Dall’altra parte fece il Papa che dà le decretali canoniche, et in detto Papa ritrasse papa Giulio di naturale, Giovanni cardinale de’ Medici assistente, che fu papa Leone, Antonio cardinale di Monte, et Alessandro Farnese cardinale, che fu poi papa Paulo Terzo, con altri ritratti. […] Fece in Roma un quadro di buona grandezza, nel quale ritrasse papa Leone, il cardinale Giulio de’ Medici e il cardinale de’ Rossi, nel quale si veggono non finte ma di rilievo tonde le figure: quivi è il veluto che ha il pelo, il domasco adosso a quel Papa che suona e lustra, le pelli della fodera morbide e vive, e gli ori e le sete contrafatti sì che non colori, ma oro e seta paiono; vi è un libro di cartapecora miniato, che più vivo si mostra che la vivacità, e un campanello d’argento lavorato, che non si può dire quanto è bello. […] Per che seguitando egli ancora, fece una sala, dove di terretta erano alcune figure di Apostoli et altri Santi in tabernacoli; e per Giovanni da Udine suo discepolo, il quale per contrafare animali è unico, fece in ciò tutti quegli animali che papa Leone aveva: il cameleonte, i zibetti, le scimie, i papagalli, i lioni, i liofanti et altri animali più stranieri. […] Per che volendo papa Leone mostrare la grandezza della magnificenza e generosità sua, Raffaello fece i disegni degli ornamenti di stucchi e delle storie che vi si dipinsero, e similmente de’ partimenti; e quanto allo stucco et alle grottesche fece capo di quella opera Giovanni da Udine, e sopra le figure Giulio Romano, ancora che poco vi lavorasse; così Giovanni Francesco, il Bologna, Perino del Vaga, Pellegrino da Modona, Vincenzio da San Gimignano e Polidoro da Caravaggio, con molti altri pittori che feciono storie e figure et altre cose che accadevano per tutto quel lavoro: il quale fece Raffaello finire con tanta perfezzione, che sino da Fiorenza fece condurre il pavimento da Luca della Robbia; onde certamente non può per pitture, stucchi, ordine e belle invenzioni, né farsi né imaginarsi di fare più bell’opera. […] E ciò faceva egli non senza onorato proposito, perché avendo tanti anni servito la corte et essendo creditore di Leone di buona somma, gli era stato dato indizio che alla fine della sala che per lui si faceva, in ricompensa delle fatiche e delle virtù sue il Papa gli avrebbe dato un capèllo rosso, avendo già deliberato di farne un buon numero, e fra essi qualcuno di manco merito che Raffaello non era.