra, si metterà verbigrazia col piede sinistro in seconda in aria e su il dritto disteso, equilibrato il corpo nella quarta maniera (cap. IV), si piega il ginocchio, e distendendolo, si salta passandolo per sopra all’altro, che si tiene sempre disteso, cadendosi sul medesimo piede su cui prima il corpo stava appoggiato, con darsi nel salto un giro intiero al corpo, e resta sempre l’istesso piede in seconda in aria.
[28] Quell’“alto” non si puol prendere a piè fermo, ma bisogna prevenirlo con altro tempo, che suol essere un Dégagé e un Jeté girando: non già come i soliti, ma con maggior veemenza fatto per dar la gran levata al salto; essendosi in aria col sinistro esempigrazia disteso, il destro con un gran distacco di coscia, in guisacché il ginocchio passa presso al viso, con la gamba all’insù, il piede venghi ad avanzar la testa, facendo un gran cerchio per aria, dando alla vita il moto di un giro intiero, il destro dunque, dicevo, passi per sopra al manco, e si cadi sull’istesso dritto, restando pur l’altro alla seconda in aria.
[29] Questo salto ribaltato fu da Monsieur Michel inventato, il miglior Ballerino grottesco che abbia dato la Francia.
[30] Quelli a fior di terra posson farsi pure battuti, lo che riesce troppo difficile. Nel spiccar del Salto, il piè che sta disteso tra due battement sul collo dell’altro piede, e poi ◀questo▶ ribalta sopra l’altro, come di sopra si è spiegato.
Io ◀questo▶ salto, per renderlo più difficile, lo solevo prendere con tutti due i piedi a terra, prevenendolo prima però con un gran Brisé o con un gran Sissonne, nello spiccar del salto portavo il dritto a segnare il gran cerchio con un distacco di coscia assai grande, sebbene più di mezzo giro non poteva dare alla vita. Faceva un’alzata così grande in ◀questo▶ salto, che passava la testa degli uomini più alti per sotto la piegatura del ginocchio: anzi la seconda volta che ballai a Torino S.A.R. il Duca di Savoia, al presente Re di Sardegna, Felice Regnante, faceva uscire sul Teatro il Granatiere più alto tra quei che facevano le Comparse, in abito di Teatro com’era, ed io con il detto mio salto il passava pur per sotto la piegatura del ginocchio.
[32] Si possono far pure rancignati, e sono che il piede cui si passa sopra sopra si porta ritirato.
§ 10. Spazza Campagna
[33] Questa Capriola detta “Spazza Campagna” si prende dalla quinta posizione; si pieghino entrambi li ginocchi e, nel sollevarsi in aria senza staccarsi i piedi dalla stessa quinta, si rancignano le gambe per sotto al corpo quanto sia più possibile, poi si distendono parimenti accoppiati in quinta per avanti a fior della testa, la qual ritirasi un poco per celarsi dietro a’ piedi; da qui si distendono tutte due le gambe ne’ fianchi, aprendosi e distendendosi quanto più si possono, alzando la testa e raddrizzando la vita nel tempo istesso, e nel principio della cascata cominciano a riunirsi i piedi, finché nel cader giù si trovino altra volta in quinta, ma sopra quel piede che nel principiarla era sotto.
[34] Per prendersi questa Capriola ha di bisogno prevenirsi con un gran Brisé o con un gran Sissonne, li quali potran dare la veemenza al salto, e per ordinario le quinte con quali si prende e si termina sono forzate, che dove va di mestiere di maggior impeto per una levata non si ha da cercare un’esatta posizione, ma quella che darà più forza al salto.
[35] Quelle “fiancheggiate” si prendono con un Contratempo da lato; volendola fare a cagion di esempio alla dritta, con l’istesso piede si fa il Contratempo, e nel spiccar del salto, rancignandosi le gambe, il destro si butta sul sinistro, la testa si appiatta come sopra, e nell’aprirsi si osserva quanto si ha dimostrato.
[36] “Girando di sbalzo” si servirà dell’istesso metodo.
