Capitolo III. Delle qualità del Ballerino
[1] Ars longa, vita brevis etc.
dice Ippocrate in un
suo Aforismo, parlando per la Medicina. L’istesso io dico del Ballo, né,
come altri credono, fare il Ballerino, parlando da Teatro, sia bastante
l’apprender la sola Danza. Molti sono i requisiti che in esso si
ricercano. Non dico prima di saper ben leggere e scriver meglio, cosa
essenzialissima; ricercasi pure, non solo per mio costante sentimento e
del celebre Monsieur de Noverre, ma che
abbia pure la cognizione di varie scienzek. Il
Cavalier Planelli, valente Critico dell’
Opera in Musica
, di ciò dà bastante saggio
che, sebbene non sia egli un Danzatore, ma su di ciò pensa così bene che
piacemi, e sia lecito il rapportarlo. «Il Ballerino non deve
soltanto procurare di divenire agile, e leggiero, quanto di rendere
le mani e il corpo eloquenti (come il filosofo Demetrio diceva di un Danzatore ne’ tempi di
Nerone) egli ha mestieri di essere iniziato in più
discipline»
. Luciano nel
Dialogo sulla Danza vuole che un Ballerino abbia
l’intelligenza della Poesia, della Geometria, della Musica, della
Filosofia. «Il faut que le Danseur Pantomime connaisse la Poésie,
la Géométrie, la Musique, la Philosophie, l’Histoire, et la fable,
qu’il sache exprimer les passions, et les mouvements de l’âme, que
il emprunte de la Peinture, et de la Sculpture, les différentes
postures et contenances, en sorte qu’il ne le cède à Phidias, ni à
Apelles
pour le regard. Ce Danseur doit savoir aussi particulièrement
expliquer les conceptions de l’âme, et Découvrir les sentiments par
les gestes, et les mouvements du Corps: enfin il doit avoir le
secret de voir partout ce qui convient (qu’on appelle le Décorum)
et, avec cela, être subtil, inventif, judicieux, et avoir l’oreille
très délicate»
. Lucien, De
la Danse
l. Su quai requisiti io così ragiono. Di
Poesia per l’invenzione e tessitura de’ balli, componerli di verisimili
caratteri, con ornamenti episodici, naturali nell’azione, osservar
rigorosamente le quattro “Unità della Scena”, o sia del “luogo”, dell’
“azione”, del “carattere” e del “tempo”: niente meno di quelle che
osservano i veri ed illustri poeti di Tragedie, Drammi Musicali e
Commedie, e come il Sig. Salomoni rapporta
in un suo ms. Dissertazione sulla Tragedia. Di Geometria
per le giuste proporzioni e misure delle figure. Di Musica per adattar
bene il tempo e le battute a passi, che sia esprimente la
rappresentanza, alternare il patetico con l’allegro, secondo le passioni
dell’azione. Di favola e di storia per tesser gli argomenti con le
qualità dalla Poesia insegnate. Della Pittura e della Scultura per i
diversi atteggiamenti, per ligare i gruppi, per formare i quadri, detti
in termine dell’arte Tableaux. Veggiamo in vero delle
Statue, de’ Quadri così parlanti, ch’esprimono al vivo la loro passione,
che mostrano negli occhi, nella positura da quale affetto sian dominati,
se di sdegno, se di odio, se di amore, se di tristezza, se di allegria e
simili. Così il Danzatore deve impressionarsi di quelli atteggi, per
porli in esecuzione quando esprimer deve quella tal quale passione, e
che abbia in secreto di appagare i nostri sensi e di muovere i nostri
affetti, questo il «Patetico», quello è l’ «Estetico»m; ciò ch’è di natura nelle belle Arti, senza quale
impropriamente usurpane il nome di queste Facultà. Sembrerà a taluni un
pretender troppo. Sembra a me troppo la presunzione di un Ballerino che
niente sappia di queste necessarie cognizioni per ben esercitare il suo
mestiere, e si mette a comparire sul Teatro.
[2] Oltre queste cognizioni menzionare ricerca il rapportato Noverre, nella sua Lettera Quinta, che abbia il Ballerino lo studio dell’Anatomia, per dipingere de’ scheletri. Ella non disegna li scurci di Michelangiolo, ma solo situa delle figure sproporzionate ne’ loro quadri. Questi studi lor sono assolutamente necessari per formare l’uomo nelle sue giuste proporzioni, per disegnarlo ne’ suoi movimenti e nelle sue attitudini; e con la Notomia vi vuol del disegno e della meccanica.
[3] Io vi aggiungo la Geografia, per sapere i riti, i climi, i siti, i costumi, gli abusi, l’Isole, i mari, le Città delle Nazioni, e specialmente di que’ Africani, Asiatici ed Americani a noi non cogniti, con che si possa ben porre in scena ed esprimere il carattere al naturale, volendo portare in spettacolo un ballo di tali Nazioni. Cose tutte necessarie, senza le quali non puol riuscire un ottimo ballerino.
[4] E pur questo è poco. Son cose che un uomo di buona mente, e che abbia la possibilità di poter coltivarsi in questi studi, potrà acquistarne. Bisogna, che la Natura l’abbia ben formato di membri, e secondo Policlito, la corporatura del Ballerino non deve essere né troppo alta, né troppo bassa, né pingue, né magra; ma di una giustata proporzione, avvenente, e ben formata, che sia forte e snello ciascun de’ suoi membri.