E cresciuto che fu cominciò a esercitarlo nella pittura, vedendolo a cotal arte molto inclinato, di bellissimo ingegno: onde non passarono molti anni che Raffaello, ancor fanciullo, gli fu di grande aiuto in molte opere che Giovanni fece nello Stato d’Urbino. […] Lavorò un quadro al signor Leonello da Carpi signor di Meldola, il quale ancor vive di età più che novanta anni, il quale fu miracolosissimo di colorito e di bellezza singulare, attesoché egli è condotto di forza e d’una vaghezza tanto leggiadra che io non penso che e’ si possa far meglio, vedendosi nel viso della Nostra Donna una divinità e ne la attitudine una modestia che non è possibile migliorarla. […] Ma avendo oggimai discorso sopra queste cose dell’arte forse più che bisogno non era, per ritornare alla vita e morte di Raffaello, dico che avendo egli stretta amicizia con Bernardo Divizio cardinale di Bibbiena, il cardinale l’aveva molti anni infestato per dargli moglie, e Raffaello non aveva espressamente ricusato di fare la voglia del cardina[II. 87]le, ma aveva ben trattenuto la cosa con dire di voler aspettare che passassero tre o quattro anni; il quale termine venuto, quando Raffaello non se l’aspettava gli fu dal cardinale ricordata la promessa; et egli vedendosi obligato, come cortese non volle mancare della parola sua, e così accettò per donna una nipote di esso cardinale. […] E ciò faceva egli non senza onorato proposito, perché avendo tanti anni servito la corte et essendo creditore di Leone di buona somma, gli era stato dato indizio che alla fine della sala che per lui si faceva, in ricompensa delle fatiche e delle virtù sue il Papa gli avrebbe dato un capèllo rosso, avendo già deliberato di farne un buon numero, e fra essi qualcuno di manco merito che Raffaello non era. […] Poi, confesso e contrito, finì il corso della sua vita il giorno medesimo ch’e’ nacque, che fu il Venerdì Santo, d’anni XXXVII; l’anima del quale è da credere che, come di sue virtù ha abbellito il mondo, così abbia di se medesima adorno il cielo.