Capitolo VI. Della Cadenza
[1] Tutti i passi della Danza mai saranno per esser gradevoli, se dall’armonia non saran regolati. Abbia un Ballerino tutta la grazia, formi i passi a perfezione con la possibile agilità, se non si saprà adattare alla misura dell’armonia egli non potrà annoverarsi tra’ ballerini: se va fuor di cadenza, tutto il resto si rende inutile e per questo è necessario, a chi vuol saper la Danza, saper pur la Musica. Non dico ch’egli sia nell’obbligo di saper fondatamente la Musica, qual la deve chi ad essa sola sta applicato; ma fa di mestiere che discerna perfettamente i due tempi, i “binari” ed i “ternari” che tutte le altre misure diverse della Musica si possono nel ballo a questi due soli tempi ridurre. Anzi, rigorosamente parlando, nella Musica non v’è misura che ternaria o binaria non sia; e siccome tutti i numeri non possono essere pari o dispari, così le misure dell’armonia devono essere di ragion “dupla” o “tripla”. Dividano e suddividano i Maestri musicanti per quanto vogliano, non posson fare ch’ella non sia dupla ovvero tripla.
[2] Il tempo binario, che è un tempo più allegro dell’altro, si adopera in quelle Danze che con speditezza si fanno, come sia per esempio la Giga, la Gavotta, l’Alemanda e simili. Il tempo trinario, ch’è più largo, serve per le Danze che posatamente si fanno, come la Ciaccona, la Follia, l’Amabile e compagne. Il “quattro tre”, sebbene sia tempo ternario, pur suol sonarsi allegrissimo, e vi ballano le furie ed altri. Ancorché vi siano altri tempi, che paiono più larghi e posati de’ ternari, detti “otto duodoci”, con cui si balla l’Entrata grave e l’arie che i Francesi chiamano di Lure, i Passagagli, tuttavolta questi tempi si riducono al binario, sul quale conservano sempre la loro gravità.
[3] Il tempo “tripola maggiore”, o sia “l’uno tre”, vuole per empire una battuta tre semibrevi. L’“otto tre”, ch’è pur tempo ternario, vuole tre crome per far la sua battuta, e la croma ha il valore dell’ottava parte della semibreve, sicché tra questi due tempi trinari vi sono otto gradi di velocità, che uno ha più dell’altro. Non giova il solo saper ballare ne’ tempi suddetti, ma saper dividere e distinguere, con varie sorti di passi e capriole, le suddette battute. Non v’è passo che non comincia dalla cascata della battuta, non v’è salto che non cade sopra la battuta di qualsivoglia tempo: sebbene agli eccellenti Maestri lice ballare nel tempo dell’intercadenza. Ciò ch’ella sia, si saprà a suo luogo.
[4] Noi moderni non misuriamo la cadenza co’ passi, come gli antichi, che ogni passo occupava una battuta. Noi facciam correre più battute in un passo e mettiamo più passi in una battuta. Facevansi que’ un Emboité in una battuta di tempo trinario, a tempi nostri non v’è chi in una battuta non ne raddoppia due e tre. In due battute di tempo pur ternario, in tempo di “Ciaccona”, si faceva un “jeté” tre “battement” e un “assemblé sotto al corpo”; ora nell’istesso tempo con la legazione de’ medesimi passi i battimenti si raddoppiano fino ad otto, a dieci; così negli altri ligamenti di passi si raddoppiano, si legano di svariate fogge.
[5] Male fanno que’ che sopra un tempo “fugato” vi ballano e vi saltano “staccato”, ove si ricerca un tempo “quattro due larghetto”, siccome vien detto da’ ballerini grotteschi sbalzanti; come pur que’ che sull’aria “tamburino”, quattro due andante, o su d’un tempo “otto tre”, nomato tempo di “ taice ”, ballarvi de’ salti “staccati”, come sia un “contratempo”; una “capriola battuta” o “volata”, un “brisé”, un “salto sotto al corpo”, cose tutte improprie e sconvenevoli. Per questo vi sono tante variazioni di tempi, acciò sia uniforme il ballare, il saltare all’andamento de’ tempi, che sebben sian due, binario e ternario, come s’è detto, abbraccian però varie mutazioni; e così ogni carattere puol trovare adattato il tempo della musica al suo ballo. In un tempo di “Ciaccona” che ha moltissimi cambiamenti, il Ballerino non perché abbia cominciato su d’uno stile “staccato”, unito alla Musica, perciò, se la Musica cambia “motivo” dal “languido” al “fugato”, dal “sostenuto” all’“andante”, ove sol cambiano le note, ma il tempo è sempre l’istesso, perciò, dissi, non deve il ballante variare i ligamenti de passi da staccati a fugati, all’attitudini, e secondo marca la Musica.
[6] Se in un “grave” l’andamento della musica sarà “sostenuto”, e di tanto in tanto uscisse con qualche battuta di note raddoppiate, il Ballerino raddoppi anche lui. Nelle “fughe” queste mutazioni istantanee si vedono spesso, dal “furioso” si passa allo “staccato”, alle “pause”, ove si adoprano dell’“attitudini”, de’ Tableaux. Fingiamo Borea che invaghito di Flora, la quale lo sdegna per amor di Zeffiro; essa fugge e Borea la siegue: in questo vi deve essere una Musica assai furiosa, ed il bravo Ballerino la riempie di una variata moltitudine di passi ed azioni esprimenti il carattere, e che abbiano perfetta armonia con la qualità della Musica. La raggiunge, e Flora soprafatta cade a terra; i Fiori languiscono, i Zeffiretti per dove passa Borea tutti tramortiti, in vari Tableaux situati. Borea raggiunge Flora, si ferma e resta in attitudine, qui la musica deve esser “sincupata”, o “pausata”, ecco che la moltitudine de’ passi non ha luogo, ma riempir si deve la cadenza più dagli atteggi che da passi. Si ripiglia la fuga, va replicato il furioso, e così alternativamente con questo chiaro oscuro dell’armonia si adattano i passi, ed il ballo sarà fatto secondo l’arte, pieno di azione, ricco di varietà, e non potrà non ottenere l’applauso de’ spettatori.
[7] Ma torniamo alla differenza che passa tra tempi. Il tempo “tripola minore”, o sia “due tre”, vuole tre Minime per la sua battuta. Una Minima vale la metà della Semibreve: sicché il “due tre” è al doppio veloce della Tripola maggiore. Per fare una battuta in tempo “quattro tre” vi vogliono tre Semiminime. La Semiminima ha il valore della quarta parte della Semibreve e la metà della Minima, talmentecché ha quattro gradi più di velocità della Tripola maggiore, e due più della tripola minore; e questo per i tempi trinari. Andiamo a’ “Binari”.
[8] Il tempo “Medio”, cioè “quattro due”, vuole due Semiminime a fare una battuta, che vale un sospiro. Il tempo “otto sei” vuole sei crome a fare una battuta, e la Croma vale mezzo sospiro, l’istesso che la metà della Semiminima, sicché viene ad essere una terza parte men veloce del tempo medio. Il tempo a “Cappella” vuole otto Crome, ed è un sospiro men veloce dell’otto sei. Il tempo otto duodeci vuole duodeci Crome in ogni sua battuta, ed è al doppio più largo dell’otto tre; e sebbene sia tempo binario pure è una terza parte men veloce della Tripola maggiore. Con questa distinzione di tempi e proporzione di celerità devesi ingegnare il bravo Ballerino di accoppiare i suoi passi, e prima di entrare in questi, divisaremo le posizioni.