’una graziata affabilità, che sempre suol mostrarsi dolce e piacevole
con
ogni sorte di persone et in qualunque maniera di
ntù. E perché sapeva Giovanni quanto importi allevare i figliuoli non
con
il latte delle balie ma delle proprie madri, nato
adri, nato che gli fu Raffaello, al quale così pose nome al battesimo
con
buono augurio, volle, non avendo altri figliuoli,
co poteva appresso di sé acquistare il figliuolo, si dispose di porlo
con
Pietro Perugino, il quale, secondo che gli veniva
e ‘ costumi, ne fe’ quel giudizio che poi il tempo dimostrò verissimo
con
gl’effetti. È cosa notabilissima che, studiando R
uando nel tempio è in braccio a Simeone: la quale opera certo è fatta
con
estrema diligenza; e chi non avesse in pratica la
ni suoi bisogni a Firenze, Raffaello, partitosi di Perugia, se n’andò
con
alcuni amici suoi a Città di Castello, dove fece
espressamente si conosce l’augumento della virtù di Raffaello venire
con
finezza assotigliando e passando la maniera di Pi
maniera di Pietro. In questa opera è tirato un tempio in prospettiva
con
tanto amore, che è cosa mirabile a vedere le diff
ione che egli non continuò fu che, essendo in Siena da alcuni pittori
con
grandissime lodi celebrato il cartone che Lionard
e, deliberò di abitare in essa per alcun tempo; e così fatta amicizia
con
alcuni giovani pittori, fra’ quali furono Ridolfo
egli eredi del detto Taddeo. Ebbe anco Raffaello amicizia grandissima
con
Lorenzo Nasi, al quale, avendo preso donna in que
nna un putto, al quale un San Giovannino tutto lieto porge un uccello
con
molta festa e piacere dell’uno e dell’altro; è ne
licità puerile e tutta amorevole, oltre che sono tanto ben coloriti e
con
tanta diligenza condotti, che più tosto paiono di
to dell’opera è bellissimo. Il quale quadro fu da Lorenzo Nasi tenuto
con
grandissima vene[II. 67]razione mentre che visse,
para l’anno 1548 a dì 17 novembre, quando la casa di Lorenzo, insieme
con
quelle ornatissime e belle degl’eredi di Marco de
Nero, per uno smottamento del monte di San Giorgio rovinarono insieme
con
altre case vicine; nondimeno, ritrovati i pezzi d
a della Nostra Donna fece in fresco un Cristo in gloria, un Dio Padre
con
alcuni Angeli a torno e sei Santi a sedere, cioè
i mano di maestri eccellenti, che ella non aveva che fare alcuna cosa
con
quella prima, se non come fussino di mano di dive
to d’andare, non le mancherebbe. E così venuto a Firenze, dove attese
con
incredibile fatica agli studî dell’arte, fece il
le fatica agli studî dell’arte, fece il cartone per la detta cappella
con
animo d’andare, come fece, quanto prima gli venis
quanto era assegnato nell’altre cose, tanto spendeva volentieri - ma
con
più risparmio che poteva - nelle cose di pittura
lberti. Fece anco a Domenico Canigiani, in un quadro, la Nostra Donna
con
il putto Gesù che fa festa a un San Giovannino pò
n San Giovannino pòrtogli da Santa Elisabetta, che mentre lo sostiene
con
prontezza vivissima guarda un San Giuseppo, il qu
ontezza vivissima guarda un San Giuseppo, il quale standosi apoggiato
con
ambe le mani a un bastone, china la testa verso q
esse un sì picciol figliuolo; e tutti pare che stupischino del vedere
