Egli fece fare a Gian Barile, in tutte le porte e palchi di legname, assai cose d’intaglio lavorate e finite con bella grazia. […] Ne disegnò ancora uno al vescovo di Troia, il quale lo fece fare in Fiorenza nella via di San Gallo. […] Fecevi fare da Giovanni da Udine un ricinto alle storie d’ogni sorte fiori, foglie e frutte in festoni che non possono esser più belli. […] A questo, sì come bene andò pensando Raffaello, s’aggiugne lo arric[c]hirle con la varietà e stravaganza delle prospettive, de’ casamenti e de’ paesi, il leggiadro modo di vestire le figure, il fare che elle si perdino alcuna volta nello scuro et alcuna volta venghino innanzi col chiaro, il fare vive e belle le teste delle femmine, de’ putti, de’ giovani e de’ vecchi, e dar loro secondo il bisogno movenza e bravura. […] E questa si vide perfetta poi nelle Sibille e ne’ Profeti dell’opera che fece, come si è detto, nella Pace: al fare della quale opera gli fu di grande aiuto l’aver veduto nella capella del Papa l’opera di Michelagnolo.