(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXII. Della Riverenza »
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(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXII. Della Riverenza »

Capitolo XXXII. Della Riverenza

[1] Cominciasi la Riverenza nel ballo nobile sulla prima ovvero sulla terza positura, ed avvegnaché qui si dividano i Maestri di ballo, e da alcuni questa, da alcuni altri quella sia commendata ed usata; pur nondimeno, per quanto io v’ho potuto su riflettere e considerare, le ho trovate egualmente laudevoli, posto che colui che fa la Riverenza si sappia sopra di quelle positure graziosamente e con ogni leggiadria mantenere.

[2] Or volendo il Cavaliere cominciar la sua Riverenza dall’una o dall’altra di queste due positure, poiché egli avrà scorto che la Dama si trova in istato di far la sua, stacchi soavemente il piè destro e mandilo sulla seconda positura. E quindi, equilibrato il corpo sopra questo medesimo piede, faccia nell’istesso tempo due cose. L’una si è, ch’egli dee alzar di terra il tallone del piè sinistro, colla cui punta, piegando a poco a poco il ginocchio, sdruccioli soavemente per terra dietro al piè dritto alla terza positura, serbando quattro o cinque dita di distanza tra la noce del sinistro ed il tallone del destro piede; e l’altra si è che nel tempo dell’alzata del tallone del piè sinistro, egli deve alzare il sinistro braccio, distendendolo dal suo lato all’altezza della spalla, e nello stesso punto che egli comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, porti, piegando il gomito, la mano al cappello in modo che tutto il braccio venga a formare un mezzo cerchio, ed appresso, senza punto chinar la testa, se ’l tolga via; ed aprendo poi, o distendendo il braccio, lo lasci cader giù dalla banda del suo lato, tenendo il di sopra del cappello rivolto innanzi. Si vuole oltre a questo, ben avvertire che nel medesimo istante ch’e’ comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, convien che a poco a poco cominci leggiadramente a piegare il corpo sulla cintura dalla parte dinanzi a proporzione che il piè sinistro anderà sdrucciolando, acciocché, finito che avrà di sdrucciolare, e nel tempo che tutto il piede si troverà appoggiato sulla terza positura, si stia da lui facendo la parte più bassa del suo piegamento: sul quale deesi alquanto fermare, tenendo il ginocchio destro ben disteso ed il sinistro alquanto piegato, in maniera che questi si trovin congiunti e la fronte dell’uno non isporga più in fuori della fronte dell’altro. Il che adempiuto, raddrizzi egli il suo corpo, e lo riponga nel suo naturale equilibrio: ed in ciò termina la prima Riverenza ch’egli far dee agli spettatori del Ballo. Quindi faccia un passo Naturale col piè dritto alla quarta positura, ed un altro col sinistro alla seconda, girando un quarto di giro al di dentro per la man manca: e nel medesimo modo che sdrucciolò col piè sinistro, sdruccioli ora col dritto dietro al manco nella terza positura, serbando tra l’uno e l’altro piede la distanza detta di sopra, ed appresso faccia un altro piegamento, e raddirizzato ch’e’ si sarà, avrà terminata la seconda Riverenza fatta alla Dama colla quale egli balla.

[3] Nel modo detto di sopra si riponga anche la Dama sulla prima o sulla terza positura, tenendo le braccia distese giù per lo mezzo di ciascun lato. E quindi stacchi il piè sinistro e lo conduca alla seconda positura, ed appresso sdruccioli col piè dritto dietro al sinistro alla terza positura, od alquanto meno, quando le riuscisse di maggior comodo. E ciò adoperato faccia la sua Riverenza, piegando egualmente e soavemente i ginocchi in fuori e facendo ciascun d’essi alquanto andar dal suo lato; e quella terminata, s’alzi e si riponga nel suo naturale equilibrio, dove finisce la di lei Riverenza fatta agli aspettanti del ballo. Faccia ella appresso col piè sinistro un passo Naturale alla quarta positura, e poi ne faccia un altro col piè dritto alla seconda, girando un quarto di giro al di dentro per la destra, acciocché venga a porsi dinanzi al Cavaliere col quale balla; e sdrucciolato che avrà col piè sinistro dietro al destro alla terza positura, od alquanto meno, come è detto, gli faccia quella medesima Riverenza che si è sopra descritta. E qui termina la Riverenza fatta al Cavaliere col quale balla.