con
quanto senno in quella età sì tenera i due cugini
gl’altri, mentre stette Raffaello in Fiorenza, stretta dimestichezza
con
fra’ Bartolomeo di San Marco, piacendogli molto e
ta divinissima pittura un Cristo morto portato a sotterrare, condotto
con
tanta freschezza e sì fatto amore, che a vederlo
nte di San Giovanni, il quale, incrocicchiate le mani, china la testa
con
una maniera da far comuovere qual è più duro anim
o, essendo a’ servigi di Giulio II, per un poco di parentela ch’aveva
con
Raffaello e per essere di un paese medesimo, gli
ura una storia quando i teologi accordano la filosofia e l’astrologia
con
la teologia, dove sono ritratti tutti i savî del
llissimi, i quali Evangelisti le dichiarano. Fra costoro è un Diogene
con
la sua tazza a ghiacere in su le scalèe, figura m
imilmente vi è Aristotile e Platone, l’uno col Timeo in mano, l’altro
con
l’Etica, dove intorno li fanno cerchio una grande
uò esprimere la bellezza di quelli astrologi e geometri che disegnano
con
le seste in su le tavole moltissime figure e cara
vava allora in Roma. Èvvi similmente una figura che, chinata a terra,
con
un paio di seste in mano le gira sopra le tavole,
d’aspetto molto modesto, acompagnato da una piacevole e buona grazia,
con
la berretta nera in capo. Né si può esprimere la
, vi è il componimento di tutta la storia, che certo è spartito tanto
con
ordine e misura che egli mostrò veramente un sì f
ornò ancora questa opera di una prospettiva e di molte figure, finite
con
tanto delicata e dolce maniera che fu cagione che
into la filosofia e l’astrologia, geometria e poesia che si accordano
con
la teologia, v’è una femmina fatta per la Cognizi
iede in una sedia che ha per reggimento da ogni banda una dea Cibele,
con
quelle tante poppe con che dagli antichi era figu
a per reggimento da ogni banda una dea Cibele, con quelle tante poppe
con
che dagli antichi era figurata Diana Polimaste; e
o antico in una mano et un libro nell’altra; e sopraposte le gambe, e
con
aria e bellezza di viso immortale, sta elevata co
aposte le gambe, e con aria e bellezza di viso immortale, sta elevata
con
gl’occhi al cielo, accompagnandola due putti che
lo, accompagnandola due putti che sono vivaci e pronti, e che insieme
con
essa fanno varî componimenti e con le altre: e da
ono vivaci e pronti, e che insieme con essa fanno varî componimenti e
con
le altre: e da questa banda vi fe’ poi, sopra la
opra la storia dove i santi Dottori ordinano la messa, è una Teologia
con
libri et altre cose attorno, co’ medesimi putti,
finestra ch’è volta nel cortile fece, nell’altro tondo, una Giustizia
con
le sue bilance e la spada inalberata, con i medes
’altro tondo, una Giustizia con le sue bilance e la spada inalberata,
con
i medesimi putti che a l’altre, di somma bellezza
onate de’ peducci di quella, fece quattro storie disegnate e colorite
con
una gran diligenza, ma di figure di non molta gra
una delle quali, verso la Telogia, fece il peccar di Adamo, lavorato
con
leggiadrissima maniera il mangiare del pomo; e in
o istorie sono [II. 71] tutte piene di senso e di affetto, e lavorate
con
disegno bonissimo e di colorito vago e graziato.
