Èvvi Monte Mario che abrucia, mostrando che nel fine della partita de’ soldati gli aloggiamenti rimangono sempre in preda alle fiamme. […] Fece similmente il duca Lorenzo e ‘l duca Giuliano, con perfezzione non più da altri che da esso dipinta nella grazia del colorito; i quali sono appresso agli eredi di Ottaviano de’ Medici in Fiorenza. […] Né si può contare minutissimamente le belle avvertenze che usò questo ingegnosissimo artefice nelle arie de’ prigioni, ché senza lingua si conosce il dolore, la paura e la morte. […] Fece l’ordine delle architetture delle stalle de’ Ghigi; e nella chiesa di Santa Maria del Popolo l’ordine della cappella di [II. 83] Agostino sopradetto, nella quale, oltre che la dipinse, diede ordine che si facesse una maravigliosa sepoltura, et a Lorenzetto scultor fiorentino fece lavorar due figure, che sono ancora in casa sua al Macello de’ Corbi in Roma. […] A questo, sì come bene andò pensando Raffaello, s’aggiugne lo arric[c]hirle con la varietà e stravaganza delle prospettive, de’ casamenti e de’ paesi, il leggiadro modo di vestire le figure, il fare che elle si perdino alcuna volta nello scuro et alcuna volta venghino innanzi col chiaro, il fare vive e belle le teste delle femmine, de’ putti, de’ giovani e de’ vecchi, e dar loro secondo il bisogno movenza e bravura.