(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo V. Della Cadenza. »
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(1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo V. Della Cadenza. »

Capitolo V. Della Cadenza.

[1] Da’ movimenti, come è detto, vengono prodotti tutti i passi del ballo nobile. I quali esser non dovendo dall’altrui talento, ma sì bene dall’armonia regolati, però, secondo l’ordine che nel principio prendemmo, seguita nel presente luogo a dire della cadenza.

[2] Manifesta cosa è adunque che, essendo la danza figliuola dell’armonia, alcuno non sappia né possa ballare s’egli non conosce e co’ movimenti del corpo la cadenza di quella non siegue. E ciò è tanto vero che, quantunque alcuno abbia tutta l’agilità, speditezza e grazia della persona, e che sappia formare tutti i passi; se peravventura non saprà adattargli alla misura dell’armonia, egli non saprà mai ballare.

[3] Potrei qui fare un diffuso catalogo, riducendo le varie maniere ed i diversi tempi co’ quali l’armonia si misura, se il mio proponimento stato fosse d’insegnare altrui la musica; ma perciocché ad altro è inteso il mio fine, cioè a trattare del ballo nobile, perciò parleremo di quelle sole misure che cotal arte riguardano.

[4] In tutta la danza adunque altre misure di tempi non hanno luogo che la misura di due tempi, detta binaria, e quella di tre tempi, ternaria volgarmente appellata. E tutte le altre misure, delle quali la musica abbonda, si possono di leggieri nel ballo a queste due misure di due e di tre tempi ridurre. E, se con tutto il rigore parlar volessimo, ci converrebbe dire che non v’ha, né vi può avere, alcuna misura la qual binaria o ternaria non sia, perciocché, esser non potendo altrimenti i numeri che pari o impari, tutte le misure dell’armonia deono esser di ragion dupla, ovvero tripla. Onde i Maestri di Musica non possono già mutare la sustanza delle ragioni, o misure dell’armonia, essendo elleno eterne, immutabili e necessarie: ma sì possono variarne i modi, dividendole e suddividendole a lor talento, senza però ch’elle cessino di rimaner tutte duple, ovvero triple.

[5] Il tempo binario s’adopera per lo più in quelle danze che speditamente e con prestezza deono esser ballate: come per esempio la Giga, la Gavotta, la Bourrée, il Rigodone, l’Allemande, ed altre simili. Il tempo ternario serve a quell’altre danze, le quali si vogliono posatamente e con maggior gravità delle prime ballare: come per esempio la Sarabanda, la Ciaccona, la Follia, l’Amabile, ed altre simili. E comeché v’abbia delle danze, l’arie delle quali sono così posate che sembrano più tarde di quelle che sono sul tempo ternario composte, e le quali sono notate sopra quattro tempi, che i Musici dicono otto dodici, come per esempio l’Entrata grave, e l’arie che i Francesi chiamano di Lure ; tuttavia però queste medesime arie si riducono al tempo binario, sopra cui vengono ad esser ballate, senza che in niuna cosa si muti la posatezza o gravità loro.

[6] Abbiasi dunque per fermo e per regola indubitata che nel ballo altre misure di tempi non hanno luogo che la binaria e la ternaria, le quali, come è detto, a due e tre si riducono; e che si deono, o presto o tardi, secondo il buon genio de’ ballatori, esattissimamente e senza scemarne o crescerne un sol momento, sonare.

[7] Ed ultimamente è da avvertire che color che vogliono in breve spazio imparare il ballo, è di bisogno che ottimamente sappiano la natura de’ detti due tempi. Da questo però non ne siegue che quei che non ne hanno perfetta notizia non possano, come quegli altri che gli hanno per le mani, ballare in cadenza: veggendosi tutto giorno esattissimamente ballare alcune persone, le quali la musica, o le proprietà e naturalezza de’ detti due tempi non sanno; perciocché facendosi loro per li buoni Maestri intendere che ogni passo del ballo deesi fare nello spazio d’un tempo, o misura d’armonia, e dinotandosi loro sopra qual movimento de’ passi si trovi la cadenza, o battuta della detta misura; coll’esercizio continuo e col tenersi a mente le sole due spiegate misure del tempo binario e ternario, imprender potranno con ogni esattezza a ballare: ma sì ne viene in conseguenza che in così brieve tempo, come coloro che avranno di quelli una perfetta conoscenza e che sapranno la musica, non impareranno a ballare. Ed all’incontro i Maestri di ballo hanno obbligo spezialissimo di saper tanto di musica, quanto basti loro per intendere compiutamente i detti due tempi; perciocché altrimenti non potranno giammai far acquistare per via di pratica a’ loro scolari che non sanno di musica quegli abiti che si richieggono per ballare in cadenza.