glie per l’aure dolcissime, e nella aria una infinità di Amori ignudi
con
bellissime arie di viso, che colgono rami di laur
gliare, chi intentissimamente la considera, come possa ingegno umano,
con
l’imperfezzione di semplici colori, ridurre con l
possa ingegno umano, con l’imperfezzione di semplici colori, ridurre
con
l’eccellenzia del disegno le cose di pittura a pa
io, Virgilio, Ennio, Tibullo, Catullo, Properzio et Omero, che cieco,
con
la testa elevata cantando versi, ha a’ piedi uno
e gli scrive; vi sono poi tutte in un gruppo le nove Muse et Appollo,
con
tanta bellezza d’arie e divinità nelle figure che
baldeo similmente et infiniti altri moderni. La quale istoria è fatta
con
molta grazia e finita con diligenza. Fece in un’a
iti altri moderni. La quale istoria è fatta con molta grazia e finita
con
diligenza. Fece in un’altra parete un cielo con C
molta grazia e finita con diligenza. Fece in un’altra parete un cielo
con
Cristo e la Nostra Donna, San Giovanni Batista, g
nni Batista, gli Apostoli e gli Evangelisti, e’ Martiri su le nugole,
con
Dio Padre che sopra tutti manda lo Spirito Santo
arebbono s’e’ fussino di rilievo: oltra che sono vestiti diversamente
con
bellissime pieghe di panni, e l’arie delle teste
pietà che può mostrare agli uomini mortali divinità di cosa dipinta.
Con
ciò fusse che Raffaello ebbe questo dono dalla na
il certo di quel che stanno in dubbio, faccendone segno col disputare
con
le mani e col far certi atti con la persona, con
bbio, faccendone segno col disputare con le mani e col far certi atti
con
la persona, con attenzione degli orecchi, con lo
segno col disputare con le mani e col far certi atti con la persona,
con
attenzione degli orecchi, con lo increspare delle
ni e col far certi atti con la persona, con attenzione degli orecchi,
con
lo increspare delle ciglia e con lo stupire in mo
rsona, con attenzione degli orecchi, con lo increspare delle ciglia e
con
lo stupire in molte diverse maniere, certo variat
della Chiesa, che illuminati dallo Spirito Santo snodano e risolvono
con
le Scritture sacre tutte le cose degli Evangeli,
Monte, et Alessandro Farnese cardinale, che fu poi papa Paulo Terzo,
con
altri ritratti. Restò il Papa di questa opera mol
al medesimo; per il che meritò che dalla Religion sua fosse stimato e
con
grandissimo onor tenuto, nella quale si morì d’et
egli fosse il vivo; la quale opera è oggi in Santa Maria del Popolo,
con
un quadro di Nostra Donna bellissimo, fatto medes
sto tempo, dentrovi la Natività di Iesu Cristo, dove è la Vergine che
con
un velo cuopre il Figliuolo, il quale è di tanta
ad una mazza, pensoso in contemplare il Re e la Regina del cielo, sta
con
una ammirazione da vecchio santissimo: et amendue
ra che egli avesse la maniera gentile, da ognuno tenuta bellissima, e
con
tutto che egli avesse veduto tante anticaglie in
nto in una loggia del suo palazzo, oggi detto i Chisii in Trastevere,
con
dolcissima maniera una Galatea nel mare sopra un
altar maggiore di Araceli, nella quale fece una Nostra Donna in aria
con
un paese bellissimo, un San Giovanni et un San Fr
umiltà e modestia veramente da madre di Cristo, et oltre che il Putto
con
bella attitudine scherza col manto della Madre, s
ia e dicono la verità. Similmente il San Girolamo ha la testa elevata
con
gli occhi alla Nostra Donna, tutta contemplativa,
rina e sapienzia che egli scrivendo mostrò nelle sue carte, offerendo
con
ambe le mani il cameriero in atto di raccomandarl
edesimo nella figura di San Francesco, il quale ginocchioni in terra,
con
un braccio steso e con la testa elevata, guarda i
San Francesco, il quale ginocchioni in terra, con un braccio steso e
