mano di Pietro, là dove ell’è senza dubbio di mano di Raffaello. Dopo
questa
opera, tornando Pietro per alcuni suoi bisogni a
venire con finezza assotigliando e passando la maniera di Pietro. In
questa
opera è tirato un tempio in prospettiva con tanto
n Romualdo, San Lorenzo, San Girolamo, San Mauro e San Placido; et in
questa
opera, la quale per cosa in fresco fu allora tenu
- il che fu cosa rara in que’ tempi - che si possino vedere; e sopra
questa
tavola, in un mezzo tondo, dipinse un Dio Padre b
il frate atteso insino a quel tempo. Ma in sulla maggior frequenza di
questa
pratica fu richiamato Raffaello a Perugia, dove p
ella quale aveva fatto, come si è detto, il cartone in Fiorenza. È in
questa
divinissima pittura un Cristo morto portato a sot
vederlo pare fatto pur ora. Immaginossi Raffaello nel componimento di
questa
opera il dolore che hanno i più stretti et amorev
o è il ritratto di Zoroastro, et allato a esso è Raffaello maestro di
questa
opera, ritrattosi da sé medesimo nello specchio:
toccavano i pennelli, tenere il campo senza contrasto. Adornò ancora
questa
opera di una prospettiva e di molte figure, finit
, e che insieme con essa fanno varî componimenti e con le altre: e da
questa
banda vi fe’ poi, sopra la già detta finestra, il
le, che fu poi papa Paulo Terzo, con altri ritratti. Restò il Papa di
questa
opera molto sodisfatto; e per fargli le spalliere
anto più magnifica e grande che non era la prima. Figurò Raffaello in
questa
pittura, avanti che la cappella di Michelagnolo s
iulli che vi sono si vede grandissima vivacità e colorito perfetto: e
questa
opera lo fe’ stimar grandemente vivo e morto, per
o e valente. Come mostrò ancora in questo medesimo luogo dirimpetto a
questa
in una storia, quando San Piero nelle mani d’Erod
no scritte, e farvi dentro cose garbate et eccellenti: come mostra in
questa
l’orrore della prigione nel veder legato fra que’
ntrafaccia la notte, più simile di quante la pittura ne fece già mai,
questa
è la più divina e da tutti tenuta la più rara. Eg
tutto attonito in diverse e varie maniere, che aspetta il successo di
questa
cosa. E fu questa opera tanto stupenda in tutte l
diverse e varie maniere, che aspetta il successo di questa cosa. E fu
questa
opera tanto stupenda in tutte le parti, che anco
marmo antichi, alcuni pezzi del detto cartone che fece Raffaello per
questa
istoria d’Eliodoro, e gli tiene in quella stima c
efice, il quale lo cacciò con le sole benedizzioni. Fece Raffaello in
questa
storia San Pietro e San Paulo in aria con le spad
carte disegnate di man sua, le quali furono carissime ad Alberto. Era
questa
testa fra le cose di Giulio Romano, ereditario di
uel che in tale arte poteva, fece studiare Marco Antonio Bolognese in
questa
pratica infinitamente; il quale riuscì tanto ecce
scuro: la quale certo fu cosa di bella e capricciosa invenzione, e di
questa
ancora è poi venuta abbondanza, come si dirà nell
he tutta si aperse, e si perderono gli uomini e le mercanzie, eccetto
questa
tavola solamente, che così incassata come era fu
cardinale e vicecancelliere, tanto pregiato et amicissimo non solo di
questa
virtù, ma di tutte le altre: alle benignissime os
a con l’altra che migliore non si può imaginare. E perché la volta di
questa
stanza era dipinta da Pietro Perugino suo maestro
uolo e fino in Grecia; né restò d’avere tutto quello che di buono per
questa
arte potesse giovare. Per che seguitando egli anc
fero, e quello con una zagaglia gettato rovescio; insomma fu sì fatta
questa
opera, che meritò averne da quel re onoratissimo
ia d’altri e da sé e di mezzi ancora operò sì, che appena ottenne che
questa
sua donna venne a stare con esso in casa continua
llo lavorava: il che fu cagione che il lavoro venisse a fine. Fece in
questa
opera tutti i cartoni, e molte figure colorì di s
n fatti che non tessuti ma paiono veramente fatti col pennello. Costò
questa
opra 70 mila scudi, e si conserva ancora nella ca
o nuove, varie e belle, che si fa giudizio commune degli artefici che
questa
opera, fra tante quant’egli ne fece, sia la più c
mostrare [in] pittura Cristo trasfigurato alla divinità, lo guardi in
questa
opera, nella quale egli lo fece sopra a questo mo
o dipintore sono richieste. Ma conoscendo nondimeno che non poteva in
questa
parte arrivare alla perfezzione di Michelagnolo,
stati a se stessi et al mondo di giovamento. Raffaello adunque, fatta
questa
risoluzione, e conosciuto che fra’ Bartolomeo di
ria, la quale fu e sarà sempre stimata dagl’artefici infinitamente. E
questa
si vide perfetta poi nelle Sibille e ne’ Profeti
capella del Papa l’opera di Michelagnolo. E se Raffaello si fusse in
questa
sua detta maniera fermato, né avesse cercato di a
detto che ricerca e debbe avere una buona pittura. E se non avesse in
questa
opera, quasi per capriccio, adoperato il nero di
gi pare più tosto tinta che altrimenti. Ho voluto quasi nella fine di
questa
Vita fare questo discorso per mostrare con quanta