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1. (1568) Vita di Raffaello

Questa nobilissima pittura è oggi appresso gl’eredi del detto Domenico Canigiani, che la tengono in quella stima che merita un’opera di Raffaello da Urbino. […] E se bene l’opera di Giovan Antonio Soddoma da Vercelli, la quale era sopra la storia di Raffaello, si doveva per commessione del Papa gettare per terra, volle nondimeno Raffaello servirsi del partimento di quella e delle grottesche; e dove erano alcuni tondi, che son quattro, fece per ciascuno una figura del significato delle storie di sotto, vòlte da quella banda dove era la storia. […] La quale opera fu cagione che il Papa di premio grande lo rimunerò; e questo quadro si trova ancora in Fiorenza nella guardaroba del Duca. […] Dall’altra parte v’è figurato, nel medesimo modo che Vergilio descrive che Anchise fu portato da Enea, un vecchio ammalato, fuor di sé per l’infermità e per le fiamme del fuoco; dove si vede nella figura del giovane l’animo e la forza et il patire di tutte le membra dal peso del vecchio abbandonato adosso a quel giovane; séguitalo una vecchia scalza e sfibbiata che viene fuggendo il fuoco, et un fanciulletto gnudo loro innanzi. […] L’altra storia è del medesimo S.

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