con
la testa elevata, guarda in alto la Nostra Donna,
so al prete, maravigliosamente si storce mentre che ella ascolta ciò,
con
una grazia donnesca molto propria e vivace. Finse
n questa l’orrore della prigione nel veder legato fra que’ due armati
con
le catene di ferro quel vecchio, il gravissimo so
la prigione sentono il romore de la porta di ferro, et una sentinella
con
una torcia in mano desta gli altri, e mentre con
o, et una sentinella con una torcia in mano desta gli altri, e mentre
con
quella fa lor lume, riverberano i lumi della torc
ti dà il lume nel viso, e contendono tanto bene insieme la luce viva
con
quella dipinta co’ diversi lumi della notte, che
tte, che ti par vedere il fumo della torcia, lo splendor dell’Angelo,
con
le scure tenebre della notte sì naturali e sì ver
li sbattimenti, i riflessi e le fumosità del calor de’ lumi, lavorati
con
ombra sì abbacinata che invero si può dire che eg
a furia d’uno armato a cavallo, il quale, accompagnato da due aùppiè,
con
attitudine ferocissima urta e percuote il superbi
questi si vede il santissimo Onia pontefice, pontificalmente vestito,
con
le mani e con gli occhi al cielo ferventissimamen
il santissimo Onia pontefice, pontificalmente vestito, con le mani e
con
gli occhi al cielo ferventissimamente orare, affl
saliti sopra i zoccoli del basamento, et abbracciatisi alle colonne,
con
attitudini disagiatissime stare a vedere; et un p
ecimo, il quale volle che tale opera si seguisse; e Raffaello ne salì
con
la virtù in cielo e ne trasse cortesie infinite,
appiè di Monte Mario che fece Leon III pontefice, il quale lo cacciò
con
le sole benedizzioni. Fece Raffaello in questa st
zioni. Fece Raffaello in questa storia San Pietro e San Paulo in aria
con
le spade in mano che vengono a difender la Chiesa
balzano e stellato in fronte, bellissimo quanto più si può, il quale
con
attitudine spaventosa alza la testa e volta la pe
o carezze a San Giovanni piccolo fanciullo, il quale lo adora insieme
con
Santa Elisabetta e Giuseppo. Questo quadro era gi
zo Pucci, cardinale di Santi Quattro, sommo penitenziere, ebbe grazia
con
esso che egli facesse per San Giovanni in Monte d
uanto la grazia nelle delicatissime mani di Raffaello potesse insieme
con
l’arte. Èvvi una Santa Cecilia che da un coro in
uno a guisa di uomo e l’altro di leone, e quello d’aquila, e di bue,
con
un paesino sotto figurato per la terra, non meno
ti da Canossa, nel quale è una Natività di Nostro Signore bellissima,
con
una aurora molto lodata, si come è ancora Santa A
l Papa et il rigirare delle stanze: e sono tutte queste cose condotte
con
tanta diligenza, che credasi pure e sicuramente c
rdaroba del Duca. Fece similmente il duca Lorenzo e ‘l duca Giuliano,
con
perfezzione non più da altri che da esso dipinta
anda mostrava parimente e senza biacca i lumi trasparenti, se non che
con
acquerelli di colori era tinta e macchiata, e de’
stia loro quella copia che al presente veggiamo; per che Ugo da Carpi
con
belle invenzioni, avendo il cervello vòlto a cose
o vòlto a cose ingegnose e fantastiche, trovò le stampe di legno, che
con
tre stampe possono il mez[z]o, il lume e l’ombra
mpietà de’ crocifissori che lo conducono alla morte al monte Calvario
con
grandissima rabbia, dove il Cristo appassionatiss
si vede fra loro Veronica che stende le braccia porgendoli un panno,
con
uno affetto di carità grandissima; senzaché l’ope
cavallo et a piede, i quali sboccano fuora della porta di Gerusalemme
con
gli stendardi della giustizia in mano, in attitud
andosi poi la fama, procacciarono i monaci di riaverla, et appena che
con
favori del Papa ella fu renduta loro, che satisfe
