Capitolo I. Del Minuetto, e delle parti che▶ lo compongono
[1] Quantunque potrei qui francamente affermare, ◀che▶ avendo io sposte le sette parti principali del ballo nobile, le quali infin dal cominciamento di quest’opera promisi di render chiare, mi sia dalla presa fatica diliberato, e ◀che▶ oramai sia tempo di dare alla penna ed alla mano riposo; pur nondimeno, il prender nuova lena ed il fare un altro Trattato a parte sul Minuetto mi sembra, per le ragioni ◀che▶ seguiranno, sì necessario, ◀che▶ se il primo Trattato di cui mi sono espedito, da questo secondo seguitato non fusse, convenevolmente assai difettoso e mancante potrebbesi riputare.
[2] Io mi sono del tutto persuaso ◀che▶ chiunque saprà le positure de’ piedi, gl’equilibri ed i movimenti del corpo, e chi nel misurato tempo dell’armonia saprà formare ed incatenare assieme i passi di sopra dimostri, e muovere le braccia così ritonde ◀che▶ d’opposizione, ed ultimamente chi avrà l’intelligenza delle figure regolari ed irregolari prodotte dalle quattro linee, cioè dalla retta, dalla diametrale, dall’obliqua e dalla circolare, sarà non solamente abile a ballare ogni danza, ma eziandio ad inventarne e comporne da sé medesimo delle altre: per la qual cagione io non sono in obbligo di trattare delle danze in particolare. Ma d’altra parte, considerando ◀che▶ il Minuetto, sorto tra bassi natali, cioè tra’ Contadini d’Angiò, Provincia della Francia, i quali senz’alcun artifizio e quasi naturalmente lo ballano, e ridotto poi in miglior ordine e vaghezza sotto Luigi il Grande, abbia incontrato una tale felice sorte, ◀che▶ da vile, umile e basso ch’egli era, per tratto di tempo è divenuto così pomposo, ◀che▶ fattosi del tutto dimentico della sua infima condizione, oggidì ritiene ed occupa il principal luogo tra la danza nobile. Senzaché ha sortito un altro maggior privilegio, il qual si è ◀che▶ non si comincia ad imparare la danza nobile se non da quello, e però si potrebbe appellare l’introduzione o la porta della danza; ed oltracciò non si dà cominciamento, se non da esso, alle grandi e solenni feste di ballo: perciò ho dovuto onorarlo ancor io, e contradistinguerlo tra tutte l’altre danze, col far sopra di esso uno spezial Trattato, affine di renderlo il più ◀che▶ sia possibile chiaro ed aperto, e per mostrare altrui il modo e la maniera ◀che▶ si convien tenere per saperlo nobilmente e leggiadramente ballare.
[3] E per ordinatamente procedere alla dichiarazione del Minuetto, diremo intorno di esso cinque cose. Primieramente del passo di Minuetto, delle sue principali mutazioni e del modo presente di porlo in opera, così sulla linea obliqua e circolare, ◀che▶ a man destra e sinistra. Secondariamente diremo del Movimento delle braccia del Minuetto. Nel terzo luogo della Cadenza del Minuetto: non già ch’ella sia diversa da uno de’ tempi descritti di sopra nel capitolo della Cadenza, ma sì perciocché la Cadenza del Minuetto si batte per comodità di coloro ◀che▶ lo ballano, in un altro modo ben differente dall’altre danze. Nel quarto luogo si dirà della Figura del Minuetto. E nel quinto ed ultimo luogo diremo d’alcuni altri passi, ornamenti, o abbellimenti, ◀che dir vogliamo, i quali posson rendere più vago e leggiadro il Minuetto. Dove sarà terminato il suo Trattato.