Prima che partisse,di Perugia, lo pregò madonna Atlanta Baglioni che egli volesse farle per la sua cappella nella chiesa di San Francesco una tavola; ma perché egli non poté servirla allora, le promise che tornato che fusse da Firenze, dove allora per suoi bisogni era forzato d’andare, non le mancherebbe. E così venuto a Firenze, dove attese con incredibile fatica agli studî dell’arte, fece il cartone per la detta cappella con animo d’andare, come fece, quanto prima gli venisse in acconcio, a metterlo in opera. […] Finito questo lavoro e tornato a Fiorenza, gli fu dai Dei, cittadini fiorentini, allogata una tavola che andava alla cappella dell’altar loro in Santo Spirito; et egli la cominciò, e la bozza a bonissimo termine condusse. […] In questo medesimo tempo fece a Napoli una tavola, la quale fu posta in San Domenico nella cappella dove è il Crocifisso che parlò a San Tomaso d’Aquino: dentro vi è la Nostra Donna, San Girolamo vestito da cardinale, et uno angelo Raffaello ch’accompagna Tobia. […] Costò questa opra 70 mila scudi, e si conserva ancora nella cappella papale.