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3. (1568) Vita di Raffaello

Gli fu anco fatto dipignere nella medesima città, dalle Donne di Santo Antonio da Padoa, in una tavola la Nostra Donna, et in grembo a quella, sì come piacque a quelle semplici e venerande donne, Gesù Cristo vestito, e dai lati di essa Madonna San Piero, San Paulo, Santa Cecilia e Santa Caterina, alle qual’ due sante vergini fece le più belle e dolci arie di teste e le più varie acconciature da capo - il che fu cosa rara in que’ tempi - che si possino vedere; e sopra questa tavola, in un mezzo tondo, dipinse un Dio Padre bellissimo, e nella predella dell’altare tre storie di figure piccole: Cristo quando fa orazione nell’orto, quando porta la croce, dove sono bellissime movenze di soldati che lo stracinano, e quando è morto in grembo alla Madre; opera certo mirabile, devota, e tenuta da quelle donne in gran venerazione e da tutti i pittori molto lodata. […] Maria della Pace, a man destra entrando in chiesa per la porta principale, la condusse lavorata in fresco della maniera nuova, alquanto più magnifica e grande che non era la prima. […] Né meno arte et ingegno è nello atto quando egli, sciolto da le catene, esce fuor di prigione accompagnato dall’Angelo, dove mostra nel viso San Piero più tosto d’essere un sogno che visibile; come ancora si vede terrore e spavento in altre guardie, che armate fuor della prigione sentono il romore de la porta di ferro, et una sentinella con una torcia in mano desta gli altri, e mentre con quella fa lor lume, riverberano i lumi della torcia in tutte le armi, e dove non percuote quella, serve un lume di luna. […] Fece poi Raffaello per il monasterio di Palermo, detto Santa Maria dello Spasmo, de’ frati di Monte Oliveto, una tavola d’un Cristo che porta la croce, la quale è tenuta cosa maravigliosa, conoscendosi in quella la impietà de’ crocifissori che lo conducono alla morte al monte Calvario con grandissima rabbia, dove il Cristo appassionatissimo nel tormento dello avvicinarsi alla morte, cascato in terra per il peso del legno della croce e bagnato di sudore e di sangue, si volta verso le Marie, che piangono dirot[t]issimamente. Oltre ciò si vede fra loro Veronica che stende le braccia porgendoli un panno, con uno affetto di carità grandissima; senzaché l’opera è piena di armati a cavallo et a piede, i quali sboccano fuora della porta di Gerusalemme con gli stendardi della giustizia in mano, in attitudini varie e bellissime.

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