Le quali quattro istorie sono [II. 71] tutte piene di senso e di affetto, e lavorate con disegno bonissimo e di colorito vago e graziato. […] Né mancò Raffaello fare il medesimo nella figura di San Francesco, il quale ginocchioni in terra, con un braccio steso e con la testa elevata, guarda in alto la Nostra Donna, ardendo di carità nello affetto della pittu[II. 74]ra, la quale nel lineamento e nel colorito mostra che e’ si strugga di affezzione, pigliando conforto e vita dal mansuetissimo guardo della bellezza di lei e dalla vivezza e bellezza del Figliuolo. […] Oltre ciò si vede fra loro Veronica che stende le braccia porgendoli un panno, con uno affetto di carità grandissima; senzaché l’opera è piena di armati a cavallo et a piede, i quali sboccano fuora della porta di Gerusalemme con gli stendardi della giustizia in mano, in attitudini varie e bellissime. […] Così dal sommo d’una rovina si vede una donna ignuda tutta rabbuffata, la quale avendo il figliuolo in mano, lo getta ad un suo che è campato dalle fiame e sta nella strada in punta di piede a braccia tese per ricevere il fanciullo in fasce: dove non meno si conosce in lei l’affetto del cercare di campare il figliuolo che il patire di sé nel pericolo dello ardentissimo fuoco che la avvampa; né meno passione si scorge in colui che lo piglia per cagione d’esso putto che per cagion del proprio timor della morte. […] Non si può scrivere le minuzie delle cose di questo artefice, ché invero ogni cosa nel suo silenzio par che favelli; oltra i basamenti fatti sotto a queste con varie figure di difensori e remuneratori della Chiesa, messi in mezzo da varii termini, e condotto tutto d’una maniera che ogni cosa mostra spirto et affetto e considerazione, con quella concordanzia et unione di colorito l’una con l’altra che migliore non si può imaginare.