’ quel giudizio che poi il tempo dimostrò verissimo con gl’effetti. È
cosa
notabilissima che, studiando Raffaello la maniera
questa opera è tirato un tempio in prospettiva con tanto amore, che è
cosa
mirabile a vedere le difficultà che egli in tale
romiti del sacro eremo di Camaldoli; e da loro fu poi come reliquia e
cosa
rarissima, et insomma di mano di Raffaello da Urb
n Girolamo, San Mauro e San Placido; et in questa opera, la quale per
cosa
in fresco fu allora tenuta molto bella, scrisse i
e dolci arie di teste e le più varie acconciature da capo - il che fu
cosa
rara in que’ tempi - che si possino vedere; e sop
e e di mano di maestri eccellenti, che ella non aveva che fare alcuna
cosa
con quella prima, se non come fussino di mano di
ti gli Evangeli. Delle quali figure non potrebbe pittor alcuno formar
cosa
più leggiadra né di maggior perfezzione, avvengac
menza e quella pietà che può mostrare agli uomini mortali divinità di
cosa
dipinta. Con ciò fusse che Raffaello ebbe questo
ia e vivace. Finse dall’altra banda papa Giulio che ode quella messa,
cosa
maravigliosissima, dove ritrasse il cardinale di
ardato dagli armati, dove tanta è l’architettura che ha tenuto in tal
cosa
e tanta la discrezione nel casamento della prigio
a che invero si può dire che egli fosse il maestro degli altri; e per
cosa
che contrafaccia la notte, più simile di quante l
ttonito in diverse e varie maniere, che aspetta il successo di questa
cosa
. E fu questa opera tanto stupenda in tutte le par
lio Secondo, il quale era alimentatore di tal virtù et amatore d’ogni
cosa
buona. Laonde fu poi creato Leon Decimo, il quale
cale, ritratto non men vivo che gli altri, Leon X e molti cortigiani:
cosa
leggiadrissima da vedere a proposito in tale oper
semplicità et onestà infinita: e nel vero io non penso che per tanta
cosa
si possa veder meglio. Èvvi un San Giovanni a sed
ta e macchiata, e de’ lumi del panno aveva campato i chiari: la quale
cosa
parve maravigliosa a Raffaello; per che egli gli
ume e l’ombra contrafare le carte di chiaro oscuro: la quale certo fu
cosa
di bella e capricciosa invenzione, e di questa an
Oliveto, una tavola d’un Cristo che porta la croce, la quale è tenuta
cosa
maravigliosa, conoscendosi in quella la impietà d
in quel di Genova: dove ripescata e tirata in terra, fu veduta essere
cosa
divina, e per questo messa in custodia, essendosi
mi gli tiravano innanzi l’opera: et egli continuamente rivedendo ogni
cosa
, suppliva con tutti quelli aiuti migliori che egl
uò scrivere le minuzie delle cose di questo artefice, ché invero ogni
cosa
nel suo silenzio par che favelli; oltra i basamen
si in mezzo da varii termini, e condotto tutto d’una maniera che ogni
cosa
mostra spirto et affetto e considerazione, con qu
larmente al palazzo di messer Giovan Batista dall’Aquila, il quale fu
cosa
bellissima. Ne disegnò ancora uno al vescovo di T
tar maggiore, dentrovi la Nostra Donna con San Sisto e Santa Barbara:
cosa
veramente rarissima e singulare. Fece per in Fran
articularmente per il re San Michele che combatte col Diavolo, tenuto
cosa
maravigliosa; nella quale opera fece un sasso ars
ffezzionata alle donne, e di continuo presto ai servigi loro; la qual
cosa
fu cagione che, continuando i diletti carnali, eg
a la morte di Raffaello, e poi quella di Agostino, fu cagione che tal
cosa
si desse a Sebastian Viniziano. Era Raffaello in
et il valor dell’arte nel volto di Cristo, che finitolo, come ultima
cosa
che a fare avesse, non toccò più pennelli, soprag
he arebbe avuto bisogno di quella tenera età che meglio apprende ogni
cosa
, e de lo spazzio di molti anni. E nel vero, chi n
nno fatto o fanno miracoli nell’arte: perciò che chi non è atto a una
cosa
, non potrà mai, et affatichisi quanto vuole, ariv
o di fare la voglia del cardina[II. 87]le, ma aveva ben trattenuto la
cosa
con dire di voler aspettare che passassero tre o