Il quale quadro fu da Lorenzo Nasi tenuto con grandissima vene[II. 67]razione mentre che visse, così per memoria di Raffaello, statogli amicissimo, come per la dignità et eccellenza dell’opera; ma capitò poi male quest’opara l’anno 1548 a dì 17 novembre, quando la casa di Lorenzo, insieme con quelle ornatissime e belle degl’eredi di Marco del Nero, per uno smottamento del monte di San Giorgio rovinarono insieme con altre case vicine; nondimeno, ritrovati i pezzi d’essa fra i calcinacci della rovina, furono da Batista, figliuolo di esso Lorenzo, amorevolissimo dell’arte, fatti rimettere insieme in quel miglior modo che si potette. […] Le quali quattro istorie sono [II. 71] tutte piene di senso e di affetto, e lavorate con disegno bonissimo e di colorito vago e graziato. […] Mentre che la felicità di questo artefice faceva di sé tante gran maravi[II. 76]glie, la invidia della fortuna privò de la vita Giulio Secondo, il quale era alimentatore di tal virtù et amatore d’ogni cosa buona. […] Diede disegni d’architettura alla vi[II. 82]gna del Papa, et in Borgo a più case, e particularmente al palazzo di messer Giovan Batista dall’Aquila, il quale fu cosa bellissima. […] Costò questa opra 70 mila scudi, e si conserva ancora nella cappella papale.