/ 1
1 (1568) Vita di Raffaello
ssima guarda un San Giuseppo, il quale standosi apoggiato con ambe le mani a un bastone, china la testa verso quella vecchia
tro, si fanno festa: senzaché ogni colpo di colore nelle teste, nelle mani e ne’ piedi sono anzi pennellate di carne che tin
e quella particolarmente di San Giovanni, il quale, incrocicchiate le mani , china la testa con una maniera da far comuovere
graziosissime, come ancora ne fa fede la Nostra Donna, che messesi le mani al petto, guardando e contemplando il Figliuolo,
o di quel che stanno in dubbio, faccendone segno col disputare con le mani e col far certi atti con la persona, con attenzio
llezza, allegrezza e pietà; èvvi un Giuseppo che, appoggiando ambe le mani ad una mazza, pensoso in contemplare il Re e la R
nzia che egli scrivendo mostrò nelle sue carte, offerendo con ambe le mani il cameriero in atto di raccomandarlo: il qual ca
uditori, pare persona inrisoluta: e si conosce nell’attitudine delle mani quasi il tremito e lo spavento che si suole in si
esimo luogo dirimpetto a questa in una storia, quando San Piero nelle mani d’Erode in prigione è guardato dagli armati, dove
si vede il santissimo Onia pontefice, pontificalmente vestito, con le mani e con gli occhi al cielo ferventissimamente orare
l’Olio, nella quale opera mostrò quanto la grazia nelle delicatissime mani di Raffaello potesse insieme con l’arte. Èvvi una
ndogli aver seco obligo infinito: et ora si ritrova in Fiorenza nelle mani di Francesco Benintendi. Dipinse a Giulio cardina
i ha [II. 84] a.tterra il capo, e chi con fare ombra agl’occhi con le mani si difende dai raggi e dalla immensa luce dello s
/ 1