§ 11. La Reale
[37] La Capriola “Reale” va presa dalla quinta e nell’istessa finisce. Posto dunque in detta posizione, si piegano egualmente le ginocchia e nel distenderle, si salta con staccare i piedi alla seconda in aria, tenendo distesa tutta la vita ed i ginocchi, basse le punte de’ piedi, che poi si riuniscono in prima e tornano altra volta a distaccarsi alla seconda, ma sforzata, ed aperti i piedi quanto più si possano; nel principiar della cascata si cominciano a riunire, per trovarsi nel cader giù altra volta alla quinta di prima, o sotto quel piede che nel principio era sopra.
[38] Si possono far battuti con riunire i piedi due e tre volte alla prima, e similmente dette battute possonsi fare chiuse, cioè alla quinta posizione.
§ 12. Salto tondo
[39] Il “salto tondo” va di vari modi fatto, sotto al corpo, di fianco, di sbalzo, capriole tonde intrecciate, salto tondo su di un piede, detto di sbalzo.
[40] Quello “sotto al corpo” va preso dalla seconda posizione, il corpo si tiene perfettamente equilibrato nel primo modo, le braccia a mezz’aria che danno l’equal pondo al corpo, si piegano le ginocchia e si gira il corpo dalla sola cinta all’insù per un quarto dalla parte opposta, per dove si deve saltar girando, e nel distendere si dà la spinta al corpo per il salto ed il moto per il giro, con l’accompagnamento delle braccia. Se si vuol fare un giro l’empito al salto non sarà troppo gagliardo, se due giri, si farà con veemenza: a tre giri poi vi ha potuto giungere il solo Cesarini, il quale faceva tutti li tre giri franchi e perfetti, e questa era la Capriola a lui riserbata.
[41] Il “Salto Tondo di fianco Secco” va preso dalla quinta posizione, e si comincia con un Dégagé alla seconda, e sia il manco, poi saltandosi su ◀questo▶ istesso, si dona al corpo il moto del giro col piè dritto, facendosi uno o due giri, come di sopra abbiam divisato, e nel cadere, cadasi in seconda posizione con far giungere prima le punte de’ piedi e poi il restante, siccome si deve avere avvertenza in tutte le cascate delle Capriole.
[42] Il veder tante delle fiate in ◀questo▶ salto, come pure in altri, cadere a terra i Ballerini, proviene per mancanza d’arte e non già per difficoltà del salto. Si deve aver l’accortezza che nel fine del salto la macchina si renda abbandonata di forze, che così starà a piombo dove cade, che se le membra si tengono piene di vigore ed irrigidite nel cadere risalteranno da se stesse, che faran perdere l’equilibrio al corpo per tenersi in piedi, e lo portano a cadere a terra. Come una palla di cuoio gonfiata di vento e cacciata in aria, sbucata in aria stessa, quando perda l’aria racchiusa, che la teneva in elasticità, nel cadere resta su il medemo terreno: ma se conservasi ripiena del vento medemo non resta nel proprio terreno, ma risalta altra volta.
[43] Il salto tondo “di sbalzo” si prende con un Contratempo di fianco sbalzato, e nell’alzar per la Capriola: le gambe si portano laterali in linea obliqua, tenendo la distanza sempre dalla seconda posizione, con darsi il moto al giro, nel di cui tempo cadendo si raddrizza il corpo e si cade sulla stessa seconda.
[44] Le “Capriole tonde intrecciate” si sono prese da tanti salti tondi, che invece di stare i piedi distesi alla distanza della seconda posizione, si fanno le intrecciate, la di cui quantità dipende dall’abilità del Ballerino.
[45] Io avea d’ispeciale in simili capriole d’intrecciare la Decima fra due giri: siccome Viganò era particolare nel far la Duodecima sotto al corpo con un giro, e prendere i salti tondi in quinta Spagnuola.
[46] Il “salto tondo su d’un piede” serve per carattere di Pulcinella o di Mulinaro, si prende dalla quinta vera; se si gira sulla destra, il piè destro si mette avanti, qual piede nel saltare si ritira e va a battere dietro la coscia del manco; nel cadere, si cade sul piede che stava disteso, e l’altro immediatamente si posa a terra; ed in ◀questo▶ salto si possono raddoppiare due giri.
