irizzare i figliuoli per quella buona via che a lui, per mala fortuna
sua
, non era stata mostra nella sua gioventù. E perch
buona via che a lui, per mala fortuna sua, non era stata mostra nella
sua
gioventù. E perché sapeva Giovanni quanto importi
ritratti non si conoscevano dagl’originali del maestro, e fra le cose
sue
e di Pietro non si sapeva certo discernere, come
e particolarmente da Taddeo Taddei, il quale lo volle sempre in casa
sua
et alla sua tavola, come quegli che amò sempre tu
rmente da Taddeo Taddei, il quale lo volle sempre in casa sua et alla
sua
tavola, come quegli che amò sempre tutti gli uomi
o, per aver là, essendo la madre e Giovanni suo padre morti, tutte le
sue
cose in abandono. Mentre che dunque dimorò in Urb
cesco Maria duca d’Urbino, fu poi dalla illustrissima signora Leonora
sua
consorte donata a don Paulo Iustiniano e don Piet
razione ch’ella merita. Dopo queste opere et avere accomodate le cose
sue
, ritornò Raffaello a Perugia, dove fece nella chi
ugia, lo pregò madonna Atlanta Baglioni che egli volesse farle per la
sua
cappella nella chiesa di San Francesco una tavola
lle quali si dilettava molto, gli fece fare il ritratto di sé e della
sua
donna in quella maniera che si veggiono appresso
conseguenza acquistarne miglioramento straordinario all’arte et alla
sua
maniera. Ebbe oltre gl’altri, mentre stette Raffa
che poi la fece porre messer Baldassarre da Pescia nella Pieve della
sua
patria dopo la morte di Raffaello, si trasferì a
tti di naturale, che erano tenuti bellissimi. Laonde Raffaello, nella
sua
arrivata avendo ricevuto molte carezze da Papa Iu
i, i quali Evangelisti le dichiarano. Fra costoro è un Diogene con la
sua
tazza a ghiacere in su le scalèe, figura molto co
ere in su le scalèe, figura molto considerata et astratta, che per la
sua
bellezza e per lo suo abito così aùccaso è degna
poppe con che dagli antichi era figurata Diana Polimaste; e la veste
sua
è di quattro colori, figurati per li elementi: da
a ch’è volta nel cortile fece, nell’altro tondo, una Giustizia con le
sue
bilance e la spada inalberata, con i medesimi put
ciò fusse che Raffaello ebbe questo dono dalla natura, di far l’arie
sue
delle teste dolcissime e graziosissime, come anco
disegno e d’opera che fra’ Giovanni, come ne fa fede ancora in Verona
sua
patria una sagrestia di prospettive di legno bell
a il coro lavorato dal medesimo; per il che meritò che dalla Religion
sua
fosse stimato e con grandissimo onor tenuto, nell
lente e rara, ho voluto far menzione, parendomi che così meritasse la
sua
virtù, la quale fu cagione, come si dirà in altro
altri maestri dopo lui. Ma per tornare a Raffaello, crebbero le virtù
sue
di maniera ch’e’ seguitò per commissione del Papa
studiasse continovamente, non aveva però per questo. dato ancora alle
sue
figure una certa grandezza e maestà che e’ diede
l Papa nella cappella quel romore e paura di che parleremo nella Vita
sua
, onde fu sforzato fuggirsi a Fiorenza; per il che
endola nondimeno veduta, alcuni Profeti e Sibille, che nel vero delle
sue
cose è tenuta la miglior[e] e fra le tante belle
essere la più rara et eccellente opera che Raffaello facesse in vita
sua
. Poi, stimolato da’ prieghi d’un cameriere di pap
nni tutta quella dottrina e sapienzia che egli scrivendo mostrò nelle
sue
carte, offerendo con ambe le mani il cameriero in
a testa infocata di rosso la vergogna che egli aveva nel veder per la
sua
incredulità fatto liquefar l’ostia in sul corpora
ndo incontrato in un principe sì grande, il quale per eredità di casa
sua
era molto inclinato a tale arte. Per il che Raffa
a a udire il suono, tutta data in preda alla armonia, e si vede nella
sua
testa quella astrazzione che si vede nel viso di
poggiata alla mano, si vede non meno espressa la considerazione della
sua
scienzia che l’aspetto della sua fierezza convers
eno espressa la considerazione della sua scienzia che l’aspetto della
sua
fierezza conversa in gravità; questi è vestito d’
un posar leggiadrissimo, e svoltando la testa par tutta allegra della
sua
conversione, che certo in quel genere penso che m
perché trema la carne, vedesi lo spirito, battono i sensi alle figure
sue
e vivacità viva vi si scorge; per il che questo l
n un paesino sotto figurato per la terra, non meno raro e bello nella
sua
piccolezza che sieno l’altre cose sue nelle grand
ra, non meno raro e bello nella sua piccolezza che sieno l’altre cose
sue
nelle grandezze loro. A Verona mandò della medesi
ita e d’oro, nella quale a guisa di specchio si ribattono, tanta è la
sua
chiarezza, i lumi de le finestre, le spalle del P
intagliatore di rame di bel[l]issime stampe, divenne tributario delle
