ima in Italia, l’anno 1483, in Venerdì Santo a ore tre di notte, d’un
Giovanni
de’ Santi, pittore non molto eccellente, ma sì be
fortuna sua, non era stata mostra nella sua gioventù. E perché sapeva
Giovanni
quanto importi allevare i figliuoli non con il la
Raffaello, ancor fanciullo, gli fu di grande aiuto in molte opere che
Giovanni
fece nello Stato d’Urbino. In ultimo, conoscendo
, a lavorare in San Francesco alcune cose. Ma tornato Pietro da Roma,
Giovanni
, che persona costumata era e gentile, fece seco a
ra cortese molto et amator de’ belli ingegni, accettò Raffaello. Onde
Giovanni
andatosene tutto lieto a Urbino e preso il putto,
rtirsi di Firenze et andare a Urbino, per aver là, essendo la madre e
Giovanni
suo padre morti, tutte le sue cose in abandono. M
cretali canoniche, et in detto Papa ritrasse papa Giulio di naturale,
Giovanni
cardinale de’ Medici assistente, che fu papa Leon
ece venire da Monte Oliveto di Chiusuri, luogo in quel di Siena, fra’
Giovanni
da Verona, allora gran maestro di commessi di pro
erio mai non fu più nessuno più valente di disegno e d’opera che fra’
Giovanni
, come ne fa fede ancora in Verona sua patria una
erano alcune figure di Apostoli et altri Santi in tabernacoli; e per
Giovanni
da Udine suo discepolo, il quale per contrafare a
ti; e quanto allo stucco et alle grottesche fece capo di quella opera
Giovanni
da Udine, e sopra le figure Giulio Romano, ancora
la natura loro: pittura e poesia veramente bellissima. Fecevi fare da
Giovanni
da Udine un ricinto alle storie d’ogni sorte fior
si fanno vivi nel lume suo. Sono in terra prostrati Pietro, Iacopo e
Giovanni
in varie e belle attitudini: chi ha [II. 84] a.tt