[47] Va pur ◀questo▶ su di un piede fatto “di sbalzo”: si prende il Contratempo giusto nel mezzo del Teatro, quindi si spicca il salto con i piedi uniti e la vita dritta: quando si avrà fatto mezzo giro, che i piedi sono verso i Spettatori, si scostano alla quarta Spagnuola con tener serrate le ginocchia, e nel mentre si fa l’altro mezzo giro riunisconsi, e si cade in prima.
[48] Se questa Capriola non si fa nel mezzo del Teatro, non potrà far mai buona veduta; siccome tutte le Capriole hanno il loro punto metamatico ed il suo contralume, e se non si colgono in quello non faran mai la loro special veduta; e da ◀questo▶ punto non ben preso, spesso ne avviene che alcuni salti riescono senza applauso. Sperienza fatta tra due Ballerini che han spiccato una Capriola di egual valore: uno scuoter l’applauso e l’altro esser mirato con indifferenza. Non hanno fatto forse ◀questo▶ e quello altrettanto? Sì: ma non hanno saputo cogliere tutti due il punto stesso.
[49] Tutti i salti tondi che abbiamo spiegato potersi fare distesi possono farsi ritirati con rancignar le gambe sotto al corpo.
§ 13. Battuta girando, settima ed intrecciata
[50] La “battuta girando” si prende sempre con un Contratempo o con un Dégagé: se va fatta di sbalzo va prevenuta da un Contratempo volato girando, e saltandosi per esempio sul manco, si cava il destro piede alla seconda, poi si batte nella prima posizione e si torna a staccare in grande, quanto più puole, cadendo poi su il piede medesimo, levando l’altro in aria. Per esser perfettamente fatta questa Capriola, il corpo stando in aria, deve tenersi in linea piana, parallelo alla terra, cadendo poi obbliquo; questa non fa altro che mezzo giro, e si termina l’intiero sul piede che sta a terra, nel tempo che si raddrizza il corpo; e così va fatta volendosi fare di sbalzo. Se a fior di terra, si prende con un Contratempo che non sia volato, o con un Dégagé, ed allora si attacca la Capriola suddetta, la quale non avendo la grande alzata, non si porta il Corpo in linea piana per aria, ma alquanto obbliquo. Facendosi con il Dégagé prende una battuta di Musica, col Contratempo ne prende due in tempo di Giga.
[51] La “settima intrecciata” è l’istessa, ed ove in quella si batte, in questa s’intreccia una settima, somigliando all’altra in tutto il resto.
§ 14. Sissone battuto
[52] Il “Sissone battuto” è tra il numero delle Capriole. Preso che si sara il Sissonne (cap. XXX), dopo la piegata si spicca un salto e con un piede, per esempio il destro, si batte nell’altro, facendo una o più battute, sebbene una è da melenso, e poi cadendosi sul manco, il dritto si solleva alla seconda in aria. Questa battuta si puole far tanto avanti quanto addietro, come da fianco: ma si avverte, che raddoppiandosi questi Sissoni, se saranno avanti o indietro si faranno uno con un piede e l’altro con l’altro, se fiancheggiati si batterà sempre con l’istesso piede.
[53] Vi sono que’ “battuti volati”, quali sebbene si possono prendere da Sissonne, ma perché han di bisogno di una maggior levata, si sogliono antecipare con un Bourrée, e poi il Sissonne battuto, nel quale cacciandosi il corpo in aria va in linea obliqua e si batte in una delle divisate maniere, cadendosi poi come di sopra si è spiegato, ed in ◀questo▶ ultimo tempo di distaccare in seconda si fa in grande, in qual guisa farà la sua maggior veduta.
[54] Tutti questi Sissoni, siccome li abbiamo spiegati distesi similmente diciamo che posson farsi ritirati.
§ 15. Pistolette in aria
[55] Nel parlar delle Pistolette a terra (cap. XX) dissimo che, oltre di quelle, vi erano l’altre “in aria”, le quali vanno annoverate tra il numero delle Capriole e adesso siamo nel tempo di divisarne.
[56] Le “Pistolette in aria” hanno il tempo di una quarta intrecciata, tra il numero delle quali va questa Capriola. Si comincia ella con un piede alla seconda in aria, e sia ◀questo▶ per esempio il destro, si salta sul sinistro, s’intreccia e si cade su dell’altro piede o sull’istesso su cui si saltò, ed un resta distaccato alla seconda in aria.
