sciuto che fu cominciò a esercitarlo nella pittura, vedendolo a cotal
arte
molto inclinato, di bellissimo ingegno: onde non
duro animo a pietà; e di vero, chi considera la diligenza, l’amore, l’
arte
e la grazia di quest’opera, ha gran ragione di ma
ità, negli Apostoli la semplicità e ne’ Martiri la fede. Ma molto più
arte
et ingegno mostrò ne’ Santi [e] Dottori cristiani
ri paiono bruniti più che se fussino verissimi e non dipinti. Né meno
arte
et ingegno è nello atto quando egli, sciolto da l
di Iacob, e ‘l rubo ardente di Moisè, nella quale non si conosce meno
arte
, invenzione, disegno e grazia che nelle altre cos
ì grande, il quale per eredità di casa sua era molto inclinato a tale
arte
. Per il che Raffaello si mise in cuore di seguire
leggiadrissima da vedere a proposito in tale opera, et utilissima a l’
arte
nostra, massimamente per quegli che di tali cose
la grazia nelle delicatissime mani di Raffaello potesse insieme con l’
arte
. Èvvi una Santa Cecilia che da un coro in cielo d
d’Alberto Durero, volonteroso ancor egli di mostrare quel che in tale
arte
poteva, fece studiare Marco Antonio Bolognese in
fino in Grecia; né restò d’avere tutto quello che di buono per questa
arte
potesse giovare. Per che seguitando egli ancora,
superiore in un certo fondamento terribile di concetti e grandezza d’
arte
, nel che pochi sono stati pari a Lionardo: ma Raf
lingua sempre onoratissima memoria; ché invero noi abbiamo per lui l’
arte
, i colori e la invenzione unitamente ridotti a qu
stesso stupisco, che il cielo gli diede forza di poter mostrare ne l’
arte
nostra uno effetto sì contrario alle complessioni
ssi, ma quelli che hanno umore d’esser grandi (come di questo umore l’
arte
ne produce infiniti), lavorando ne l’opere in com
allievi tuoi come si vive, e che importi l’avere accompagnato insieme
arte
e virtute; le quali in Raffaello congiunte, potet
ché poté col favore e con le facultà che gli diedero fare a sé et a l’
arte
grandissimo onore. Beato ancora si può dire chi,