ieme con quelle ornatissime e belle degl’eredi di Marco del Nero, per
uno
smottamento del monte di San Giorgio rovinarono i
o del vedere con quanto senno in quella età sì tenera i due cugini, l’
uno
reverente all’altro, si fanno festa: senzaché ogn
caso è degna d’essere lodata. Similmente vi è Aristotile e Platone, l’
uno
col Timeo in mano, l’altro con l’Etica, dove into
di quelle tavole dove sono le figure i caratteri tenu[II. 70]teli da
uno
Angelo e che le distende in sun un libro, un vecc
loro; nell’altra poi del monte di Parnaso è Marsia fatto scorticare a
uno
albero da Apollo; e di verso la storia dove si dà
et Omero, che cieco, con la testa elevata cantando versi, ha a’ piedi
uno
che gli scrive; vi sono poi tutte in un gruppo le
putando per la storia, si vede nelle cere loro una certa curiosità et
uno
affanno nel voler trovare il certo di quel che st
la tavola, sotto la Nostra Donna, che alza la testa verso lei e tiene
uno
epitaffio, che di bellezza di volto e di corrispo
aso fanno bellissime attitudini in diversi gesti, esprimendo in molte
uno
affetto di rendersi in colpa, e tanto ne’ maschi
cuni popoli e femmine fanno luogo perché e’ passi, si vede la furia d’
uno
armato a cavallo, il quale, accompagnato da due a
o: dentro vi è la Nostra Donna, San Girolamo vestito da cardinale, et
uno
angelo Raffaello ch’accompagna Tobia. Lavorò un q
n cielo, e dattorno i quattro Evangelisti come gli descrive Ezechiel:
uno
a guisa di uomo e l’altro di leone, e quello d’aq
suo Simon Botti, che oltra lo esser tenuto da tutti noi [II. 79] per
uno
de’ più amorevoli che faccino beneficio agli uomi
vede fra loro Veronica che stende le braccia porgendoli un panno, con
uno
affetto di carità grandissima; senzaché l’opera è
mare per essere portata in Palermo, una orribile tempesta percosse ad
uno
scoglio la nave che la portava, di maniera che tu
o re, nella quale è il Papa et esso Francesco ritratti di naturale, l’
uno
armato e l’altro pontificalmente, oltra che tutti
n Batista dall’Aquila, il quale fu cosa bellissima. Ne disegnò ancora
uno
al vescovo di Troia, il quale lo fece fare in Fio
, de’ nervi e delle vene, si fece eccellente in tutte le parti che in
uno
ottimo dipintore sono richieste. Ma conoscendo no
a si restaurasse un tabernacolo di quegli antichi di pietre nuove, et
uno
altare si facesse con una statua di Nostra Donna
rte sua a tutta la corte del Papa, prima per avere egli avuto in vita
uno
officio di cubiculario, et appresso per essere st
isco, che il cielo gli diede forza di poter mostrare ne l’arte nostra
uno
effetto sì contrario alle complessioni di noi pit