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1. (1568) Vita di Raffaello

Le quali quattro istorie sono [II. 71] tutte piene di senso e di affetto, e lavorate con disegno bonissimo e di colorito vago e graziato. […] E certo che in tal magisterio mai non fu più nessuno più valente di disegno e d’opera che fra’ Giovanni, come ne fa fede ancora in Verona sua patria una sagrestia di prospettive di legno bellissima in Santa Maria in Organo, il coro di Monte Oliveto di Chiusuri e quel di San Benedetto di Siena, et ancora la sagrestia di Monte Oliveto di Napoli, e nel luogo medesimo nella cappella di Paolo da Tolosa il coro lavorato dal medesimo; per il che meritò che dalla Religion sua fosse stimato e con grandissimo onor tenuto, nella quale si morì d’età d’anni 68, l’anno 1537. […] Laonde di grandezza fu la gloria di Raffaello accresciuta, e de premii parimente: per che, per lasciare memoria di sé, fece murare un palazzo a Roma in Borgo Nuovo, il quale Bramante fece condurre di getto. […] Era questa testa fra le cose di Giulio Romano, ereditario di Raffaello, in Mantova. […] E fu cagione la bellezza di questo lavoro che Raffaello ebbe carico di tutte le cose di pittura et architettura che si facevano in palazzo.

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