sue
opere a Raffaello, e gli mandò la testa d’un suo
iosa a Raffaello; per che egli gli mandò molte carte disegnate di man
sua
, le quali furono carissime ad Alberto. Era questa
il quale riuscì tanto eccellente, che gli fece stampare le prime cose
sue
: la carta degli Innocenti, un Cenacolo, il Nettun
quali Raffaello donò poi al Baviera suo garzone, ch’aveva cura d’una
sua
donna, la quale Raffaello amò sino alla morte, e
alcune femmine, che inginocchiate dinanzi al Papa pare che prieghino
Sua
Santità che faccia che tale incendio finisca. L’a
nzi a S. Leone, che è figurato e ritratto per papa Leone X: dove fece
Sua
Santità in pontificale, in mezzo del cardinale Sa
o Perugino suo maestro, Raffaello non la volse guastar per la memoria
sua
e per l’affezzione ch’e’ gli portava, sendo stato
endo papa Leone mostrare la grandezza della magnificenza e generosità
sua
, Raffaello fece i disegni degli ornamenti di stuc
Ritrasse Beatrice Ferrarese et altre donne, e particularmente quella
sua
, et altre infinite. Fu Raffaello persona molto am
n poteva molto attendere a lavorare per lo amore ch’e’ portava ad una
sua
donna; per il che Agostino si disperava di sorte,
tri e da sé e di mezzi ancora operò sì, che appena ottenne che questa
sua
donna venne a stare con esso in casa continuament
fine. Fece in questa opera tutti i cartoni, e molte figure colorì di
sua
mano in fresco. E nella volta fece il concilio de
o scultor fiorentino fece lavorar due figure, che sono ancora in casa
sua
al Macello de’ Corbi in Roma. Ma la morte di Raff
cci; per che Raffaello fece in propria forma e grandezza di tutti, di
sua
mano, i cartoni coloriti, i quali furono mandati
Colonna un San Giovanni in tela, il quale portandogli per la bellezza
sua
grandissimo amore, e trovandosi da una infirmità
la Trasfigurazione di Cristo per mandare in Francia, la quale egli di
sua
mano continuamente lavorando ridusse ad ultima pe
ffaello; il quale pare che tanto si restrignesse insieme con la virtù
sua
per mostrare lo sforzo et il valor dell’arte nel
efice, prima che io venga a dire altri particolari della vita e morte
sua
, non voglio che mi paia fatica discorrere alquant
artefici intorno alle maniere di Raffaello. Egli dunque, avendo nella
sua
fanciullezza imitato la maniera di Pietro Perugin
tri maestri, fece di molte maniere una sola, che fu poi sempre tenuta
sua
propria, la quale fu e sarà sempre stimata dagl’a
a del Papa l’opera di Michelagnolo. E se Raffaello si fusse in questa
sua
detta maniera fermato, né avesse cercato di aggra
l nero di fumo da stampatori, il quale, come più volte si è detto, di
sua
natura diventa sempre col tempo più scuro et offe
egli vedendosi obligato, come cortese non volle mancare della parola
sua
, e così accettò per donna una nipote di esso card
sala che per lui si faceva, in ricompensa delle fatiche e delle virtù
sue
il Papa gli avrebbe dato un capèllo rosso, avendo
istoro. Per che fece testamento: e prima come cristiano mandò l’amata
sua
fuor di casa e le lasciò modo di vivere onestamen
di casa e le lasciò modo di vivere onestamente; dopo, divise le cose
sue
fra ‘ discepoli suoi, Giulio Romano, il quale sem
e, et un non so chi prete da Urbino suo parente; ordinò poi che delle
sue
facultà in Santa Maria Ritonda si restaurasse un
tare si facesse con una statua di Nostra Donna di marmo, la quale per
sua
sepoltura e riposo dopo la morte s’elesse; e lasc
llora datario del Papa. Poi, confesso e contrito, finì il corso della
sua
vita il giorno medesimo ch’e’ nacque, che fu il V
rdì Santo, d’anni XXXVII; l’anima del quale è da credere che, come di
sue
virtù ha abbellito il mondo, così abbia di se med
alla sepoltura non l’accompagnasse. Dolse ancora sommamente la morte
sua
a tutta la corte del Papa, prima per avere egli a
o di cubiculario, et appresso per essere stato sì caro al Papa che la
sua
morte amaramente lo fece piagnere. O felice e bea
o modo da lui lasciatoci in esempio, e, [II. 88] come merita la virtù
sua
e l’obligo nostro, tenerne nell’animo graziosissi
a con gli uomini grandi, co’ mediocri e con gl’infimi. E certo fra le
sue
doti singulari ne scorgo una di tal valore che in
. E questo avveniva perché restavano vinti dalla cortesia e dall’arte
sua
, ma più dal genio della sua buona natura: la qual
estavano vinti dalla cortesia e dall’arte sua, ma più dal genio della
sua
buona natura: la quale era sì piena di gentilezza
ichiesto di qualche disegno che gli bisognasse, egli lasciava l’opera
sua
per sovvenirlo; e sempre tenne infiniti in opera,
imitò essersi a onesto porto ridotto: e così quegli che imiteranno le
sue
fatiche nell’arte saranno onorati dal mondo, e ne