/ 1
1. (1568) Vita di Raffaello

Piacque il partito a Raffaello; per che lasciate l’opere di Fiorenza e la tavola dei Dei non finita, ma in quel modo che poi la fece porre messer Baldassarre da Pescia nella Pieve della sua patria dopo la morte di Raffaello, si trasferì a Roma. […] Fra i medesimi, nella figura d’un giovane di formosa bellezza, il quale apre le braccia per maraviglia e china la testa, è il ritratto di Federigo II duca di Mantova, che si trovava allora in Roma. […] Per il che Raffaello si mise in cuore di seguire tale opera, e nell’altra faccia fece la venuta d’Atila a Roma, e lo incontrarlo appiè di Monte Mario che fece Leon III pontefice, il quale lo cacciò con le sole benedizzioni. […] Laonde di grandezza fu la gloria di Raffaello accresciuta, e de premii parimente: per che, per lasciare memoria di sé, fece murare un palazzo a Roma in Borgo Nuovo, il quale Bramante fece condurre di getto. […] Era in una lo incendio di Bo[r]go Vec[II. 80]chio di Roma, che non possendosi spegnere il fuoco, San Leone IIII si fa alla loggia di palazzo, e con la benedizzione lo estingue interamente: nella quale storia si veggiono diversi pericoli figurati.

/ 1