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1 (1568) Vita di Raffaello
on ebbe anco poi, che la propria madre lo allattasse, e che più tosto ne’ teneri anni aparasse in casa i costumi paterni ch
fanno festa: senzaché ogni colpo di colore nelle teste, nelle mani e ne’ piedi sono anzi pennellate di carne che tinta di
i Elicona, fece intorno a quel monte una selva ombrosissima di lauri, ne’ quali si conosce per la loro verdezza quasi il tr
nta bellezza d’arie e divinità nelle figure che grazia e vita spirano ne’ fiati loro; èvvi la dotta Safo et il divinissimo
’arie de’ santi Patriarci l’antichità, negli Apostoli la semplicità e ne’ Martiri la fede. Ma molto più arte et ingegno mos
semplicità e ne’ Martiri la fede. Ma molto più arte et ingegno mostrò ne’ Santi [e] Dottori cristiani, i quali a sei, a tre
a testa elevata con gli occhi alla Nostra Donna, tutta contemplativa, ne’ quali par che ci accenni tutta quella dottrina e
gesti, esprimendo in molte uno affetto di rendersi in colpa, e tanto ne’ maschi quanto nelle femmine; fra le quali ve n’ha
i che servon Giove, e le Grazie che spargono i fiori per la tavola; e ne’ peducci della volta fece molte storie, fra le qua
ando gli occhi, mostra il suo patire dentro nella carne, nelle vene e ne’ polsi contaminati dalla malignità dello spirto, e
maschi come di femmine, non ebbe pari, e nel dar grazia alle figure e ne’ moti superò tutti gl’altri pittori, restò tutto s
vata la pelle -, e veduto poi in che modo si facciano carnosi e dolci ne’ luoghi loro, e come nel girare delle vedute si fa
artefici infinitamente. E questa si vide perfetta poi nelle Sibille e ne’ Profeti dell’opera che fece, come si è detto, nel
che imiteranno le sue fatiche nell’arte saranno onorati dal mondo, e ne’ costumi santi lui somigliando, remunerati dal Cie
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