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1 (1568) Vita di Raffaello
pria madre lo allattasse, e che più tosto ne’ teneri anni aparasse in casa i costumi paterni che per le case de’ villani e p
rato, e particolarmente da Taddeo Taddei, il quale lo volle sempre in casa sua et alla sua tavola, come quegli che amò sempr
o apprese molto migliore, come si dirà: i quali quadri sono ancora in casa degli eredi del detto Taddeo. Ebbe anco Raffaello
a capitò poi male quest’opara l’anno 1548 a dì 17 novembre, quando la casa di Lorenzo, insieme con quelle ornatissime e bell
maniera che si veggiono appresso Giovan Battista suo figliuolo nella casa che detto Agnolo edificò bella e comodissima in F
, avendo incontrato in un principe sì grande, il quale per eredità di casa sua era molto inclinato a tale arte. Per il che R
sto un quadretto di figure piccole, oggi in Bologna medesimamente, in casa il conte Vincenzio Arcolano, dentrovi un Cristo a
sì, che appena ottenne che questa sua donna venne a stare con esso in casa continuamente in quella parte dove Raffaello lavo
nzetto scultor fiorentino fece lavorar due figure, che sono ancora in casa sua al Macello de’ Corbi in Roma. Ma la morte di
ch’una volta fra l’altre disordinò più del solito: per che tornato a casa con una grandissima febbre, fu creduto da’ medici
che fece testamento: e prima come cristiano mandò l’amata sua fuor di casa e le lasciò modo di vivere onestamente; dopo, div
la qual cagione si vedeva che non andava mai a corte, che partendo di casa non avesse seco cinquanta pittori, tutti valenti
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