d’essa fra i calcinacci della rovina, furono da Batista, figliuolo di
esso
Lorenzo, amorevolissimo dell’arte, fatti rimetter
a una palla del cielo in mano è il ritratto di Zoroastro, et allato a
esso
è Raffaello maestro di questa opera, ritrattosi d
ucci, cardinale di Santi Quattro, sommo penitenziere, ebbe grazia con
esso
che egli facesse per San Giovanni in Monte di Bol
nuove e da me fatte e dipinte, e serve per tavola dell’altare, et in
esso
è dipinta una Santa Anna vecchissima a sedere, la
a Lorenzo e ‘l duca Giuliano, con perfezzione non più da altri che da
esso
dipinta nella grazia del colorito; i quali sono a
ampa; né meno passione si scorge in colui che lo piglia per cagione d’
esso
putto che per cagion del proprio timor della mort
tra storia fece la coronazione del detto re, nella quale è il Papa et
esso
Francesco ritratti di naturale, l’uno armato e l’
a operò sì, che appena ottenne che questa sua donna venne a stare con
esso
in casa continuamente in quella parte dove Raffae
di Pietro, cercò, quanto seppe e poté il più, d’imitare la maniera di
esso
Lionardo. Ma per diligenza o studio che facesse,
altro pittore, e massimamente nella grazia de’ colori. Ma tornando a
esso
Raffaello, gli fu col tempo di grandissimo disaiu
olle mancare della parola sua, e così accettò per donna una nipote di
esso
cardinale. E perché sempre fu malissimo contento