Questa, essendo stata gran tempo appresso Francesco Maria duca d’Urbino, fu poi dalla illustrissima signora Leonora sua consorte donata a don Paulo Iustiniano e don Pietro Quirini viniziani, e romiti del sacro eremo di Camaldoli; e da loro fu poi come reliquia e cosa rarissima, et insomma di mano di Raffaello da Urbino, e per memoria di quella illustrissima signora, posta nella camera del Maggiore di detto eremo, dove è tenuta in quella venerazione ch’ella merita. […] Piacque il partito a Raffaello; per che lasciate l’opere di Fiorenza e la tavola dei Dei non finita, ma in quel modo che poi la fece porre messer Baldassarre da Pescia nella Pieve della sua patria dopo la morte di Raffaello, si trasferì a Roma. […] Leone, che è figurato e ritratto per papa Leone X: dove fece Sua Santità in pontificale, in mezzo del cardinale Santa Maria in Portico, cioè Bernardo Divizio da Bibbiena, e Giulio de’ Medici cardinale, che fu poi papa Clemente. […] Ma la morte di Raffaello, e poi quella di Agostino, fu cagione che tal cosa si desse a Sebastian Viniziano. […] E questa si vide perfetta poi nelle Sibille e ne’ Profeti dell’opera che fece, come si è detto, nella Pace: al fare della quale opera gli fu di grande aiuto l’aver veduto nella capella del Papa l’opera di Michelagnolo.