er qualche interesse particulare non poteva disdire, non restava però
con
tutto questo di seguitare l’ordine che egli aveva
el Papa e de le sale, nelle quali del continuo teneva delle genti che
con
i disegni suoi medesimi gli tiravano innanzi l’op
innanzi l’opera: et egli continuamente rivedendo ogni cosa, suppliva
con
tutti quelli aiuti migliori che egli più poteva a
osi spegnere il fuoco, San Leone IIII si fa alla loggia di palazzo, e
con
la benedizzione lo estingue interamente: nella qu
tempesta del vento, mentre elle portano acqua per ispegnere il fuoco
con
certi vasi in mano et in capo, sono aggirati loro
erti vasi in mano et in capo, sono aggirati loro i capegli et i panni
con
una furia terribilissima; altri che si studiano b
i i figlioli innanzi, scalza, sfibbiata, scinta e rabbuffato il capo,
con
parte delle veste in mano, gli batte perché e’ fu
infiniti che d’una barca escano tirati da certi soldati per la barba,
con
bellissime cere e bravissime attitudini, e con un
soldati per la barba, con bellissime cere e bravissime attitudini, e
con
una differenza di abiti da galeotti sono menati i
molti ambasciatori et altre persone di naturale, e così certe figure
con
abiti alla franzese, secondo che si usava in quel
suo silenzio par che favelli; oltra i basamenti fatti sotto a queste
con
varie figure di difensori e remuneratori della Ch
’una maniera che ogni cosa mostra spirto et affetto e considerazione,
con
quella concordanzia et unione di colorito l’una c
e considerazione, con quella concordanzia et unione di colorito l’una
con
l’altra che migliore non si può imaginare. E perc
segno et architettura di Raffaello, che ne fece un modello di legname
con
maggiore ordine et ornamento che non avea fatto B
grino da Modona, Vincenzio da San Gimignano e Polidoro da Caravaggio,
con
molti altri pittori che feciono storie e figure e
che accadevano per tutto quel lavoro: il quale fece Raffaello finire
con
tanta perfezzione, che sino da Fiorenza fece cond
le porte e palchi di legname, assai cose d’intaglio lavorate e finite
con
bella grazia. Diede disegni d’architettura alla v
in Piacenza la tavola dello altar maggiore, dentrovi la Nostra Donna
con
San Sisto e Santa Barbara: cosa veramente rarissi
mma di fuoco e di zolfo: et in Lucifero, incotto et arso nelle membra
con
incarnazione di diverse tinte, si scorgeva tutte
Il contrario si scorge nel San Michele, che, ancora che e’ sia fatto
con
aria celeste, accompagnato dalle armi di ferro e
bravura e forza e terrore, avendo già fatto cader Lucifero, e quello
con
una zagaglia gettato rovescio; insomma fu sì fatt
ncora operò sì, che appena ottenne che questa sua donna venne a stare
con
esso in casa continuamente in quella parte dove R
veggono nelle loro forme molti abiti e lineamenti cavati dall’antico,
con
bellissima grazia e disegno espressi; e così fece
bellissima grazia e disegno espressi; e così fece le nozze di Psiche
con
ministri che servon Giove, e le Grazie che spargo
l flauto che volando par che scenda dal cielo, et in un’altra è Giove
con
gravità celeste che bacia Ganimede; e così di sot
imede; e così di sotto nell’altra il carro di Venere, e le Grazie che
con
Mercurio tirano al ciel Psiche, e molte altre sto
che Cristo sceso del monte lo liberi; il quale giovanetto, mentre che
con
attitudine scontorta si prostende gridando e stra
e, nelle vene e ne’ polsi contaminati dalla malignità dello spirto, e
con
pallida incarnazione fa quel gesto forzato e paur
ne un vecchio, che abbracciatola e preso animo, fatto gli occhi tondi
con
la luce in mezzo, mostra con lo alzare le ciglia
ola e preso animo, fatto gli occhi tondi con la luce in mezzo, mostra
