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1 (1568) Vita di Raffaello
’ quel giudizio che poi il tempo dimostrò verissimo con gl’effetti. È cosa notabilissima che, studiando Raffaello la maniera
questa opera è tirato un tempio in prospettiva con tanto amore, che è cosa mirabile a vedere le difficultà che egli in tale
romiti del sacro eremo di Camaldoli; e da loro fu poi come reliquia e cosa rarissima, et insomma di mano di Raffaello da Urb
n Girolamo, San Mauro e San Placido; et in questa opera, la quale per cosa in fresco fu allora tenuta molto bella, scrisse i
e dolci arie di teste e le più varie acconciature da capo - il che fu cosa rara in que’ tempi - che si possino vedere; e sop
e e di mano di maestri eccellenti, che ella non aveva che fare alcuna cosa con quella prima, se non come fussino di mano di
ti gli Evangeli. Delle quali figure non potrebbe pittor alcuno formar cosa più leggiadra né di maggior perfezzione, avvengac
menza e quella pietà che può mostrare agli uomini mortali divinità di cosa dipinta. Con ciò fusse che Raffaello ebbe questo
ia e vivace. Finse dall’altra banda papa Giulio che ode quella messa, cosa maravigliosissima, dove ritrasse il cardinale di
ardato dagli armati, dove tanta è l’architettura che ha tenuto in tal cosa e tanta la discrezione nel casamento della prigio
a che invero si può dire che egli fosse il maestro degli altri; e per cosa che contrafaccia la notte, più simile di quante l
ttonito in diverse e varie maniere, che aspetta il successo di questa cosa . E fu questa opera tanto stupenda in tutte le par
lio Secondo, il quale era alimentatore di tal virtù et amatore d’ogni cosa buona. Laonde fu poi creato Leon Decimo, il quale
cale, ritratto non men vivo che gli altri, Leon X e molti cortigiani: cosa leggiadrissima da vedere a proposito in tale oper
semplicità et onestà infinita: e nel vero io non penso che per tanta cosa si possa veder meglio. Èvvi un San Giovanni a sed
ta e macchiata, e de’ lumi del panno aveva campato i chiari: la quale cosa parve maravigliosa a Raffaello; per che egli gli
ume e l’ombra contrafare le carte di chiaro oscuro: la quale certo fu cosa di bella e capricciosa invenzione, e di questa an
Oliveto, una tavola d’un Cristo che porta la croce, la quale è tenuta cosa maravigliosa, conoscendosi in quella la impietà d
in quel di Genova: dove ripescata e tirata in terra, fu veduta essere cosa divina, e per questo messa in custodia, essendosi
mi gli tiravano innanzi l’opera: et egli continuamente rivedendo ogni cosa , suppliva con tutti quelli aiuti migliori che egl
uò scrivere le minuzie delle cose di questo artefice, ché invero ogni cosa nel suo silenzio par che favelli; oltra i basamen
si in mezzo da varii termini, e condotto tutto d’una maniera che ogni cosa mostra spirto et affetto e considerazione, con qu
larmente al palazzo di messer Giovan Batista dall’Aquila, il quale fu cosa bellissima. Ne disegnò ancora uno al vescovo di T
tar maggiore, dentrovi la Nostra Donna con San Sisto e Santa Barbara: cosa veramente rarissima e singulare. Fece per in Fran
articularmente per il re San Michele che combatte col Diavolo, tenuto cosa maravigliosa; nella quale opera fece un sasso ars
ffezzionata alle donne, e di continuo presto ai servigi loro; la qual cosa fu cagione che, continuando i diletti carnali, eg
a la morte di Raffaello, e poi quella di Agostino, fu cagione che tal cosa si desse a Sebastian Viniziano. Era Raffaello in
et il valor dell’arte nel volto di Cristo, che finitolo, come ultima cosa che a fare avesse, non toccò più pennelli, soprag
he arebbe avuto bisogno di quella tenera età che meglio apprende ogni cosa , e de lo spazzio di molti anni. E nel vero, chi n
nno fatto o fanno miracoli nell’arte: perciò che chi non è atto a una cosa , non potrà mai, et affatichisi quanto vuole, ariv
o di fare la voglia del cardina[II. 87]le, ma aveva ben trattenuto la cosa con dire di voler aspettare che passassero tre o
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