Onde Giovanni andatosene tutto lieto a Urbino e preso il putto, non senza molte lacrime della madre che teneramente l’amava, lo menò a Perugia, là dove Pietro, veduto la maniera del disegnare di Raffaello e le belle maniere e ‘ costumi, ne fe’ quel giudizio che poi il tempo dimostrò verissimo con gl’effetti. […] Ma molto più arte et ingegno mostrò ne’ Santi [e] Dottori cristiani, i quali a sei, a tre, a due disputando per la storia, si vede nelle cere loro una certa curiosità et uno affanno nel voler trovare il certo di quel che stanno in dubbio, faccendone segno col disputare con le mani e col far certi atti con la persona, con attenzione degli orecchi, con lo increspare delle ciglia e con lo stupire in molte diverse maniere, certo variate e proprie: salvo che i quattro Dottori della Chiesa, che illuminati dallo Spirito Santo snodano e risolvono con le Scritture sacre tutte le cose degli Evangeli, che sostengono que’ putti che gli hanno in mano volando per l’aria. […] Veggonsi oltra ciò, per bel capriccio di Raffaello, molti saliti sopra i zoccoli del basamento, et abbracciatisi alle colonne, con attitudini disagiatissime stare a vedere; et un popolo tutto attonito in diverse e varie maniere, che aspetta il successo di questa cosa. […] Ora, avendo raccontate l’opere di questo eccellentissimo artefice, prima che io venga a dire altri particolari della vita e morte sua, non voglio che mi paia fatica discorrere alquanto per utile de’ nostri artefici intorno alle maniere di Raffaello. […] Raffaello adunque, fatta questa risoluzione, e conosciuto che fra’ Bartolomeo di San Marco aveva un assai buon modo di dipignere, disegno ben fondato, et una maniera di colorito piacevole, ancorché talvolta usasse troppo gli scuri per dar maggior rilievo, prese da lui quello che gli parve secondo il suo bisogno e capriccio, cioè un modo mezzano [II. 86] di fare, così nel dissegno come nel colorito; e mescolando col detto modo alcuni altri scelti delle cose migliori d’altri maestri, fece di molte maniere una sola, che fu poi sempre tenuta sua propria, la quale fu e sarà sempre stimata dagl’artefici infinitamente.