(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo VIII. Del Passo Semplice, o Naturale. »
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(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo VIII. Del Passo Semplice, o Naturale. »

Capitolo VIII. Del Passo Semplice, o Naturale.

[1] Questo passo si chiama Semplice o Naturale perciocché anzi vien formato per semplicità di natura, la quale insegna a tutti a camminare, che per sottigliezza d’umano pensamento o per arte. Si può cominciare e finire sopra ognuna delle cinque positure, e si può fare camminando avanti, addietro, a man destra o sinistra, o veramente in giro. Costa d’un solo movimento e s’adopera in tre differenti maniere. Primieramente facendo camminare naturalmente l’uno o l’altro piede. Secondariamente levando il piè che cammina in aria, col quale si descrive dallato un mezzo cerchio prima d’appoggiarlo a terra. Ed in terzo luogo si fa sdrucciolando col piede, il quale, mentre cammina, dee leggermente toccare colla punta la terra. Potrebbesi a questo passo attribuire un tempo, massimamente quando far si dovesse nel secondo o nel terzo modo: ma radissime volte interviene, che se gli dia questo valore; per la qual cosa serve per lo più nella danza di legamento d’uno in altro passo, o per meglio dire, di riempimento di misura. E si descrive nelle tre guise che sieguono.