[57] Da’ provetti Ballerini queste pistolette si sono fatte in seste, e tutto proviene dalla celerità del Ballante il quale, quanto più sollecito intreccia, tanto acquista di merito.
§ 16. Ali di Piccione
[58] Le “Ali di piccione” hanno la somiglianza delle Pistolette, cominciano e finiscono come di sopra abbiamo spiegato, la sola differenza si è nel battere, che in quelle sono le battute intrecciate, in queste in prima, battendosi i piedi vicino ai calcagni.
[59] Queste Capriole si posson raddoppiare per quanto si vogliono, sì con un piede come cambiando piè.
§ 17. Jeté battuto in aria
[60] Il Jeté “battuto in aria” va pur tra il numero delle Capriole. Non è egli altro che quello spiegato (cap. XVIII); la sola differenza si è che quello fassi in terra ed in ◀questo▶, essendosi spiccato in aria, si fanno i battimenti sul collo del piede: se si vogliono raddoppiare si abbia relazione all’istesso (cap. XVIII § 2 in fin).
§ 18. Capriole alla Turca
[61] Dal titolo istesso queste Capriole “alla Turca” s’intende di essere adoperate nel carattere Turchesco; si fanno rancignate sotto al corpo, ed invece di battersi come il solito ed intrecciarsi si batte pianta e pianta di piede; e questa battuta puol farsi per due, al più per tre volte.
[62] Si fanno similmente “in fianco” con tenere secondo il solito in aria il corpo obbliquo, ed in queste si cade sopra un piede.
§ 19. Galletti
[63] Le Capriole dette “Galletti” van prese a piedi pari, cioè dalla prima spagnuola, dopo la piegata, che sarà con le ginocchia accoppiate, nel saltare si rancignano le gambe, così unite come stanno, e poi di nuovo distendendosi, tornano a fare una battuta con i calcagni verso le cosce, e nel cadere si cade con tutti due i piedi, restando uniti.
[64] Si fanno pure diversamente ed è più difficile, che dopo la prima ritirata si distendono i piedi, con alzarli per avanti quanto più si possono, curvando il corpo, come coricarsi sulle gambe istesse, e nel principio della cascata si raddrizzano i piedi per in giù, ed il corpo si distende nel suo naturale.
[65] Si possono fare di altra maniera, e sono che nel saltare le gambe pure accoppiate senza ritirarsi indietro, dal bel principio si alzano avanti con l’abbassarvi sul corpo, e nella cascata si osserva l’istesso che abbiam di sopra esposto.
[66] Tutte queste Capriole, perché hanno bisogno di grande alzata, si prevengono o con un Brisé o con un Sissonne. Si dicono “Galletti” perché hanno la simiglianza a’ salti del Gallo, quando ◀questo▶ salta per volare osservasi che si rancigna le gambe, come nel principio, se in qualche rissa salta per andare addosso a qualche animale, salta con distendere le gambe avanti, come nell’ultime due maniere abbiamo dimostrato.
§ 20. Salto dell’impiccato, Saut Empendù
[67] Il “Salto dell’Impiccato”, detto Saut Empendù si fa nel carattere di Pulcinella, di un Ubbriaco o d’altro Goffo, e talvolta si fa per bizzarria, per esser ◀questo▶ un salto difficile. Si prende pure a piedi pari con le ginocchia unite, si piega, e nello spiccar del salto si raddrizza bene il corpo con le gambe accoppiate, le braccia distese si lasciano cadere con le mani toccanti le cosce e la testa abbandonata da un lato, nel cader poi, arrivato a fior di terra si distacca bene in aria un piede quanto più si puole, cadendosi obliquo sull’altro piede.
[68] La difficoltà di ◀questo▶ salto consiste in una gran levata, che ha di bisogno per far bene osservare quella figura a’ Spettatori, diversamente a nulla ridurrebbesi; e chi non ha l’abilità di questa alzata in verun conto deve fare sì fatta Capriola.
