Fra costoro è un Diogene con la sua tazza a ghiacere in su le scalèe,
figura
molto considerata et astratta, che per la sua bel
in su le tavole moltissime figure e caratteri. Fra i medesimi, nella
figura
d’un giovane di formosa bellezza, il quale apre l
I duca di Mantova, che si trovava allora in Roma. Èvvi similmente una
figura
che, chinata a terra, con un paio di seste in man
men desso che se e’ fusse vivo, tanto è ben ritratto. E allato a una
figura
che volta il didietro et ha una palla del cielo i
he; e dove erano alcuni tondi, che son quattro, fece per ciascuno una
figura
del significato delle storie di sotto, vòlte da q
con bella attitudine scherza col manto della Madre, si conosce nella
figura
del San Giovanni quella penitenza che suole fare
en vivo che si sia dipinto. Né mancò Raffaello fare il medesimo nella
figura
di San Francesco, il quale ginocchioni in terra,
llissimi, e massimamente un gianetto macchiato che è cavalcato da una
figura
, la quale ha tutto lo ignudo coperto di scaglie a
r di sé per l’infermità e per le fiamme del fuoco; dove si vede nella
figura
del giovane l’animo e la forza et il patire di tu
o, e con pallida incarnazione fa quel gesto forzato e pauroso. Questa
figura
sostiene un vecchio, che abbracciatola e preso an
a animo a se stesso. Èvvi una femina fra molte, la quale è principale
figura
di quella tavola, che inginocchiata dinanzi a que