sorte di persone et in qualunque maniera di cose. Di costui fece dono
al
mondo la natura quando, vinta dall’arte per mano
latte delle balie ma delle proprie madri, nato che gli fu Raffaello,
al
quale così pose nome al battesimo con buono augur
lle proprie madri, nato che gli fu Raffaello, al quale così pose nome
al
battesimo con buono augurio, volle, non avendo al
ta in cielo e Gesù Cristo che la [II. 66] corona, e di sotto, intorno
al
sepolcro, sono i dodici Apostoli che contemplano
tato allogato da Pio Secondo pontefice la libreria del Duomo di Siena
al
Pinturicchio, il quale, essendo amico di Raffaell
to Taddeo. Ebbe anco Raffaello amicizia grandissima con Lorenzo Nasi,
al
quale, avendo preso donna in que’ giorni, dipinse
se un quadro, nel quale fece fra le gambe alla Nostra Donna un putto,
al
quale un San Giovannino tutto lieto porge un ucce
so lo illustrissimo et eccellentissimo Guidobaldo duca d’Urbino. Fece
al
medesimo un quadretto d’un Cristo che òra nell’or
dificò bella e comodissima in Firenze nel corso de’ Tintori, appresso
al
Canto degl’Alberti. Fece anco a Domenico Canigian
è il color del fuoco, e sotto la cintura quel dell’aria, da la natura
al
ginocchio è il color della terra, e dal resto per
be, e con aria e bellezza di viso immortale, sta elevata con gl’occhi
al
cielo, accompagnandola due putti che sono vivaci
i i più famosi et antichi e moderni poeti che furono e che erano fino
al
suo tempo, i quali furono cavati parte da statue,
ia e in cerchio son figurati que’ Santi a sedere, che nel vero, oltra
al
parer vivi di colori, scortano di maniera e sfugg
osissime, come ancora ne fa fede la Nostra Donna, che messesi le mani
al
petto, guardando e contemplando il Figliuolo, par
ra usci bellissimi e sederi lavorati in prospettive, i quali appresso
al
Papa grandissima grazia, premio et onore gli acqu
o da qui avanti. Avenne adunque in questo tempo che Michelagnolo fece
al
Papa nella cappella quel romore e paura di che pa
o, o di Bolsena che eglino se ‘l chiamino; nella quale storia si vede
al
prete, mentre che dice messa, nella testa infocat
ntendo il ragionamento che mostra un’altra di dirle del caso successo
al
prete, maravigliosamente si storce mentre che ell
lora, i quali in su la sedia portano papa Giulio veramente vivissimo;
al
quale mentre che alcuni popoli e femmine fanno lu
Onia pontefice, pontificalmente vestito, con le mani e con gli occhi
al
cielo ferventissimamente orare, afflitto per la c
idato da straordinario instinto di natura, dando da se medesimo opera
al
disegno et alla pittura, ha dipinto quadri che so
dinale, et uno angelo Raffaello ch’accompagna Tobia. Lavorò un quadro
al
signor Leonello da Carpi signor di Meldola, il qu
ntonio per Raffaello un numero di stampe, le quali Raffaello donò poi
al
Baviera suo garzone, ch’aveva cura d’una sua donn
e e maggiore amico che si possa per lunga esperienza aver caro, oltra
al
giudicio buono che egli ha e mostra nelle cose de
odo che le stampe in rame fecero de la carestia loro quella copia che
al
presente veggiamo; per che Ugo da Carpi con belle
osi in quella la impietà de’ crocifissori che lo conducono alla morte
al
monte Calvario con grandissima rabbia, dove il Cr
e bellissime. Questa tavola finita del tutto, ma non condotta ancora
al
suo luogo, fu vicinissima a capitar male, perciò
co. Oltre che vi sono ancor alcune femmine, che inginocchiate dinanzi
al
Papa pare che prieghino Sua Santità che faccia ch
o prigione. Veggonvisi i Cristiani combattere in mare l’armata, e già
al
porto esser venuti prigioni infiniti che d’una ba
, e molti [II. 81] altri che furono segnalati in quel tempo; e vicino
al
re è un putto ginocchioni che tiene la corona rea
lla vi[II. 82]gna del Papa, et in Borgo a più case, e particularmente
al
palazzo di messer Giovan Batista dall’Aquila, il
tista dall’Aquila, il quale fu cosa bellissima. Ne disegnò ancora uno
al
vescovo di Troia, il quale lo fece fare in Fioren
to nell’altra il carro di Venere, e le Grazie che con Mercurio tirano
al
ciel Psiche, e molte altre storie poetiche negli
ultor fiorentino fece lavorar due figure, che sono ancora in casa sua
al
Macello de’ Corbi in Roma. Ma la morte di Raffael
Gostantino, alla quale egli diede principio. Similmente venne volontà
al
Papa di far panni d’arazzi ricchissimi d’oro e di
opra 70 mila scudi, e si conserva ancora nella cappella papale. Fece
al
cardinale Colonna un San Giovanni in tela, il qua
ere universali e d’imitare l’altre parti, essere stati a se stessi et
al
mondo di giovamento. Raffaello adunque, fatta que
bille e ne’ Profeti dell’opera che fece, come si è detto, nella Pace:
al
fare della quale opera gli fu di grande aiuto l’a
do, così abbia di se medesima adorno il cielo. Gli misero alla morte,
al
capo nella sala ove lavorava, la tavola della Tra
sempre per la rarità d’ogni suo gesto in gran pregio tenuta. Fu data
al
corpo suo quella onorata sepoltura che tanto nobi
vita uno officio di cubiculario, et appresso per essere stato sì caro
al
Papa che la sua morte amaramente lo fece piagnere