talora il Cielo nell’accumulare una persona sola l’infinite ricchezze
de’
suoi tesori e tutte quelle grazie e più rari doni
ione che molte volte si era più dimostrato in loro l’ombra e lo scuro
de’
vizii che la chiarezza e splendore di quelle virt
alia, l’anno 1483, in Venerdì Santo a ore tre di notte, d’un Giovanni
de’
Santi, pittore non molto eccellente, ma sì bene u
to ne’ teneri anni aparasse in casa i costumi paterni che per le case
de’
villani e plebei uomini men gentili o rozzi costu
isse il desiderio suo; e così Pietro, che era cortese molto et amator
de’
belli ingegni, accettò Raffaello. Onde Giovanni a
dimorò in Urbino, fece per Guidobaldo da Montefeltro, allora capitano
de’
Fiorentini, due quadri di Nostra Donna, piccoli m
date le cose sue, ritornò Raffaello a Perugia, dove fece nella chiesa
de’
Frati de’ Servi in una tavola, alla cappella degl
se sue, ritornò Raffaello a Perugia, dove fece nella chiesa de’ Frati
de’
Servi in una tavola, alla cappella degl’Ansidei,
asa che detto Agnolo edificò bella e comodissima in Firenze nel corso
de’
Tintori, appresso al Canto degl’Alberti. Fece anc
fa stupire chiunque la mira per l’aria delle figure, per la bellezza
de’
panni, et in[II. 69]somma per una estrema bontà c
può esprimere la bellezza e la bontà che si vede nelle teste e figure
de’
Vangelisti, a’ quali ha fatto nel viso una certa
e a suo luogo diremo. E così nella volta medesima, in su le cantonate
de’
peducci di quella, fece quattro storie disegnate
egli riservò un decoro certo bellissimo, mo[II. 72]strando nell’arie
de’
santi Patriarci l’antichità, negli Apostoli la se
et in detto Papa ritrasse papa Giulio di naturale, Giovanni cardinale
de’
Medici assistente, che fu papa Leone, Antonio car
ale, e che spaventato negli occhi e fuor di sé, smarrito nel cospetto
de’
suoi uditori, pare persona inrisoluta: e si conos
ell’arme l’ombre, gli sbattimenti, i riflessi e le fumosità del calor
de’
lumi, lavorati con ombra sì abbacinata che invero
’Antioco vuole spogliare il tempio di tutti i depositi delle vedove e
de’
pupilli: e già si vede lo sgombro delle robbe et
occhi al cielo ferventissimamente orare, afflitto per la compassione
de’
poverelli che quivi perdevano le cose loro, et al
re celeste che suole il giudizio divino molte volte mettere nel volto
de’
servi suoi per difender la santissima religione:
i. Èvvi Monte Mario che abrucia, mostrando che nel fine della partita
de’
soldati gli aloggiamenti rimangono sempre in pred
son vivissimi; e così i cavalli dove son sopra, et il simile la corte
de’
cardinali et alcuni palafrenieri che tengono la c
Laonde furono però fatti a suo onore molti versi e latini e vulgari,
de’
quali metterò questi soli per non far più lunga s
i buona grandezza, nel quale ritrasse papa Leone, il cardinale Giulio
de’
Medici e il cardinale de’ Rossi, nel quale si veg
le ritrasse papa Leone, il cardinale Giulio de’ Medici e il cardinale
de’
Rossi, nel quale si veggono non finte ma di rilie
la grazia del colorito; i quali sono appresso agli eredi di Ottaviano
de’
Medici in Fiorenza. Laonde di grandezza fu la glo
parenti, se non che con acquerelli di colori era tinta e macchiata, e
de’
lumi del panno aveva campato i chiari: la quale c
Simon Botti, che oltra lo esser tenuto da tutti noi [II. 79] per uno
de’
più amorevoli che faccino beneficio agli uomini d
ffaello per il monasterio di Palermo, detto Santa Maria dello Spasmo,
de’
frati di Monte Oliveto, una tavola d’un Cristo ch
a quale è tenuta cosa maravigliosa, conoscendosi in quella la impietà
de’
crocifissori che lo conducono alla morte al monte
a illesa e senza macchia o difetto alcuno, perciò che sino alla furia
de’
venti e l’onde del mare ebbono rispetto alla bell
e Santa Maria in Portico, cioè Bernardo Divizio da Bibbiena, e Giulio
de’
Medici cardinale, che fu poi papa Clemente. Né si
le belle avvertenze che usò questo ingegnosissimo artefice nelle arie
de’
prigioni, ché senza lingua si conosce il dolore,
li olii per ugnerlo et insieme la corona reale; dove, oltra il numero
de’
cardinali e vescovi in pontificale che ministrano
putto ginocchioni che tiene la corona reale, che fu ritratto Ipolyto
de’
Medici, che fu poi cardinale e vicecancelliere, t
ornamenti di stucchi e delle storie che vi si dipinsero, e similmente
de’
partimenti; e quanto allo stucco et alle grottesc
ossono esser più belli. Fece l’ordine delle architetture delle stalle
de’
Ghigi; e nella chiesa di Santa Maria del Popolo l
ntino fece lavorar due figure, che sono ancora in casa sua al Macello
de’
Corbi in Roma. Ma la morte di Raffaello, e poi qu
orenza nelle mani di Francesco Benintendi. Dipinse a Giulio cardinale
de’
Medici e vicecancelliere una tavola della Trasfig
orte sua, non voglio che mi paia fatica discorrere alquanto per utile
de’
nostri artefici intorno alle maniere di Raffaello
inato bene più che nessuno altro pittore, e massimamente nella grazia
de’
colori. Ma tornando a esso Raffaello, gli fu col
e i musculi delle notomie e degl’uomini morti e scorticati con quelli
de’
vivi - che per la coperta della pelle non apparis
un membro o tutta la persona, et oltre ciò l’incatenatura dell’ossa,
de’
nervi e delle vene, si fece eccellente in tutte l
ugne lo arric[c]hirle con la varietà e stravaganza delle prospettive,
de’
casamenti e de’ paesi, il leggiadro modo di vesti
hirle con la varietà e stravaganza delle prospettive, de’ casamenti e
de’
paesi, il leggiadro modo di vestire le figure, il
hino innanzi col chiaro, il fare vive e belle le teste delle femmine,
de’
putti, de’ giovani e de’ vecchi, e dar loro secon
i col chiaro, il fare vive e belle le teste delle femmine, de’ putti,
de’
giovani e de’ vecchi, e dar loro secondo il bisog
il fare vive e belle le teste delle femmine, de’ putti, de’ giovani e
de’
vecchi, e dar loro secondo il bisogno movenza e b
o il bisogno movenza e bravura. Considerò anco quanto importi la fuga
de’
cavalli nelle battaglie, la fierezza de’ soldati,
anco quanto importi la fuga de’ cavalli nelle battaglie, la fierezza
de’
soldati, il saper fare tutte le sorti d’animali,
va, la tavola della Trasfigurazione che aveva finita per il cardinale
de’
Medici: la quale opera, nel vedere il corpo morto