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1 (1568) Vita di Raffaello
ieme con quelle ornatissime e belle degl’eredi di Marco del Nero, per uno smottamento del monte di San Giorgio rovinarono i
o del vedere con quanto senno in quella età sì tenera i due cugini, l’ uno reverente all’altro, si fanno festa: senzaché ogn
caso è degna d’essere lodata. Similmente vi è Aristotile e Platone, l’ uno col Timeo in mano, l’altro con l’Etica, dove into
di quelle tavole dove sono le figure i caratteri tenu[II. 70]teli da uno Angelo e che le distende in sun un libro, un vecc
loro; nell’altra poi del monte di Parnaso è Marsia fatto scorticare a uno albero da Apollo; e di verso la storia dove si dà
et Omero, che cieco, con la testa elevata cantando versi, ha a’ piedi uno che gli scrive; vi sono poi tutte in un gruppo le
putando per la storia, si vede nelle cere loro una certa curiosità et uno affanno nel voler trovare il certo di quel che st
la tavola, sotto la Nostra Donna, che alza la testa verso lei e tiene uno epitaffio, che di bellezza di volto e di corrispo
aso fanno bellissime attitudini in diversi gesti, esprimendo in molte uno affetto di rendersi in colpa, e tanto ne’ maschi
cuni popoli e femmine fanno luogo perché e’ passi, si vede la furia d’ uno armato a cavallo, il quale, accompagnato da due a
o: dentro vi è la Nostra Donna, San Girolamo vestito da cardinale, et uno angelo Raffaello ch’accompagna Tobia. Lavorò un q
n cielo, e dattorno i quattro Evangelisti come gli descrive Ezechiel: uno a guisa di uomo e l’altro di leone, e quello d’aq
suo Simon Botti, che oltra lo esser tenuto da tutti noi [II. 79] per uno de’ più amorevoli che faccino beneficio agli uomi
vede fra loro Veronica che stende le braccia porgendoli un panno, con uno affetto di carità grandissima; senzaché l’opera è
mare per essere portata in Palermo, una orribile tempesta percosse ad uno scoglio la nave che la portava, di maniera che tu
o re, nella quale è il Papa et esso Francesco ritratti di naturale, l’ uno armato e l’altro pontificalmente, oltra che tutti
n Batista dall’Aquila, il quale fu cosa bellissima. Ne disegnò ancora uno al vescovo di Troia, il quale lo fece fare in Fio
, de’ nervi e delle vene, si fece eccellente in tutte le parti che in uno ottimo dipintore sono richieste. Ma conoscendo no
a si restaurasse un tabernacolo di quegli antichi di pietre nuove, et uno altare si facesse con una statua di Nostra Donna
rte sua a tutta la corte del Papa, prima per avere egli avuto in vita uno officio di cubiculario, et appresso per essere st
isco, che il cielo gli diede forza di poter mostrare ne l’arte nostra uno effetto sì contrario alle complessioni di noi pit
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