§ 21. Salto morto
[69] Il “Salto Morto” si prende dalla quinta posizione vera e si puol fare “sotto al corpo” e “fiancheggiato”. Per farlo nella prima maniera va preso con Brisé e un Mezzo Sissonne, si piega già dalla suddetta quinta, e nel levarsi, si spicca un gran salto distaccandosi le cosce ne’ fianchi, quanto più larghe si possono, e devesi fermare alquanto in aria in quella situazione; quanto poi sta per non potersi più reggere, riunisca nella cascata ad un tempo i piedi e cada in quinta; se nel fin della caduta si vuol battere, crescerà di preggio.
[70] Quel “fiancheggiato” si piglia con un Contratempo da lato, ed è l’istesso di ◀questo▶ con la solita fermata in aria, e si differisce che l’alzata si fa da lato, e da lato si distendono le gambe.
[71] Il trattenersi fermato in aria è cosa ben difficile, che per poterla fare ha bisogno di grand’arte; sospendasi il corpo con gran leggerezza in aria, distendansi le ginocchia, si distacchi ben bene, che così potrà trattenersi alquanto.
[72] Questo era un passo speciale del Sign. Cesarini, cui stava più degli altri sospeso in aria.
§ 22. Forbice
[73] La “forbice” è una Capriola usata nel carattere di Pulcinella, si prende dalla prima posizione Spagnuola ed in detta va tagliata; si spicca il salto ed essendo in aria, uniti i ginocchi come se fossero inchiodati, si slargano i piedi, potendosi portare indifferentemente avanti il dritto o il manco, e nel cascare si riuniscono altra volta i piedi nella medesima prima, sulla quale si cade a piombo; questa Capriola non vuole troppa alzata.
[74] V’è un’altra sorte di queste Capriole, che vogliono una levata maggiore, e si fa tutta aperta, vale a dire che li ginocchi non stanno uniti, ma distesi con le gambe, si aprono nell’articolazione della coscia mandandone una avanti ed una addietro.
[75] Io, nella prima maniera, dopo la prima aperta ho tornato a serrar le gambe fino alla quinta Spagnuola, e tornarle altra volta ad aprirle nel salto istesso. Nella seconda guisa, nel mentre principiava la cascata ho dato un moto circolare alla vita, che le faceva fare mezzo giro.
[76] Queste Capriole tutte, essendo appartenenti al carattere di Pulcinella, vanno accompagnate col movimento del braccio dall’istesso lato del piede. Nel carattere di Piraut, o sia “Molinaro alla francese”, va molto adoprata la Capriola a forbice tutta aperta.
[77] Si distingue ◀questo▶ carattere di Mulinaro alla Francese dall’Italiana: in questa veste una tunica succinta fino al ginocchio, e le maniche lunghe come quelle di Pulcinella; alla Francese veste a vita con le maniche strette fino a’ polsi, e porta i suoi bottoni. Il color sì dell’uno come dell’altro è bianco, cappello pur bianco, e tutto asperso di polvere.
[78] Questa specie di Capriola puol farsi pure col tempo alla Reale, vale a dire, che nel salto unite le ginocchia si slargano alla quarta Spagnuola, si tornano ad accostare alla prima e si allontanano finalmente più della quarta, cadendo poi in prima, nel carattere di Pulcinella Francese con due gobbe, che tal da quella Nazione si costuma, ho fatto la cascata con i piedi alla quarta Spagnuola ed i ginocchi serrati e piegati, che stavano un mezzo palmo alti da terra, e di simil foggia ho seguitato a caminare, finendo la caminata con un salto tondo preso dalla stessa situazione.
§ 23. Salto del Basco
[79] Il “Salto del Basco” si fa da lato, si comincia da posizione chiusa o pur da qualunque altra, e sia per esempio il destro avanti, col quale si fa un Dégagé in seconda, indi un Jeté col sinistro sotto, poi si leva in aria il destro piè, rialzasi il sinistro, e si lascia andare quanto più si puote in aria, la forza di ◀questo▶ alto si è che quanto più si faccia sul fianco, più riesce bello: si puole fare ritirato e disteso; se il Jeté si fa col destro si casca sul sinistro, se col sinistro sul destro piè. Da ◀questo ebbe origine il salto ribaltato, già ridotto allo stato descritto nel § 9.
[80] Queste sono le principali Capriole, alle quali se ne uniscono una portentosa quantità, e queste istesse variar si possono da’ Ballanti virtuosi e di abilità, nelle diverse fogge che il valor proprio potrà suggerire.