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1. (1568) Vita di Raffaello

In ultimo, conoscendo questo buono et amorevole padre che poco poteva appresso di acquistare il figliuolo, si dispose di porlo con Pietro Perugino, il quale, secondo che gli veniva detto, teneva in quel tempo fra i pittori il primo luogo. […] E allato a una figura che volta il didietro et ha una palla del cielo in mano è il ritratto di Zoroastro, et allato a esso è Raffaello maestro di questa opera, ritrattosi da medesimo nello specchio: questo è una testa giovane e d’aspetto molto modesto, acompagnato da una piacevole e buona grazia, con la berretta nera in capo. […] E oltra le minuzie delle considerazioni, che son pure assai, vi è il componimento di tutta la storia, che certo è spartito tanto con ordine e misura che egli mostrò veramente un sì fatto saggio di , che fece conoscere che egli voleva, fra coloro che toccavano i pennelli, tenere il campo senza contrasto. […] Mentre che la felicità di questo artefice faceva di tante gran maravi[II. 76]glie, la invidia della fortuna privò de la vita Giulio Secondo, il quale era alimentatore di tal virtù et amatore d’ogni cosa buona. […] Laonde di grandezza fu la gloria di Raffaello accresciuta, e de premii parimente: per che, per lasciare memoria di , fece murare un palazzo a Roma in Borgo Nuovo, il quale Bramante fece condurre di getto.

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