con
lo alzare le ciglia et increspar la fronte in un
quale egli lo fece sopra a questo monte, diminuito in una aria lucida
con
Mosè et Elia, che alluminati da una chiarezza di
in varie e belle attitudini: chi ha [II. 84] a.tterra il capo, e chi
con
fare ombra agl’occhi con le mani si difende dai r
ini: chi ha [II. 84] a.tterra il capo, e chi con fare ombra agl’occhi
con
le mani si difende dai raggi e dalla immensa luce
ll’arte di Raffaello; il quale pare che tanto si restrignesse insieme
con
la virtù sua per mostrare lo sforzo et il valor d
he altra avesse veduta mai, si mise a studiarla, e lasciando, se bene
con
gran fatica, a poco a poco la maniera di Pietro,
poco dissegno; perciò che non potendosela dimenticare, fu cagione che
con
molta difficultà imparò la bellezza degl’ignudi e
tutte le parti, diventò quasi di maestro nuovo discepolo, e si sforzò
con
incredibile studio di fare, essendo già uomo, in
e la maniera che vuol seguitare, et a poco a poco non va facilitando
con
l’esperienza le difficultà dell’arti, cercando d’
e in pratica, non diverrà quasi mai perfetto: e se pure diverrà, sarà
con
più tempo e molto maggior fatica. Quando Raffaell
r mutare e migliorare la maniera, non aveva mai dato opera agl’ignudi
con
quello studio che si ricerca, ma solamente gli av
[II. 85]niera che aveva veduto fare a Pietro suo maestro, aiutandogli
con
quella grazia che aveva dalla natura. Datosi dunq
riscontrare i musculi delle notomie e degl’uomini morti e scorticati
con
quelli de’ vivi - che per la coperta della pelle
i e dolci ne’ luoghi loro, e come nel girare delle vedute si facciano
con
grazia certi storcimenti, e parimente gl’effetti
ipintori si possono anco coloro annoverare che sanno esprimere bene e
con
facilità l’invenzioni delle storie et i loro capr
mere bene e con facilità l’invenzioni delle storie et i loro capricci
con
bel giudizio, e che nel fare i componimenti delle
i sa non confonderle col troppo et anco farle non povere col poco, ma
con
bella invenzione et ordine accomodarle, si può ch
to, sì come bene andò pensando Raffaello, s’aggiugne lo arric[c]hirle
con
la varietà e stravaganza delle prospettive, de’ c
uto quasi nella fine di questa Vita fare questo discorso per mostrare
con
quanta fatica, studio e diligenza si governasse s
che non gli vien dato dalla natura, per non faticare invano e spesso
con
vergogna e danno. Oltre ciò, quando basta il fare
sa, non potrà mai, et affatichisi quanto vuole, arivare dove un altro
con
l’aiuto della natura è caminato agevolmente. E ci
alla vita e morte di Raffaello, dico che avendo egli stretta amicizia
con
Bernardo Divizio cardinale di Bibbiena, il cardin
fare la voglia del cardina[II. 87]le, ma aveva ben trattenuto la cosa
con
dire di voler aspettare che passassero tre o quat
na volta fra l’altre disordinò più del solito: per che tornato a casa
con
una grandissima febbre, fu creduto da’ medici che
bernacolo di quegli antichi di pietre nuove, et uno altare si facesse
con
una statua di Nostra Donna di marmo, la quale per
a e l’obligo nostro, tenerne nell’animo graziosissimo ricordo e farne
con
la lingua sempre onoratissima memoria; ché invero
te, come amico di quella, non restò vivendo mostrarci come si negozia
con
gli uomini grandi, co’ mediocri e con gl’infimi.
vendo mostrarci come si negozia con gli uomini grandi, co’ mediocri e
con
gl’infimi. E certo fra le sue doti singulari ne s
venirlo; e sempre tenne infiniti in opera, aiutandoli et insegnandoli
con
quello amore che non ad artifici, ma a figliuoli
arissimo et usarli ogni sorte di liberalità, talché poté col favore e
con
le facultà che gli diedero fare a sé et a l’arte