dormono; la qual pittura è tanto finita, che un minio non può essere
né
migliore né altrimenti. Questa, essendo stata gra
qual pittura è tanto finita, che un minio non può essere né migliore
né
altrimenti. Questa, essendo stata gran tempo appr
a quelle donne in gran venerazione e da tutti i pittori molto lodata.
Né
tacerò che si conobbe, poi che fu stato a Firenze
l’Etica, dove intorno li fanno cerchio una grande scuola di filosofi.
Né
si può esprimere la bellezza di quelli astrologi
agnato da una piacevole e buona grazia, con la berretta nera in capo.
Né
si può esprimere la bellezza e la bontà che si ve
lle quali figure non potrebbe pittor alcuno formar cosa più leggiadra
né
di maggior perfezzione, avvengaché nell’aria e in
il qual cameriero nel suo ritratto è non men vivo che si sia dipinto.
Né
mancò Raffaello fare il medesimo nella figura di
i bellezza di volto e di corrispondenza della persona non si può fare
né
più grazioso né meglio, oltre che v’è un paese ch
lto e di corrispondenza della persona non si può fare né più grazioso
né
meglio, oltre che v’è un paese che in tutta perfe
e i lustri paiono bruniti più che se fussino verissimi e non dipinti.
Né
meno arte et ingegno è nello atto quando egli, sc
toria d’Eliodoro, e gli tiene in quella stima che veramente meritano.
Né
tacerò che messer Niccolò Masini, il quale mi ha
da Urbino: onde que’ conti meritamente l’hanno in somma venerazione,
né
l’hanno mai, per grandissimo prezzo che sia stato
si pure e sicuramente che maestro nessuno di questo meglio non faccia
né
abbia a fare. La quale opera fu cagione che il Pa
ia per l’amore che egli porta all’arte e particularmente a Raffaello;
né
meno di lui stima l’opere dell’arte nostra e gli
il patire di sé nel pericolo dello ardentissimo fuoco che la avvampa;
né
meno passione si scorge in colui che lo piglia pe
er cagione d’esso putto che per cagion del proprio timor della morte.
Né
si può esprimere quello che si imaginò questo ing
da Bibbiena, e Giulio de’ Medici cardinale, che fu poi papa Clemente.
Né
si può contare minutissimamente le belle avverten
che teneva disegnatori per tutta Italia, a Pozzuolo e fino in Grecia;
né
restò d’avere tutto quello che di buono per quest
e certamente non può per pitture, stucchi, ordine e belle invenzioni,
né
farsi né imaginarsi di fare più bell’opera. E fu
nte non può per pitture, stucchi, ordine e belle invenzioni, né farsi
né
imaginarsi di fare più bell’opera. E fu cagione l
lo studio solamente delle cose di Michelagnolo non hanno imitato lui
né
potuto aggiugnere a tanta perfezzione, eglino non
o aggiugnere a tanta perfezzione, eglino non arebbono faticato invano
né
fatto una maniera molto dura, tutta piena di diff
lagnolo. E se Raffaello si fusse in questa sua detta maniera fermato,
né
avesse cercato di aggrandirla e variarla per most
nte ridotti a quella fine e perfezzione che appena si poteva sperare:
né
di passar lui già mai si pensi spirito alcuno. Et