timolato da’ prieghi d’un cameriere di papa Giulio, dipinse la tavola
dello
altar maggiore di Araceli, nella quale fece una N
e. Fece poi Raffaello per il monasterio di Palermo, detto Santa Maria
dello
Spasmo, de’ frati di Monte Oliveto, una tavola d’
con grandissima rabbia, dove il Cristo appassionatissimo nel tormento
dello
avvicinarsi alla morte, cascato in terra per il p
del cercare di campare il figliuolo che il patire di sé nel pericolo
dello
ardentissimo fuoco che la avvampa; né meno passio
di San Gallo. Fece a’ Monaci Neri di San Sisto in Piacenza la tavola
dello
altar maggiore, dentrovi la Nostra Donna con San
entro nella carne, nelle vene e ne’ polsi contaminati dalla malignità
dello
spirto, e con pallida incarnazione fa quel gesto
ombra agl’occhi con le mani si difende dai raggi e dalla immensa luce
dello
splendore di Cristo, il quale, vestito di colore