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1 (1568) Vita di Raffaello
talora il Cielo nell’accumulare una persona sola l’infinite ricchezze de’ suoi tesori e tutte quelle grazie e più rari doni
ione che molte volte si era più dimostrato in loro l’ombra e lo scuro de’ vizii che la chiarezza e splendore di quelle virt
alia, l’anno 1483, in Venerdì Santo a ore tre di notte, d’un Giovanni de’ Santi, pittore non molto eccellente, ma sì bene u
to ne’ teneri anni aparasse in casa i costumi paterni che per le case de’ villani e plebei uomini men gentili o rozzi costu
isse il desiderio suo; e così Pietro, che era cortese molto et amator de’ belli ingegni, accettò Raffaello. Onde Giovanni a
dimorò in Urbino, fece per Guidobaldo da Montefeltro, allora capitano de’ Fiorentini, due quadri di Nostra Donna, piccoli m
date le cose sue, ritornò Raffaello a Perugia, dove fece nella chiesa de’ Frati de’ Servi in una tavola, alla cappella degl
se sue, ritornò Raffaello a Perugia, dove fece nella chiesa de’ Frati de’ Servi in una tavola, alla cappella degl’Ansidei,
asa che detto Agnolo edificò bella e comodissima in Firenze nel corso de’ Tintori, appresso al Canto degl’Alberti. Fece anc
fa stupire chiunque la mira per l’aria delle figure, per la bellezza de’ panni, et in[II. 69]somma per una estrema bontà c
può esprimere la bellezza e la bontà che si vede nelle teste e figure de’ Vangelisti, a’ quali ha fatto nel viso una certa
e a suo luogo diremo. E così nella volta medesima, in su le cantonate de’ peducci di quella, fece quattro storie disegnate
egli riservò un decoro certo bellissimo, mo[II. 72]strando nell’arie de’ santi Patriarci l’antichità, negli Apostoli la se
et in detto Papa ritrasse papa Giulio di naturale, Giovanni cardinale de’ Medici assistente, che fu papa Leone, Antonio car
ale, e che spaventato negli occhi e fuor di sé, smarrito nel cospetto de’ suoi uditori, pare persona inrisoluta: e si conos
ell’arme l’ombre, gli sbattimenti, i riflessi e le fumosità del calor de’ lumi, lavorati con ombra sì abbacinata che invero
’Antioco vuole spogliare il tempio di tutti i depositi delle vedove e de’ pupilli: e già si vede lo sgombro delle robbe et
occhi al cielo ferventissimamente orare, afflitto per la compassione de’ poverelli che quivi perdevano le cose loro, et al
re celeste che suole il giudizio divino molte volte mettere nel volto de’ servi suoi per difender la santissima religione:
i. Èvvi Monte Mario che abrucia, mostrando che nel fine della partita de’ soldati gli aloggiamenti rimangono sempre in pred
son vivissimi; e così i cavalli dove son sopra, et il simile la corte de’ cardinali et alcuni palafrenieri che tengono la c
Laonde furono però fatti a suo onore molti versi e latini e vulgari, de’ quali metterò questi soli per non far più lunga s
i buona grandezza, nel quale ritrasse papa Leone, il cardinale Giulio de’ Medici e il cardinale de’ Rossi, nel quale si veg
le ritrasse papa Leone, il cardinale Giulio de’ Medici e il cardinale de’ Rossi, nel quale si veggono non finte ma di rilie
la grazia del colorito; i quali sono appresso agli eredi di Ottaviano de’ Medici in Fiorenza. Laonde di grandezza fu la glo
parenti, se non che con acquerelli di colori era tinta e macchiata, e de’ lumi del panno aveva campato i chiari: la quale c
Simon Botti, che oltra lo esser tenuto da tutti noi [II. 79] per uno de’ più amorevoli che faccino beneficio agli uomini d
ffaello per il monasterio di Palermo, detto Santa Maria dello Spasmo, de’ frati di Monte Oliveto, una tavola d’un Cristo ch
a quale è tenuta cosa maravigliosa, conoscendosi in quella la impietà de’ crocifissori che lo conducono alla morte al monte
a illesa e senza macchia o difetto alcuno, perciò che sino alla furia de’ venti e l’onde del mare ebbono rispetto alla bell
e Santa Maria in Portico, cioè Bernardo Divizio da Bibbiena, e Giulio de’ Medici cardinale, che fu poi papa Clemente. Né si
le belle avvertenze che usò questo ingegnosissimo artefice nelle arie de’ prigioni, ché senza lingua si conosce il dolore,
li olii per ugnerlo et insieme la corona reale; dove, oltra il numero de’ cardinali e vescovi in pontificale che ministrano
putto ginocchioni che tiene la corona reale, che fu ritratto Ipolyto de’ Medici, che fu poi cardinale e vicecancelliere, t
ornamenti di stucchi e delle storie che vi si dipinsero, e similmente de’ partimenti; e quanto allo stucco et alle grottesc
ossono esser più belli. Fece l’ordine delle architetture delle stalle de’ Ghigi; e nella chiesa di Santa Maria del Popolo l
ntino fece lavorar due figure, che sono ancora in casa sua al Macello de’ Corbi in Roma. Ma la morte di Raffaello, e poi qu
orenza nelle mani di Francesco Benintendi. Dipinse a Giulio cardinale de’ Medici e vicecancelliere una tavola della Trasfig
orte sua, non voglio che mi paia fatica discorrere alquanto per utile de’ nostri artefici intorno alle maniere di Raffaello
inato bene più che nessuno altro pittore, e massimamente nella grazia de’ colori. Ma tornando a esso Raffaello, gli fu col
e i musculi delle notomie e degl’uomini morti e scorticati con quelli de’ vivi - che per la coperta della pelle non apparis
un membro o tutta la persona, et oltre ciò l’incatenatura dell’ossa, de’ nervi e delle vene, si fece eccellente in tutte l
ugne lo arric[c]hirle con la varietà e stravaganza delle prospettive, de’ casamenti e de’ paesi, il leggiadro modo di vesti
hirle con la varietà e stravaganza delle prospettive, de’ casamenti e de’ paesi, il leggiadro modo di vestire le figure, il
hino innanzi col chiaro, il fare vive e belle le teste delle femmine, de’ putti, de’ giovani e de’ vecchi, e dar loro secon
i col chiaro, il fare vive e belle le teste delle femmine, de’ putti, de’ giovani e de’ vecchi, e dar loro secondo il bisog
il fare vive e belle le teste delle femmine, de’ putti, de’ giovani e de’ vecchi, e dar loro secondo il bisogno movenza e b
o il bisogno movenza e bravura. Considerò anco quanto importi la fuga de’ cavalli nelle battaglie, la fierezza de’ soldati,
anco quanto importi la fuga de’ cavalli nelle battaglie, la fierezza de’ soldati, il saper fare tutte le sorti d’animali,
va, la tavola della Trasfigurazione che aveva finita per il cardinale de’ Medici: la quale opera, nel vedere il corpo morto
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