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1. (1568) Vita di Raffaello

Fece in un’altra parete un cielo con Cristo e la Nostra Donna, San Giovanni Batista, gli Apostoli e gli Evangelisti, e’ Martiri su le nugole, con Dio Padre che sopra tutti manda lo Spirito Santo e massimamente sopra un numero infinito di Santi che sotto scrivono la messa, e sopra l’ostia che è sullo altare disputano; fra i quali sono i quattro Dottori della Chiesa, che intorno hanno infiniti Santi: èvvi Domenico, Francesco, Tomaso d’Aquino, Buonaventura, Scoto, Nicolò de Lira, Dante, fra’ Girolamo Savonarola da Ferrara, e tutti i teologi cristiani, et infiniti ritratti di naturale; e in aria sono quattro fanciulli che tengono aperti gli Evangeli. […] Ma molto più arte et ingegno mostrò ne’ Santi [e] Dottori cristiani, i quali a sei, a tre, a due disputando per la storia, si vede nelle cere loro una certa curiosità et uno affanno nel voler trovare il certo di quel che stanno in dubbio, faccendone segno col disputare con le mani e col far certi atti con la persona, con attenzione degli orecchi, con lo increspare delle ciglia e con lo stupire in molte diverse maniere, certo variate e proprie: salvo che i quattro Dottori della Chiesa, che illuminati dallo Spirito Santo snodano e risolvono con le Scritture sacre tutte le cose degli Evangeli, che sostengono que’ putti che gli hanno in mano volando per l’aria. […] Egli fece ancora, in una delle pareti nette, il culto divino e l’arca degli Ebrei et il candelabro, e papa Giulio che caccia l’avarizia della Chiesa: storia di bellezza e di bontà simile alla notte detta di sopra; nella quale storia si veggono alcuni ritratti di palafrenieri che vivevano allora, i quali in su la sedia portano papa Giulio veramente vivissimo; al quale mentre che alcuni popoli e femmine fanno luogo perché e’ passi, si vede la furia d’uno armato a cavallo, il quale, accompagnato da due aùppiè, con attitudine ferocissima urta e percuote il superbissimo Eliodoro, che per comandamento d’Antioco vuole spogliare il tempio di tutti i depositi delle vedove e de’ pupilli: e già si vede lo sgombro delle robbe et i tesori che andavano via, ma per la paura del nuovo accidente di Eliodoro abbattuto e percosso aspramente dai tre predetti - che per essere ciò visione, da lui solamente sono veduti e sentiti -, si veggono tutti traboccare e versare per terra, cadendo chi gli portava per un sùbito orrore e spavento che era nato in tutte le genti di Eliodoro. […] Fece Raffaello in questa storia San Pietro e San Paulo in aria con le spade in mano che vengono a difender la Chiesa: e se bene la storia di Leon III non dice questo, egli nondimeno per capriccio suo volse figurarla forse così, come interviene molte volte che così le pitture come le poesie vanno vagando per ornamento dell’opera, non si discostando però per modo non conveniente dal primo intendimento. […] Non si può scrivere le minuzie delle cose di questo artefice, ché invero ogni cosa nel suo silenzio par che favelli; oltra i basamenti fatti sotto a queste con varie figure di difensori e remuneratori della Chiesa, messi in mezzo da varii termini, e condotto tutto d’una maniera che ogni cosa mostra spirto et affetto e considerazione, con quella concordanzia et unione di colorito l’una con l’altra che migliore non si può imaginare.

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