(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXIII. Della Figura »
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(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXIII. Della Figura »

Capitolo XXXIII. Della Figura

[1] Secondo l’ordine preso nel principio di questo trattato, seguita ora a dire dell’ultima parte principale del ballo nobile, che è la Figura, della quale convien che si dica distintamente, e con quella chiarezza che sia possibile. La Figura adunque nella danza altra cosa non è che il cammino che descrive colui che balla, sul qual convien che con arte descriva quei passi che si convengono. Or questa Figura, ovvero questo cammino fatto con arte, si può sopra quattro linee ben differenti adoperare. Le quali sono la retta, la diametrale, l’obliqua e la circolare.

[2] La linea retta si è quella che, cominciando dal principio d’una sala, va direttamente, e senza piegare dall’uno o dall’altro lato, a terminare al suo fondo, in modo che sia parallela al muro destro e sinistro di quella. Sopra la qual linea non solamente si può camminare andando innanzi, ma anche addietro.

[3] La diametrale è quella che trasversalmente da un lato della sala va verso l’altro, e la quale alle due altre mura è parallela, cioè a quello che ci sta dinanzi alla presenza del corpo ed a quell’altro che si ritrova dietro le spalle.

[4] La linea obliqua si è quella che, cominciando da un angolo della sala, va a terminare all’angolo opposto della medesima.

[5] E la circolare è quella che si figura in una stanza o sala, così ritonda, che da un punto che si trova nel suo mezzo sino a qualunque parte di essa, vi ha un’eguale distanza. Né solamente si deono appellare linea retta, diametrale, obliqua e circolare, le qui sopra recate, ma eziandio tutte le lor parallele.

[6] Dalle dette linee semplici e dalla loro combinazione dirivano e si compongono tutte le figure del ballo, le quali sono di numero infinite: e nel vero secondoché il corpo muta il suo sito ballando (il che tratto tratto nel ballo interviene) le predette linee cambiano parimente il lor sito.

[7] Or dagli andamenti o cammini di color che ballano sopra le dette linee semplici o composte vengono prodotte due spezie di Figure, le quali Regolari ed Irregolari son volgarmente appellate.

[8] La Figura Regolare si fa qualora due ballatori formano i passi sopra le descritte linee a piè contrario, cioè un cominciando i passi col piè dritto, l’altro col sinistro, l’un camminando a man dritta, l’altro a man manca; l’un girando per la dritta, l’altro per la sinistra: insomma un facendo il contrario dell’altro.

[9] La Figura Irregolare, all’incontro, s’adopera qualora due ballatori danzano sopra le dette linee col medesimo piede, cioè un cominciando i passi col piè dritto e l’altro anche col dritto, l’un camminando a man manca e l’altro a man manca, l’un girando per la destra e l’altro parimente per la destra, ed ultimamente facendo amenduni, o sopra l’istessa o sopra diverse figure, col medesimo piede gl’istessi passi.

[10] Tutta la bellezza e leggiadria delle figure del ballo consiste in sapere unire ed accordare bene le Regolari colle Irregolari in modo che diano meraviglia insieme e diletto alla vista degli aspettanti.