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1. (1568) Vita di Raffaello

Fra i medesimi, nella figura d’un giovane di formosa bellezza, il quale apre le braccia per maraviglia e china la testa, è il ritratto di Federigo II duca di Mantova, che si trovava allora in Roma. […] Né si può esprimere la bellezza e la bontà che si vede nelle teste e figure de’ Vangelisti, a’ quali ha fatto nel viso una certa attenzione et accuratezza molto naturale, e massimamente a quelli che scrivono. […] Fecevi Raffaello un putto ritto in mezzo della tavola, sotto la Nostra Donna, che alza la testa verso lei e tiene uno epitaffio, che di bellezza di volto e di corrispondenza della persona non si può fare né più grazioso né meglio, oltre che v’è un paese che in tutta perfezzione è singulare e bellissimo. […] Èvvi poi Santa Maria Maddalena che tiene in mano un vaso di pietra finissima, in un posar leggiadrissimo, e svoltando la testa par tutta allegra della sua conversione, che certo in quel genere penso che meglio non si potesse fare: e così sono anco bellissime le teste di Santo Agostino e di San Giovanni Evangelista. […] Era questa testa fra le cose di Giulio Romano, ereditario di Raffaello, in Mantova.

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